• Vi invitiamo a ridimensionare le foto alla larghezza massima di 800 x 600 pixel da Regolamento PRIMA di caricarle sul forum, visto che adesso c'è anche la possibilità di caricare le miniature nel caso qualcuno non fosse capace di ridimensionarle; siete ufficialmente avvisati che NEL CASO VENGANO CARICATE IMMAGINI DI DIMENSIONI SUPERIORI AGLI 800 PIXEL LE DISCUSSIONI VERRANNO CHIUSE. Grazie per l'attenzione.

Punteruolo rosso delle palme

qualcuno

Aspirante Giardinauta
Alessandro grazie per le risposte....ne approfitto ancora per ulteriori chiarimenti.Alla mia palma sono state tagliate tutte le foglie,ma partendo semplicemente dalla loro base....il taglio non'e sceso oltre,quindi posso immaginare che l'apice vegetativo non dovrebbe essere stato toccato...sbaglio?
Riguardo la domanda dei contenitori,nel servizio fotografico visto sul sito riguardante l'endoterapia si vedevano dei ...immagino profilattici riempiti di liquido la mia domanda era...ma ne basta solo uno? oppure ce ne vogliono di piu'? e se si quanti e disposti come?
Grazie ancora e saluti.
gio


Non ho ben compreso la prima parte della tua domanda relativa ai contenitori.
I trattamenti alla chioma, avendo cura di bagnare bene la base della corona ovvero i punti di inserzione dei piccioli sullo stipite, possono essere fatti con diversi p.a. insetticidi. In Spagna ne hanno testati diversi, e tra quelli più efficaci risultano diazinone, fenitrotion (per questi due si preferisce la formulazione microincapsulata), imidacloprid: direi che anche il malation va bene così come il clorpirifos-metile (sono entrambi fosforganici come i primi due nominati); in fitofarmacia io ho già fenitrotion, spinosad (che tendo a preferire per il buon profilo eco-tossicologico, e con questo ho fatto sabato un primo trattamento), a cui ho aggiunto una bottiglia di dimetoato (anch'esso testato con risultati soddisfacenti, poi a me servirà per la mosca dell'olivo), prodotti che alternerò. In rapporto ai livelli di infestazione in loco, mi riservo di intervenire con endoterapia (devo ancora decidere se impiegare imidacloprid oppure una miscela acetamiprid + azadiractina, sostanza attiva che ho già); per intanto ho fatto scorte di naftalina e ne ho già appeso qualche sacchetto alla buona.

canon1038.jpg


Se la tua palma è stata realmente capitozzata, ossia asportato anche l'apice vegetativo oppure questo è stato compromesso dal punteruolo, sicuramente non può ricrescere. Diversamente, anche se non sono un palmista, penso che dovrai aspettare fino alla prossima primavera per sincerarti circa le possibilità di ripresa.
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
...Alla mia palma sono state tagliate tutte le foglie,ma partendo semplicemente dalla loro base....il taglio non'e sceso oltre,quindi posso immaginare che l'apice vegetativo non dovrebbe essere stato toccato...sbaglio?
Riguardo la domanda dei contenitori,nel servizio fotografico visto sul sito riguardante l'endoterapia si vedevano dei ...immagino profilattici riempiti di liquido la mia domanda era...ma ne basta solo uno? oppure ce ne vogliono di piu'? e se si quanti e disposti come?
...

Per la palma allora aspetta a vedere, non si sa mai (sulle mie vedo che anche le foglie potate quasi a livello dello stipite nel tempo tendono ugualmente a crescere).
Circa i salsicciotti - usiamo questa parola, ma là c'è stato un colorito scambio di battute tra italiani e spagnoli - se ne mettono in rapporto al diametro del tronco, all'incirca uno ogni 25-30 cm misurati sulla circonferenza, e ad una altezza certamente maggiore di quella della foto (in quel caso è stato solo una operazione dimostrativa), credo a un paio di metri sotto la corona in modo che il liquido non si disperda lungo lo stipite, inoltre i fori vengono praticati ad altezze leggermente sfalsate, presumo per prendere meglio i vasci vascolari considerando che le palme hanno una struttura ad atactostele (anche se i singoli fasci nel loro decorso verso l'alto si connettono tramite anastomosi)
atactostele.jpg

