ganjalf
Aspirante Giardinauta
Visto che non ho trovato un thread dedicato a questo fastidioso quanto danno ospite mi permetto di tentare di aprirne uno dedicato interamente a come riconoscerlo, con cosa curarlo e in quale modo curarlo.
Credo che le vostre esperienze passate (ma soprattutto presenti) possano aiutarci a capire il modo giusto per combattere l'odiatissimo aracnide, anche perchè io al momento credo di averci a che fare
Cito da wiki
In questo post dell'utente milkshake
Da altre parti dicono che la macerata di tabacco (nei casi di infestazione non grave) o quella di aglio (nei casi di infestazione leggera) può funzionare in modo soddisfacente
La roba da leggere è tanta ma mi pare una buona base di partenza
Per il mio caso specifico rimando al prossimo post
Credo che le vostre esperienze passate (ma soprattutto presenti) possano aiutarci a capire il modo giusto per combattere l'odiatissimo aracnide, anche perchè io al momento credo di averci a che fare

Cito da wiki
Il Ragnetto rosso è uno dei più pericolosi fitofagi della soia; è un acaro polifago, infesta infatti molti ortaggi (pomodoro, fagiolo, ecc.), piante ornamentali arboree ed erbacee, e la maggior parte delle piante da frutto. Questo acaro attacca generalmente la soia, ai margini degli appezzamenti, in prossimità di capezzagne e fossi aziendali; difatti esso proviene dai rifugi invernali dove le femmine adulte hanno svernato. Gli attacchi sono molto frequenti in estate in presenza di determinate condizioni atmosferiche, a clima caldo-umido ma non piovoso che gli sono molto favorevoli. Il Ragnetto rosso infesta la pagina inferiore della foglia e, certe volte, anche i baccelli neoformati, sottraendo loro la linfa. I danni si manifestano con intense depigmentazioni e bronzature sulle pagine fogliari, che causano sulle foglie stesse dei disseccamenti con cadute precoci. In pieno campo questo fitofago è in grado di compiere 8-10 generazioni ogni anno, per poi svernare come le femmine adulte.
Le lotte contro il Ragnetto rosso è, in certe situazioni, biologica e chimica. Le pullulazioni di quest'acaro possono anche essere frenate dalle piogge e dalle varie attività predatorie della biocenosi.
Tra i nemici naturali vanno ricordati:
Acari Fitoseidi dei generi Amblyseius e Neoseius.
Antocoridi del genere Orius.
Tisanotteri (Aeolothrips intermedius).
Ditteri Cecidomidi e Coleotteri Stafilinidi (genere Oligota).
Coleotteri Coccinellidi (Stethorus punctillum)
Lotta biologica
La lotta biologica contro il Ragnetto rosso sulla soia è possibile utilizzare un acaro (l'Acarao Fitoseide Phytoseiulus persimilis), a lui predatore, che una volta distribuito sulle foglie, svolge un'ottima azione di controllo della popolazione di Ragnetti rossi. Si tratta di una prova ancora in fase sperimentale, che prevede di lanciare il predatore in misura di 0.5-1 forma mobile per metro quadro con una soglia del fitofago pari a 0.1-0.2 acari per foglia (campione di 100 foglie). Il Phytoseiulus persimilis viene allevato in molte biofabbriche europee per la sua azione di controllo sulle popolazioni di Ragnetto rosso, specialmente in ambiente protetto dove l'uso è ormai consolidato.
Lotta chimica
In questo caso si previene a questi interventi solo in presenza di una massiccia infestazione; in ogni caso l'intervento si effettua verso metà luglio quando si raggiunge una soglia di 2 forme mobili per foglia su un campione di almeno 100 foglie; è sconsigliato intervenire nuovamente dopo la fine di luglio se come risultato si ha una limitata presenza di acari lungo un lato dell'appezzamento; al fine di evitare la diffusione sulle coltivazioni, si deve intervenire in modo localizzato sulle stesse. Si possono utilizzare prodotti come:
Esitazox, un acaricida specifico attivo su uova e stadi giovani;
Propargite, anch'esso acaricida attivo sulle forme mobili;
Tau-fluvalinate, Endosulfan, insetticidi con azione collaterale acaricida.
In questo post dell'utente milkshake
GLI ACARI (di Enrico Chiarot, tratto da "Piante grasse", rivista dell'AIAS)
Non tutti gli acari sono nocivi e non è necessario usare veleni sempre più potenti per proteggere le nostre piante.
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Una specie di acaro molto nota anche nel mondo delle piante grasse è il Tetranychus urticae, noto come ragnetto rosso (Si rammenta che il temuto ragnetto rosso, nemico delle piante grasse, non è visibile ad occhio nudo; pertanto non va confuso con il ragnetto rosso del travertino, quello che in primavera "pascola" al sole sulle superfici di marmo e quant'altro).
Dotati di una buona lente (gli adulti non raggiungono il millimetro) si possono osservare le caratteristiche morfologiche. Le femmine hanno una forma ovoidale, mentre i maschi sono più piccoli e piriformi (hanno la parte terminale del corpo affusolata).
Il Tetranychus trascorre l'inverno allo stadio di femmina fecondata; terminata la diapausa sotto l'influenza della temperatura, delle ore di luce e dello stadio vegetativo della pianta, la femmina riprende l'attività vitale diffondendosi e deponendo le uova custodite nei mesi freddi. L'infestazione riprende gradualmente con la massima espressione nel periodo estivo.
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La lotta al Tetranychus, ha incontrato molti problemi negli ultimi anni, in quanto il martellante utilizzo di acaricidi ha selezionato e generato individui perfettamente indenni a questi presidi chimici. Per questo va sempre più affermandosi l'impiego dell'acaro predatore Phitoseiulus persimilis nel contenimento del parassita. Questo ragnetto "buono" viene allevato nelle principali Biofabbriche mondiali e venduto in flaconi contenenti le femmine. L'adulto del Phytoseiulus è facilmente riconoscibile dalla preda in quanto di colore arancione brillante; inoltre le uova sono rosa arancio e di misura doppia rispetto a quelle biancastre e traslucide di T. urticae. Ma la chiave del successo nell'impiego di questo acaro predatore si basa sulla velocità di sviluppo, più elevata della sua preda: a 20 °C infatti il Phytoseiulus raggiunge la maturità in 9 giorni rispetto ai 16-17 dell'acaro rosso.
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Una infestazione da ragnetto rosso si identifica facilmente per la presenza di ragnatele, quasi sempre sulla parte superiore della pianta (dove la pianta cresce), e dal fatto che la pianta perde il suo colore verde poiché gli acari succhiano il liquido delle cellule e la clorofilla. Quando ci si accorge dell'infestazione di solito è troppo tardi per isolarla (il ragnetto rosso si lascia trasportare dal vento ed è un buon camminatore) è comunque utile provare a limitare l'attacco isolando le piante già piene di parassiti e quelle vicine, ed iniziando su di queste un trattamento di disinfestazione. Come al solito però è meglio prevenire che combattere le parassitosi, le caratteristiche fisiche dell'ambiente condizionano la crescita dei parassiti: in un ambiente sano, con il giusto grado di temperatura e di umidità è più difficile che si sviluppino. Il ragnetto rosso teme l'eccessiva umidità perciò se, nel periodo estivo, nebulizzeremo le nostre piante con acqua demineralizzata potremo prevenire attacchi.
Un altro metodo "dolce" di cura prevede di immergere in acqua a 45°C(massimo 50°C) la pianta infetta che dovrà essere lasciata nell'acqua per un periodo non superiore al minuto (un tempo più che sufficiente ad eliminare i parassiti, senza lessare la pianta).
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La buona notizia è che i costi degli interventi biologici (quelli con l'acaro predatore) sono paragonabili, se non inferiori, ai costi di una "solita" disinfestazione per via chimica, ma non hanno lo stesso impatto ambientale e la stessa pericolosità per il coltivatore: sono quasi sempre risolutivi e non contribuiscono a selezionare una nuova specie di super parassita immune al pesticida usato.
Spero ti sia utile!
Da altre parti dicono che la macerata di tabacco (nei casi di infestazione non grave) o quella di aglio (nei casi di infestazione leggera) può funzionare in modo soddisfacente
La roba da leggere è tanta ma mi pare una buona base di partenza
Per il mio caso specifico rimando al prossimo post