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quanto siamo fragili...

daria

Master Florello
nel nostro includevo anche le persone "nostre", e sono tutte quelle persone capaci di "vederci" e che siamo pronti a "vedere"
e riempiono i vuoti di piccolissime cose e piccolissime parole, certo se le si ascolta.........

Ho colto Paola, sono quasi certa di aver colto :) guai a trascurare quei preziosissimi "tasselli" :)

Pao scrivi di giorno, non a notte fonda, così capisco meglio

:lol::lol::lol: e magari non dopo una cena eterna preceduta da un mojito assassino prima degli stuzzichini che non arrivavano mai.....oggi scrivo meglio :fischio:

l'ho cancellato perchè sono buona ma avevo scritto possibilmente sobria

...
...
...
Ma, allora, io, che ***** ho capito? :fifone2: :D:lol:
va beh! non ditemelo, faccio da sola
 

Sevi

Fiorin Florello
Ma qualcuno si ricorda come si sta male nell'adolescenza? Credo di sì, almeno spero.
Io non ci tornerei neppure per tutto l'oro del mondo.

20 anni...20 anni non sono niente, 20 anni fa...e pure 30 (fa spavento ma dagli anni '80 ad oggi son già quasi 30) sentivo le stesse identiche cose.
Non càpitano e non capitavano ogni giorno, ma nelle mie orecchie ancora risuonano le voci degli adulti, e del giornalista al tg che dava notizie simili.
E risento forte e chiaro i commenti, i programmi in cui se ne parlava, in cui si dicevano le stesse identiche cose che leggo e sento ora.
Le parole degli adulti per strada...o nei loro ritrovi abituali, i medesimi problemi, commenti, notizie etc :(

Spesso, a quell'età, può capitare di pensare a risolvere le cose nel peggior modo possibile.
Qualcuno riesce a trovare, dentro di sé, quello sprazzo essenziale che è rivolto alla vita e sa, nel profondo, di non volerla perdere...o forse, più semplicemente, ha soltanto paura di morire e questa paura è appena più forte del suo contrario e allora si autoconvince che vale la pena di stare al mondo.
Trova quei piccoli tasselli e qualche piccolo sfogo al proprio dolore.
Forse "crede" e teme il Giudizio (ben venga la fede per chi ce l'ha)...magari invece gli è rimasto un briciolo di intelligenza, di razionalità più che altro...che lo fa tornare sui suoi passi.
O forse, invece, è soltanto fortuna, destino? Non lo so.

Ma di fatti come questi, da adolescente e poi da adulta, ne ho sentiti sempre...e sono davvero troppi. Se una persona è molto sensibile, ma così tanto da non sapere cosa ci sta fare al mondo, ed ogni giorno che passa si sente sempre più inadeguata...e impotente...e alla perenne ricerca di qualcosa d'inspiegabile che non trova perché neppure lei sa cosa sia...e le si apre dentro un vuoto che scava fino all'inverosimile...e a tutto questo si aggiungono altri tipi di problemi esterni che appaiono insormontabili (e a volte lo sono veramente) allora è davvero dura uscirne, anche per chi quei minuscoli tasselli li ha sempre avuti e non li ha mai persi di vista.

A volte ciò che salva è la volontà di capire se stessi, analizzandosi fino allo sfinimento.
Ma non tutti ne hanno la voglia o anche l'orgoglio, perché no?
 
