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RosaeViola

Master Florello
Beh è un po quello che aveva detto Walnut in un altro post, parlando della bella frase di un suo amico: "non sono gli altri che ti fanno del male, sei tu che glielo permetti. "
Il succo era questo...


No no Scat, non era Wal, me lo sarei ricordato e, fra l'altro, il discorso di Wal è diverso da quel che intendo io.
La persona che ne aveva parlato sosteneva che non era un problema suo se il suo comportamento ledeva gli altri, ma che fosse proprio un problema di questi altri che si consentivano di credere ai suoi modi apparentemente amichevoli.
 

decky

Florello Senior
No no Scat, non era Wal, me lo sarei ricordato e, fra l'altro, il discorso di Wal è diverso da quel che intendo io.
La persona che ne aveva parlato sosteneva che non era un problema suo se il suo comportamento ledeva gli altri, ma che fosse proprio un problema di questi altri che si consentivano di credere ai suoi modi apparentemente amichevoli.
già non era Wal...cavolo ce l'ho sulla punta delle dita sto nome ma non mi viene eh :rolleyes:
 

RosaeViola

Master Florello
Ma, questo va detto, spesso il cattivo riesce a circondarsi di due specie di persone: i cattivi che trovano in lui un sostegno ideale per fare quello che amano fare di più, e i vili, cioè quelli che soddisfano la propria malizia tramite le azioni del cattivo... E allora c'è poco da fare, Ros...è il branco...

Verissimo questo Ale!
Forse devo dire che mi schifano di più i vili.
Le persone frustrate sono spesso così incattivite da avere solo voglia di distruggere e riescono, associandosi ai cattivi, a creare delle belle sinergie.
Ma che diamine possiamo fare per riuscire ad accettare che le cose siano così, senza starci male???
 

Scatolina

Guru Giardinauta
Guarda Ros, a costo di cadere sul banale, ma mi fai venire in mente Wanna Marchi... e credimi è quanto di più irritante possa pensare... ma cavoli, chi si è fatto fregare milioni e milioni con la speranza di risolvere i propri problemi col sale magico, beh.... non mi fa molta pena... :martello2
 

Eltuena

Guru Giardinauta
Tu come ti difendi da simili cose? Riesci a non provare una rabbia sorda che fa male?

Riesco a difendermi spesso, ma capita che alcune volte non si può, per educazione, per evitare rivalse di cattiveria verso chi mi sta vicino o ancora quando "si semina" la cattiveria lontano dalle mie orecchie e dai miei occhi. Ti dirò che quando non posso difendermi o difendere coloro che amo, ci sto male da morire. Dici bene, prende una rabbia sorda che fa molto, molto male.
 

Eltuena

Guru Giardinauta
Voglio anche aggiungere che schifo i vili e difendo, a qualunque costo, i deboli, ma i veri deboli, tipo bambini, anziani, animali e analfabeti non i deficienti.
 
L

Larissa

Guest
Ma allora aveva ragione qualcuno, non ricordo bene chi fosse, a dire che gli altri fanno del male, la colpa è proprio degli stessi che lo subiscono, considerato che lasciano aperte troppe porte a tutti.
O no?

Ciao Rò,
io sono una di quei qualcuno. Ma non è che creda che la colpa sia dei "buoni"; che ci sia un concorso di colpa, questo sì...
Provo a spiegarmi meglio, anche se personalmente trovo molto difficile intervenire in questi argomenti, perchè la tendenza è quella di essere molto generici - e quindi finirei per dire grandissime banalità - o cercare di andare nello specifico, finendo magari per mancare l'oggetto del discorso.

Eventualmente correggimi, ti prego.

Io credo che molte volte alcuni atteggiamenti si subiscano per amore di qualcos'altro: la pace in famiglia, che so, o la paura di eventuali ritorsioni, ... qualunque cosa.

Ovviamente è capitato anche a me di subire situazioni sgradevoli, ma ogni volta che non ho fatto nulla o non ho fatto abbastanza per oppormi o reagire, ho notato che è sempre stato per amore di qualcos'altro, per me più importante. Talvolta anche semplicemente "me stessa", anche se agli occhi degli altri appariva quasi masochismo.