Ho avuto conferma che occorre entrare dentro praticamente quanto il raggio e in obliquo anche da un agronomo specialista in endoterapia ma che usa un sistema a pressione marchiato Arbocap, in pratica un contenitore munito di un pistoncino, che si innesca ed esercita pressione, e un beccuccio da introdurre nel foro (l'attrezzatura viene recuperata ad ogni intervento; un kit costa intorno a € 50-60)
arbocap.jpg


Ciao e auguri
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
Ciao,

Alla mia palma sono state tagliate tutte le foglie,ma partendo semplicemente dalla loro base....il taglio non'e sceso oltre,quindi posso immaginare che l'apice vegetativo non dovrebbe essere stato toccato...sbaglio?

scusami, ma le foglie sono state tagliate perchè la palma era ridotta più o meno così:

R02.jpg


perchè in tal caso ci ha pensato il rincoforo a distruggerlo (e occorrerebbe intervenire subito per distruggere in sicurezza la pianta).

Alessandro, credo sia estremamente difficile raggiungere con l'endoterapia direttamente i fasci vascolari, viste le loro dimensioni. Questa è una sezione (diametro 18 cm circa) di una Phoenix reclinata in cui si vedono (puntini scuri) i vasi che trasportano le sostanze nutritive:

sez01.jpg


qui si vedono in sezione verticale (Ravenea rivularis) immersi nel tessuto spugnoso che li circonda (ovviamente in una palma viva non sono interrotti):


sez02.jpg
 

qualcuno

Aspirante Giardinauta
no per fortuna la palma di cui parlo e' stata si attaccata dal rincoforo ma quando l'ho potata era perfettamente integra senza nessuna foglia ripiegata,credo che l'attacco di quelle bestiacce fosse all'inizio,delle foglie tagliate (parlo di quelle sulla parte alta,le nuove per intenderci)solo alcune erano gia state mangiate le altre erano intergre...per questo non mi do per vinto e voglio tentare tutto il tentabile per salvarla,solo che devo fare da me...e gia' difficile arrivare alla fine del mese senza mettere in conto spese extra di giardinaggio.
Ho gia preparato tutto l'occorrente per l'endoterapia,(a parte l'andata in farmacia per i contenitori...sic...)per il resto ho tutto...faro'anche questa prova...ringrazio sempre tutti voi per i preziosi consigli...
saluti
gio'
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Presumo, Pietro
che, proprio per la struttura anatomica che ci hai perfettamente fatto vedere, i fori sulle palme vadano praticati in profondità e sfalsati (negli alberi con struttura secondaria, tipo ippocastano e platano, col sistema Arbocab il foro è perpendicolare e profondo solo 3 cm in quanto è già sufficiente per arrivare allo xilema dei cerchi più giovani che sono quelli più ricchi di elementi conduttori funzionanti): in questo modo infatti la soluzione può pervadere una maggior quantità di tessuto interno spugnoso e passare in un maggior numero di vasi (che poi significa arrivare meglio e più estesamente alle foglie).
 

