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Natale dei tempi passati

robmel

Giardinauta Senior
Mi rivolgo a quelli che come me sono figli del boom economico degli anni sessanta, ma anche a quelli piu' vecchi.
Io che sono nata lo stesso anno della Nutella, ricordo tanti Natali felici con mio fratellino. Sotto l'albero sono arrivati, anno dopo anno, il Cicciobello, la Barbie, la Michela che le mettevi il dischetto dentro alla schiena e cantava, la pista con le macchinine che occupava tutta la cameretta etc.
Ma oggi mi e' tornato in mente qualcosa che ho sentito raccontare dai miei genitori sul loro povero Natale.
Per loro non esistevano giocattoli e Gesu' Bambino gli portava solo un po' di frutta secca e qualche biscotto fatto in casa. La zia "ricca" arrivava con qualche mandarino, e per loro poverini era gia' festa cosi' ...
Cosa sapete del Natale dei vostri genitori ?
Adesso quando vedo i ragazzini di oggi che per regalo vogliono solo soldi, perche' cosi' si comprano quello che vogliono loro, mi viene una tristezza ...
Spero che ci sia qualcuno che raccoglie il mio appello e mi racconta qualche bella storia dei Natali di una volta
 

Marcello

Master Florello
hai ragione!
devo chiedere a mia madre,sono curioso.

Mia nonna un natale mi regalo' cinquemila lire e mi disse:-tieni,e spendili come vuoi.-
Erano una fortuna e anche le mille lire erano parecchie per un ragazzino.
 

Pam

Apprendista Florello
Ciao,
come hai detto tu i doni di Natale dei miei genitori erano mandarini e frutta secca, se c'erano. Poi le cose cambiano e per me ci sono sempre stati i giocattoli anche se non sempre proprio quello che desideravo ma mi accontentavo.
Per vedere come andavano le cose nella mia famiglia quand'ero piccola, qui c'è un link. Si lo so che sarebbe meglio copiare tutto e non linkare il sito, ma il testo è abbastanza lungo e occuperebbe spazio nel 3d.
Buona lettura :Saluto::flower:
 

_ortensia_

Master Florello
Io ricordo i natali che mi raccontava la mia mamma, natali poveri a volte senza regali ma con tanta speranza da poter un giorno fare di più per i propri figli.:)
Allora si viveva tutti insieme in una sola casa, composta magari da 20 e passa persone, i giorni precedenti il natale li passavano a confezionare piccole cose da scambiarsi tra loro, asciugami ricamati, cuffiette e babbucce per i più piccini e se i più grandicelli erano fortunati, ricevevano giochi in legno fatti dai nonni.:love:
La vigilia di natale andavano alla messa di mezzanotte facendo anche 5 o 6 km a piedi, magari nella neve e con gli zoccoli perchè scarpe non ne avevano.:(
Il giorno di natale prepavano una grande tavolata che per fortuna avendo la terra e gli animali almeno quel giorno la fame non la pativano, poi si ritrovavano attorno al camino e cantavano le canzoni di natale, mentre i bambini giocavano contenti e scambiandosi i giochi tra di loro
Mi raccontavano mia mamma e mia nonna che nonostante tutto, quel giorno lo passavano serenamente anche con molto poco:)

I miei natali da piccola per fortuna sono stati migliori, finalmente era arrivato un pò di benessere come chiedevano nelle loro preghiere e potevano dare qualcosa in più a noi bambini.
Le loro tradizione le insegnavano a noi ed erano bellissime,
a mezzanotte si andava tutti insieme alla messa e indossavamo i vestiti che Gesù Bambino ci portava, finita la messa, ci trovavamo in qualche famiglia e li si apriva lo spumante ed il panettone:love:
Il giorno di natale, noi bambini ci trovavamo e ci facevamo vedere ciò che avevamo ricevuto, a volte ce li scambiavamo pure, io mettevo le scarpe di una di loro e loro mettevano qualcosa di mio:lol::lol:
Anni bellissimi che non scorderò mai, ricordi che porterò sempre con me e spero di aver trasmesso anche ai miei figli:)