(Perdonami se "stiro" un pò la logica del discorso, ma mi viene in mente un esempio opposto, ovvero quando si fa un regalo che dà piacere e quindi ne ottieni a tua volta, gratificandoti del fatto di essere stata in grado da fare una cosa bella. Quello che vorrei dire, anche se non sono per nulla certa di riuscire, è che persino nei gesti belli e spontanei esiste una sorta di "ritorno secondario", mai messo in conto, per carità, ma che dà un senso di bellezza in più a quello che facciamo.)

Sebbene abbia sofferto, quindi - tornando al discorso principale - mi rendo conto che il gioco valeva sempre la candela. Che c'è qualcosa di più grande che sto proteggendo, ad esempio.
Che lasciare un uomo che mi fa soffrire, ad esempio, mi farebbe in un particolare momento così male che è meglio restarci.
Che quando tutto questo diventa intollerabile, lo si farà.
Io credo, se mi passi la metafora, in una sorta di "ragioniere interno", che lavora incessantemente, sapendo - e facendocelo sentire - quando è ora di dire basta.

Io non credo nel masochismo, e non credo che esistano persone che subiscano per il semplice gusto di subire.
C'è persino che subisce per il gusto che ha di lamentarsi ed atteggiarsi a vittima - giusto per dire che possono essere svariate (e per alcuni incomprensibili) le ragioni che portano una persona a sottomettersi talvolta alle volontà altrui.

Questa è la mia piccola esperienza personale...
Spero di non essere andata completamente off topic.

Ti abbraccio sempre,
Lara.
 
Ultima modifica di un moderatore:

daria

Master Florello
Molto british.

Daria, ma tu t'inca.zzi mai??? :confuso: :)

Certo, evito di farlo con gli imbecilli, con chi non merita nemmeno la mia rabbia, non li considero, in questo caso sta a me non lasciare alcuno spiraglio, se lo trovano è perchè in me c'è interesse, e sto lasciando che mi feriscano...permetto intromissioni solo alla cerchia ristretta della mia famiglia, lì se voglio posso anche scegliere di "subire" o quantomeno di accettare un concorso di colpa, e comunque cerco di capire prima di dar sfogo alla rabbia... prima di sentirmi pura vilipesa vittima
 

RosaeViola

Master Florello
Mia cara Lara (Udio non sai quanto mi piaccia questo nome, specie su di te), ho compreso benissimo ciò che intendevi e, in un certo senso e in certi ambiti, sono assolutamente d'accordo.

Ma il fatto in sè stesso è un po' diverso e adesso vedrò di riuscire ad essere più chiara.

Per quanto si possa per amore accettare il gioco, alla fine, il bagno di sangue è comunque enorme.
Per amore del mio compagno posso accettare che i suoi genitori siano di una cattiveria inaudita, ma se guardo ai danni che provocano e che hanno provocato, mi chiedo: "Ma a che scopo?" Sì, ok, gli scopi li conosco, ma ne valeva la pena? Distruggere un figlio per dimostrare cosa? La propria potenza? La propria supremazia? Il proprio feroce egoismo?

Di fronte a tanta cattiveria, a mio avviso gratuita, per quanto io possa conoscere le dinamiche e le strade che percorrono, non riesco a farmene una ragione.

Altro esempio. Chi mai non si è ritrovato a fare i conti con l'invidia di una persona che aveva un certo posto nella propria affettività?
Solitamente quando si arriva a visualizzare quali siano i fini di questa persona, si scopre che anche in quel caso, alcune cattiverie sono state assolutamente gratuite.
Certo, ai nostri occhi lo sono, mentre chi le ha compiute, aveva un suo preciso fine.
Ma il risultato quale è? Il risultato è la condanna alla solitudine, all'inaridimento, alla crudeltà mentale.
Ma al di là di questo, quello che mi fa sclerare è il fatto che ne ho un po' piene le tasche di entrare in contatto con persone che alla fine, vomitano tutto il loro veleno addosso a te, perchè sono incancrenite, piene di livore e di rabbia nei confronti degli altri che hanno o sono qualcosa più di loro.

