primo problema: Tutti i libri sono uguali? la lettura vale in sè o vale in vista di un sapere che ognuno si sceglie in base a questa curiosità (se c'è), in base a questo bisogno di riempire un vuoto di conoscenza?
io credo di no, che non tutti i libri hanno lo stesso valore ai fini della conoscenza e del "riempimento cognitivo". Credo che non tutti hanno il bisogno di conoscere e che per lo più, quei pochi che leggono lo facciano per passare il tempo: è per questo che non è detto che chi legge poi ne sappia di più di chi non legge e se le cose stanno così si capirebbe anche l'ignoranza di tanti politici.
Sì anch'io sostengo questo: il non saper leggere in prospettiva, il vuoto di una persona che vuole leggere per forza e che vuole che tutti leggano, così, come forma generica di cultura o di ingentilimento, è capace trasformare un classico in Paperino. Sa che ha letto un classico perchè lo sente dire, sa ripetere a memoria le motivazioni che ne fanno un testo che è stato importantissimo per intere generazioni, ma non sa cosa farne di questi motivi, perchè non li fa suoi, li ripeterà tutta la vita, e parlerà per tutta la vita di " dissoluzione dei rapporti familiari", non chiedendosi se sia un tema sentito o un procedimento di confronto drammaturgico, oppure di "destrutturazione del romanzo " sognando di scavalcare tutti coi propri sentimenti, avendo persino un'idea ingenua di cosa è di tutti, perchè lui crede al "modo".
Il problema è trovare gli interessi. Gli interessi personali, il filo rosso di ciò che saprai sempre dire e rievocare come se fosse la prima volta e sempre aggiungendo, sono complessi ( questo va detto a scusante dello stupido lettore, perchè spesso la stupidità è solo la fase latente, in cui uno sta cercando ) e a volte dipendono proprio e soltanto dal responso, dalle reazioni degli altri che ti affinano: sempre se hai detto qualcosa che ha toccato gli altri. Ognuno però ha a disposizione più classici di quelli che gli servono.
penso di si. il gusto di sapere non discrimina nessun mezzo, sennò non sarebbe tale.in tv ho trovato, alle tre di notte, film mai passati nelle sale cinematografiche, film cult che ho potuto mettere nella mia collezione...certo allora non c'era internet, però credo che se i libri, la lettura critica, il sapere in generale insegnano qualcosa, sia proprio a non scartare mai niente a priori.
l'ordine è importante, uno che legge a senso o a fiuto sta scartando i libri che gli servirebbero in quel momento: meglio aspettare di leggere un libro piuttosto che dire di averlo già letto, ma in un periodo della tua vita che non ti ha lasciato nulla
ricordo un'intervista televisiva a Pier Paolo Pasolini, metà o fine anni '60 che metteva in guardia dall'uso e abuso televisivo. Vedeva la tv come un mezzo di comunicazione fascista, perchè è un mezzo che non ha filtri, dove la notizia passa dall'alto in basso, impossibilità di analisi critica fin da subito, possibilità che, diversamente, lascia anzi, incentiva, la parola scritta, (sulla quale si può tornare e soffermarsi ecc) ..Vidi quell'intervista in tv anni dopo, e ancora mi fa pensare
allora non era così scontato dirlo. aveva ragione, aveva ciò che non tutti in poesia hanno, era un presentologo. L'immagine vuol già dire tutto, invece di stare accanto e cercare di descriverlo. La scrittura e la lettura non è mai sazia, sempre inappagata di poterlo dire in un altro modo e daccapo.
difficile a dirsi...non penso sia facile mettere da parte la sensibilità e in questo senso i giudizi che scaturiscono dalle notizie choc ci coinvolgono volenti o nolenti, ma si può e si deve fare un passo ulteriore, proprio sapendolo.
trovo molto molto molto più nocivo delle notizie choc certe dichiarazioni autorevoli che passano inosservate, oppure vengono accolte favorevolmente visto il clima generale....vanno a sedimentarsi in un contesto in formazione o già formato, contribuiscono poi a cambiare un sentire comune nel corso degli anni...e qualcosa si perde.Per sempre o solo temporaneamente.
sì brava, spostano le frontiere di ciò che è giusto dire. Proprio questa permeabilità progressiva in favore dei concetti ultimi che cancellano quellli prima, data dalla prova di verità con cui parlano. Usano quelli che ci sono stati prima subdolamente. Dicono: "Io sono vero perchè lo sembro, perchè non faccio niente di scorretto che nessuno che diceva sempre la verità ha mai fatto".
