Phil
Esperto Sez. Prato
Bentrovati.
Questo topic vuole essere fonte d'ispirazione per i neofiti del campo e base di un'ulteriore chiarimento per alcuni di voi che già si destreggiano da qualche tempo con la manutenzione prativa.
L'intero thread è inoltre riferito ai possessori di prati in MICROTERME, (festuche, poe, agrostidi, loietti).
Premesso ciò, iniziamo questo piccolo ma importante argomento..buona lettura .
A partire da questo periodo dell'anno (metà/fine novembre) e per tutta la stagione fredda, il solfato ferro diviene un grandissimo alleato per i nostri tappeti erbosi .
Una pratica molto utile ed altrettanto poco conosciuta ancora, è quella di somministrare tramite pompa nebulizzatrice (a spalla, comunemente detta), quantità crescenti di ferro da Solfato ferroso.
Negli ultimi anni, a causa delle nuove norme europee restrittive in fattore di fitofarmaci nel verde sportivo/ornamentale (il famoso PAN, che ogni stato recepisce ed attua a modo suo, causando non pochi squilibri e disparità tra i paesi...), nei settori professionali del tappeto erboso (campi di golf in testa) si sta diffondendo questa semplice pratica che mette a riparo efficacemente i nostri t.e. dalle diverse patologie funginee tipiche del periodo invernale (in modo principale fusariosi) oltre che eliminare del tutto il proliferare del muschio.
Ciò, come si intuisce, consente di evitare l'uso di fitofarmaci (fungicidi) per un considerevole periodo dell'anno, quale è il periodo tardo autunno/invernale.
Il meccanismo che rende possibile ciò deriva sostanzialmente dall'abbassamento del pH sulla superficie del t.e. e poi tramite le piogge, anche sul primo strato del topsoil.
(pH del solf. ferroso = 2,5/3)
Si consiglia il suo utilizzo a partire da dosi moderate (0,5-1 gr/mq di Fe) a partire dal tardo autunno andando poi ad aumentarne la dose nei trattamenti successivi potendo quindi diradarne di pari passo la loro frequenza di somministrazione.
Passo ora a descrivere il metodo di somministrazione e al clima atmosferico nel quale è preferibile farlo.
Prendiamo il caso classico del solfato ferroso in polvere (con Ferro solubile al 17 o 18%), che è quello comunemente venduto nella maggior parte dei negozi specializzati.
Per facilitare i calcoli, prendiamo come esempio un t.e. di 100 mq.
Per somministrare 1 gr/mq di Fe con S. ferroso al 17% serviranno 588 gr di Solfato --> 100:17=x:100 --> (100x100):17= 588
e così via per 2 gr/mq, 3 gr/mq ecc..
E' consigliabile non superare i 4 gr/mq di Fe per evitare vistosi annerimenti delle lamine. (comunque non un problema per il prato che al risveglio primaverile tornerà bello come prima)
3 gr/mq sono più che sufficienti nel periodo invernale (tra dicembre e gennaio) quindi nel periodo più freddo.
Il metodo per la somministrazione é il seguente (sempre riferito a 100 mq):
Si versa il solfato in polvere in 7/10 lt di acqua calda e lo si mescola per facilitare lo scioglimento per una ventina di minuti, meglio mezz'ora, ad intervalli di 5 minuti.
Una volta fatto, si versa il prodotto nella pompa usando un filtro (ad esempio una calza vecchia) per filtrarne le impurità rimaste nella soluzione che andrebbero ad intasare l'ugello della pompa.
Si otterà così un fiquido perfettamente omogeneo privo di parti solide.
La quantità di Fe che è sopportabile dal t.e. è inversamente proporzionale alle temperature dell'aria.
Quindi, maggiore sarà il freddo, più il nostro prato sarà in grado di sopportare dosi elevate di ferro. Questo perchè, ricordiamolo, il ferro è di per sè una sostanza altamente tossica per il prato se usato a dosi elevate. Proprio per questo motivo, il suo utilizzo in in alte quantità, può essere fatto solo quando la sua attività vegetativa è ridotta ai minimi termini. Infatti, se solo provassimo a eseguire ciò dalla primavera all'autunno, (in presenza delle temp idonee per lo sviluppo delle microterme) si avrebbe la totale bruciatura del prato stesso con danni che possono portare anche alla morte di tutta la parte epigea (parte aerea) della piantula. Passiamo ora al fattore clima.
