Devo fare una precisazione: queste piante, appena deflascate, sono in realtà il risultato di un inquinamento della beuta che le ospitava: le sorelle verranno invece lasciate crescere in sterilità finchè raggiungeranno una dimensione di almeno 6-7 cm.
Per quanto riguarda le piantine che sembrano ammassi di protocormi in realtà, ed in varie prove che ho visto (e fatto), risultano da un unico seme: in pratica il protocormo prolifera e determina diversi punti di accrescimento.
Il fenomeno mi pare presente in un po' tutti i mezzi di coltura osservati (artigianali o "codificati"), anche se oggettivamente in alcuni mezzi appare significamente più presente.
Probabilmente le singole linee di crescita si possono staccare quando ogni parte va a formare un proprio apparato radicale; di certo nelle monopodiali questo fatto è importante per conservare la tipica forma di crescita, mentre nelle simpodiali si possono anche lasciare unite le varie vegetazioni, ottenendo l'effetto di una pianta con più linee di vegetazione fin da piccola.
Per quanto riguarda le piantine tolte e messe nello sfagno, leggere nebulizzazioni con concime a bassissima concentrazione sono ben accette... a patto di considerare che le concimazioni tendono a rendere più breve la durata dello sfagno (vivo, ma anche reidratato), ragion per cui esso andrà cambiato con una certa frequenza (diciamo ogni 3 mesi circa).
Le piante in sfagno, poi, vanno sorvegliate con regolarità, in quanto possono essere attaccate da funghi fulminanti che al limite anche in soli 2 giorni le possono sterminare totalmente; contro questi patogeni risulta piuttosto efficace la tecnica di arieggiare il barattolo con regolarità, in modo da otenere piante più robuste e un ambiente meno favorevole ai funghi.