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Psicologia amatoriale

cetty vr

Florello Senior
Mi permetto di dire che il coinvolgimento emotivo penalizza molto la relazione d'aiuto. La "distanza terapeutica" del terapeuta è fondamentale. Questo vale anche in molte altre situazioni. Se sei molto coinvolto emotivamente è molto difficile che riesci ad essere di aiuto ad una persona. Il conoscere questa ti spinge inconsapevolmente ad avere già un'idea su di lei, quindi magari ci fa sentire in dovere di consigliare, spronare...dare una nostra impronta che magari è lontana dai reali bisogni dall'altro. Nella mia esperienza ormai ventennale con le famiglie di psicotici ho notato come queste si rapportano con un' alta emotività espressa verso il familiare in modo diverso dagli operatori (non parlo solo di psicologi) che essendo appunto distaccati ( che non vuol dire avere meno interesse) hanno maggiore obiettività e reagiscono in modo del tutto diverso . Sicuramente esiste il transfert ma gli operatori sono preparati a gestirlo e controllarlo. Chiedere questo ad un amico , familiare o parente è molto difficile anche se si fanno corsi appositi di aiuto a loro. Un esempio più semplice è ..ma.... vi dico la prima cosa che mi viene in mente...i massaggi...Vi sembra una stupidaggine eppure l'etica di chi fa questo lavoro con professionalità implica che non è auspicabile praticarli ad una persona con la quale siamo coinvolti emotivamente. L'azione terapeutica fallirebbe per l'intimità che c'è tra le parti e il risultato potrebbe essere vanificato. Certo che in caso di problemi al momento se hai in casa un esperto del settore è bene approfittarne..ma se dobbiamo pensare ad un ciclo programmato di cure meglio rivolgersi ad un esperto non del cerchio familiare-amicale. Un bravo terapeuta non ti da la pacca sulla spalla...non si comporta da amico..è un professionista e come tale ascolta ..ti prende per mano e ti aiuta ad affrontare il viaggio dentro di te..ti sostiene senza illusorie minimizzazioni del problema e soprattutto con quel distacco che gli permette di entrare in punta di piedi nella tua vita senza x questo forzarti..perchè sa che sei tu che devi prendere in mano la tua vita e arrivare alle risposte che cerchi...lui..può solo essere al tuo fianco e con i suoi strumenti terapeutici accompagnarti e sostenerti nei passaggi più difficili....
 

Olmo60

Guru Master Florello
Qui nessuno si era arrecato il diritto di essere psicologo (se io vi ho dato questa impressione vi chiedo scusa :)), qui si parla di noi e di quello che, secondo noi, possa aver contribuito a diventare quello che siamo.... Questa conversazione è per conoscersi e farsi conoscere meglio :) basta :D poi, è naturale che tu hai una tua opinione a riguardo, però non avevamo intenzione di fare psicologia :D
orchi, tu quoti me che rispondevo a lilly che mi manda in cura....:LOL::LOL:;) ma sono contenta se, come mi sembra, tu hai capito l'aria che aveva la mia precedente battutina, come aspirante psicologo è un buon inizio:su::V (I love chi capisce al volo)
io vado in base al titolo, per questo ho espresso il mio parere sulla psicologia per come la conosco io: era compreso anche questo nel "confrontarsi" spero....:D chiaro che anche per me ognuno fa quello che vuole. :su:
 

Orchidacaee

Maestro Giardinauta
orchi, tu quoti me che rispondevo a lilly che mi manda in cura....:LOL::LOL:;) ma sono contenta se, come mi sembra, tu hai capito l'aria che aveva la mia precedente battutina, come aspirante psicologo è un buon inizio:su::V (I love chi capisce al volo)
io vado in base al titolo, per questo ho espresso il mio parere sulla psicologia per come la conosco io: era compreso anche questo nel "confrontarsi" spero....:D chiaro che anche per me ognuno fa quello che vuole. :su:
Ma si, le incomprensioni ci sono sempre, tranquilla :) infatti, tra un commento ed un altro ci siamo capiti :) ma si, dopotutto abbiamo il libero arbitrio no? Quindi, chiunque può disporne come desidera, basta che non fa male ad altri :)

E io ora come faccio a saperlo? Magari mi alzo di notte e vado in giro con una ascia in mano e poi me ne dimentico? Vedi l'allegato 344726
Ahahah sempre esagerato ;)!
 

