Forse Bobino, queste sono solo una parentesi nel racconto del tuo percorso professionale. Così possiamo trattare questo nuovo tema che sta moltissimo a cuore anche a me. Io - do sì "ascolto" ai problemi dei giovani ma non affatto dll'idea di sollevarli da tutti loro problemi, e tasnto meno di sollevarli dalla responsabilità degli errori.
Gran parte del carattere si forgia da giovane. Il percorso dei più piccoli e dei più giovani viene studiato in rapporto alla loro capacità di affrontare i diversi problemi scolastici, quindi, per fare un esempio, le Mamme che fanno le ricerche al posto dei figli o che portano la pesante cartella delle scuole medie, semplicemente mi indignano
perchè "annullano"proprio quello che di più importante offre la scuola: preparare alla vita ed all'approccio alla cultura tramite l'addestramento alla curiosità e all'uso dei libri, così come l'addestramento all'adattamento ai problemi.
Questo per i giovanissimi.
Figuriamoci per i più grandi... O per gli universitari...
Forse oggi sto ricalcando la consueta figura della persona datata che non condivide i tempi attuali ma, vi si assicuro, ho dovuto allevare i miei due figli in pieno dominio del dr.Spack, quindi per me, ma anche e soprattutto per loro, seguire questi miei principi è stato durissimo. Oggi sarei molto più morbida e molto spesso mi sono domandata se sbagliavo e quanto sbagliavo. Me lo chiedo ancora oggi, ovviamente. Ma di una cosa sono certissima, tutte le età devono imparare ad affrontare i problemi a loro adeguati.
Se ci si intromette tra il problema e il giovane per facilitargliene la soluzione, varrà solo a farne degli adulti deboli, con scarso rigore morale, e convinti che tutto sia loro dovuto. Sarà gente bravissima a parlare di diritti e con scarsa propensione a meditare sui doveri.
Quello che invece mi dibatte tutt'oggi la mente è il metodo con il quale applicare questi concetti. E non è un dubbio da poco.
Non vi dico la mia opinione sui 15 giorni di sospensione ai ragazzi del Parini...
Scusate la tiritera... E' un tema che mi coinvolge in maniera massima. Sia per l'impegno che ho messo nell'educare i figli, sia perchè ho sempre tentato di applicare questi concetti anche sul lavoro dato che il mio Reparto (una trentina di persone) era in gran parte costituito da neo-laureati che si avvicinavano alla professione. E permettere loro di sbagliare richiedeva da parte mia (e di altri che non sempre condividevano i miei metodi) una attenzione cento volte più grande rispetto a quella che sarebbe bastata ad evitare l'errore.
Dici bene Bobino, per imparare bastano amore,pazienza,rispetto e volontà. Ma sono proprio questi secondo me, l'obiettivo primario dell'insegnamento dalla prima elementare (e forse prima) in poi. Qui sta il punto. E forse è proprio per questo che io vorrei tornare ad un Ministero dell'Educazione piuttosto che dell'Istruzione.
Se poi consideriamo che la scuola dell'Istruzione è passata attraverso una grande lotta al Nozionismo, ha inventato gli Esami Collettivi (per non parlare del 18, cui TUTTI avevano diritto) la situazione si spiega meglio. Certo, oggi la scuola si è in parte ripresa, ma di educazione all'amore, rispetto,pazienza e volontà ne vedo mooolto poca.
come meravigliarci della mancanza del senso di responsabilità oggi imperante ovunque?