I miei figli:
Fin fa piccoli i miei figli non hanno mai chiesto nulla di speciale, sapevano benissimo che facevamo grandi sacrifici in quegli anni e nelle loro letterine chiedevano proprio poco.
Soldi non ce n'erano e si accontentavano del poco che potevamo permetterci, non erano nemmeno gelosi o invidiosi dei cugini che magari indossavano capi firmati o ricevevano doni preziosi.
Negli anni seguenti anche se le cose erano migliorate, non chiedevano mai nulla e ancora adesso faccio fatica a trovare un regalo adatto da fare a loro, perchè ancora non vogliono nulla:)
 
Ultima modifica:

hermioneat

Florello
Il Natale mio... ricco! Alberello, il presepe con Maria Giuseppe Gesù Bambino il bue e l'asinello.... tanti pacchettini....
Due caramelle, due cioccolatini, un libro... Michela che cantava, Susanna tutta panna e un anno.... il vestito da sposa per Susanna fatto dalla mia mamma. Ricco, quindi, al confronto del suo. Finchè il suo papà è stato prigioniero in un campo di lavoro a Norimberga, il regalo era una fetta di polenta arrostita sulla stufa con un velo di seiras (un formaggio fatto col siero del latte) da sua nonna Già! Perchè in tempo di guerra mia madre era sfollata in campagna, fuori Asti, con nonna e cugini vari. Dopo, un mandarino ed era festa grande. Mia nonna lavorava per quattro e mio nonno, già malato, nel dopoguerra non trovava occupazione. Come tantissimi altri.
Il Natale di mio padre era anche peggio. Botte da suo padre e via, un giorno come un altro.
Forse è per questo che abbiamo sempre cercato di insegnare alla figlia a chiedere con giudizio. A non pretendere. Con un occhio alla miseria dei nostri genitori e nonni. Ricordo però quello che dicevano. "Eravamo insieme. Bastava!!"
 

MaryFlowers

Fiorin Florello
Nord ,centro o sud più o meno erono tempi brutti e pieni di sacrifici continui. . .non sapevano cosa sia stato divertimento o spreco!!!!!!la nostra generazione appartiene alla ripresa Dell Italia e siam stati risparmiati . . . Se tempi fa' c'era troppo rigore,disciplina e severità . . .oggi? E tutto all opposto tutto troppo esgerato. .Questi vissuti vostri dei vostri genitori e' piu' o meno lo stesso vissuto dei miei. . .si accontentavano di poco e gioivano quando arrivavano le feste. . .chi un vestito nuovo finalmente o un paio di stivali per andar a lavorar nelle campagne. . .tempi duri. . .sembrano tornati. . .ma qui sapete? Esiste il vicinato. . . Ognuno fa' provar le loro delizie fatte in casa. . .e io ricambio con un fior:)
 

sirpantafiore

Aspirante Giardinauta
Io non sono tanto vecchia e non posso chiedere ai miei genitori come passavano il Natale, ma anche a casa mia il Natale era povero, niente giochi solo cose utili come vestiti e cose per la scuola.Veramente non ricordo nemmeno i vestiti...boh:azz:l'unica cosa che non mancava era il cibo, almeno negli ultimi Natali insieme:food:
 

Orchidea86

Aspirante Giardinauta
Rimpiango i Natali da bambina.
Ho solo 26 anni e diciamo che non è passato poi così tanto tempo da quando ero piccola e ricevevo i regali da Gesù Bambino. Chiamarlo Babbo Natale non mi è mai piaciuto.

Ricordo un Natale in particolare, avrò avuto 8 massimo 9 anni.

Penso di non aver mai creduto realmente a Gesù bambino, nessuno mi ha mai detto che non esisteva, anzi. Ma è come se mi sentissi che c'era qualcosa dietro :love:

Ogni mattina di Natale mi alzavo prestissimo, curiosissima di andare a vedere cosa c'era sotto l'albero.

