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Gli esami non finiscono mai....

B

Baloo

Guest
ciao Elleboro....io mi racconto molto volentieri ma...non ho cose così importanti da dire.
Sono anch'io nel mondo universitario ma dalla parte amministrativa...amo il mio lavoro e come raccontava Emanuela mi piace metterci dell'umanità...e così anche alcuni dei miei colleghi..come in tutte le cose ...quando si fanno con amore riescono meglio!
e l'amica Bobino fa trasparire l'amore e la passione per quello che studia....e sarà sicuramente un buon esempio per gli studenti che avranno la fortuna di incontrarla.
:) :)
un ciao a tutti
 

Emanuela Pit

Apprendista Florello
E' un po' difficile da spiegare..........prima bisogna rendersi conto di aver sbagliato, sempre se si sbaglia lo si fa in perfetta buona fede :); quando ti rendi conto di aver sbagliato, hai un periodo dove sei pieno di sensi di colpa, poi tutto ciò passa e ti rendi conto che hai sbagliato, perchè hai riproposto lo schema che ti era stato imposto ed allora ti rimbocchi le maniche e cerchi di riprendere i rapporti interrotti, ed ho scoperto che aver chiesto scusa per il male che involontariamente abbiamo fatto ai nostri figli, li hanno fatti ritornare, ed ora abbiamo finalmente un rapporto tra persone adulte e libere.

Per arrivare a questo, ho lavorato molto su di me come persona singola e poi abbiamo lavorato come coppia, ma dobbiamo essere grati ai nostri figli che ci hanno fatto capire che stavamo sbagliando.

Sono i figli più belli del mondo (del nostro mondo :))
 

ciaseta

Florello Senior
wow emanuela ams!

Emanuela ams ha scritto:
E' un po' difficile da spiegare..........prima bisogna rendersi conto di aver sbagliato, sempre se si sbaglia lo si fa in perfetta buona fede :); quando ti rendi conto di aver sbagliato, hai un periodo dove sei pieno di sensi di colpa, poi tutto ciò passa e ti rendi conto che hai sbagliato, perchè hai riproposto lo schema che ti era stato imposto ed allora ti rimbocchi le maniche e cerchi di riprendere i rapporti interrotti, ed ho scoperto che aver chiesto scusa per il male che involontariamente abbiamo fatto ai nostri figli, li hanno fatti ritornare, ed ora abbiamo finalmente un rapporto tra persone adulte e libere.

Per arrivare a questo, ho lavorato molto su di me come persona singola e poi abbiamo lavorato come coppia, ma dobbiamo essere grati ai nostri figli che ci hanno fatto capire che stavamo sbagliando.

Sono i figli più belli del mondo (del nostro mondo :))
tutto questo è meraviglioso! non esistono genitori già genitori, si impara insieme ai figli, può essere vero questo?
 
B

bobino

Guest
toc toc....

Vorrei dire la mia. Credo che genitori e figli siano due mondi che crescono insieme, che sono complementari a volte si sbaglia, a volte ci si azzecca. L'amore guida il tutto e il dialogo ne è la base. Non voglio idealizzare però, il genitore è il mestiere più difficile del mondo e la vita non è fatta solo di autostrade, ma anche di sentieri irti. Scusate se sintetizzo, senza banalizzare spero, ma è solo per non andare fuori tema.
Non so se sono un buon esempio. So che quando devo far lezione, prima mi preparo fino a fare il minutaggio dei materiali e dei concetti che devo esporre. C'è una tecnica o svariate tecniche per tutto e i miei prof. me le hanno indicate lasciandomi lo spazio per personalizzarle.
Ma chi mi trovo davanti? 100 e più ragazzi che sono nei banchi dalle 9. E io piombo alle 14. Sono stanchi, bolliti e fusi. Stanchi, perché la semestralizzazione sarà anche una trovata geniale per le statistiche, ma non tiene conto della resistenza del cervello umano. Bolliti. Perché magari la sera prima sono usciti e hanno fatto tardi. E studiare è un mestiere così come stare in un ufficio, almeno all'università. Fusi. Perché dopo 4 ore di concetti sarebbe fuso chiunque.
Il problema è che sono all'università e non alla scuola media. E' una scelta di vita (non la voglio fare pallottolosa), è un mestiere appunto. Va fatto con coscienza altrimenti sono soldi buttati via.
Così pian piano gli atenei si stanno licealizzando, perché devono anche in parte colmare le lacune dei ragazzi.
Io faccio una fatica boia, (ma anche i miei prof. vedo) e si torna a casa frustrati.
A che serve allora scegliere l'ultimo scalino di preparazione?
Non voglio fare l'assistente giovane e saccente, ma le braccia mi cadono sempre di più. In fondo quando faccio lezione sono un insegnante che dovrei impartire qualcosa, mi manca solo per raggiungere l'oobbiettivo (oltre che studiare a casa mia con coscienza) la convinzione e la passione di chi siede nei banchi. Che non sa più studiare da solo.
;)
 

