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Solo una favoletta...

garofano

Maestro Giardinauta
Ciao,
vi racconto una storia che lessi quand'ero bambina su un mio libro di fiabe, che pero', mi colpì molto ed è sempre, per me, un insegnamento.Eccola qui:
<Un saggio cinese, molto pio, chiedeva ai suoi dei che gli facessero vedere come fosse l'Aldilà.Passavano gli anni e lui rivolgeva al Cielo sempre questa preghiera.
Un giorno, dopo tanto tempo ,gli dei decisero di accontentarlo.Mentre il saggio dormiva nel suo letto, un genio entro' nella sua stanza, lo sveglio' e gli disse:"Gli dei, vedendo che sei una persona buona, pia, hanno deciso di accontentarti, e per questo hanno mandato me.Seguimi e ti faro' vedere l'Aldilà.
Per prima cosa vedrai cos'è l'Inferno" Il saggio disse "L'inferno esiste?" "Certo che esiste.Vieni con me" Il genio prese per mano il saggio e insieme si librarono il alto.
Volarono nel cielo e arrivarono a destinazione."Ecco,siamo arrivati,vieni".
Lo condusse in una grandissima sala,dove era collocato un tavolo immenso,con tante sedia,ciotole per il riso davanti a ciascuna sedia e le bacchette per mangiare.
La sala era in penombra.
Il saggio disse "questo è l'Inferno?Non mi sembra che ci sia tutta questa sofferenza" Il genio, con un impercettibile sorriso, disse: "Aspetta e vedi".
Poco dopo la sala si illumino', entrarono dentro tante e tante persone, ciascuna si sedette al proprio posto.
Venne servito il riso e il saggio si avvide che le bacchette per mangiarlo erano di una lunghezza spropositata.Tutti cominciarono a mangiare, ma si avvidero che non potevano, le bacchette erano troppo lunghe, portare il cibo alla bocca era difficilissimo, e facilmente si faceva male al proprio vicino di posto.
Cominciarono così le proteste, le grida, gli strilli perchè ci si faceva male, dagli strilli agli insulti, fino ad arrivare alle percosse.Il saggio rimase estrefatto, e il genio disse "Ecco,come vedi,questo è l'Inferno.Adesso vieni,ti mostro cos'è il Paradiso"
Il genio prese il saggio per mano e si rimisero in volo.
Volarono alto, passarono in mezzo alle nubi, girarono intorno alle stelle e ai pianeti, giunsero a destinazione.
Anche qui c'era una sala in penombra, con un tavolo da pranzo enorme, con tantissime sedie , ciotole e relative bacchette.
Il saggio obbietto' :"Ma ,a dire il vero non mi sembra ci sia tutta questa letizia, non vedo differenza con l'altro posto..."Il genio sorrise lievemente e disse"Frena l'impazienza e sta a vedere"
La sala si illumino' e entrarono tante persone,e anche qui le bacchette erano lunghissime,forse più lunghe di quelle che erano nell' Inferno.
Le persone si sedettero, fu servito il riso e tutti cominciarono a mangiare ;nessuno pero'mangiava per conto proprio, pensando solo a se' stesso, ciascun commensale imboccava invece il proprio vicino di posto, le lunghe bacchette in questo modo funzionavano benissimo .
Tutti così mangiavano serenamente, nessuno si faceva male, anzi, tutti si ringraziavano, si scambiavano sorrisi e parole gentili.Tutti parlavano, scherzavano, si cantava,si giocava.
Si respirava un'atmosfera affettuosa, di armonia e di gioia.
Il saggio contemplava la scena che si svolgeva davanti ai suoi occhi piacevolmente stupito e il genio gli disse, con un sorriso:" Ecco,come vedi,questo è il Paradiso">
E' una semplice fiaba, forse , magari ve l'ho già raccontata (scusate l'arterio...);é una fiaba che mi piace sempre molto, e una sua morale c'e l'ha.Che ne pensate?A voi la parola
 
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Olmo60

Guru Master Florello
ma chi l'ha scritta sta favola?
un gesuita?
gli servivano proprio le bacchette?
non poteva usare i manici dei cucchiai?
... e le domande fioccano.....:whistle::LOL:
 

garofano

Maestro Giardinauta
Olmo,no,non so chi l'abbia scritta,mi sembra sia un anonimo. Circa l'ambientazione...che te devo dì?Sarà un anonimo cinese:), ma penso che certi fatti della vita, certi insegnamenti. siano comunque validi trasversalmente per tutti.
Per mia esperienza ho visto che, se non ci smuove un po' dal nostro egoismo, non si va da nessuna parte, e veramente il rapporto con gli altri, in famiglia e fuori di essa, certe convivenze un po' obbligate come possono essere, per esempio quelle chi si hanno negli ambienti di lavoro (in cui non si sceglie con cui stare o lavorare) possono diventare infernali o, quanto meno, purgatoriali, se non si va oltre il proprio "particulare", per dirla con Guicciardini.
 
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