Il clima più idoneo per la somministrazione (e qui parlo per esperienza personale) è una giornata soleggiata, fredda (temp ideali tra +0° e +7°) e se possibile asciutta (poca umidità nell'aria). Infatti, la superficie del t.e. è meglio sia asciutta al momento del trattamento, e per una ottima riuscita minimizzando annerimenti, sbiancamenti sulle lamine causate dal perdurare eccessivo del solfato in forma liquida, le particelle liquide di solfato ferroso una volta posatesi sulle lamine dovrebbero asciugarsi il più velocemente possibile. Da quì la preferenza di giornate ventilate.
Ove questo non sia possibile da ottenere basteranno comunque le basse temperature (condizione fondamentale e non derogabile!) per scongiurare pericoli di sbiancamenti antiestetici. Per chi lo possedesse, può essere utile una veloce passata con un soffiatore per foglie un quarto d'ora circa dopo il trattamento.
Uno schema base che può essere aiuto a molti potrebbe essere questo:
-metà novembre: 1 gr/mq di Fe.
-inizio dicembre: 2 gr/mq di Fe.
-fine dicembre/inizio gennaio: 3 gr/mq di Fe.
-inizio febbraio 2,5-3 gr/mq di Fe *facoltativo, in base al grado di piovosità dell'anno in corso.
ps* per le zone dove in inverno nevica di frequente, il problema ovviamente si elimina da solo..
Infatti, minore sono le piogge, minore sarà il progressivo dilavamento delle foglie con conseguente minore perdita di efficacia del trattamento. Ipoteticamente, se mai dovesse piovere in un intero inverno, sarebbe sufficiente un singolo massiccio intervento ad inizio stagione, in quanto le particelle di ferro rimarrebbero stabili sulle lamine proteggendolo in modo continuo e duraturo.
Lo schemino riportato sopra, calcola una piovosità nella norma.. all'aumentare della piovosità aumenterà la frequenza (non mi molto comunque) ed al suo diminuire si potranno rarefare gli interventi.
Uno metodo utile per capire se il t.e. ha bisogno di un nuovo intervento è vedere se il colore è tornato da verde scuro opaco a verde "normale" e se si ha la sparizione completa del classico odore di ferro che si ha toccando la superficie con la mano.
Alla fine dei conti, il ferro va ad "ibernare" il t.e. al momento del primo intervento della stagione, bloccandone i processi fisiologici in corso in quell'istante.
Mi piace pensare che ne fermi il tempo..
Quindi su di un prato in salute si andrà a preservarne in modo completo la sua integrità fino al momento della perdita d'efficacia. Una gran bella cosa vero!?
Buon Ferro a tutti!!
Phil
Questo topic vuole essere fonte d'ispirazione per i neofiti del campo e base di un'ulteriore chiarimento per alcuni di voi che già si destreggiano da qualche tempo con la manutenzione prativa.
L'intero thread è inoltre riferito ai possessori di prati in MICROTERME, (festuche, poe, agrostidi, loietti).
Premesso ciò, iniziamo questo piccolo ma importante argomento..buona lettura .
A partire da questo periodo dell'anno (metà/fine novembre) e per tutta la stagione fredda, il solfato ferro diviene un grandissimo alleato per i nostri tappeti erbosi .
Una pratica molto utile ed altrettanto poco conosciuta ancora, è quella di somministrare tramite pompa nebulizzatrice (a spalla, comunemente detta), quantità crescenti di ferro da Solfato ferroso.
Negli ultimi anni, a causa delle nuove norme europee restrittive in fattore di fitofarmaci nel verde sportivo/ornamentale (il famoso PAN, che ogni stato recepisce ed attua a modo suo, causando non pochi squilibri e disparità tra i paesi...), nei settori professionali del tappeto erboso (campi di golf in testa) si sta diffondendo questa semplice pratica che mette a riparo efficacemente i nostri t.e. dalle diverse patologie funginee tipiche del periodo invernale (in modo principale fusariosi) oltre che eliminare del tutto il proliferare del muschio.
Ciò, come si intuisce, consente di evitare l'uso di fitofarmaci (fungicidi) per un considerevole periodo dell'anno, quale è il periodo tardo autunno/invernale.
Il meccanismo che rende possibile ciò deriva sostanzialmente dall'abbassamento del pH sulla superficie del t.e. e poi tramite le piogge, anche sul primo strato del topsoil.
(pH del solf. ferroso = 2,5/3)
Si consiglia il suo utilizzo a partire da dosi moderate (0,5-1 gr/mq di Fe) a partire dal tardo autunno andando poi ad aumentarne la dose nei trattamenti successivi potendo quindi diradarne di pari passo la loro frequenza di somministrazione.
Passo ora a descrivere il metodo di somministrazione e al clima atmosferico nel quale è preferibile farlo.
Prendiamo il caso classico del solfato ferroso in polvere (con Ferro solubile al 17 o 18%), che è quello comunemente venduto nella maggior parte dei negozi specializzati.