lilly

Giardinauta
O...rieccoti più inca....to e più combattivo di prima.
Meno male, almeno mi hai tranquillizzata. :p.
Ho notato che ce n'è per tutti, quindi il tuo silenzio è stato meditativo. :tupitupi:
Hai messo tanta di quella carne al fuoco, che la risposta richiede tempo e vista l'ora e il sonno che mi acceca, la rimanderò a domani.
Ero passata giusto per dare un'occhiatina ed ho trovato un macello.
Per adesso, download (1).jpg   ZZZZ INNOCENTE.jpg
 

Picantina

Fiorin Florello
logopedisti che altri non sono che psicologi infantili che hanno il titolo di medico e quindi di cura anche farmaceutica :)

Spiacente orchi, ma un logopedista non è medico e non prescrive medicine. La sua laurea triennale è parte del corso di medicina e chirurgia, ma sono due cose molto diverse. Ti copincollo cosa dice il sito dell'università di Milano:

I laureati in Logopedia sono operatori sanitari che svolgono la loro attività nella prevenzione e nel trattamento riabilitativo delle patologie del linguaggio e della comunicazione in età evolutiva, adulta e geriatrica. L’attività dei laureati in Logopedia è volta all'educazione e rieducazione di tutte le patologie che provocano disturbi della voce, della parola, del linguaggio orale e scritto degli handicap comunicativi e delle funzioni deglutitorie. Essi, in riferimento alla diagnosi ed alla prescrizione del medico, nell'ambito delle loro competenze, elaborano, anche in équipe multidisciplinare, il bilancio logopedico volto all'individuazione ed al superamento del bisogno di salute del disabile; praticano autonomamente attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità comunicative e cognitive, utilizzando terapie logopediche di abilitazione e riabilitazione della comunicazione e del linguaggio, verbale e non verbale; propongono l'adozione di ausili, ne addestrano all'uso e ne verificano l'efficacia; svolgono attività di studio, didattica e consulenza professionale nei servizi sanitari ed in quelli dove si richiedono le competenze verificano le rispondenze della metodologia riabilitativa finalizzata al recupero funzionale.
 

garofano

Maestro Giardinauta
Personalmente non amo alla follia gli psicofarmaci,ma servono.Una volta ho seguito una lezione magistrale del prof.Cassano,una dei più noti psichiatri italiani, per capirci quello che ha trattato molto il problema della depressione,quasi si puo' dire che la depressione c'est lui.Lui ci spiego' che gli antidepressivi e gli psicofarmaci in genere hanno i loro effetti collaterali,che possono manifestarsi nei trattamenti a lunga durata;
la bravura dello psichiatra è saper curare,individuare la dose giusta che aiuta senza dare fastidi.La terapia con gli psicofarmaci è come quella per la pressione alta,va personalizzata, specialmente nei casi in cui la malattia si trascina per lungo tempo,cosa che a volte accade:ci sono depressioni che durano anni e magari non guariscono mai completamente.
E' ovvio che una psicoterapia si impone se si parla di depressione reattiva da trauma,ed è comunque un sostegno importante nelle depressioni cosiddette "primarie"ossia di quelle che vengono fuori non si sa perchè (o meglio,di teorie sul come vengano fuori ce ne stanno a iosa),che sono quelle più toste da risolvere e a volte non si risolvono completamente mai.
I farmaci pero' servono sempre e comunque ,perchè, anche se serve un aiuto terapeutico, come fa un povero dio a sostenere una psicoterapia se non è in grado nemmeno di sostenere la fatica di vivere?
Olmo ha ragione sulla necessità dei farmaci nelle sindromi di natura organica,sui mali dell'anima il discorso è diverso,ma se l'anima incide in qualche modo sul corpo, cosa che accade spesso,i farmaci servono comunque.
Bisogna lavorare,per esempio, sulle cause psicologiche dell'ansia,ma fino a che non si risolve la parte interiore,l'ansia va dominata con il farmaco,anche se a dosi scalari man mano che si progredisce.
Uan cosa ci tengo a sottolineare:spesso le persone che si curano con questi farmaci, per depressione,ansia e compagnia cantante,appena stanno meglio decidono di loro iniziativa di sospendere la loro assunzione .Beh,questa cosa NON SI FA MAI,NON SI DEVE FARE MAI,DICO MAI
Il motivo è perchè il farmaco,per la sua costituzione molecolare entra nella chimica del cervello (senno'non potrebbe funzionare),per cui,toglierlo in una botta sola crea uno squilibrio serio,che poi,per riprenderlo ci vuole la mano di Dio.
Questi farmaci si eliminano piano piano,poco alla volta,nel corso di giorni:solo in questo modo non ci sono danni e i migliramenti persistono.
 