Invece bisogna sempre che uno dopo la sbornia rivada sempre a ciò che lo fa stare bene, a ciò che non l'acquiesce, che lo fa stare sospeso e come in attesa di qualcosa che non sa, anche se sa di potersi fidare.Magari sarà poco ma non sarà sbagliato, fuorviante rispetto alla vita che vive oppure alienante.
mi riferisco, per esempio, a un certo revisionismo che è stato messo in opera persino da un personaggio come Violante, che nel 1996 nel discorso di insediamento alla presidenza della Camera accreditò "i ragazzi di Salò" e subito dopo uno di loro, (riporto pari pari quello che sto leggendo in micro.mega numero 3) " un certo Vivarelli, venne allo scoperto con un volumetto di memorie che raccontava -orgogliosamente- la propria partecipazione alla guerra civile, dall'altra parte. Vivarelli (che dirigeva un istituto della Resistenza toscano) potè approfittare del clima politico culturale non per confessare un passato di cui vergognarsi, ma un'esperienza con cui accreditarsi e lo faceva non senza una certa spocchia, rivelandosi, come fu scritto, "fascista fino al midollo".
questo per dire che bisogna stare attenti anche e forse di più
quando a parlare sono personaggi autorevoli = diffidare di TUTTI.
Il fatto che dirigesse già un istituto della resistenza fa pensare....che avessero già pronta questa svolta, e quindi si andasse oltre ai soliti fiori sulle lapide e foibe. Sì sono odiosi questi casi alla Vivarelli: c'è sempre il momento in cui l'anti-qualcosa che hai sbandierato per anni o nel corso di un libro deve essere adeguatamente monetizzato ( sai quanti paladini dell'antimafia vanno a battere cassa diventando collaboratori in aziende mafiose in difficoltà ? passano più indisturbati )
A proposito, ecco la propaganda e l'enfasi di ciò che già si è propagandato da solo ( ma perchè, ci chiediamo tutti in coro sconfortati )
Sentenza della Consulta: i tweet in libertà del difensore dello Stato - Corriere.it ; in questo caso il giornalista si professa anti degli anti, ma non pensate che quindi erano per; quando si perde si tace e se non si tace si rischia di perdere ( o vincere, è lo stesso ) insieme alla persona contro cui hai straparlato
Raccontare i vili e i perdenti si può fare, ma solo in un clima di accettazione di parti contrapposte che sa poco di verità. e come diceva Galli della Loggia in un fondo oggi sul Corsera, articolo che per me è una completa impostura, nemmeno loro hanno l'aria di crederci ( ma perchè credere all'aria, dico io ? )
Autorevole era un po' ironico. Non voleva dire ciò che vale in quel momento per noi, o ciò che gli crediamo fino alla prossima volta: o autorevole perchè deve già aver toccato qualcosa. Avevo iniziato quel discorso con la parola ghiotti. Parlavo di una falsa ghiottoneria che si traduce in un gusto falsato o assente. Avevo in mente non ciò che serve a tutti, ma a una persona.
Quella persona dovrebbe riuscire a spiegare come in certi casi sia possibile dissipare il suo profondo e personale pregiudizio su ciò che dicono gli altri, e perchè. Che dovrebbe avere l'accortezza e il coraggio di dimostrare a chiunque ( e non solo a chi ama , o a chi conosce ) ciò che gli fa abusare dei giudizi e del pensiero di qualcuno affermato o meno al punto di fidarsi