qualcuno

Aspirante Giardinauta
buongiorno...
la cosa al di la del danno causato alle palme mi sta appassionando,volevo capire il meccanismo di azione dell'endoterapia,l'antiparassitario viene introdotto all'interno perche'?perche' il sistema linfatico (nn so se e corretto questo temine) lo trasporta in tutta la pianta avvelenando tutte le larve presenti oppure lo scopo e diverso?Poi non mi e chiara una cosa...l'utilizzo del profilattico e perche' essendo elastico da una piccola pressione che consente al liquido di pentrare piu' in profondita' o altro?perche se a questo punto e quello lo scopo,collego tutti i tubi ad un serbatoio ed una pompetta elettrica tipo quella dei lavavertri delle auto e faccio prima...sempre che il preparato possa essere introdotto tutto insieme e velocemente...cmq anche se dovesse essere introdotto lentamente posso temporizzare la pompa e farla partire ogni tot ore.
Cosa ne dite?
Saluti Gio'
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Dico che è meglio, in questo genere di cose, non fare esperimenti domestici.
Il principio dell'endoterapia è quello che hai detto.
Naturalmente le piante (con riferimento alla pratica in argomento sono gli alberi veri e propri) non hanno un sistema circolatorio paragonabile a quello umano, dunque non si va "in vena" come con una flebo, ma si cerca la zona dei tessuti xilematici (= legnosi), che portano la linfa grezza dalle radici verso la chioma (i tessuti floematici o del libro portano invece la linfa elaborata verso il basso). I movimenti dei liquidi avvengono nei vegetali ovviamente non per effetto di un organo propulsore (qual'è il cuore negli animali) ma per meccanismi fisico-chimici senza o con dispendio di energia (trasporto attivo), in particolare la salita verso l'alto grazie alla coesione delle molecole d'acqua e alla forza di trascinamento originata dall'evapo-traspirazione fogliare: per visualizzare il concetto si può come immaginare, all'interno della pianta, una colonna d'acqua che sale e entro la quale andiamo a mettere il prodotto, che poi a livello locale pervaderà i tessuti per diffusione.
Quindi:
- bisogna conoscere bene l'anatomia del tipo pianta su cui andremo ad operare;
- bisogna conoscere le capacità sistemiche e tipo di sistemia del prodotto (= di essere assorbito e muoversi con le correnti linfatiche, e a tal riguardo i coformulanti possono avere un ruolo molto importante);
- bisogna conoscere il dosaggio efficace.
L'endoterpia ha carattere preventivo e potenzialmente curativo (quest'ultimo in rapporto al tipo di azione tossica, in particolare se trattasi di fungicida). Contro il rincoforo viene praticata a scopo essenzialmente preventivo, nel senso che le giovani larve (le quali, se non altro per le ridotte dimensioni, sono 'avvelenabili' a dosaggi relativamente più bassi) devono trovare fin dal primo morso tessuto impregnato di insetticida.
Esistono vari sistemi di iniezione nel tronco: quelli che semplicemente sfruttano le capacità di assorbimento e trascinamento della corrente interna, altri che spingono il prodotto sotto pressione (un po' come fare una iniezione intramuscolo, dunque più veloci).
Il sistema col 'profilattico' (che coma hai osservato tiene, per elaticità, un poco sotto pressione la soluzione) ha indubbiamente il vantaggio che il prodotto è già dosato e formulato per impiego endoterapico, semplice da applicare perchè basta misurare la circonferenza dello stipite per stabilire quanti metterne, e in conseguenza praticare i fori (il tecnico nella demo non lo ha fatto, ma io sterilizzerei la punta del trapano alla fiamma oltre a dara una spennellata con rameici prima e dopo l'intervento, e concludere tappando alla fine il foro con mastice adatto).
Ciao
 
Ultima modifica:

blureddino

Aspirante Giardinauta
Ragazzi, :eek: incredibili le tecniche che si inventano ... il problema grave però è che, almeno qui a Roma, per quanto uno si ingegni a proteggere le proprie palme, nei parchi pubblici e/o privati quelle moribonde vengono lasciate lì, mezze tagliate e mezze no, sotto la pioggia e all'aria :burningma ... insomma, un bel ristorantino/ritrovo per rincofori solitari!!!
L' "epidemia" così viene continuamente foraggiata, e così facendo credo che difficilmente gli sforzi degli studiosi di circoscrivere e limitare i danni saranno compensati ... forse bisognerebbe passare alle denunce, visto che le segnalazioni agli enti preposti non sortiscono gli effetti sperati ....
 