Alle 6 del mattino mi alzavo e andavo nel salotto dove l'albero era imponente per me piccolina e minuta, era già acceso e sotto un mega scatolone rosso con intorno altri pacchetti (quelli per i miei fratelli)

Lo scatolone rosso era tutto per me :ciglione:

Davo sempre una sbirciata veloce e poi tornavo a letto facendo finta di niente, ma sicuramente mamma e papà sapevano benissimo cosa combinavo.

Quell'anno nello scatolone avevo trovato la villa di Barbie, era costosissima per quegli anni. Un sacrificio enorme per i miei genitori, poi c'erano bambole e giocattoli vari più vestitini e peluche.:food: quei sacrifici li capisci pienamente quando diventi grande, quando sei piccolo non pensi a cosa mamma e papà abbiamo dovuto rinunciare e che magari serviva a loro, pur di fare contenti noi.

Ci sarebbero tanti Natali da ricordare, un'altra cosa che mi piaceva molto era addobbare l'albero e il presepe mentre si vedeva lo Zecchino d'oro in tv.

Mi è capitato qualche giorno fa in un centro commerciale di sentire un bambino di 6/7 anni dire ai genitori di volere l'I-pad e i genitori che dicevano: va bene te lo compro.

Si è completamente persa la magia del Natale e il significato. I ragazzini/bambini di adesso, per carità non tutti per fortuna, pensano solo al valore economico dei regali .. "ce l'ha il mio amico e lo voglio pure io"

Nei supermercati vedi ancora la Barbie o il lego e i soldatini.. ma i bambini vanno direttamente al reparto tecnologico.. per il lettore mp3 o il cellulare.

Fosse per me le Barbie lo comprerei ancora adesso :froggie_r
 

_ortensia_

Master Florello
:love::love::love_4:

Certo che lo sapevamo piccola, era una gioia vedere poi lo stupore nei tuoi occhi per quei regali tanto desiderati quando correvi da noi gridando:
mamma, papà, venite a vedere cosa mi ha portato Gesù bambino, il regalo più bello del mondo
:love::love:
 
Ultima modifica:

sirpantafiore

Aspirante Giardinauta
pensate che la figlia della mia amica quando ha scoperto che Babbo Natale erano in realtà i genitori, si è messa a piangere disperata dicendo a sua mamma: ma avete speso tutti quei soldi per me....
 

Olmo60

Guru Master Florello
pensate che la figlia della mia amica quando ha scoperto che Babbo Natale erano in realtà i genitori, si è messa a piangere disperata dicendo a sua mamma: ma avete speso tutti quei soldi per me....

certi figli sono più grandi dei genitori:lol::lol: brava la piccina!
i miei non credo abbiano mai festeggiato il natale: ai loro tempi era grassa se in tavola c'erano due portate, primo e secondo, e non esistevano regali..era una ricorrenza religiosa che si esauriva con la messa di Natale e un dolce fatto in casa.
Non credo avessero di che addobbare un albero: per quanto ne so io il primo che si alzava la mattina metteva le scarpe..Anche i miei primi Natale sono stati scarni di doni ma pieni di allegria, di attesa e di sogni..ricordo che le donne del paese si riunivano il giorno prima per fare tutte insieme i dolci natalizi: in ogni casa c'era un gran spentolare e sbattere di fruste: a noi bimbi davano da leccare i mestoli e noi come mosconi giravamo tra le gonne delle mamme in attesa del tegame da ripulire..nel paese il prete veniva a celebrare la messa il 25: niente veglione la sera prima: ma la sera del 24, sapevamo che dal camino sarebbe sceso "il ceppo":
il 24 sera era l'unica sera dell'anno che ci veniva concessa per restare alzati ad aspettare "il ceppo": poco prima di mezzanotte andavamo davanti al camino (che i grandi avevano ripulito durante il giorno) e poi battevamo con un alare nella pietra....l'atmosfera si faceva di silenziosa attesa, finchè sentivamo qualcosa che scendeva dall'alto: ECCO IL CEPPO!! era un pacco incartato con la carta di giornale!!!! il regalo!! l'unico vero regalo che sognavamo, che aspettavamo tutto l'anno!! e poi ogni bambino, impazzito di gioia, batteva a sua volta la pietra del camino e ecco arrivare un altro pacco..e poi ancora e ancora e ogni bambino aveva un pacco!!! non posso descrivere a parole l'emozione di quel pacco..è una gioia che può sentire solo un bambino..una volta ricordo che invece di prendere il pacco sono corsa fuori per vedere Babbo Natale e sul tetto ho visto un'ombra: quella notte e per diverse notti non ho dormito e se ci ripenso ora, a distanza di 46/47 anni mi emoziono ancora.
 

