La teoria è teoria, ma la pratica è un altro mondo. E questo vale in tutti i settori. La teoria ti spiega quello che dovresti fare ma, una volta che ti trovi a doverlo fare per davvero, non è detto che la teoria sia la strada più veloce, più efficace o più redditizia.
La pratica è irrinunciabile, tutti gli animali, compreso l'uomo, imparano osservando e facendo; solo così la conoscenza si stabilizza nella memoria. La teoria ti permette di capire quello che stai facendo. Immagina una persona che è stata per anni in un pronto soccorso, che ha aiutato i medici 'facendo' ma non ha le basi teoriche per fare una scelta oculata della terapia o per comprendere a cosa serve quello che sta facendo ... io trovo molto pericoloso il 'fare così' perché 'si fa così e si è sempre fatto così'.
E probabilmente, anche se i tuoi tirocinanti non sanno qual è la strategia giusta per affrontare il problema (e la strategia la puoi scegliere tu e loro impareranno da te) tuttavia, senza il loro percorso di studi precedenti, non sarebbero in grado di mettere mani al problema.
Tu lo vorresti come tirocinante una persona che ha conseguito solo la 5° elementare? Se fosse geniale, se il tuo lavoro fosse la sua passione e si è autoistruito su quello, magari mi risponderesti di sì. Ma quante sono al mondo le persone con questa caratteristica? Che probabilità hai di trovarla?
Spesso uno può avere la materia "sulla punta delle dita" ma la boria, la voglia di sentirsi "professorone", fanno si che gli argomenti trattati vengano rifiutati dagli studenti.
Questa è una cosa che succedeva ai nostri tempi, ai tempi della meritocrazia scolastica, quelli in cui 'non mi interessa di chi non ce la fa', 'se non capisce è un problema suo', 'è lui che deve impegnarsi e studiare'.
Molti anni fa era così; ora si richiede ai docenti l'insegnamento individualizzato (direi quasi impossibile in classe), la conoscenza dello stile di apprendimento degli allievi per poter presentare i concetti in modi diversi e andare incontro, il più possibile, a 'tutte le teste'.
Una persona riesce a spiegarsi facilmente con chi ha una struttura mentale simile alla sua; dato il docente, ci sarà sempre in classe qualche allievo che la spiegazione di quel docente non riesce a raggiungere.
Questo perché gli allievi sono persone, i docenti anche e la realtà è piena di difetti.
Io auguro a tutti i ragazzi di poter scoprire chi sono e, di conseguenza, cosa vogliono fare della propria vita e di impegnarsi anche in ciò che non piace pur di raggiungere il loro obiettivo. E qui, più della scuola, limitata e difettosa, il ruolo fondamentale lo ha la famiglia e il contesto in cui crescono i ragazzi.