posso disturbarvi dicendo qualcosa di me? è in tema, ovviamente.
io per lavoro leggevo. sì, il mio lavoro consisteva nel... leggere (fortunata, lo so). avete idea di quale velocità di lettura negli anni abbia acquisito? e lettura - sempre per lavoro - forzatamente attenta. eppure, quando leggo un libro per piacere e non per dovere (e questo club mi impegno a considerarlo della prima specie, fosse un onere non mi intrigherebbe minimamente), il mio 'modo' di leggere si modifica, spontaneamente, come se avessi in testa uno switch che scatta da sé. resta, del mio 'stile' lavorativo, l'occhio allenato all'errore. non solo il refuso, anche un semplice spazio mancato o di troppo, un'interlinea sbagliata... minutaglie insomma. se un libro non mi 'prende', ogni pagina ho bisogno di leggerla 2-3 volte, perché arrivo alla fine e sento che dentro non mi è rimasto nulla. mi do tempo fino a pag 60. o si riscatta e proseguo, o resta pollice verso e lo abbandono. anche se mi spiace. sempre. invece se un libro mi coinvolge, affascina o semplicemente interessa lo divoro*, e la cosa che stupisce anche me è che comunque non mi perdo nulla (ho amici/colleghi che p.es. un libro lo leggono 1 pag sì e 3 no, da questo capiscono se piacerà loro; se no lo mollano, se sì lo riprendono e lo leggono con una lentezza estenuante. ma quanto siamo diversi, vero?!). e durante la lettura mi estraneo, potrebbe fermarsi la terra che non me ne accorgo. 'la macchia umana' di philip roth (credo sarà uno dei titoli che porporrò più avanti, se andremo avanti) parlo del libro, il film è un obbrobrio al confronto, me lo ricorderò sempre, perchè racchiude insieme ambedue queste mie, troppo marcate, caratteristiche di lettura. me lo regalò il mio più caro amico, lettore accanito, attento, vivace, intelligente, perchè ne era rimasto entusiasta e voleva condividerlo con me. lo lessi in 4 gg, e solo nello spazio casa-lavoro, in metropolitana. sapete che per 4 gg giunsi in ritardo perchè arrivava la mia fermata e con la testa ero così dentro la storia che la lasciavo passare e poi mi toccava tornare indietro in fretta e furia? sembra incredibile ma è così! e, a fine lettura, il mio amico mi disse 'sai che non avevo indovinato il segreto' (sul quale si regge il racconto); e io, candida 'non c'era da indovinarlo, era scritto' (e gli indicai più o meno anche a che pag era e dove posizionato graficamente). insomma non mi ero persa, nel senso che per quanto veloce la lettura era stata attentissima, nemmeno quelle 2 righe, perchè in 2 sole righe vi si fa un accenno (breve ma chiaro, certo bisogna coglierlo). il mio amico ribatté che gli facevo paura
spero di trovare presto un altro libro intenso così. certo, poi è personale...
scusate, se vi ho annoiato. è che mi sono alzata... 'logorroica' ('grafomane', sebbene più idoneo come termine, non mi piaceva)
:love_4::Saluto:
ps. ma voi, in un libro con personaggi dai nomi propri stranieri, le 'gretchen' e gli (i??) 'sean' li leggete 'pronunciandoli' correttamente nella vs testa? me lo chiedo spesso...
scusate ancora....
*) poi per scelta a volte mi obbligo ad andare piano. un po' per gustarmelo più a lungo, un po' perchè ho paura di non trovare niente di altrettanto buono da leggere subito dopo :hehe: