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Parliamo della morte

margot

Maestro Giardinauta
"solo" perchè non riesco a capire perchè se uno non ha figli è più accettabile che rischi la sua vita...
 

antylopenera

Apprendista Florello
Beh, anche questo è vero, ma la famiglia, oltre ai figli, implica anche compagno/a o genitori. persone che ti amano e
penso solo che una scelta di vita così pericolosa sia da evitare, se una prematura assenza può far stare male tante persone che contano sulla presenza NEL TEMPO
(io stessa SPERO di ESSERCI più che posso, per chi mi ama), poi non è che uno sceglie di fare quella vita PER MORIRE, eh....?
Come ho detto, si tratta di PASSIONI..... magari più pericolose di altre, magari non necessarie, ma son sempre PASSIONI.
Ah, sottolineo che io provo COMUNQUE tristezza, per un giovane che va via, in qualunque modo sia successo....
Certo, se è mio marito o mio figlio, o mio padre o comunque qualcuno che AMO, si porta via una parte di me.
 
Ultima modifica:

margot

Maestro Giardinauta
Beh, anche questo è vero, ma la famiglia, oltre ai figli, implica anche compagno/a o genitori. persone che ti amano e
penso solo che una scelta di vita così pericolosa sia da evitare, se una prematura assenza può far stare male tante persone che contano sulla presenza NEL TEMPO
(io stessa SPERO di ESSERCI più che posso, per chi mi ama), poi non è che uno sceglie di fare quella vita PER MORIRE, eh....?
Come ho detto, si tratta di PASSIONI..... magari più pericolose di altre, magari non necessarie, ma son sempre PASSIONI.
Ah, sottolineo che io provo COMUNQUE tristezza, per un giovane che va via, in qualunque modo sia successo....
Certo, se è mio marito o mio figlio, o mio padre o comunque qualcuno che AMO, si porta via una parte di me.

E qui ti do ragione...il concetto è proprio questo.
 

antylopenera

Apprendista Florello
Eh, ma anche io sono d' accordo con tante cose che hai scritto tu, eh......?
Come dici, se ne parla per confrontarci, leggo tante cose, mi ritrovo in tante e in tante non riesco proprio ad entrarci....
Magari basta una piccola sfumatura di pensiero.... Il fatto è che l' argomento PRENDE DENTRO e io stessa provo un vortice di emozioni al riguardo,
come un torrente in piena, così riesce difficile anche spiegarsi (ecco perchè mi piaceva la frase di PaOla "niente da spiegare e niente da capire").
UNA cosa è certa: una persona BUONA che va via mi sconvolge FISIOLOGICAMENTE più di una CATTIVA,
senza stare a BEATIFICARE chiunque muoia: quando morì mia nonna, piansi solo per i figli che ne soffrivano
e per cui aveva fatto moltissimo, ma non avendo mai avuto io un buon rapporto con lei, non mi è mai mancata, dopo.
Quando il DOLCISSIMO consorte la seguì, non piansi per niente, perchè è sempre stato CATTIVO con moglie e figli,
con botte e una vita di miseria, nell' osessione di RISPARMIARE: non sarebbe stata la morte a riscattarlo ai miei occhi.
Quando qualcuno muore, vedo la persona che è stata, e soffro o no di conseguenza.
 

seya

Master Florello
riflessione egoista: dobbiamo esserci il più possibile per chi ci ama anche se non vogliamo o possiamo più vivere e la morte è per noi solo una trasformazione-passaggio? fino a che punto siamo responsabili della felicità o disperazione altrui?
 

Pin

Master Florello
Quando qualcuno muore, vedo la persona che è stata, e soffro o no di conseguenza.


Scusa ma non è vedere la persona che è stata, è l'amore che si è avuto verso questa persona.
Mi pare strano riuscire a soffrire di conseguenza.
 

antylopenera

Apprendista Florello
Io cercherei di esserci più che posso...... almeno finchè le mie figlie saranno indipendenti da me!
Non che non pensi a marito e genitori, ma ora che sono così piccole e indifese, non potrei mai abbandonarle , sentendole parte di me (certo, "siamo tutti sotto il cielo"......!!!),
quindi ADESSO mi viene da pensare così.
Che poi, una volta SISTEMATE con la vita che vogliono, vorrò esserci comunque per aiutarle quando hanno bisogno di me è un altro conto
(io penso a mia madre....... MAISIA, perderla ORA :)!!!!), ma credo che un amore così grande comporti naturalmente generosità:
non riuscirei mai a fare una scelta per fatti miei, che possa anche potenzialmente far loro del male.
 