miciajulie

Fiorin Florello
questo 3d mi fa venire in mente quando dopo cena si sparecchiava e il papà mi metteva seduta sul tavolo davanti a lui, mamma rigovernava, e tutti e due mi raccontavano sprazzi del loro passato. quel che segue non è il racconto di natale di dickens e non voglio fare la piccola fiammiferaia strappacore, ma le cose andavano proprio così...
al paesello di papà si festeggiava santa lucia, natale non era importante. erano 4 fratellini rimasti orfani mentre la mamma cercava di fabbricare il quinto, allevati da uno zio che ne aveva 4 suoi. per cui 8 bimbi, 2 adulti, e una polenta grande grande, solo un po' più grossa del solito. però a natale invece dell'unica fetta di salame per tutti su cui strofinare a turno la polenta per insaporirla, ognuno aveva una salsiccetta. qualche volta ricevevano 1 mandarino a testa, ma mica sempre, perchè qui al nord erano 'esotici'. più facile trovare qualche noce o nocciola. era una festa la 'sorpresa' del grappolo d'uva, che la zia metteva a seccare a fine estate e compariva miracolosamente sulla tavola il giorno fatidico. del resto, quando ero piccola e ancora, pur in una grande città come milano, non c'era tutto in ogni stagione, un rito che compivo col papà la vigilia di natale (sì, a milano si festeggia il natale), era di andare in centro a comprarne un grappolino. chissà da dove veniva, costava uno sproposito e spesso non era neppure buonissima, ma per noi era una sciccheria senza pari
mamma, nata a milano da genitori poco... genitori, fu spedita, sì proprio fisicamente spedita (l'ho già scritto, ma qualcuno è nuovo), da parenti in toscana quando aveva 20 gg di vita e i suoi 'adorabili' genitori non li vide fino alle elementari. aveva ricordi di una 'casa madre' (lei la chiamava così) con una tavola infinita, piena di cuginetti, dove c'era rumore e 'casino' tutti i giorni, anche a tavola vuota. lì non navigavano nell'oro, ma un po' d'olio, un po' di vino e sempre il pane fresco c'erano. era una famiglia molto devota, il natale veniva santificato con tanto di messa a mezzanotte, e la chiesetta era persa oltre i campi, tutti i bimbi in fila per mano nel buio pesto che cantavano a squarciagola coi piedini che battevano sul terreno gelato
senza andare così lontano negli anni, mio marito mi racconta che da piccolo (e da lui arance e mandarini c'erano in natura) il regalo natalizio era qualche mandarino nel calzino, qualche biscotto che faceva sua madre a forma di bambola. abitava in un paese di quasi montagna nel sud italia. se c'era neve, facevano la granita con le stalattiti di ghiaccio e il 'vin cotto'. mio marito non si è ancora abituato all'idea dei regali natalizi (i suoi parenti moooolto di più), tanto che dopo qualche raro scambio i primi anni di convivenza ha preferito, chiaramente, tornare a evitarli. in fondo, lo infastidiscono proprio
sono stata una bimba fortunata, decisamente non abbiente, ma con la zia ricca d'ordinanza che 1 paio di polacchine, o 1 libro, o 1 giochino non me lo faceva mancare (sto però ancora aspettando una bambola che chiesi a gesù bambino e che mai mi portò... precludendosi fedeltà da parte mia). vivevo coi genitori e i nonni materni. a natale la nonna, cuoca, ci rimpinzava come tacchini all'ingrasso. erano invitati anche zii e quasiparenti sparsi. era più divertente la preparazione; le sere precedenti il 25 era difficile andare a dormire, prima c'erano da spostare dolci e infiniti vassoi di ravioli per noi e tutto il vicinato.
ammetto di non averlo mai vissuto come mistero di fede, solo la nonna materna, in tutto questo tourbillon parentale, era credente, però come luce-rumore-confusione sì, eccome. almeno fino a quando, con la nonna, abbiamo preparato la festa. poi assai meno
per collocare temporalmente gli eventi: mio papà era del 1909, mia mamma del 1923, mio marito è del 1957. forbice ampia. ma non nei contenuti
scusate la lungaggine
 

