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Parliamo della morte

antylopenera

Apprendista Florello
Dunque, si è iniziato parlando di morte........
Effettivamente, abbiamo SPAZIATO parecchio e sinceramente mi son persa un po' ma che si parli di andar via fisicamente o morire,
credo sia normale che chi ci ama di più ne sofre di più: era solo per dire che la responsabilità della sofferenza altrui, ad andarcene NOI, dipende da quanto ci amano loro.... credo.
 

Pin

Master Florello
Pin me lo spieghi perchè quanto amiamo noi, e non loro?


L'ho preso dalla parte della vita, non della morte.
Certo la responsabilità nostra è per quanto ci amano loro, se moriamo.
Ma parlando della vita è quanto li amiamo noi.
Ipossessarsi della propria morte arrivando al suicidio, ripeto lo vedo come viltà nel non saper affrontare le proprie responsabilità
 

seya

Master Florello
mi sono espressa male, non intendevo dire di impossessarmi della morte in sè, ma del diritto a morire senza che nessuno si preoccupi o che stia male per me, (parlo di morte naturale) è una cosa strana lo so...
è un pò come dire voi siete miei perchè vi amo, ma io non sarò mai vostra.
....sono pazza...

mentre parlando della vita è quanto li amiamo noi, perchè?
 

Pin

Master Florello
mi sono espressa male, non intendevo dire di impossessarmi della morte in sè, ma del diritto a morire senza che nessuno si preoccupi o che stia male per me, (parlo di morte naturale) è una cosa strana lo so...
è un pò come dire voi siete miei perchè vi amo, ma io non sarò mai vostra.
....sono pazza...

mentre parlando della vita è quanto li amiamo noi, perchè?


Non sei pazza è pura utopia, poter annullare a comando i sentimenti, è come se milou ti chiedesse di non soffrire quando se ne andrà.
Per quanto riguarda l'amore in vita, ci rende nostro malgrado responsabili della felicità/infelicità altrui tanto quanto è il nostro amore. Fino alla disperazione a volte combattiamo per mantenere vivo un qualcosa che è finito, e qui rendiamo infelice l'altro.
Per contro tanto è il nostro amore tanta è la sofferenza quando si viene lasciati, anche perchè siamo capaci di colpevolizzarci per non averlo reso felice. Fortunatamente col tempo ci svegliamo e razionalizziamo e ci togliamo il senso di colpa.
Poi se tutto va bene siamo capaci di cose inverosimili per rendere loro la vita splendida e viverla a due. E qui la responsabilità della felicità.
 

miciajulie

Fiorin Florello
condivido con margot che la morte è forse l'unica cosa assolutamente democratica. 'a livella, insomma. per chi muore. solo per loro.
è chi resta che questo assoluto livellamento non lo vede. la morte del personaggio più o meno celebre perchè passato in tv, o perchè capo di stato, o perchè premio nobel ok, farà anche notizia, ma è veramente solo una notizia di cronaca. non provo dolore per queste persone, non le conosco, non mi mancheranno, non urlerò piangendo nel cuscino senza riuscire a fermarmi. se mai, il mio pensiero va a chi hanno lasciato, che ora sta soffrendo, come a me recentemente è capitato tante, troppe volte. il dolore è privato, è solo nostro, e sempre crediamo che come noi lo proviamo non lo provi nessun altro. forse è presunzione. ma forse no. perchè il dolore è dato dalla mancanza, dalla perdita di qualcuno che hai amato, con cui hai diviso vita, gioie, dolori, sogni, con cui hai avuto un rapporto. e ogni rapporto è diverso da qualsiasi altro, quindi perchè anche non il dolore?
se muore un bimbo, o una persona giovane, sì, posso anche pensare che avrebbe potuto volare e invece una sforbiciata alle ali lo/la ha stroncato, e si è perso un mucchio di cose. ma può anche essere vecchio e decrepito un genitore, un amico, un animale cui siamo legati, che il dolore è gigantesco, ci travolge, ci annienta, ci distrugge. insomma, non vedo l'età come una discriminante alla quantità del dolore, vedo sempre il rapporto che c'era prima di questa maledetta morte. morte che non riesco ad accettare. razionalmente so che è nelle cose. poi a farci i conti nel reale mi accorgo che la razionalità è solo un bla bla bla. resta il dolore. che a volte è più grande di tutto il resto.
 
Ultima modifica:

seya

Master Florello
si, l'esempio mi ha colpita in pieno viso e penso anche io che sia mera utopia, strano questo mio sentimento e parecchio alienante, ci rifletterò sopra.

mi piace la responsabilità della felicità. un tempo forse mi sarebbe pesata.
 

new dawn

Guru Giardinauta
Ragazze, io non so come fate ad analizzare le cose fin nei più piccoli particolari e a capirvi pure... io non ci capisco più niente, forse perché mi sono allontanata per qualche ora. Comunque, bella questa discussione
 

antylopenera

Apprendista Florello
Eheheheheheheheh....... Tranquilla, new dawn: io ci son stata tutto il tempo e mi gira tutto! :D
Comunque, io parlo della morte di persone che non ho personalmente conosciuto, perchè quando capiterà a me,
perdere qualcuno che ho amato sarà perdere una parte di me, devastante, ma non credo se ne possa PARLARE, almeno non troverei le parole nel vocabolario.
 