Sevi

Fiorin Florello
riflessione egoista: dobbiamo esserci il più possibile per chi ci ama anche se non vogliamo o possiamo più vivere e la morte è per noi solo una trasformazione-passaggio? fino a che punto siamo responsabili della felicità o disperazione altrui?

Bè...chi ci ama sarà disperato nel vederci soffrire, e ci lascerà andare, pur con la morte nel suo cuore
(sempre che non parli di suicidio, però...scusa ma rileggendo ho capito di non aver capito :embarrass)

C'è un altro aspetto a cui mi rimanda la tua riflessione, Seya :)

Che siamo anche responsabili, almeno in parte, della felicità o disperazione di chi sta male
e deve fare i conti con la propria sofferenza fisica ogni giorno.
Nell'incertezza/certezza assoluta.

Ma non lo approfondisco, scusami e bacio :flower:
 
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antylopenera

Apprendista Florello
Scusa ma non è vedere la persona che è stata, è l'amore che si è avuto verso questa persona.
Mi pare strano riuscire a soffrire di conseguenza.

Beh, sì, se parliamo di persone a noi care,
ma quando muore una Madre Teresa Di Calcutta, sebbene non l' abbia conosciuta, SOFFRO DAVVERO,
mentre non soffrirei certo per un Pacciani!!!! :)
 

Pin

Master Florello
riflessione egoista: dobbiamo esserci il più possibile per chi ci ama anche se non vogliamo o possiamo più vivere e la morte è per noi solo una trasformazione-passaggio? fino a che punto siamo responsabili della felicità o disperazione altrui?

Chi ci ama non vuole certo la nostra sofferenza, e quindi se non possiamo/vogliamo esserci la morte non è trasformazione ma forse passaggio.
Siamo responsabili della felicità/disperazione altrui tanto quanto li amiamo.
Non è egoismo se si smette di combattere, per esempio per una malattia incurabile, quando chi ci sta attorno soffre + di chi sta male, ecco il passaggio da una situazione di lacerazione quotidiana ad una che piano piano si attenuerà.
In quanto alla disperazione o felicità non è certo riferito alla morte ma semmai alla vita e ne siamo responsanbili in toto finchè l'amore dura.

Il tutto se ho capito quello che volevi dire.
Ma se ci metti anche il suicidio no, lo ritengo un atto di viltà e di non amore verso nessuno.
 

seya

Master Florello
grazie Pin....
pensavo che se io sono una cellula, che interagisce con altre cellule, ama, vive, viene vissuta dagli altri, viene amata dagli altri, ecco..mi chiedevo quanto di questo socializzare con altre cellule incide sulla soggettività della morte, quanto io sono responsabile della sofferenza che causo morendo, perchè se mi pongo come figlia non vorrei mai che i miei se ne andassero e li riterrei degli egoisti se lo facessero lasciandomi sola, ma in quanto persona singola se muoio non voglio sentirmi legata alla sofferenza degli altri, non so spiegarti.....forse è una richiesta di re-impossessarmi del mio diritto a morire...
è un bel casino! e credo sia anche abbastanza egoista come pensiero...o individualista...non so. non giudico la mia persona alla stregua di chi amo, come se fossi una cellula a sè, slegata da tutti, e pretendo di esserlo anche nella morte. che discorso da pazza...

Siamo responsabili della felicità/disperazione altrui tanto quanto li amiamo.
non tanto quanto ne siamo amati?
 
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antylopenera

Apprendista Florello
D' accordissimo al NON accanimento terapeutico per malattie incurabili
e sull' idea del suicidio come non amore verso nessuno! :)
Vero: secondo me la responsabilità verso gli altri dipende da quanto ci amano loro...!
 
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