Emanuela Pit

Apprendista Florello
Ora dico una cosa che so farà inorridire molte persone, ma questo è quello che penso e sono aperta a qualsiasi altra idea :)

Io credo che, proprio per quanto detto prima, la scala dei valori o dell'importanza degli insegnanti sta nel basso, dove per basso, intendo le scuole elementari.

Dove non arrivano i genitori, il merito va agli insegnanti delle elementari per aver trasmesso ai bambini la voglia di studiare, il piacere di studiare, di sapere, di ragionare.

Tutto, credo, parte da qui, se uno ha ricevuto questi tesori e ne ha fatto, appunto, tesoro, potrà avere problemi, ma saprù sempre come risolverli.

Quando i miei figli erano a scuola, alle medie, ed incontravamo i professori, la costante era: "Non sanno nulla di matematica, io non posso iniziare dalla divisioni a due cifre, avrebbero dovuto impararle alle elementari" .......
alle superiori la stessa cosa ed all'università uguale: "Io non sono un docente delle medie non dico ai ragazzi cosa devono studiare, il mio assistente ha dato il programma, la bibliografia, che si arrangino"......

Io ho sempre pensato che se qualcuno prima di te ha sbagliato (avrà tra l'altro avuto i suoi motivi) bhe, ora tocca a te rimboccarti le maniche e fare un ripasso veloce ed insegnare le divisioni a due numeri, altrimenti crei degli ignoranti.
 

Emanuela Pit

Apprendista Florello
ciaseta ha scritto:
tutto questo è meraviglioso! non esistono genitori già genitori, si impara insieme ai figli, può essere vero questo?
E' vero, a noi è successo così, bisogna però imparare ad ascoltare, credo sia questa la formula magica :)
 

ciaseta

Florello Senior
Emanuela ams ha scritto:
E' vero, a noi è successo così, bisogna però imparare ad ascoltare, credo sia questa la formula magica :)
è davvero un grande insegnamento , e credo proprio che non sia poi così facile come possa sembrare....non sono ancora una mamma e devo ammettere che la cosa mi sembra sia bella che terrificante al tempo stesso....sarò mai all'altezza?
saprò reagire al momento giusto? e non farlo quando sarà necessario?
dove sta quel magico equilibrio fra la severità e la confidenza??

sono sicura che quando sarà il momento lo saprò, ma per ora mi sembra una cosa + grande di me.....
 

Emanuela Pit

Apprendista Florello
Lo è, lo è stato per tutti :), ma è proprio per questo che bisogna saperli ascoltare, loro ti aiutano ad essere genitori migliori :love:
 

ciaseta

Florello Senior
Emanuela ams ha scritto:
Lo è, lo è stato per tutti :), ma è proprio per questo che bisogna saperli ascoltare, loro ti aiutano ad essere genitori migliori :love:
grazie per queste parole, mi danno fiducia.......quando sarà il momento e mi tremeranno le gambine, me le ricorderò.....
 
B

bobino

Guest
provo a dire la mia....