Per facilitare i calcoli, prendiamo come esempio un t.e. di 100 mq.
Per somministrare 1 gr/mq di Fe con S. ferroso al 17% serviranno 588 gr di Solfato --> 100:17=x:100 --> (100x100):17= 588
e così via per 2 gr/mq, 3 gr/mq ecc..
E' consigliabile non superare i 4 gr/mq di Fe per evitare vistosi annerimenti delle lamine. (comunque non un problema per il prato che al risveglio primaverile tornerà bello come prima)
3 gr/mq sono più che sufficienti nel periodo invernale (tra dicembre e gennaio) quindi nel periodo più freddo.
Il metodo per la somministrazione é il seguente (sempre riferito a 100 mq):
Si versa il solfato in polvere in 7/10 lt di acqua calda e lo si mescola per facilitare lo scioglimento per una ventina di minuti, meglio mezz'ora, ad intervalli di 5 minuti.
Una volta fatto, si versa il prodotto nella pompa usando un filtro (ad esempio una calza vecchia) per filtrarne le impurità rimaste nella soluzione che andrebbero ad intasare l'ugello della pompa.
Si otterà così un fiquido perfettamente omogeneo privo di parti solide.
La quantità di Fe che è sopportabile dal t.e. è inversamente proporzionale alle temperature dell'aria.
Quindi, maggiore sarà il freddo, più il nostro prato sarà in grado di sopportare dosi elevate di ferro. Questo perchè, ricordiamolo, il ferro è di per sè una sostanza altamente tossica per il prato se usato a dosi elevate. Proprio per questo motivo, il suo utilizzo in in alte quantità, può essere fatto solo quando la sua attività vegetativa è ridotta ai minimi termini. Infatti, se solo provassimo a eseguire ciò dalla primavera all'autunno, (in presenza delle temp idonee per lo sviluppo delle microterme) si avrebbe la totale bruciatura del prato stesso con danni che possono portare anche alla morte di tutta la parte epigea (parte aerea) della piantula. Passiamo ora al fattore clima.
Il clima più idoneo per la somministrazione (e qui parlo per esperienza personale) è una giornata soleggiata, fredda (temp ideali tra +0° e +7°) e se possibile asciutta (poca umidità nell'aria). Infatti, la superficie del t.e. è meglio sia asciutta al momento del trattamento, e per una ottima riuscita minimizzando annerimenti, sbiancamenti sulle lamine causate dal perdurare eccessivo del solfato in forma liquida, le particelle liquide di solfato ferroso una volta posatesi sulle lamine dovrebbero asciugarsi il più velocemente possibile. Da quì la preferenza di giornate ventilate.
Ove questo non sia possibile da ottenere basteranno comunque le basse temperature (condizione fondamentale e non derogabile!) per scongiurare pericoli di sbiancamenti antiestetici. Per chi lo possedesse, può essere utile una veloce passata con un soffiatore per foglie un quarto d'ora circa dopo il trattamento.
Uno schema base che può essere aiuto a molti potrebbe essere questo:
-metà novembre: 1 gr/mq di Fe.
-inizio dicembre: 2 gr/mq di Fe.
-fine dicembre/inizio gennaio: 3 gr/mq di Fe.
-inizio febbraio 2,5-3 gr/mq di Fe *facoltativo, in base al grado di piovosità dell'anno in corso.
ps* per le zone dove in inverno nevica di frequente, il problema ovviamente si elimina da solo..
Infatti, minore sono le piogge, minore sarà il progressivo dilavamento delle foglie con conseguente minore perdita di efficacia del trattamento. Ipoteticamente, se mai dovesse piovere in un intero inverno, sarebbe sufficiente un singolo massiccio intervento ad inizio stagione, in quanto le particelle di ferro rimarrebbero stabili sulle lamine proteggendolo in modo continuo e duraturo.
Lo schemino riportato sopra, calcola una piovosità nella norma.. all'aumentare della piovosità aumenterà la frequenza (non mi molto comunque) ed al suo diminuire si potranno rarefare gli interventi.
Uno metodo utile per capire se il t.e. ha bisogno di un nuovo intervento è vedere se il colore è tornato da verde scuro opaco a verde "normale" e se si ha la sparizione completa del classico odore di ferro che si ha toccando la superficie con la mano.
Alla fine dei conti, il ferro va ad "ibernare" il t.e. al momento del primo intervento della stagione, bloccandone i processi fisiologici in corso in quell'istante.
Mi piace pensare che ne fermi il tempo..
Quindi su di un prato in salute si andrà a preservarne in modo completo la sua integrità fino al momento della perdita d'efficacia. Una gran bella cosa vero!?
Buon Ferro a tutti!!
Phil
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