M

mammagabry

Guest
Anch'io mi ero persa e ho cercato di focalizzare il pensiero di seya
Il pensare che muorendo facciamo soffrire qualcuno io ci ho pensato parecchie volte nel tempo.
Il pensare che si potrebbe morire senza pensare in quel momento che qualcuno soffrira' della nostra morte e lo lasceremo solo.
Il pensiero sopratutto di lasciare soli i nostri bambini(per chi ce li ha)e questo rimanda a "perche' una madre dovrebbe fare cose pericolose?" L'istinto dovrebbe impedirglielo almeno fino a quando i suoi figli saranno indipendenti e faranno fesserie anche loro.
Io personalemnte mi sono accorta che sono piu' prudente da quando "tengo famiglia" anche nell'attraversare la strada da sola,forse perche' a vent'anni ti sfiora alla velocita della luce la frase "come va va" con un leggero convincimento che le probabilita' sono basse invece dopo pensiad una velocita' ben minore "se mi pigliano come faranno le mie cicciole senza di me? E mio marito che non sa nemmeno fare il sugo che ne sara' di lui?
Forse non sempre il suicidio e' vilta' forse avviene perche' a queste domande la risposta che viene sempre fuori e' "nessuno" o si crede che sia cosi' e dev'essere una cosa terribile!
Anche nei periodi piu' tristi della mia infanzia la risposta non e' mai stata nessuno,qualcuno anche a scuola che contropensava "io" usciva sempre, anche in strada e a molti stavo antipatica c'era sempre qualcuno che si sarebbe chiesto perche' e si sarebbe preso una delle sue peggiori sbronze per colpa mia,ma se qualcuno non riceve altra risposta che nessuno allora qualcosa si spezza.

Per quanto riguarda l'eta' mi dispiacerei di piu' se morisse mia nipote di 4 anni o l'altra di 13 piuttosto che la meganonna di 84 e lo trovo ovvio.cosi come la stessa persona la piangerei di piu' a 50 anni che a 92 sopratutto se stava anche soffrendo,se volessi bene a mia nonna vorrei che smettesse di offrire anziche' sperare che resista altre 48 ore,per fare che? Mica ti potra' mostrare i affetto in quelle poche altre ore ti mostrera' solo la sua sofferenza e la voglia di smettere di soffrire.lasciarli andare....
Pero' non lo so perche' l'ultima nonna che ho visto avevo 4 anni ed era sofferente e forse gia' allora avevo pensato lasciatela andare....
 

margot

Maestro Giardinauta
Sono daccordo con Micia sul fatto che il dolore per una perdita non abbia età.
Il sentimento per il piccolo bimbo volato in cielo è rabbia allo stato puro...ma non è paragonabile al dolore che si può provare per una persona che ti ha accompagnato per tutta o buona parte della tua vita. Scattano i ricordi, la malinconia, la mancanza fisica...è un dolore diverso ecco. Certo che è più capibile la dipartita della vecchia nonna perchè è il naturale svolgersi della vita, ma sicuramente non è meno doloroso.
 

seya

Master Florello
il suicidio cosa personale e soggettiva è.
non mi pronuncio su questo argomento.
come dice il puffo con gli occhiali....che è meglio.
 

margot

Maestro Giardinauta
Comunque alla fine avete confuso anche me. Stamattina avevo aperto questo lungo ed interessante "dibattito" per capire il perchè il un sentimento di "non dolore" o di "indifferenza" nei riguardi di alcune dipartite è visto come freddezza o insensibilità. E questo che non capisco.
 

seya

Master Florello
colpa mia ....confondo tutti.

io penso che spesso le persone più sensibili sono quelle che si distaccano più velocemente di altri da certi tipi di dolore, proprio per un sistema di autoconservazione, per non starci male all'ennesima potenza a maggior ragione forse perchè hanno una fragilità emotiva e una mancanza di equilibrio interno che non li aiutano.
e magari questo viene scambiato per una cerca freddezza o individualità (o anche egoismo).

è una casistica che non risponde alla tua domanda Margot, come vedi non so essere di utilità eheh nemmeno se mi impegno.
 

paolaas

Guru Giardinauta
Mi sembra che il mio intervento si sia capito male, il fatto che dicessi che forse sono più fortunata di coloro che hanno bisogno di picchi di adrenalina per sentire la loro vita piena è ineso nel senso letterale della parola: fortunata. Non ho detto che sono più brava o più intelligente o chissà che altro. Semplicemente che una cosa è seguire le proprie passioni e ben altra cosa è dove sempre essere sospesi ad un filo dalla morte per potersi sentire vivi.
Chi ha questa necessità deve sempre spingersi sempre un po' più in là e i rischi aumentano sempre di più.

E sinceramente non capisco chi si è scandalizzato quando ho detto che chi ha i figli deve fare i conti con questo nelle proprie scelte di vita: non fate tutti i giorni scelte che tengano in conto le esigenze dei vostri cari? O fate sempre quello che volete senza preoccuparvi minimamente di loro? Non credo proprio.... Per cui perché non capite l'esigenza di non mettere consciamente e volontariamente a rischio la propria vita se si hanno figli?

Allora qui entra in gioco il discorso di seya: fino a che punto sono legato dal fatto che dalla mia vita dipenda qualcun'altro?

La mia risposta è: se ho fatto dei figli ho scelto che la mia vita non è solo mia ma è anche loro.

Tornando alla domanda iniziale: premettendo che difficilmente provo dispiacere per chi muore ma per chi compiange il morto io provo empatia per chi ha un volto, una persona che ho già conosciuto, non riesco a provare lo stesso per persone che non ho mai visto in vita mia.
Io non so, forse è è sbagliato, ma è così....
 
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