Ultima modifica:

antonio.bafunno

Aspirante Giardinauta
A volte ciò che salva è la volontà di capire se stessi, analizzandosi fino allo sfinimento.
Ma non tutti ne hanno la voglia o anche l'orgoglio, perché no?

perchè analizzare se stessi è la cosa più difficile al mondo, ci vuole coraggio, nessuno è perfetto e inconsciamente lo sappiamo tutti, e ci spavendiamo di noi stessi. E' vero che molti finiscono col nascondersi dietro il dito delle proprie paure che nascono dal nostro vissuto, se sono tante però da soli non ce la si fa ne a vederle davvero tantomeno ad affrontarle, abbiamo bisogno di una mano, il problema che spesso neppure sappiamo di aver paura, la nostra mente sa giocarci brutti scherzi a volte...
Solo nel momento in cui capiamo di avere un problema che entra in gioco la volontà, se sai di averlo o lo affronti o non lo fai, ma non puoi più fingere, almeno a te stesso...
 

rootfellas

Florello
perchè analizzare se stessi è la cosa più difficile al mondo, ci vuole coraggio, nessuno è perfetto e inconsciamente lo sappiamo tutti, e ci spavendiamo di noi stessi. E' vero che molti finiscono col nascondersi dietro il dito delle proprie paure che nascono dal nostro vissuto, se sono tante però da soli non ce la si fa ne a vederle davvero tantomeno ad affrontarle, abbiamo bisogno di una mano, il problema che spesso neppure sappiamo di aver paura, la nostra mente sa giocarci brutti scherzi a volte...
Solo nel momento in cui capiamo di avere un problema che entra in gioco la volontà, se sai di averlo o lo affronti o non lo fai, ma non puoi più fingere, almeno a te stesso...

c'è anche il problema che analizzare se stessi, quasi mai è una cosa proficua, in quanto mancano gli stumenti e manca la necessaria lucidità.
 
A

Andrè

Guest
c'è anche il problema che analizzare se stessi, quasi mai è una cosa proficua, in quanto mancano gli stumenti e manca la necessaria lucidità.

quoto antonio e root. A volte certe prese di coscienza sono obbligatorie, urgenti,ma non si ha la forza, fisica e mentale di ottenerle... a 15 anni, peraltro, non si hanno gli strumenti, gli opportuni "schemi" mentali che noi "grandi" abbiamo ottenuto con l'esperienza diretta o meno, e che ci imponiamo di seguire per non deragliare... che ne so, non pensare sempre alla stessa cosa o problema imparanoiandosi cercando rifugio nelle cose che ci piace fare e nei veri amici, oppure magari meditando o facendo esercizi di training autogeno... sforzarsi di cambiare abitudini... io che sono un emotivo trovo grande conforto in ognuna di queste cose, e anche nei momenti peggiori, e davvero ne ho avuti e me ne sono creati di terribili, ho sempre conservato una "lucina" per orientarmi...
 

daria

Master Florello
E cosa dite quando il suicido è una scelta razionale? Voglio dire, programmata, studiata nei particolari e non dettata da una spinta emotiva, o comunque non dall'impulso dell'attimo. Non due righe scritte in fretta, ma una stanza d'albergo prenotata da giorni, un'assortita scorta di medicinali, il depistamento verso il mondo fuori, in modo che tutto possa avvenire senza intoppi.
Ed è così che è andata, qualcuno ha avuto "spiegazioni" altri no,a tutti non è rimasto altro che- almeno per come la vedo io- il rispetto verso il gesto.
 

antonio.bafunno

Aspirante Giardinauta
credo che gli emotivi o in generale le persone che vivono molto intensamente ogni cosa non siano riconducibili ad un unico comportamento. Ognuno di noi è profondamente diverso dagli altri, c'è che reagisce d'impulso e chi invece programma, fa parte degli schemi mentali che ciascuno si crea inconsciamente per difendersi. Ti assicuro che esistono persone che sono sensibili ogni oltre limite ma che trovano rifugio appunto nella razionalità. Alla fine non importa se il gesto è fatto d'impulso o programmato, quello che conta che una persona ha scelto di morire prima del tempo, ha scelto che quello che la vita poteva riservargli in futuro non gli interessava più, aveva insomma perso ogni speranza di felicità, non si può giudicare una scelta del genere solo rispettarla.
 