qualcuno

Aspirante Giardinauta
fine di una speranza

buongiorno...
stamane e venuto l'ispettore fitosanitario per sopraintendere l'abbattimento della piu piccola delle mie palme,e purtroppo mi ha detto che anche per la grande nn c'e' piu nulla da fare che e inutile che mi accanisca e spenda soldi,per lui la palma e andata...e che partira' anche per questa un decreto di abbattimento...sono senza parole...soprattutto perche' a suo dire se la palma non fosse stata capitozzata con un appropriato trattamento avrebbe avuto piu possibilita' di salvezza...c...o e stato un vivaista (dovrebbe essere un professionista) a farlo...
Questa esperienza la giro a tutti occhio ai giardinieri...per questo problema contattate i centri fitoterapici regionali almeno il loro parere e disinteressato,mi ha detto che in teoria potrei anche oppormi lo farei se avessi delle argomentazioni...ma l'unica che potrei obbietare e che la natura e grande e forse.....
Va beh...saluti a tutti ed ancora grazie per i consigli

gio
 

compippo

Aspirante Giardinauta
ho letto i consigli che sono stati scambiati e vorrei dire anche la mia.
L'utilizzo di insetticidi contro il punteruolo credo che vada fatta con cautela.
L'utilizzo dell'imidacloprid va valutato attentamente consideraro che diversi studi hanno dimostrato che nella pianta ha una lunga persistenza ed è in grado di andare a contaminare le nostre falde, pertanto mi sento di sconsigliare il trattamento per via radicale anche se forse è il più efficace.
Per quanto riguarda il protocollo spagnolo il principio e quello dell'abbinamento dell'endoterapia con i trattamenti per aspersione.
Da sola l'endoterapia non riesce a dare una copertura totale da eventuali attacchi del punteruolo per la dificoltà a raggiungere l'ntera pianta.
La cosa che a mio parere risulta interessante e che l'abbinamento delle due tecniche permette interventi distanziati nel tempo anche di 45 giorni con una copertura totale.
Riguardo alla possibilità di salvare una pianta già attacata ripeto è possibile solo se in questa non è stata compromessa la gemma apicale.
l'operazione non è molto complessa ed il principio è quello dell'estrazione del guarapo (miele di palma). Questa tecnica ti permette sicuramente di eliminare totalmente la presenza del punteruolo dalla palma e con l'aiuto di un fungicida e di una buona concimazione alla ripresa vegetativa di recuperare la pianta che comunque non sarà bellissima allla prima vegetazione.
Vi posso assicurare che questa tecnica di risanamento chirurgico, è gia avvenuta naturalmente in alcuni casi.
Mentre per quanto riguarda il protocollo spagnolo e inattuabile per problemi legislativi.
So per certo che è tecnicamente possibile salvare molte palme ma non sono sicuro quale sia il danno ambientale che si possa arrecare ad un ecosistema urbano.
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
...
L'utilizzo di insetticidi contro il punteruolo credo che vada fatta con cautela.
L'utilizzo dell'imidacloprid va valutato attentamente....
.............................................................................................
Questa tecnica ti permette sicuramente di eliminare totalmente la presenza del punteruolo dalla palma...
..............................................................................................
Mentre per quanto il protocollo spagnolo....
..............................................................................................
So per certo che è tecnicamente possibile salvare molte palme ma non sono sicuro quale sia il danno ambientale che si possa arrecare ad un ecosistema urbano.

L'ambito in cui stiamo discutendo, mi permetto di ricordarlo, è tuttavia quello privato, ossia riferibile a piccoli spazi non aperti al pubblico e con una o poche piante; i prodotti accessibili alla generalità degli utenti di questo forum sono poi PPO, acquistabili senza patentino e secondo le attuali norme consentiti in giardini per piante ornamentali (come imidacloprid, spinosad, azadiractina, piretroidi vari e fosforganici attualmente ancora ammessi e classificati max Xi).
L'impiego per via radicale dell'imidacloprid viene indicato in letteratura contro RPW, peraltro la stessa Bayer in via indiretta lo raccomanda contro la minatrice a serpentina degli agrumi alle stesse dosi: certo sarebbe preferibile l'impiego in endoterapia, ma il Meritgreen non mi risulta più in commercio e gli unici p.a. disponibili ch'io sappia sono l'azadiractina (di cui personalmente non ho dati contro il rincoforo) e l'abamectina, che tuttavia è Xn. Ciascun privato valuterà, bilanciando costi/benefici, se far intervenire ditte specializzate in trattamenti endoterapici o industriarsi altrimenti.

