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Parliamo della morte

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Master Florello
ah però...

Ricollegandomi a Seya, mi viene anche difficile concepire la morte come una "resa dei conti".

Su questo concordo, non può essere una resa dei conti, poi i conti chi li fa? come? cosa prende a misura i beni materiali o le mostruosità umane?
La morte non è una resa dei conti saremmo o sareste troppo pochi in vita.







p.s. stupita perchè sono intelligente? che sono santa si sà
 

Zenais

Giardinauta Senior
Guru fiorello quello che hai scritto lo condivido in pieno.... è sempre stato un mio pensiero che quando una persona ricca o comunque che dalal vita ha avuto tutto muore prima. Sai quante volte è successo nella vita chep ersone che hanno sempre avuto tutto sono morte giovani? ci ho sempre riflettuto su questa cosa. Secondo me nell'universo esiste una legge sacra, ovvero quella che ogni cosa che fai risuona nell'universo e tutti gli eccessi da un lato creano uno scompenso dall'altro e prima o poi devi compensare... infatti per me il miglior modo di vivere sta nel mezzo... non si deve strafare nella vita ma nemmeno fare troppo poco. Qualsiasi gesto anche il più insignificante provoca una reazione e noi ne siamo del tutto inconsapevoli... anche un piccolo gesto sai quanto cambia la vita a molte persone? sia in bene che in male.... anche se solitamente il bene porta bene e il male il male. Poi secondo me la morte è giusto che ci sia. Pensate alla gente disabile o malformata o semplicemente brutta. Loro vorrebbero vivere per sempre? ignorati e sofferenti senza libertà? vi sembrerebbe giusto essere immortali? Se non siamo tutti sani e belli è meglio che moriamo perchè siamo imperfetti e il nostro scopo è la perfezione e non il quieto vivere.
 

nicola71

Guru Giardinauta
Ad esempio io vengo considerata insensibile perchè non partecipo ai funerali delle persone che non ho conosciuto ma che hanno fatto parte della vita dei miei cari (vecchie zie, nonni di amici, ecc); non credo sia insensibilità...capisco il loro dolore ma non posso essere coinvolta in modo intimo parchè quelle persone non le conosco!

Volete dire la vostra?

al contrario io fatico ad andare ai funerali di persone care, troppo dispiacere, troppo assurda la cerimonia.
 

seya

Master Florello
pensa che quando mi è capitato di andare ai funerali di parenti di amici e lontani parenti ero talmente agitata che ricevevo io le condoglianze, invece di farle...
 

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Master Florello
Guru fiorello quello che hai scritto lo condivido in pieno.... è sempre stato un mio pensiero che quando una persona ricca o comunque che dalal vita ha avuto tutto muore prima. Sai quante volte è successo nella vita chep ersone che hanno sempre avuto tutto sono morte giovani? ci ho sempre riflettuto su questa cosa. Secondo me nell'universo esiste una legge sacra, ovvero quella che ogni cosa che fai risuona nell'universo e tutti gli eccessi da un lato creano uno scompenso dall'altro e prima o poi devi compensare... infatti per me il miglior modo di vivere sta nel mezzo... non si deve strafare nella vita ma nemmeno fare troppo poco. Qualsiasi gesto anche il più insignificante provoca una reazione e noi ne siamo del tutto inconsapevoli... anche un piccolo gesto sai quanto cambia la vita a molte persone? sia in bene che in male.... anche se solitamente il bene porta bene e il male il male. Poi secondo me la morte è giusto che ci sia. Pensate alla gente disabile o malformata o semplicemente brutta. Loro vorrebbero vivere per sempre? ignorati e sofferenti senza libertà? vi sembrerebbe giusto essere immortali? Se non siamo tutti sani e belli è meglio che moriamo perchè siamo imperfetti e il nostro scopo è la perfezione e non il quieto vivere.

Si un battito d'ali qua provoca un terremoto dall'altra parte del mondo.
Quindi solo i perfetti hanno diritto alla vita? come mai siamo così tanti?
 

new dawn

Guru Giardinauta
ah però...

Ricollegandomi a Seya, mi viene anche difficile concepire la morte come una "resa dei conti".

La morte è prima di tutto un fatto simbolico, e le persone che vivono la vita con un perenne senso di colpa usano la morte per punirsi, come esorcismo contro la felicità, tutti tutti abbiamo paura della vendetta degli dèi. Ecco perché chi ha avuto molto ed ha una sensibilità particolare teme che prima o poi la vita gli venga tolta.
Poi c'è il lunghissimo discorso dei coraggiosi che la sfidano, la morte. Vogliono affermare un principio vitale o mostrano una tendenza autodistruttiva?
Non mi è mai stato chiaro.
Io non mi butterei mai col paracadute, non farei mai una regata in solitario, non supero neppure i 100 in autostrada: sono una pusillanime o sono troppo attaccata alla vita?
 

margot

Maestro Giardinauta
Io non mi butterei mai col paracadute, non farei mai una regata in solitario, non supero neppure i 100 in autostrada: sono una pusillanime o sono troppo attaccata alla vita?