Sevi

Fiorin Florello
Non concordo sull'analisi, non sempre almeno, per motivi miei che non mi va di dire ora :ros:
Ogni persona è un caso a sé...per fortuna pure.

Cmq...tu dici Antonio...che va rispettata?
Io mi c'incavolo invece! Mi c'inka**o da morire nel vedere che qualcuno si butta via così!
 
A

Andrè

Guest
E cosa dite quando il suicido è una scelta razionale? Voglio dire, programmata, studiata nei particolari e non dettata da una spinta emotiva, o comunque non dall'impulso dell'attimo.

rispetto, lo hai detto. Io penso sempre ai "seppuku" o "Harakiri" dei samurai giapponesi.
 

antonio.bafunno

Aspirante Giardinauta
Non concordo sull'analisi, non sempre almeno, per motivi miei che non mi va di dire ora :ros:
Ogni persona è un caso a sé...per fortuna pure.

esattamente quello che dicevo io ogni caso è unico

Cmq...tu dici Antonio...che va rispettata?
Io mi c'incavolo invece! Mi c'inka**o da morire nel vedere che qualcuno si butta via così!
io provo dispiacere, la rabbia la riservo a ciò che ha spinto questa persona a un gesto simile, purtroppo non è riconducibile a una cosa sola ma milioni intricate tra loro, sicuramente rabbia la provo verso l'indifferenza, il cinismo, l'opportunismo e se devo fare l'elenco dei mali che affliggono l'umanità al giorno d'oggi facciamo nottata. La provo verso chi ti dice che sei "troppo buono", chi ti fa sentire sbagliato solo perchè sei di animo gentile, se di animi gentili fosse pieno il mondo tante brutture non esisterebbero. Chi si arrende ritiene di aver perso la guerra con il mondo che lo circonda, io rendo onore ha questi vinti, perchè hanno dato tutto se stessi per una causa giusta, ma non avevano più forza per combattere.
 

Sevi

Fiorin Florello
Esco da questo topic, non dovevo neanche entrarci.

Scusa se non rispondo...alla prossima :)
 

>axel<

Giardinauta Senior
io provo dispiacere, la rabbia la riservo a ciò che ha spinto questa persona a un gesto simile, purtroppo non è riconducibile a una cosa sola ma milioni intricate tra loro, sicuramente rabbia la provo verso l'indifferenza, il cinismo, l'opportunismo e se devo fare l'elenco dei mali che affliggono l'umanità al giorno d'oggi facciamo nottata. La provo verso chi ti dice che sei "troppo buono", chi ti fa sentire sbagliato solo perchè sei di animo gentile, se di animi gentili fosse pieno il mondo tante brutture non esisterebbero. Chi si arrende ritiene di aver perso la guerra con il mondo che lo circonda, io rendo onore ha questi vinti, perchè hanno dato tutto se stessi per una causa giusta, ma non avevano più forza per combattere.

Quoto. Sono enormemente dispiaciuto per questi casi, soprattutto se si tratta di un ragazzo di 15 anni, perchè queste persone non dovrebbero MAI arrivare a questo punto, dovrebbero essere aiutate prima.
Tuttavia, penso che ognuno sia libero di fare assolutamente ciò che vuole della propria vita. Anche di porre fine ad essa.
 

paolaas

Guru Giardinauta
Chi si arrende ritiene di aver perso la guerra con il mondo che lo circonda, io rendo onore ha questi vinti, perchè hanno dato tutto se stessi per una causa giusta, ma non avevano più forza per combattere.

Questa frase mi ha fatto pensare...

No, non concordo... Nel senso che credo che alcuni non abbiano nemmeno provato a combattere....

E cosa intendi per "una causa giusta"?

Io, come ha già detto qualcuno, provo dispiacere soprattutto perché forse, se aiutate nel modo giusto a superare questo periodo difficile, avrebbero potuto diventare persone più forti. Mi dispiace per i genitori che non si daranno mai pace per non essere stati in grado di aiutare il proprio figlio...
 
