Cmq a me solo una volta è capitata una cosa del genere...non è un argomento felice e non amo parlarne, ma voglio condividerlo perchè è stata una delle cose più impressionanti della mia vita.
Quattro anni a il mio ragazzo (ora mio marito) mi ha regalato un cane, Tito.
Io nn avevo mai avuto animali e mi ero trasferita a Milano da sola, per lavoro.
Tito è stato la scoperta di un mondo nuovo: mi emozionavo a farlo crescere, a vivere con lui, piangevo dandogli gli antibiotici perchè lui piangeva (aveva i vermi "cattivi" appena preso e curarlo è stata dura); per la prima volta nella vita mi sentivo responsabile per un'altro essere vivente.
Inoltre non avevo idea di cosa fosse la sensibilità di un animaletto e mi ritrovavo a guardarlo e commuovermi.., insomma, è stato il mio primo cane e io l'ho amato di un amore totale, come anche la mia famiglia e mio marito, tutti "nuovi" all'esperienza e inconsapevoli di cosa voglia dire adottare un cane.
Due anni fa si è trasferito a Milano anche mio marito e Tito che l'ha sempre adorato l'ha eletto a suo amato padrone e tutte le notti a letto dormiva dietro la sua testa, acciambellato sul cuscino.
Il 10 ottobre dell'anno scorso alla mattina suona la sveglia e come NON ERA MAI CAPITATO da 2 anni mi sveglio e Tito è dietro la mia testa, mi guarda e sta fermo.
Decido di stare 5 minuti in più a letto per "godermelo" un pò
lo guardo, lo accarezzo e a un certo punto nella mia testa scorrono queste parole: "Ma cosa mi vuoi dire?" e poi subito un'altro pensiero, lo guardo e mentalmente gli chiedo "non ti rivedrò più vero?".
In questo stato di dormi veglia ricaccio via con quel minimo di logica che è presente a quell'ora queste due frasi che non sapevo da dove fossero venute, mi alzo e vado al lavoro.
Alle 16 mi chiama mio marito in ufficio, avevano appena rubato Tito al parco.
Non l'abbiamo mai più ritrovato, pur avendo fatto di tutto, e non sto qui a dire cosa sia stato per me, per noi, pererlo... e accettare di non vederlo più.
Solo questo voglio dire, che per 3 mesi ho rifiutato quello che è successo quella mattina a letto e ho voluto volontariamente eliminarlo, mai ne feci parola con nessuno. Poi, un giorno, senza volerlo, come se quelle parole uscissero da me senza la mia volontà, lo raccontai a mio marito.
Da allora è la prima volta che affronto questa cosa, che non ho mai capito e che non voglio capire, ma che è successa.