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nitrato di calcio quando e quanto?

marealto

Moderatore Sez. Orchidee
Membro dello Staff
vedi erbazzone, io non è che non mi fidi dei tuoi amici, ma c'è un ma,
io credo che ci sia bisogno di competenze specifiche in questo campo, che nello specifico il nostro Ronin ha, dico questo nonostante io usi il nitrato di calcio e Ronin sostiene che quel calcio non serve a nulla!!! (poi ti spiego perchè lo uso lo stesso)

Dicevo c'è bisogno di conoscenze specifiche, qualche mese fa è passato da qui un signore (pare un chimico, fisico o che ne so quale dottorato avesse in ogni caso di tipo scientifico) che consigliava uno metodo per far radicare una pianta.
Tutto sarebbe stato corretto se non che quella benedettissima pianta era una phalaenopsis, che purtroppo non si comporta come una talea di rosmarino.
Quindi quello che va bene per il rosmarino non va bene per le phalaenopsis.
Ovviamente sottolineo che quello che sto scrivendo viene fuori dalla mia mente ignorante, anzi ignorantissima quindi potrei aver detto una valanga di fesserie, ma per ora questo è il mio pensiero.

Ora passo a spiegarti perchè nonostante aver letto il post di Ronin (sulla cui esattezza metterei la mano sul fuoco) faccio lo stesso uso del nitrato di calcio.
Dopo averlo usato per più di un anno quindi il ciclo comlpleto le mie piante lo hanno fatto, sono rimasto soddisfatto della crescita e delle fioriture. Io utilizzo un concime solo per tutto l'anno con titolo NPK 11-15-29 quindi a basso valore di azoto, motivo per cui se somministro un pochino di azoto in più con il nitrato di calcio non vado certo a sbilanciare la mia concimazione, forse per questo motivo non ho avuto problemi di inibizione della fioritura, ecco perchè continuo comunque ad utilizzarlo.
Spero di aver esposto chiaramente il mio pensiero :D
 

erbazzone

Aspirante Giardinauta
Sìsì. Ognuno fa quel che vuole e si fa i suoi calcoli e credo tu abbia ragione, spero tu non l'abbia presa come cosa personale, io ero solo curioso di sapere di più sulla cosa.
Mi fa piacere scambiare opinioni, si impara sempre. Grazie.

Grazie Emanuela anche a te per il link. Spero solo di non aver "rapito" il thread a Anna Chiara, ma queste cose mi interessano sempre. :)
 

marealto

Moderatore Sez. Orchidee
Membro dello Staff
Sìsì. Ognuno fa quel che vuole e si fa i suoi calcoli e credo tu abbia ragione, spero tu non l'abbia presa come cosa personale, io ero solo curioso di sapere di più sulla cosa.
Mi fa piacere scambiare opinioni, si impara sempre. Grazie.

Ci mancherebbe :D, il forum è bello proprio perchè possiamo scambiare le nostre opinioni e confrontarle con quelle degli altri, altrimenti non avrebbe motivo di esistere :Saluto:
 

Anna Chiara

Giardinauta Senior
Una rivoluzione in poche ore!!! :lol::lol::lol:
No grazie, dai dibattimanti si imparano sempre cose nuove e grazie mille a tutti per aver condiviso i vostri pensieri!!! :D
:hands13:
:Saluto:
 
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Ronin

Esperto di Orchidee
volevo solamente fare qualche considerazione in più oltre a quelle espresse nel post linkato da Emanuela_RM.
1) per quanto ho visto, non è necessario fornire alle orchidee calcio supplementare come nutrizione per le orchidee, in generale nei concimi e nei substrati (anche il bark) ce n'è a sufficienza.
Cito un esempio lampante: un mio carissimo amico, probabilmente uno dei migliori coltivatori italiani di orchidee e non solo, bagna tutte le sue piante (la stragrande maggioranza su zattera) da parecchi anni solamente con acqua piovana o di osmosi (a seconda delle stagioni), fertilizzando solamente con concimi complessi senza aggiunte di calcio, eppure non manifestano alcun problema nutrizionale, segno che nei concimi idrosolubili di calcio ce n'è già abbastanza...;
2) l'uso dell'azoto nitrico è, nelle orchidee, non particolarmente tecnicamente corretto, in quanto è ormai noto che le orchidee (in special modo le epifite, ma non solo) non sono buone utilizzatrici dell'azoto in quella forma... del resto, sugli alberi l'azoto quando c'è ben difficilmente è sotto forma di nitrato.
E' comunque chiaro che, se viene somministrato del nitrato, data la gran quantità di azoto fornita una parte viene assorbita ed anche se, come ho già detto, viene utilizzato in maniera meno efficiente rispetto ad altre forme di azoto (ammoniacale, ureico ecc.) comunque il suo effetto lo fa, ci mancherebbe;
3) una piccola precisazione: il carbonato di calcio è un sale praticamente insolubile in acqua, a differenza del bicarbonato che è il sale responsabile (con l'analogo di magnesio) della durezza carbonatica della maggior parte delle acque di rubinetto italiane.
 