La penso come te, ma non per un discorso di attaccamento alla vita, ma perchè non mi piacciono le sfide.
 

new dawn

Guru Giardinauta
La penso come te, ma non per un discorso di attaccamento alla vita, ma perchè non mi piacciono le sfide.

Anche a me, ma se scavo sotto sotto e guardo con lucidità, la sfida non mi piace perché la posta in gioco è alta, anche se sfidiamo un professore al liceo o il capufficio.
La posta in gioco in una sfida siamo noi, ed il rischio, necessario per raggiungere la vittoria, è sempre una forma di morte, sempre una sottrazione, una perdita.
Se no, perché non piacciono le sfide? (Mi chiedo)
 

pa0la

Florello
La morte è prima di tutto un fatto simbolico, e le persone che vivono la vita con un perenne senso di colpa usano la morte per punirsi, come esorcismo contro la felicità, tutti tutti abbiamo paura della vendetta degli dèi. Ecco perché chi ha avuto molto ed ha una sensibilità particolare teme che prima o poi la vita gli venga tolta.
Poi c'è il lunghissimo discorso dei coraggiosi che la sfidano, la morte. Vogliono affermare un principio vitale o mostrano una tendenza autodistruttiva?
Non mi è mai stato chiaro.
Io non mi butterei mai col paracadute, non farei mai una regata in solitario, non supero neppure i 100 in autostrada: sono una pusillanime o sono troppo attaccata alla vita?

qui si tratta di capire anche che cosa significhi sfidare la morte, non è che chi pratica determinati sport è meno attaccato alla vita di altri e chi non li pratica ha più paura della morte
non è di morte che parliamo ma di vita, la pulsione a determinate emozioni come può essere quella del volo è una pulsione vitale non una sfida alla morte
 

Spulky

Moderatrice Sezz. Orchidee e Giardini d'Acqua
Membro dello Staff
Guru fiorello quello che hai scritto lo condivido in pieno.... è sempre stato un mio pensiero che quando una persona ricca o comunque che dalal vita ha avuto tutto muore prima. Sai quante volte è successo nella vita chep ersone che hanno sempre avuto tutto sono morte giovani? ci ho sempre riflettuto su questa cosa. Secondo me nell'universo esiste una legge sacra, ovvero quella che ogni cosa che fai risuona nell'universo e tutti gli eccessi da un lato creano uno scompenso dall'altro e prima o poi devi compensare... infatti per me il miglior modo di vivere sta nel mezzo... non si deve strafare nella vita ma nemmeno fare troppo poco. Qualsiasi gesto anche il più insignificante provoca una reazione e noi ne siamo del tutto inconsapevoli... anche un piccolo gesto sai quanto cambia la vita a molte persone? sia in bene che in male.... anche se solitamente il bene porta bene e il male il male. Poi secondo me la morte è giusto che ci sia. Pensate alla gente disabile o malformata o semplicemente brutta. Loro vorrebbero vivere per sempre? ignorati e sofferenti senza libertà? vi sembrerebbe giusto essere immortali? Se non siamo tutti sani e belli è meglio che moriamo perchè siamo imperfetti e il nostro scopo è la perfezione e non il quieto vivere.


e in questo tuo universo..(il mio è diverso).... dove si colloca un bambino di 6 anni figlio di operai che muore di leucemia?
di quali eccessi s'è macchiato?
o unaltro bimbo figlio di gente che ha vissuto mediamente.. che muore nell'incidente di un bus della scuola?

accontentiamoci di dire che se vivi prima o poi rischi di morire.. le cose succedono.. anche senza colpe.
 

seya

Master Florello
piccolo ot, a me non piacciono le sfide perchè non mi piace la competizione.
ho un'amica terribilmente competitiva, che anche quando faccio qualcosa di molto fantasioso che a lei non è venuto in mente, fa fatica a dire che è bello, guarda ciò che creo con invidia e gelosia, e questo mi fa stare male...al punto che quasi avrei preferito non fare nulla per metterla in crisi e mettere poi in crisi anche me stessa.
cmq sia penso anche io che chi sfida la morte lo fa inconsapevolmente perchè ebbro di vivere la vita appieno, non certo per andare incontro alla morte.
 

new dawn

Guru Giardinauta
non è di morte che parliamo ma di vita, la pulsione a determinate emozioni come può essere quella del volo è una pulsione vitale non una sfida alla morte

e come fai a dirlo? Su che basi psicologiche puoi dirlo con tanta sicurezza?
Questo è esattamente la domanda che mi facevo io: quando è pulsione di vita e quando corteggiamento della morte? Credo che ci siamo avviate su una strada veramente impervia, perché ogni singolo caso è tutto soggettivo.
Quando mi butto giù con gli sci per una pista difficile, ma battuta e conosciuta, quell'esaltazione è vitale, lo sento.
Ma quelli che tagliano nei fuoripista i costoni di neve a rischio frana, contro il parere di tutti gli esperti, che sono: scemi, autodistruttivi, criminali?
(Ho scelto un esempio leggerino, tanto per non essere troppo ... funebri)
 