Sarebbe interessante se ci spiegassi più in dettaglio (con foto sarebbe il massimo) l'intervento chirurgico di risanamento modellato sulla tecnica dell'estrazione del miele di palma, pratica tradizionale, credo, delle Canarie e risalente a tempi molto antichi (risalnete agli abitanti originari di queste isole, ho letto).

La peggior cosa a mio avviso è rassegnarsi, dunque ciascun privato possessore di palme deciderà, nell'ambito delle norme e prendendo spunto da quanto si sta dimostranto più efficace, cosa fare per cercare di salvare le proprie piante nelle aree a forte rischio di attacco.

Altra cosa sono gli interventi sul Verde Urbano, di cui intuisco senz'altro le problematicità non solo legislative, ma anche socio-politiche, tecniche ed economiche, nonchè di impatto ambientale (le cifre sono ben diverse da quelle dei singoli privati possessori di palme). Vediamo cosa prevede il decreto di Lotta Obbligatoria che mi pare approntato se non già emesso e speriamo che la ricerca metta a punto qualche rimedio efficace di lotta biologica, prima che il punteruolo, dopo esservi 'ripassato' le P. canariensis, si trasferisca su altre specie (ho notizia, da fonte attendibile, che a Palermo ci sia stato il primo attacco su Brahea armata). Altra cosa ancora sono, a mio parere, i palmizi di importanza storici o situati in parchi e giardini di interesse storico-culturale (penso ad es. ai Giardini Hanbury, poco distanti da Bordighera, o in Sanremo, quelli di Villa Nobel e Villa Ormand ecc. ecc.)

Ciao
 
Ultima modifica:

compippo

Aspirante Giardinauta
a Palermo c'è un tizio che si vanta di avere ancora tutte le palme integre!
ma cosa fà per mantenere lontano il punteruolo dalle sue palme?
Tratta semplicemente con clorpyriphos ogno 15 giorni.
Prova ad immaginare quale potrebbe essere il risultato se a Palermo come a Bordighera o a Sanremo o in qualunque altro posto con alta densità di palme tutti i possessori di palme facessero la stessa cosa.
Forse non ci sarebbe più il punteruolo e poi?
 

compippo

Aspirante Giardinauta
Io sono a palermo e non mi risulta nessuna Brahea armata colpita da punteruolo, puoi darmi indicazioni più precise sulla sua localizzazione.
 

compippo

Aspirante Giardinauta
La peggior cosa a mio avviso è rassegnarsi, dunque ciascun privato possessore di palme deciderà, nell'ambito delle norme e prendendo spunto da quanto si sta dimostranto più efficace, cosa fare per cercare di salvare le proprie piante nelle aree a forte rischio di attacco.

Sono daccordo che non bisogna rassegnarsi, e ti assicuro che io non l'ho mai fatto e sono uno dei primi che ha dovuto affrontare il problema, ma ti posso assicurare che la soluzione dei trattamenti chimici effettuati dai singoli privati non risolverà il problema.
So che non si farà mai ma l'unica soluzione per abbassare la popolazione di punteruolo in una zona infetta e l'eliminazione fisica di tutti i focolai cosa che richiede enormi risorse che nessuno vuole investire.
N.B. quel tizio che tratta le sue palme ogni 15 giorni spende 3.000 euro al mese per tenere lontano il rincoforo dal suo lungo viale di palme!
 

maxdallo

Aspirante Giardinauta
Salve mi presento sono Massimo,ho letto i vostri messaggi che riguarda il punteruolo.
Propio oggi ho notato che anche un 'altra palma sta per spezzarsi.
La prima si è spezzata di colpo,incredibile dentro era marcia piena di vermi e funghi,anche la seconda sta facendo la stessa fine.
Si tratta della stessa malattia?
A distanza di qualche km altre palme sono state abbattute,non è mai successo una cosa simile,è un vero peccato.
Si puo' intervenire per salvarle
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Sono daccordo che non bisogna rassegnarsi, e ti assicuro che io non l'ho mai fatto e sono uno dei primi che ha dovuto affrontare il problema, ma ti posso assicurare che la soluzione dei trattamenti chimici effettuati dai singoli privati non risolverà il problema.
So che non si farà mai ma l'unica soluzione per abbassare la popolazione di punteruolo in una zona infetta e l'eliminazione fisica di tutti i focolai cosa che richiede enormi risorse che nessuno vuole investire.
N.B. quel tizio che tratta le sue palme ogni 15 giorni spende 3.000 euro al mese per tenere lontano il rincoforo dal suo lungo viale di palme!