Orchidacaee

Maestro Giardinauta
Spiacente orchi, ma un logopedista non è medico e non prescrive medicine. La sua laurea triennale è parte del corso di medicina e chirurgia, ma sono due cose molto diverse. Ti copincollo cosa dice il sito dell'università di Milano:

I laureati in Logopedia sono operatori sanitari che svolgono la loro attività nella prevenzione e nel trattamento riabilitativo delle patologie del linguaggio e della comunicazione in età evolutiva, adulta e geriatrica. L’attività dei laureati in Logopedia è volta all'educazione e rieducazione di tutte le patologie che provocano disturbi della voce, della parola, del linguaggio orale e scritto degli handicap comunicativi e delle funzioni deglutitorie. Essi, in riferimento alla diagnosi ed alla prescrizione del medico, nell'ambito delle loro competenze, elaborano, anche in équipe multidisciplinare, il bilancio logopedico volto all'individuazione ed al superamento del bisogno di salute del disabile; praticano autonomamente attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità comunicative e cognitive, utilizzando terapie logopediche di abilitazione e riabilitazione della comunicazione e del linguaggio, verbale e non verbale; propongono l'adozione di ausili, ne addestrano all'uso e ne verificano l'efficacia; svolgono attività di studio, didattica e consulenza professionale nei servizi sanitari ed in quelli dove si richiedono le competenze verificano le rispondenze della metodologia riabilitativa finalizzata al recupero funzionale.
Hai ragione scusa, mi sono confuso, troppe cose a cui rispondere :ROFLMAO:.... Però comunque sono operatori sanitari e quindi hanno a che fare con la medicina :) io era per fare un esempio più concreto, rispetto ai psicologi che non studiano medicina :)

Hai ragione, garofano, infatti i farmaci sono molto utili per far fronte a determinate patologie psicologiche, in quanto la psiche INFLUISCE sul corpo e per risolvere molti problemi fisici si deve agire sui problemi psicologici.... E, come dici tu, se vengono dati dei farmaci vuol dire che ce ne è bisogno e la persona, senza previa consultazione, non ha il diritto di sospendere la cura, altrimenti tutto il percorso che si è fatto è stato una presa in giro sia per lui che per la persona che lo segue....
 

Orchidacaee

Maestro Giardinauta
Si si, lo so, infatti è un danno soprattutto in quel senso :) non ho voluto ripeterlo dato che lo avevi già detto tu ;) i farmaci sono degli aiuti importanti che creano anche dipendenza (non proprio come droghe e nicotina, tu lo sai :)) e come tutte le dipendenze interromperle all'improvviso non è mai un bene.... Il corpo che si sera abituato a quel tipo di farmaco ne risente, infatti l'interruzione della terapia deve essere graduale, come hai detto tu :)
 

lilly

Giardinauta
Spiacente orchi, ma un logopedista non è medico e non prescrive medicine. La sua laurea triennale è parte del corso di medicina e chirurgia, ma sono due cose molto diverse. Ti copincollo cosa dice il sito dell'università di Milano:

I laureati in Logopedia sono operatori sanitari che svolgono la loro attività nella prevenzione e nel trattamento riabilitativo delle patologie del linguaggio e della comunicazione in età evolutiva, adulta e geriatrica. L’attività dei laureati in Logopedia è volta all'educazione e rieducazione di tutte le patologie che provocano disturbi della voce, della parola, del linguaggio orale e scritto degli handicap comunicativi e delle funzioni deglutitorie. Essi, in riferimento alla diagnosi ed alla prescrizione del medico, nell'ambito delle loro competenze, elaborano, anche in équipe multidisciplinare, il bilancio logopedico volto all'individuazione ed al superamento del bisogno di salute del disabile; praticano autonomamente attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità comunicative e cognitive, utilizzando terapie logopediche di abilitazione e riabilitazione della comunicazione e del linguaggio, verbale e non verbale; propongono l'adozione di ausili, ne addestrano all'uso e ne verificano l'efficacia; svolgono attività di studio, didattica e consulenza professionale nei servizi sanitari ed in quelli dove si richiedono le competenze verificano le rispondenze della metodologia riabilitativa finalizzata al recupero funzionale.