Vedi Emanuela,
nelle tue frasi hai condensato il problema e la risposta al problema.
Sta a voi dirmi però se allontanarmi dal soggetto di questo OT, continuarlo o abbandonarlo del tutto. MI sembra che l'ultimo aspetto che è venuto fuori sia ovviamente più interessante. :)
Non sono un professore, in effetti non sono nulla. Sono un compromesso strano tra un discente e un tirocinante un po' più specializzato e agguerrito sul piano della ricerca. Tutto qui. Non sono una mamma.
Mi trovo sempre più spesso a correggere tesi e a far lezione. A ascoltare i ragazzi al ricevimento.
Emanuela è l'ascolto la chiave per aprire un dialogo anche in sede universitaria. Si ascolta, si tende una mano, si cerca di colmare le lacune, si danno tutti gli strumenti possibili per far si che le lacune siano colmate. Ma se dall'altra parte trovi ragazzi che preferiscono fare altro, allora ti chiedi perché si siano iscritti.
Con il grande problema di far parte di una disciplina, la musica, che viene sempre di più in Italia, messa all'ultimo posto. Così se da una parte devo colmare lacune scolastiche di atavica memoria, dall'altra vanno colmati, o perlomeno data un'infarinatura, su quelli che sono le regole grammaticali di base della musica. E' una disciplina avvincente, ma strana. Ha un cuore scientifico in una veste umanistica.
Non vorrei però in questa sede, sollevare il problema del perché o del percome si insegna storia della musica all'università. Per come la penso io, le facoltà altamente specilizzate in questa disciplina (e in Italia ne esiste una sola), mandano nel mondo persone che o sono dotate di grande umiltà e allora va tuto ok, oppure si credono dei semidei e non fanno "divulgazione". Credo che la musica sia per tutti e non per pochi. Tutto dipende da come la si insegna. E la conoscenza è un bene umanitario. Anche in questo forum si impara tanto. E attraverso l'entusiasmo che ognuno di noi ci mette. In fondo imparare non è così comlicato e inavvicinabile. Basta aver amore, pazienza, rispetto e volontà.
Quella si, a tonnellate.
:love_4:
 
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elleboro

Florello
Forse Bobino, queste sono solo una parentesi nel racconto del tuo percorso professionale. Così possiamo trattare questo nuovo tema che sta moltissimo a cuore anche a me. Io - do sì "ascolto" ai problemi dei giovani ma non affatto dll'idea di sollevarli da tutti loro problemi, e tasnto meno di sollevarli dalla responsabilità degli errori.
Gran parte del carattere si forgia da giovane. Il percorso dei più piccoli e dei più giovani viene studiato in rapporto alla loro capacità di affrontare i diversi problemi scolastici, quindi, per fare un esempio, le Mamme che fanno le ricerche al posto dei figli o che portano la pesante cartella delle scuole medie, semplicemente mi indignano
perchè "annullano"proprio quello che di più importante offre la scuola: preparare alla vita ed all'approccio alla cultura tramite l'addestramento alla curiosità e all'uso dei libri, così come l'addestramento all'adattamento ai problemi.
Questo per i giovanissimi.
Figuriamoci per i più grandi... O per gli universitari...
Forse oggi sto ricalcando la consueta figura della persona datata che non condivide i tempi attuali ma, vi si assicuro, ho dovuto allevare i miei due figli in pieno dominio del dr.Spack, quindi per me, ma anche e soprattutto per loro, seguire questi miei principi è stato durissimo. Oggi sarei molto più morbida e molto spesso mi sono domandata se sbagliavo e quanto sbagliavo. Me lo chiedo ancora oggi, ovviamente. Ma di una cosa sono certissima, tutte le età devono imparare ad affrontare i problemi a loro adeguati.
Se ci si intromette tra il problema e il giovane per facilitargliene la soluzione, varrà solo a farne degli adulti deboli, con scarso rigore morale, e convinti che tutto sia loro dovuto. Sarà gente bravissima a parlare di diritti e con scarsa propensione a meditare sui doveri.
Quello che invece mi dibatte tutt'oggi la mente è il metodo con il quale applicare questi concetti. E non è un dubbio da poco.
Non vi dico la mia opinione sui 15 giorni di sospensione ai ragazzi del Parini...
Scusate la tiritera... E' un tema che mi coinvolge in maniera massima. Sia per l'impegno che ho messo nell'educare i figli, sia perchè ho sempre tentato di applicare questi concetti anche sul lavoro dato che il mio Reparto (una trentina di persone) era in gran parte costituito da neo-laureati che si avvicinavano alla professione. E permettere loro di sbagliare richiedeva da parte mia (e di altri che non sempre condividevano i miei metodi) una attenzione cento volte più grande rispetto a quella che sarebbe bastata ad evitare l'errore.
Dici bene Bobino, per imparare bastano amore,pazienza,rispetto e volontà. Ma sono proprio questi secondo me, l'obiettivo primario dell'insegnamento dalla prima elementare (e forse prima) in poi. Qui sta il punto. E forse è proprio per questo che io vorrei tornare ad un Ministero dell'Educazione piuttosto che dell'Istruzione.