Insomma, il senso è che non so come fare a non provare rabbia per la cattiveria quando è regalata.
Una cattiva azione, commessa dietro la spinta emozionale, posso anche capirla, pur non giustificandola, ma quando si decide che si farà del male a qualcuno e si prepara adeguatamente il tutto, non riesco a non sentire nulla.

Dottora, qual è l'antidoto a tutto questo?
 

RosaeViola

Master Florello
Certo, evito di farlo con gli imbecilli, con chi non merita nemmeno la mia rabbia, non li considero, in questo caso sta a me non lasciare alcuno spiraglio, se lo trovano è perchè in me c'è interesse, e sto lasciando che mi feriscano...permetto intromissioni solo alla cerchia ristretta della mia famiglia, lì se voglio posso anche scegliere di "subire" o quantomeno di accettare un concorso di colpa, e comunque cerco di capire prima di dar sfogo alla rabbia... prima di sentirmi pura vilipesa vittima


Beh, indubbiamente ognuno ha una sua soglia, nel bene e nel male, relativamente alle cose o alle persone e, sicuramente, per carattere la mia è più bassa della tua. Ma questo, a mio avviso, non è mai un concetto di merito o valore nei confronti di chichessia.

In quanto al cercare di capire prima di arrabbiarsi, certo, è normale farlo e lo si fa, anche al di là delle apparenze.
Poi, indubbiamente, non sempre la rabbia deriva dal sentirsi vittime. Anzi, nel mio caso è difficile che sia così, considerato che quello della vittima non è per niente il mio ruolo, in nessuna cosa.

Diciamo che delle volte io mi inalbero o mi sento coinvolta anche da cose che non riguardano prettamente la mia sfera, come ad esempio i miei suoceri.
Un tempo, le loro azioni mi facevano male per me stessa, poi non più.
Oggi quello che mi fa davvero male, forse perchè sono madre io, è vedere fin dove si possa arrivare con la cattiveria gratuita, specie nei confronti di un figlio.
 
L

Larissa

Guest
Per quanto si possa per amore accettare il gioco, alla fine, il bagno di sangue è comunque enorme.
Per amore del mio compagno posso accettare che i suoi genitori siano di una cattiveria inaudita, ma se guardo ai danni che provocano e che hanno provocato, mi chiedo: "Ma a che scopo?" Sì, ok, gli scopi li conosco, ma ne valeva la pena? Distruggere un figlio per dimostrare cosa? La propria potenza? La propria supremazia? Il proprio feroce egoismo? ...

Credo di avere capito, ed ovviamente non esistono ricette precostituite per situazioni del genere.
Mi ricorda un pò una situazione vagamente simile che ho vissuto, con l'enorme differenza che, ovviamente, io non ero sposata con quest'uomo figlio di una donna "incredibile", con tutto quello che comporta la maggiore libertà.
Quindi non vado oltre, Rò. sarei certamente fuori luogo.
Al limite posso cercare di immaginare che cercherei di capire quanto il non sottostare al "sadismo" parentale possa essere difficile se non addirittura traumatico per un figlio che ha questa sfortuna.
E vorrei che lui facesse lo stesso con me...
 

RosaeViola

Master Florello
Larissa, questo sì, ed è normale che sia così ed è quello che faccio, ma il vero problema è in un'altra sede.

Quello che non riesco a far capire in questo topic, è questo.
In pratica ci sono delle situazioni in cui, sai perfettamente che non potrai far nulla per modificare le cose, sai che le persone sono così e restano tali, ma, al tempo stesso, le loro azioni ti ripugnano, fanno schifo, ti fanno arrabbiare anche solo in linea di principio.

Allora la domanda è: come si deve fare per non arrabbiarsi di fronte a situazioni che sai che non hanno una soluzione?
Accettarle, di solito viene risposto, sì, ma come si fa ad accettare passivamente una simile vergogna?
 