Questa, per es., era una delle risposte che volevo darti. Ma PIca, sempre lungimirante, mi ha preceduta. :su: :ciao:
 

lilly

Giardinauta
@cetty
@garofano

cc
Concordo assolutamente con entrambe per quanto detto.
Però, rivolgendomi a Cetty, vorrei raccontare la mia esperienza.
Giustissimo ciò che dici che bisogna rivolgersi al distacco professionale, ma io (e non lo dico assolutamente per vantarmi. è una cosa che non mi appartiene. Ma purtroppo se voglio esprimere il mio pensiero, devo.). ho dato una grossa mano d'aiuto a persone che conosco, perché se pur coinvolta, non so perché, per mia natura riesco ad essere distaccata ed obbiettiva.
Tu mi dirai, è impossibile, ma posso assicurarti che molti amici, fin da quando ero ragazzina (uomini e donne, indistintamente) si confidavano con me. Ripeto, non sono in grado di spiegarlo, ma riponevano piena fiducia in me ed io, ascoltando attentamente e in modo apparentemente, del tutto casuale, li portavo a sputare il rospo autonomamente. La conseguenza di ciò è stata puntualmente: uno strabuzzamento degli occhi, la meraviglia per aver compreso quale era il problema e quindi l'accettazione dei miei consigli, che mai hanno fatto male a qualcuno, ma al contrario hanno loro offerto dei benefici.

Alla spezia odorosa, voglio fare da eco: gestire le dosi in maniera intelligente è un conto, ma MAI, come tutti questi tipi di farmaci, cessarli da un giorno all'altro.
Credo che nessuno ami assumerne, ma a mali estremi, estremi rimedi. Quando le situazioni contingenti, ti stritolano e ti privano di quello che hai, senza che tu ne abbia colpa alcuna (dopo l'ennesima batosta, naturalmente), raggiungendo quella famosa goccia,il tuo organismo e la tua mente crollano.
Sono entrambi sfiniti nella lotta contro le avversità e le insidie che si nascondono dietro ogni angolo della vita e, alla fine cedono, rifugiandosi dietro il rifiuto della lotta sterile, che non dipende da te, ma ti è stata imposta da circostanze esterne.
Non vuoi più pensare alla causa che tanto dolore ti provoca, vuoi allontanartene il più possibile, ti annienti per non straziare più anima e cervello, altrimenti rischi, magari esasperando quanto su elencato, purtroppo, di compiere gesti estremi. E in quei casi, pur consapevoli dei problemi che affliggono, si è costretti, volenti o nolenti, ad assumere farmaci.
 

lilly

Giardinauta
Forse mi sbaglio, ma credo che stiamo tutti facendo, perdonatemi, una sorta di storia della psicologia. Che ben venga per carità!
E a tal proposito, vorrei chiedere, a chi è più competente: sbaglio, ma seppure Freud sia stato l'antesignano della psicologia, nel tempo sia stato ritenuto superato per certi versi e sostituito da altri studiosi?
Comunque, sono tornata su quei banchi che mi hanno ospitata a San Lorenzo alla facoltà di Psicologia. Che enorme rimpianto!!! :oops:
Ovviamente, non volendosi smascherare o semplicemente esporre i propri disagi, la discussione è slittata da un'altra parte.
Interessante comunque.
 

cetty vr

Florello Senior
io non dico che l'amicizia non faccia gran bene...anzi..io .parlavo di setting....una cosa diversa..dove c'è un problema che ha radici molto profonde nel nostro io questo va affrontato in un luogo e in un tempo ben definiti e le modalità sono concordate preventivamente . Non metto in dubbio la capacità di persone molto sensibili e intuitive a comprendere l'altro..e come già detto lo ritengo molto importante se c'è...Va però considerato che il valore della terapia sta anche nel tempo e nello spazio dato alla persona, può esserci anche una crisi personale che va gestita da chi ha gli strumenti per farlo. I danni possono essere altrimenti seri. Con questo ripeto che non ho nulla in contrario a dare una spalla se ce lo sentiamo..certamente è un aiuto...
Ti dirò che prima di laurearmi ascoltavo molto anche io gli amici ..mi prodigavo a volte aiutandomi con le tecniche ( allora poche) che conoscevo. Quando mi sono specializzata e ho fatto la mia analisi personale, a volte parlavo di questo e l'analista mi diceva: vedi tu sei li disponibile ,quando ti cercano ci sei....stai aiutando ma non stai facendo terapia...se la situazione ti sfugge di mano poi...è un problema!!!
Dico questo ma vedo che sei abbastanza preparata x capirlo da te...e non trovo nulla da eccepire ma va distinta la terapia psicoterapica dal supporto emotivo e sostegno all'altro. In molti casi basta anche solo questo....funziona...ma dove il problema è molto profondo...bè...è una bella responsabilità!! L'importante è essere consapevoli che quando una persona ti cerca x un problema , x confidarsi... si "consegna" a te, si fida.. in quel momento si crea una sintonia e una empatia molto importante, due anime si incontrano...ed è un momento bellissimo dove a ricevere non è solo l'altro....e questo che sia psicoterapia o relazione d'aiuto semplice.
 