pa0la

Florello
e come fai a dirlo? Su che basi psicologiche puoi dirlo con tanta sicurezza?
Questo è esattamente la domanda che mi facevo io: quando è pulsione di vita e quando corteggiamento della morte? Credo che ci siamo avviate su una strada veramente impervia, perché ogni singolo caso è tutto soggettivo.
Quando mi butto giù con gli sci per una pista difficile, ma battuta e conosciuta, quell'esaltazione è vitale, lo sento.
Ma quelli che tagliano nei fuoripista i costoni di neve a rischio frana, contro il parere di tutti gli esperti, che sono: scemi, autodistruttivi, criminali?
(Ho scelto un esempio leggerino, tanto per non essere troppo ... funebri)

scemi, la risposta è scemi
quelli che invece praticano sci alpinismo, capaci di farlo sono semplicemente più abili di te e vivono quella discesa con la stessa esaltazione vitale che tu dici di provare su una pista difficile e battuta.
è una questione di metro di giudizio nel quantificare il rischio.
Ho diversi amici alpinisti (nonchè il marito), c'è chi vola in parapendio chi pratica sci in alta montagna, sono tutte persone preparate. Ovvio che il rischio intrinseco esiste, ma la soglia è infinitamente minore di quella che percepisce chi non ha mai fatto certe cose.
Poi ovviamente, anche nella pratica di sport definiti estremi c'è l'intelligente e l'idiota, il capace e l'incapace.
Così come c'è chi guida la moto con prudenza e chi mette sistematicamente a repntaglio la vita sua e quella degli altri.
Ma a guidare la moto o la macchina è una cosa che facciamo tutti, buttarsi con il paracadute inìvece no

Eravamo ragazzi negli anni ruggenti del no limits.....sono morti in molti
solo in quel tipo di approccio vedo una sfida alla morte
,a non la vedo prorio nella pratica comune di uno sport pericoloso
(sciare lo è anche in pista!)
 

paolaas

Guru Giardinauta
Le morti di personaggi celebri ma che non conosco personalmente mi lasciano quasi indifferente.

Mentre mi sono ritrovata a piangere a funerali di parenti di amici non per la morte del defunto (che non conoscevo) ma per la tristezza che provavano i mei amici, era quella che inevitabilmente mi coinvolgeva e mi faceva soffrire.

Per tutti mi spiace che abbiano sofferto molto prima di morire e talvolta la morte la vedo come una liberazione dalla sofferenza.

Se penso a mia nonna morta nel 1987 piango ancora oggi ma è un pianto "egoista", è a me che manca mia nonna...
 

Spulky

Moderatrice Sezz. Orchidee e Giardini d'Acqua
Membro dello Staff
forse a questo punto dovremmo capire cosa si intende per sfidare la morte
io credo che lanciarsi col paracadute NON sia sfidare la morte, tant'è che non si registrano così tanti incidenti annualmente, nemmeno in proporzione a numero di praticanti questo sport.
è solo un modo di vivere.
e vivere in un certo modo, non è una colpa tale da rendere lecita l'accusa "se l'è cercata" in caso di incidente
non è come andare contromano in autostrada a 200 all'ora.
e nemmeno dire che una persona che ha vissuto al massimo debba avere una vita che finisce prima, come se avessimo una quantità limitata di benzina e dobbiamo andare piano per risparmiarla.

io vedo la morte come un passaggio inevitabile della vita
ovviamente vivo in modo molto diverso la morte di una persona a me vicina e cara da quella di un conoscente diversa a sua volta dalla morte di una persona che non so chi sia.
posso provare un sentimento per il come, in termini assoluti, soprattutto se è un come che temo
es: muore bruciato.. o muore annegato... solo leggerlo mi mette ansia indipendentemente dal soggetto che ha subito questa terribile fine.

difficilmente provo dispiacere personale per la morte di un personaggio pubblico, sono piuttosto apatica in questi casi, non perchè sia famoso o altro.. ma semplicemente perchè anche se lo vedo tutti i giorni in televisione non riesco a considerare il mio un rapporto di conoscienza della persona, rimane un qualcosa di totalmente scollegato da me
 

paolaas

Guru Giardinauta
Chi fa qualsiasi tipo di attività (generalmente sport) per avere una botta di adrenalina secondo me è un misero.
E la botta di adrelanina è tanto più forte quanto maggiore è il rischio.
Evidentemente sono persone per cui la vita senza quella dose di adrenalina è una vita vuota. Mi spiace per loro.
Io per stare bene mi accontento di guardare unbel panorama, annusare un fiore o coccolare le mia micia.
Evidentemente sono più fortunata.

Ma chi fa sport pericolosi (e non penso al rischio di rompersi una gamba, ovviamente...) ed ha dei figli, bhè io gli toglierei la padria podestà.
Sono molto dura ed inflessibile su questo: uno per se stesso può decidere tutto quello che vuole con la libertà più assoluta sulla propria vita, ma cambia completamente discorso quando hai dei bambini, la vita non è più tua ma è anche loro....

p.s. in effetti non mi riferivo al paracadutismo. Certo ci sono più rischi che non a giocare a tennis ma non lo immaginavo tra quelle attività ertemamente pericolose...
 
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