Se poi consideriamo che la scuola dell'Istruzione è passata attraverso una grande lotta al Nozionismo, ha inventato gli Esami Collettivi (per non parlare del 18, cui TUTTI avevano diritto) la situazione si spiega meglio. Certo, oggi la scuola si è in parte ripresa, ma di educazione all'amore, rispetto,pazienza e volontà ne vedo mooolto poca.
come meravigliarci della mancanza del senso di responsabilità oggi imperante ovunque?
 
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Emanuela Pit

Apprendista Florello
elleboro ha scritto:
....Io - do sì "ascolto" ai problemi dei giovani ma non affatto dll'idea di sollevarli da tutti loro problemi, e tanto meno di sollevarli dalla responsabilità degli errori.........

Elleboro, condivido quello che sostieni, e riferendomi alle mamme che portano gli zaini dei loro ragazzi, penso che non li rispettino, che non abbiano fiducia in loro e che li vogliano tenere sempre con sé, mai far diventare adulti.
...e da qui si potrebbe partire con un altro OT, ma per il momento può bastare :)

Grazie per questa chiacchierata, mi è servita molto :)
 
B

bobino

Guest
toc toc....

Ciao a tutti.
Mi devo scusare, ma sono finita in un girotondo di pratiche burocratiche da fare per il dottorato, esami per gli studenti, consegne del mio elaborato che....mi manca il tempo e il fiato.
Spero di avere un po' di calma nel weekend per riprendere l'OT.
Ciao a presto!

:love_4:
 

kiwoncello

Master Florello
Auguri di cuore Antonella da parte di un ex "barone" (prof.ordinario in fac. di medicina) che sa bene quante lacrime e sangue bisogna spargere per avanzare nella splendida ma tremenda professione universitaria......
kw
 
B

bobino

Guest
sangue, sudore e lacrime

Prima di tutto un grazie a tutti voi, per la vostra vicinanza. :love_4:
Kiwoncello ho l'impressione che tu sia stato un "barone" illuminato. si perché esistono sostanzialmente di due tipi: quelli di cui si sente parlar male e quelli che hanno l'anima didattica, il saper vedere in lungimiranza le potenzialità dei più giovani.
E' vero che è sudore, sangue e lacrime. Quest'ultime tante, perché gli ostacoli ci sono sempre e non si ha mai l'impressione di accontentare tutti. Volete un esempio dal vivo? Fresco fresco? Bene oggi sono rimasta a casa a scrivere la tesi. Mi sono svegliata bene e con l'intenzione di completare un paragrafo e mentre spalmavo la marmallata sul pane stamani, in testa rifacevo il percorso mentale dei concetti che dovevo scrivere, virgola dopo virgola. Dovevo avvertire anche la segreteria che il prof. non faceva ricevimento causa influenza, così ho scritto un email alle segretarie e poi giù a capofitto nei miei pensieri. Fantastico, una giornata a scrivere a casa, tra le piante, con una bella giornata soleggiata e con Bach in sottofondo. Mi sentivo Woody Allen mentre scriveva la sceneggiatura di un film. Ma poi ...SBAM! MI chiama il prof. Nessuno aveva letto l'email, nessuno aveva messo il cartello, ma non era venuto nessuno per fortuna. Dieci minuti di parte..... :martello: :martello: :martello:
Voi direte: e piangi solo per questo? No, è che magari dopo una settimana a far esami, a far moduli, a far di tutto senza toccare la tesi, speravo di aver fatto tutto....
Non si finisce mai di imparare. Vatti a fidare dell'email..... ;)
P.S. Ovviamente è solo un esempio, e scemo per giunta, ma credetemi, a volte si ha l'impressione di essere dentro a una lavatrice con una centrifuga che non finisce mai. Ieri un mio collega ha pianto perché non era stato scelto per andare a un convegno. forse siamo tutti da neuro :crazy:
Buona notte a tutti, io torno alla tesi, (la segreteria è chiusa.... :lingua: ), sogni d'oro :sleep2:
 
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