Pin

Master Florello
Nel post in cui parlavo di un buon ascoltatore non ho parlato di parenti o amici molto vicini, perché sono i primi a dire 'non ti manca niente' perché fai così.
Dare consigli si, il nome di un medico, vedi terapeuta.
Anche nella mia strada mi è capitato di ascoltare e di rendermi utile, per me è stato arricchimento perché quello ascoltato mi ha smosso la polvere da alcuni cassetti chiusi e dimenticati.
Saper ascoltare non è facilissimo.
Sempre nel mio post dicevo che quando qualcuno riesce a parlarne ne prende consapevolezza e forse è il momento in cui si da la spinta per dire ok mi faccio aiutare.
Mai passato per la testa di essere in grado di risolvere
 

cetty vr

Florello Senior
Ad oggi non esercito come psicologa cioè coordino una comunità di ragazzi con problemi psichici e i colloqui non con tutti sono facili x l'inaccessibilità della persona per cui ecco la dimensione dell'ascolto....il restare in silenzio anche per mezz'ora e ascoltare cosa muove dentro di me quella persona, che sentimenti provo verso di lui.... Ho imparato ad ascoltare prima me stessa e non è cosa semplicissima ...rimandare all'altro anche nel silenzio o in misurate affermazioni un sentimento positivo o anche no. L'importante è essere sinceri perchè l'altro lo percepisce. L'aiuto arriva dal sentirsi accettato com'è, nel percepire che non respingi il suo modo di essere...che anche la collera , gli impulsi distruttivi vanno accettati e capiti anche se vanno canalizzati in altro modo.
Questo vale in qualsiasi relazione di aiuto. Ogni giorno che arrivo in comunità mi chiedo: come sarà oggi G?? E B. sarà ancora arrabbiato??? Ogni giorno è una pagina nuova che si apre che so già sarà scritta da cose belle, bei sentimenti errori, paure...tante incertezze!!!!
PS : è bellissimo condividere con voi questo.....non mi capita sempre...grazie!!!
 

lilly

Giardinauta
@cetty
D'accordissimo con te, naturalmente.
Un piano terapeutico va studiato ed organizzato in maniera strutturata e graduale, conducendo per mano, avendo cura di rispettare tempi e spazi, della persona che ti sta di fronte.
Quando io, suggerisco un'eventuale soluzione al problema, non la tiro fuori dal cilindro con la disinvoltura di un mago, e questo sono sicura che tu lo abbia compreso appieno. Ma esprimo il mio pensiero, dopo avere ascoltato a lungo e molto attentamente quello che mi si dice, senza mai forzare la mano, secondo me non esiste errore peggiore, facendo di tanto in tanto domandine elementari che appaiono all'altro senza senso, ma che per me, ovviamente ce l'hanno, e, solamente quando capisco che è arrivato il momento, intervengo esprimendo il mio sentire
 

Spulky

Moderatrice Sezz. Orchidee e Giardini d'Acqua
Membro dello Staff
io ho visto dei gran danni.. oppure fallimenti totali.... non so (post cure psicologiche/psichiatriche, presso l'asl di zona)

di fatto un caso è finito com'è finito (suicidio) dopo anni di cure e ricoveri
e l'altro a mio avviso ha causato un peggioramento nella persona, senza cogliere la fonte del problema....

ragion per cui, forse a causa di questo, vedo troppa arroganza (io so chi tu sei.. io dico tu fai) in chi lavora con la mente altrui.. e pochi risultati
.. e troppi farmaci.. con pochissime parole

diffido profondamente di chi finge di giocare con la personalità altrui e poi quando gli si risponde a tono se la prende..... (ergo.. incapacità di reggere anche il minimo confronto in un contraddittorio sia pur giocoso..)
chissà perché.. succede sempre così con chi si vende bene, "son tutti bravi e belli se... mi danno ragione" :sneaky:

:ciao:
 
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