Mi fa piacere constatare che, soprattutto per merito dei tuoi apprezzabilissimi contribuiti di cui ti ringrazio, la discussione si approfondisca non solo sotto l’aspetto scientifico, toccando aspetti che potremmo definire di lotta integrata e strategie complessive, ma si estenda anche ad argomenti di ordine economico-legislativo (si sa, come spesso succede il collo d’imbuto è la scrivania del ragioniere prima ancora di quella del politico).
Ma qui siamo in un forum e perlomeno ci possiamo sbizzarrire, dunque espongo le mie considerazioni che, approfittando della direzione di qualità presa dalla discussione, tenterò di supportare con dissertazioni storiche.
Il principio fitoiatrico della eradicazione ha, per questa ‘plaga’ e nelle nostra situazione, secondo me (convinzione che mi si è rafforzata dopo che ho constatato de visu il primo attacco di RPW in Bordighera) più o meno le stesse concrete possibilità di successo di quello della esclusione: è sotto gli occhi di tutti come il rincoforo abbia attraversato, grazie essenzialmente ai traffici internazionali, interi continenti in pochi anni; ora ce l’abbiamo in tutta l’Europa mediterranea e continua a diffondersi perforando facilmente ogni misura di quarantena e ogni Alert list della EPPO, nonché vanificando tutti gli sforzi dei Servizi Fitosanitari e Settori Tecnici preposti al Verde Urbano.
 
Ultima modifica:

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
In altra circostanza su questa questione ci ho chiosato con amara filosofia, citando le parole che il compositore-musicista L. Bernstein fa cantare al M° Pangloss, mentore del giovane Candide, nell’omonima opera musicale:
“Dear boy: all bitter things conduce to sweet, as this example shows: without the little spirochete, we’d have no chocolate to eat, nor would tobacco’ fragrance greet the European nose. Dear boy.”
Orbene questo ‘spirochete rosso delle palme’ ha origine asiatica anziché americana (almeno secondo i sostenitori della tesi americanistica della sifilide, che come è noto si diffuse nel Vecchio Continente subito dopo l’impresa di Colombo), inoltre è arrivato in Italia, nelle regioni dell’ex- Regno delle Due Sicilie, con i commerci e non con le truppe di Carlo VIII di Francia come avvenne per il ‘morbo gallico’ a Napoli, tuttavia a me pare che il parallelo regga benissimo.

Abbiamo importato la patata? Ed ecco la peronospora e poi la dorifora. Per risolvere il problema della fillossera, di origine americana, abbiamo fatta arrivare dal Nuovo Continente la vite americana il cui piede è resistente alle generazioni radicicole dell’afide? Et voilà servita Plasmopara viticola.
Il panorama è vasto e continuo nel tempo: organismi nocivi sono stati importati in modi apparentemente innocenti (Anoplophora chinensis, dall’Estremo Oriente pare con i bonsai), diffusi con mezzi originali (Cancro colorato del platano, che secondo leggenda metropolitana viene aiutato a propagarsi da quegli automobilisti alla ricerca del posteggio a tutti i costi, anche sbattendo il paraurti contro il tronco delle alberate cittadine), arrivati in modo subdolo (Grafiosi dell’olmo, è stato supposto con gli imballaggi fatto col legno di questa pianta), introdotti con materiale di propagazione in modo impensato (Cinipide del castagno, qui mi taccio per doverosa cautela).
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Quanto alla eradicazione la storia della fitoiatria ci insegna come vadano per lo più le cose. Per riuscire a contenere la fillossera ci sono voluti trent’anni, e lì è andata ancor bene, ma ancora è facile trovarla sul selvatico.