A

Andrè

Guest
Quoto. Sono enormemente dispiaciuto per questi casi, soprattutto se si tratta di un ragazzo di 15 anni, perchè queste persone non dovrebbero MAI arrivare a questo punto, dovrebbero essere aiutate prima.
Tuttavia, penso che ognuno sia libero di fare assolutamente ciò che vuole della propria vita. Anche di porre fine ad essa.

Questa frase mi ha fatto pensare...

No, non concordo... Nel senso che credo che alcuni non abbiano nemmeno provato a combattere....

E cosa intendi per "una causa giusta"?

Io, come ha già detto qualcuno, provo dispiacere soprattutto perché forse, se aiutate nel modo giusto a superare questo periodo difficile, avrebbero potuto diventare persone più forti. Mi dispiace per i genitori che non si daranno mai pace per non essere stati in grado di aiutare il proprio figlio...

vi cito entrambi per sottolineare l'"aiutare". E' difficilissimo, a volte impossibile, quando non ci si vuol fare aiutare: ci si nasconde, si finge che vada tutto bene e intanto, in silenzio, si maturano pensieri e idee malsane. Forzare queste persone è controproducente, accorgersi del loro disagio difficile... talòvolta ci sono problemi che pur volendo non hanno soluzione.
 

rootfellas

Florello
Prende una nota in condotta alla scuola elementare e si impicca a nove anni. Un bambino di Truccazzano, hinterland di Milano, ieri pomeriggio si è tolto la vita stringendosi il collo con un laccio di tela al lampadario della sua cameretta. Sotto choc la cittadina, mentre divampano le polemiche per le punizioni facili. Alla scuola elementare Fratelli Ferradini, in via Dante, i compagni e gli insegnanti sono disperati. Era tutto pronto per la festa di fine anno, invece si ritroveranno al funerale di un bambino.

Il piccolo non ha retto alla vergogna di quel richiamo ufficiale preso a pochi giorni dalla fine della scuola. Tornato a casa, col suo fardello, ha mostrato il libretto scolastico con il richiamo alla mamma. Una sgridata, ma nulla di più. Tutto sembrava essere finito. Ma non era così. Dentro di sé covava rabbia e frustrazione per essere stato ripreso davanti alla classe. Ha aspettato che la madre uscisse di casa per mettere in atto il suo piano: farla finita. Sono attimi drammatici, cerca qualcosa con cui soffocarsi. È questione di istanti, la donna si è allontata di pochi isolati per una rapida commissione. Al suo rientro lo chiama. Ma la vocina del bimbo non risuona per casa. Uno strano presentimento la guida in cameretta. Appena apre la porta, davanti agli occhi le si para la scena che nessun genitore può reggere.
 

Pin

Master Florello
porca di quella tro ia... 9 anni!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


ecco a questo non credo che tutto andasse bene, che fosse eageratamente sensibile, e avesse fardelli troppo grandi.
Una cosa a caso, ma ancora molto sofferta.
Se fosse stato dislessico un rimprovero davanti a tutti sarebbe una causa scatenante.
Siamo sicuri che in famiglia ci sia stata solo un "sgridata".
A nove anni non si ha la cognizione di togliersi la vita.
 

new dawn

Guru Giardinauta
A nove anni non si ha la cognizione di togliersi la vita.


no, infatti. Ma il suicidio è fortemente contagioso, soprattutto negli adolescenti. Basta aver sentito raccontare di un caso simile o averlo sentito in televisione, che l'adolescente, senza pensare che il suo gesto è definitivo, oppresso da una frustrazione insopportabile, fa qualcosa di distruttivo e di punitivo insieme.
Credo che tutto dipenda dal fatto che adesso c'è un modo di educare i ragazzi che premia molto da un lato e che contemporaneamente ha grandi aspettative nei loro riguardi. Questo è quello che rende insopportabili le frustrazioni
 
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