Pam

Apprendista Florello
fetta di salame per tutti su cui strofinare a turno la polenta per insaporirla.........rito che compivo col papà la vigilia di natale (sì, a milano si festeggia il natale), era di andare in centro a comprarne un grappolino. chissà da dove veniva, costava uno sproposito e spesso non era neppure buonissima, ma per noi era una sciccheria senza pari
Ciao Micia,
che bella questa carrellata di ricordi, il tuo mi ha fatto tornare in mente che anche la mia nonna mi parlava di un "saracco" (merluzzo secco) appeso ad una trave nella stalla, dove si recavano a mangiare perchè più calda, e tutti "pucciavano" la polenta per prederne solo il sapore perchè il pesce spettava a chi lavorava e doveva stare in forze. Erano 11 fratellini sempre affamati.
Anche mio papà alla vigilia andava dal fruttivendolo e tornava con ogni bene di Dio che trovava: l'uva ma mi ha fatto anche scoprire i datteri e l'ananas ( che non sapevamo nemmeno come tagliare :D)
Non per dire le solite cose trite e ritrite ma stavamo meglio quando stavamo peggio e adesso son qui con gli occhi pieni di lacrime.... che scema.:love_4::Saluto:
 

_ortensia_

Master Florello
E la poesia di natale non l'avete mai recitata davanti a tutti i parenti?
quanto erano belle:love:
specialmente dopo quando avevamo finite di recitarle e facevamo il giro per prendere le mance:D:D

Bellissimi ricordi:love::love:
 

MaryFlowers

Fiorin Florello
I vostri racconti mi commuovono assai,che esempio di vita son stati e sono. .. . .forti malgrado tutto le diffocolta' e uniti nonostante il tempi che erono duri. . .scusate son rimasta senza parole so' soltanto che io son stata fortunata . . .stavamo nella ex Germania federale,la parte ricca e anche quando ci raccontavano della povertà economica delle famiglie ma non la loro ricchezza d animo . . .noi non capivamo un H
 

Olmo60

Guru Master Florello
Ciao Micia,
che bella questa carrellata di ricordi, il tuo mi ha fatto tornare in mente che anche la mia nonna mi parlava di un "saracco" (merluzzo secco) appeso ad una trave nella stalla, dove si recavano a mangiare perchè più calda, e tutti "pucciavano" la polenta per prederne solo il sapore perchè il pesce spettava a chi lavorava e doveva stare in forze. Erano 11 fratellini sempre affamati.
Anche mio papà alla vigilia andava dal fruttivendolo e tornava con ogni bene di Dio che trovava: l'uva ma mi ha fatto anche scoprire i datteri e l'ananas ( che non sapevamo nemmeno come tagliare :D)
Non per dire le solite cose trite e ritrite ma stavamo meglio quando stavamo peggio e adesso son qui con gli occhi pieni di lacrime.... che scema.:love_4::Saluto:
faccio un piccolo OT: dalle mie parti è rimasto il detto: "mangiare pane e profumo" perchè al soffitto attaccavano un' aringa e con il pane ognuno lo struffava ( strofinava) sull'aringa impregnandolo di odore..così l'aringa bastava a molti. fine OT
 

miciajulie

Fiorin Florello
faccio un piccolo OT: dalle mie parti è rimasto il detto: "mangiare pane e profumo" perchè al soffitto attaccavano un' aringa e con il pane ognuno lo struffava ( strofinava) sull'aringa impregnandolo di odore..così l'aringa bastava a molti. fine OT
chi l'aringa, chi il merluzzo, chi la fetta di salame... quel che offriva il convento. ma non cambia il senso, vero?
 
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