io credo che il desiderare di voler 'dare' all'altro sia in qualche modo 'istintivo' per tutti, come anche il non sopportare che ci venga chiesto qualcosa che non possiamo dare. solo, il voler dare e il non sopportare qualcosa possono riguardare cose del tutto diverse per ognuno. c'è chi può darti il mondo e chi solo una cosa piccolissima, chi può ricevere il mondo (e logicamente non parlo solo di cose materiali) e chi solo una briciola. ad esempio, se da perfette sconosciute ci troviamo nella sala d'attesa di un aereoporto e tu mi chiedi se posso guardarti il tuo trolley (in cui hai dei beni di valore) mentre vai un attimo in bagno, io so di poterti dire di sì e farti quel piacere perché non te lo porterò via. se però siamo amiche di lunga data e tu un giorno mi chiami chiedendomi di vederci perché vuoi sfogarti, ma io ho già un impegno a cui tengo (o l'esempio di micia), può ben essere che ti dica di no e rimandi il vederci a un altro momento. cosa vuole dire, che puoi contare più su degli estranei che su degli amici? che non si può davvero contare sugli amici? per me no, vuol solo dire che nel mondo ci sono persone diverse disposte a darci quello che vorremmo in momenti diversi. se mi metto invece a fare delle equazioni (questo comportamento = questa definizione, sempre e cmq), troverò sempre delle eccezioni che lo contraddiranno, e magari chiederò un piacere a una persona che conosco poco a cui avrei fatto meglio a non chiederlo (perché non è detto che tutti gli sconosciuti siano onesti) e non chiederò supporto a un'altra persona che conosco che magari in quel momento me l'avrebbe dato volentieri (perché non è detto che se una volta mi ha detto di no non tenga a me e non voglia mai esserci quando glielo chiedo).
quindi, riguardo al tema che porti: se decidiamo che essere "amici" significa che io ti devo dare tutto sempre e tu devi dare tutto a me sempre, ecco che iniziano i guai, le delusioni, le incomprensioni, le chiusure, ecc ecc.., perché è un'equazione che non tiene conto di tutta l'enorme varietà personale e dei cambiamenti possibili dati dalle circostanze.a
così, non solo nell'"amicizia" ma in qualsiasi tipo di relazione con gli altri, se c'è un segreto perché siano soddisfacenti per noi direi sia quello prima di tutto di conoscere noi stessi bene, per sapere quali sono i nostri 'sì' e i nostri 'no', ciò che vogliamo e possiamo dare come contributo a un'altra persona e ciò che invece non vogliamo e non possiamo. sia in generale che di momento in momento, di situazione in situazione. il che significa tenere sempre la consapevolezza ben accesa, perché può ben essere che oltre ai nostri 'sì' e 'no' generali, che più o meno per noi abbiamo capito valer sempre, ci siano anche cose che vorremmo dare volentieri agli altri ma in un dato momento non siamo in grado di farlo.
a questa conoscenza di sé trovo vada poi aggiunta la volontà di conoscere altrettanto l'altro e il capire anche in quel caso cosa quella persona vuole e può dare e cosa no.
è estremamente semplice poi avere rapporti armoniosi. e decidere di potersi fidare, poter contare sull'altro, poter chiedere se se ne ha bisogno, poter scambiare quattro chiacchiere o parlare delle cose più intime, chiedere consiglio o darne, passare una giornata spensierata o fare un viaggio insieme o decidere di condividere una casa e una famiglia o.. quant'altro si desidera. perché si sa cosa si vuole e cosa gli altri possono darci in questo senso, e cosa loro vogliono e cosa noi possiamo dar loro in questo senso. e anche cosa entrambi non vogliamo.
davvero credo che la gran parte dei problemi che riguardano le relazioni di ogni tipo nascano dalle aspettative e dalle richieste che facciamo o ci vengono fatte che non tengono conto di chi siamo e di chi sono gli altri in generale e di momento in momento..
anche, abbandonare le pretese (del tipo: essere amici significa che sia io che te dobbiamo sempre ...XYZ), proprio rinunciare al mettere condizioni su ciò che una relazione o una persona dovrebbero essere, e accettare invece di più che cose diverse che cerchiamo o vogliamo dare possano venire da persone diverse e non da un'unica persona, trovo che aumenti di moltissimo la possibilità di vivere relazioni pienamente soddisfacenti.
quindi, per rispondere alla tua domanda nat, no, per quanto mi riguarda non so nemmeno più cosa siano le disillusioni, e direi dipenda proprio dal fatto che non parto più da un'aspettativa fissa, ad esempio dall'idea che gli altri debbano essere e pensarla come me riguardo al rapporto che si potrebbe avere, né chiedo a loro di essere e pensare in modo diverso da come vogliono e possono rapportarsi.
ecco perché anch'io come altri ti chiedevo: cos'è per te 'essere amici'?, cosa chiedi a un'amicizia? (quindi, che aspettative hai al riguardo?), perché il punto di svolta per vedere altro da ciò che hai incontrato finora mi sa è proprio lì
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