Viteus_vitifoliae1.jpg


Viteus_vitifoliae4.jpg


Se io ho potuto ancora da piccolo gustare le banane Gros Michel, oggi (finchè dura) si possono mangiare solo le Cavendish perché quella varietà è stata distrutta a livello mondiale dalla Malattia di Panama, per non dire del caffè la cui coltivazione si è spostata dalle aree primarie, Africa e Ceylon, in America a causa della ruggine. Ma questa ruggine ha poi raggiunto anche il Centro America, e in Nicaragua, nel 1976, hanno messo in moto una macchina organizzativa formidabile per un Paese povero di risorse (giustificata dalla vitale importanza economica nazionale del caffè), con mobilitazione persino dell’esercito, tuttavia l’anno successivo erano 2000 i focolai attivi. Negli U.S.A per eliminare il Cancro batterico degli agrumi furono abbattute, nel corso di una campagna ventennale nel periodo tra le due guerre, 20 milioni di piante, e sembrava vittoria completa, senonché nel 1984 il patogeno fu rilevato in un vivaio specializzato in vendita per corrispondenza (e nuova campagna di lotta).

Concludo con tre domande a cui non so dare risposta sicura:
-Quante palme abbiamo in Italia?
-Quanto sono economicamente importanti queste palme per noi Italiani?
-Qual è il valore commerciale di una pianta adulta e quanto costa eradicarla in sicurezza?

Per me stesso e le mie due P. canariensis ho provato a fare anche qualche conto: difenderle per un anno, in mancanza di meglio per ora, con insetticidi (scelgo quelli a più basso impatto ambientale) comprendendo eventuali iniezioni al tronco, spenderò per entrambe 1/10 rispetto all’abbattimento pulito di un singolo esemplare.

Ciao a tutti
 
Ultima modifica:

qualcuno

Aspirante Giardinauta
seguito abbattimento

buongiorno...
ieri hanno abbattutto le palme,confermo che la piccola era irrimediabilmente distrutta...se ne sarebbe accorto anche un lattante...ma la grande io sono convinto che si sarebbe salvata...
Per abbatterla e stata tagliata prima in due,guardando le parti tagliate le ho viste bianche trasudanti un liquido tipo latte,si vedevano chiaramente tre fasci di piccoli tubi perfettamente intergri che risalivano per tutta la lunghezza del fusto ,poi e stata tagliata a fette la parte superiore,la prima cosa che mi ha colpito e stato il fortissimo quasi nauseante odore di vinaccia o qualcosa di simile,ho visto quello che credo fosse l'apice riproduttivo,in pratica delle larghe strisce spesse quasi un centimetro e larghe almeno dieci ,viscide,e trasudanti di liquido alcune terminavano con la parte delle foglie tagliate in precedenza ed erano abbastanza mal ridotte,vi erano diverse larve anche molto grandi,ma sembravano morte (quello che ho visto e l'apice riproduttivo?) la zona spugnosa circostante era striata di rosa la restante si presentava cmq pulita e compatta.
Da incompetente in materia,a parte il nauseabondo odore, e le larve morte,ho avuto come la sensazione che ci fosse ancora attivita vitale nella pianta,(il giardiniere cmq asseriva che era andata).Ho deciso di ripiantare altre due palme e quindi voglio sapere e comprendere il piu' possibile,sulla base di quanto ho descritto mi piacerebbe sentire qualche commento.
saluti (nb tutto quello che e' stato tagliato sta ancora bruciando insieme ad una decina di litri di benzina e legname vario)
Gio
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
,la prima cosa che mi ha colpito e stato il fortissimo quasi nauseante odore di vinaccia o qualcosa di simile,ho visto quello che credo fosse l'apice riproduttivo,in pratica delle larghe strisce spesse quasi un centimetro e larghe almeno dieci ,viscide,e trasudanti di liquido

Ciao,
da quel che riporti non credo ci fossero possibilità di salvezza. Riguardo l'apice vegetativo, questo è un grumo di cellule indifferenziate che si trova ben al di sotto del punto in cima alla pianta da cui si vedono spuntare le foglie. In pratica, se una larva lo raggiunge, lo fa fuori in un boccone.
 
Alto