Ho letto il post di Ginestra del 4/7.E' vero,sono tantissime le donne che non denunciano le violenze.E lo capisco,lo capisco invece,e vi spiego perchè.
A suo tempo ho avuto, e ho,una paziente (diventata poi cara amica)che ha subito violenza fisica e psicologica da suo marito PER ANNI.Ho vissuto con lei il suo travaglio,che ho conosciuto a poco a poco,nel corso degli anni.
Per cominciare, c'è da dire che già il riconoscere di subire violenza non è cosa così facile come sembra.
Ad un violentatore corrisponde spesso una vittima,nel senso che,come c'è un identikit del carnefice c'è un identikit della vittima perfetta:la donna vittimizzata spesso ha fragilità psicologiche dovute ad educazione familiare,difficoltà varie intervenute nella vita pregressa,su cui il carnefice ha buon gioco,consapevolmente o inconsapevolmente.
Queste fragilità vanno assolutamente riconosciute e curate,se ci si vuole salvare e tutelare dal ripetere scelte errate. Spesso,spessissimo, purtroppo, le donne non sanno tutto questo, non si conoscono dentro,e anche questo fa si che stiano al carnefice come l'agnello al lupo.
Ho vissuto per esperienza quasi diretta questa problematica perchè ho avuto una paziente che ha vissuto questa tragedia.
Innanzi tutto è difficile anche alla stessa donna comprendere che quella che subisce è vera ingiusta violenza,perchè, prima di passare alla violenza fisica, spesso il carnefice comincia con l'agire violenza psicologica, altrettanto grave se non di più di quella fisica, ma che non viene riconosciuta come tale perchè non lascia segni fisici.
Le donne si colpevolizzano, si sentono causa del comportamento nefasto del marito,e fanno di tutto per modificarsi secondo quello che lui impone loro.Quando si arriva poi, in crescendo, alla violenza fisica,ormai siamo andati troppo avanti.
Ci si arriva perchè il carnefice acquista sempre più forza,nella misura in cui la vittima glielo permette,seppure inconsapevolmente .
Dopo un certo tempo la vittima capisce che è violenza,ma,ahimè,scatta un senso di colpa e di vergogna,strano ma è così, per cui si nasconde a se' stessa e agli altri,scusando il carnefice,coprendosi di fondotinta,dicendo "sono caduta dalle scale",e altre simili,pietose cose.
La vergogna viene perchè non si accetta,non accetta il fatto di avere sposato la persona sbagliata, la vittima dubita di se' stessa, perde fiducia e si autosvaluta, e pensa ancora di esserselo in qualche modo meritato.
Paradossalmente il giudizio degli altri che sono a conoscenza della situazione aggiunge male al male: gli altri non capiscono perchè la vittima non reagisca, addirittura arrivano a pensare che la situazione le piaccia,e questo aggrava ancora di più la condizione della vittima, perchè si sente sempre più sola,incompresa, ed è sempre più isolata.
La mia paziente mi disse che il suo capoufficio,avendo capito cosa lei stesse vivendo,le disse apertamente che era una perversa sessuale dedita al masochismo.
Già in questa fase tante donne subiscono in silenzio,proprio per questa solitudine,perchè non hanno comprensione e sostegno per uscirne.
arrivano a sentirsi riprovevoli socialmente.
Se poi,in qualche modo reagiscono,scappano e decidono di denunciare,il problema viene dalla Legge.
Adesso,da un po' di tempo,le Forze dell'Ordine sono sensibilizzate e preparate,ma prima non era così,e fare certe denunce era un problema .
Fare una denuncia significa ricordare fatti,frasi,ricordare dolore e paura che sono ancora vive sulla pelle e nella psiche,e fanno male.E' un peso che,se non adeguatamente supportato,è difficile da tollerare.
Altra cosa,a volte le denunce sono fatte direttamente dalla persona a botta calda,senza valido aiuto:questo ha un peso per l'iter successivo,quello giuridico,perchè la denuncia è una prova, le prove vanno presentate adeguatamente,lucidamente,e la lucidità in quei momenti non è sempre presente.
L'iter giudiziario è poi pesantissimo, perchè la vittima viene interrogata minuziosamente,dai giudici perchè devono accertare la verità,dall'avvocato difensore del carnefice perchè deve salvare la ghirba,per così dire ,del suo cliente,e ci vanno giu' duri,per così dire.
La poveretta è costretta a ricordare gesti,frasi,atti,emozioni,rivive il suo dolore un'altra volta:e vi pare facile?
Molte donne,anche per questo non denunciano.
La cosa è ancora peggio se la vittima ha subito violenza sessuale dal marito.E' vero,non è facile provare la verità dei fatti,anche perchè le violenze non vengono fatte davanti a tutti.A volte ci sono avvocati che poco manca che tirino fuori la "vis grata puellae" (sarebbe letteralmente "violenza gradita alla fanciulla") .
In quest'ultimo caso puo' accadere che il carnefice venga assolto perchè "il fatto non sussiste"che sarebbe la vecchia assoluzione per insufficienza di prove,e la vittima è,per così dire "cornuta e mazziata".
Conosco bene tutto questo perchè ho fatto un lavoro di sostegno per questa persona, e, credetemi, è stata una cosa durissima.
Mi sono caldamente augurata di non trovarmici mai