rossl

Giardinauta Senior
devo sicuramente aver avuto una vita molto fortunata: per quanto abbia visto nel mondo intorno a me numerosissimi esempi di quanto stai dicendo, Rosae, non ricordo di aver mai vissuto, personalmente e direttamente, esperienze di questo genere.
O forse sono così ingenua (e in fondo ottimista) che non me ne sono mai accorta, oppure non sono mai stata così profondamente ferita da ricordare nessun episodio in particolare.
Ho intorno a me persone più o meno buone o generose, imperfette come tutti noi, ma non riesco a vedere il male e la cattiveria.
Conosco solo una persona che si avvicina a questa tipologia, una mia ex compagna di scuola, arrivista ed arrogante, che ora ha raggiunto una posizione di potere, e che esercita questo potere con il piacere evidente di sopraffare gli altri.
Effettivamente è una persona che mi disturba molto, anche se fortunatamente non ho contatti con lei; mi fa pena e mi disgusta contemporaneamente, pensare che considera il suo potere non come servizio per la comunità, ma come punto di arrivo e di realizzazione personale.

Però mi sento molto coinvolta anche se la cattiveria non riguarda me personalmente: non posso restare indifferente e intervengo come posso, senza mai pensarci due volte.
 

RosaeViola

Master Florello
mi fa pena e mi disgusta contemporaneamente, pensare che considera il suo potere non come servizio per la comunità, ma come punto di arrivo e di realizzazione personale.

Vedi Rossl, in un certo senso si potrebbe dire che questa persona esercita il suo potere per attingere sicurezza per sè stessa.
Ma allora, quelli che per ricavare sicurezze e aumentare l'autostima non ledono gli altri sono degli imbecilli?

In pratica a tutto c'è una spiegazione, ma quando di soggetti simili ne hai incontrati fino a sfinirti, ne hai un po' piene le tasche di spiegazioni e vorresti solo poter vivere, lasciandoti andare ai tuoi sentimenti e senza dover sempre tener alta la guardia.
Ma perchè, io mi chiedo, c'è sempre qualcuno qualcuno in giro che fa fuori gli altri pur non avendo la licenza di uccidere?

Insomma la mia sensazione è più di impotenza di fronte alla stupida presunzione che prevaricare, controllare, esercitare i piccoli poteri a danno degli altri, sia la soluzione.

Io non vado a casa d'altri brandendo la spada e sbudellando tutti quelli che incontro solo perchè mi mancano delle cose, materiali e non, accetto semplicemente che sia così.
Perchè, invece, molti altri non usano questa "cortesia" ai loro simili?
E dopo che hanno seminato dolore, disperazione e morte al loro passaggio stanno meglio? Sìì e fin quando? Fino al prossimo omicidio, io penso.
 

RosaeViola

Master Florello
I paletti Rò...sono improponibili?


Daria...che argomento i paletti!
Mo' ti spiego cosa intendo.

Posso erigere delle belle palizzate contro le intromissioni di persone sgradevoli che tentano incursioni nella mia vita. E fin qui, OK.

Posso razionalizzare il più possibile relativamente ai comportamenti che vedo o vivo. E anche qui, OK ma con qualche riserva in più, perchè alla fine mi stufo pure di cercare di spiegare comportamenti che di spiegazioni non ne hanno poi molte.

Il difficile, a volte, è leggere delle mail di amiche che vivono una vita disastrosa grazie alla cattiveria altrui e, OK, so benissimo che certe protezioni dovrebbero attivarsele loro, ma ci sono anche persone che queste protezioni non le hanno!!! Allora il mio sdegno, sì è proprio sdegno, indignazione si fa talmente grande che sfocia in una rabbia sorda.
Rabbia per cosa? Per l'assurdità delle relazioni umane.

Io non sono capace di non sentire tutto ciò. Non ci riesco e, talvolta, mi fa anche male pensare a ciò che certe persone, a causa della loro fragilità, debbano affrontare.

In questo caso, potrei mettere altri paletti, è vero, ma sarebbero paletti che, affondando nel mio terreno affettivo, non limiterebbero solo quest'aspetto, ma mi porterebbero inevitabilmente a sentire sempre meno, nel male ma anche nel bene.
E' un processo che quando si attiva, si attiva a tutti i livelli e che, a lungo andare, raggela qualunque animo turbolento e appassionato.

Difendersi da quanto non possiamo modificare è giusto, ma il difficile è trovare la giusta mediazione fra questi vari livelli di affettività.

Oh, fatemi sapere se qualcosa di ciò che ho scritto è poco chiaro. :fifone2: :lol:
 
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