Cochy, il tuo rilievo sulla velocità di reazione in relazione alla superficie di contatto delle particelle non fa una grinza.
Tieni conto comunque che gli acidi che si formano dalla decomposizione dei substrati organici sono pochi alla volta, che l'acqua che resta nel substrato nel vaso è poca, quindi probabilmente basta pochissimo carbonato per neutralizzarli (o forse per creare un tampone).
Riporto un'osservazione fatta in natura da Phillip Cribb, famosissimo studioso di orchidee, a proposito del pH nei luoghi di ritovamento di alcuni Paphiopedilum cinesi: nella zona in cui si sviluppa l'apparato radicale il pH del "terreno", situato immediatamente sopra la matrice di roccia calcarea (composto in larghisima parte da residui vegetali semidecomposti e in piccola parte da frammenti della roccia calcarea -un ambiente quindi non troppo dissimile a delle ipotetiche condizioni di vaso-) esso varia tra 7,40 e 7,86.
Non so bene come questo dato possa essere interpretato con certezza, nella mia ipotesi ritengo che, probabilmente, la matrice rocciosa abbia poca influenza sul pH del terreno sovrastante e che sia probabilmente solo lo sfatticcio mischiato ai residui vegetali a mantenere quei valori di pH.
Quindi, in considerazione del fatto che alle temperature mediamente elevate tipiche di quei posti e delle caratteristiche dei materiali vegetali (foglie, steli d'erba e rametti) che nel complesso indubbiamente hanno una velocità di decomposizione più alta (producendo quindi più acidi a parità di tempo) rispetto al bark sembrerebbe bastare relativamente poca roccia calcarea per mantenere il pH su quei valori... Voi che ne dite?
Scusate tutti l'esposizione molto articolata, non sapevo come farla meglio...