Anna Chiara

Giardinauta Senior
Quindi volendo darlo, visto che mo l'ho comprato, meglio darlo in fase vegetativa per dare una mano?!
E pensare che a me avevano detto essere come la manna dal cielo!!!
Grazie a tutti!!!:eek:k07:
 

Ronin

Esperto di Orchidee
Quindi volendo darlo, visto che mo l'ho comprato, meglio darlo in fase vegetativa per dare una mano?!
si, soprattutto in primavera-inizio estate, da fine luglio io non lo userei più se non su qualche pianta ritardataria (con germogli ancora giovani).
E pensare che a me avevano detto essere come la manna dal cielo!!!
mah... mai trovato un concime o altro che fosse miracoloso... ed è un dato di fatto che tutti i migliori coltivatori amatoriali che conosco non lo usano.

Credo che sia una specie di credenza collettiva: uno lo usa, si trova bene magari (anche, se non soprattutto) per altri motivi ma pensa sia quello, lo dice ad un altro, che a sua volta diffonde la voce... e così diventa un prodotto che fa bene, un po' come il propamocarb, che oramai viene usato (e consigliato) assolutamente a sproposito in almeno il 90% delle circostanze (e sono buono), con protocolli di utilizzo strampalati quando addirittura non ultra esagerati.

Poi, a dirla tutta... se proprio volessi dare uno sprint di azoto io userei l'urea, che:
1) ha molto più azoto a parità di peso, infatti l'urea ne contiene il 46%;
2) se è la componente maggioritaria del'azoto nel 20/20/20 Peters un motivo ci sarà... infatti, da non molto è anche stato dimostrato (un 8-9 mesi fa proprio su questo forum qualcuno ha anche messo un link a proposito, ma vallo a ricordare!) come le orchidee assorbano ed utilizzino benissimo l'azoto ureico;
3) essendo una sostanza organica, per una questione fisico-chimica il rischio di "bruciare" le radici è quasi nullo rispetto all'azoto nitrico.
 
G

Giulio

Guest
Credo che sia una specie di credenza collettiva: uno lo usa, si trova bene magari (anche, se non soprattutto) per altri motivi ma pensa sia quello, lo dice ad un altro, che a sua volta diffonde la voce... e così diventa un prodotto che fa bene,

Allora bisognerebbe spiegarlo anche alla Floricultura(TM) che è solo una diceria :)
http://www.floricultura.nl/page.asp?id=143854&pid=1621&mid=1629

ed è un dato di fatto che tutti i migliori coltivatori amatoriali che conosco non lo usano.

E' un'altro dato di fatto che praticamente tutti i coltivatori professionisti (e per professionisti intendo quelli con serre da un ettaro in su) invece lo usano :)

Scherzi a parte, tu sai cosa significa il fatto che venga consigliato dal signor Ugo Floricultura, loro non stanno a perder tempo (e soldi) con le leggende urbane.

Che le fertilizzazioni siano l'ultimo dei parametri di cui preoccuparsi è un altro paio di maniche, ma che il nitrato di calcio, specie se si usa acqua molto pura, sia utile è cosa certa.

Che poi l'apporto di calcio dia risultati visibili da un'anno all'altro in collezioni amatoriali è un'altro paio di maniche.
Il tutto viene rimescolato con gli altri fattori di coltivazione, per cui l'apporto del singolo elemento o anche dell'intero ciclo di fertilizzazioni si diluisce sulla bontà o meno delle altre condizioni.

ciao

Giulio
 

erbazzone

Aspirante Giardinauta
Sì, Giulio (scusa se ti nomino per nome pur non conoscendoti), però credo che l'uso del nitrato di calcio per una ditta che deve produrre ettolitri e ettolitri di acqua da utilizzare sia una cosa un po' diversa.

Io non credo esista una legge unica nelle coltivazioni, anche solo per l'uso di una serra secondo me i parametri di cultura cambiano di molto piuttosto che il balcone di casa; ma di sicuro in campi di utilizzo di una certa dimensione conta altresì pure la economicità del trattamento.

Dimmi se sbaglio.
 
G

Giulio

Guest
però credo che l'uso del nitrato di calcio per una ditta che deve produrre ettolitri e ettolitri di acqua da utilizzare sia una cosa un po' diversa.

Solo in quantità ... anche le coltivazioni industriali utilizzano i 20.20.20 ed i 30.10.10 al pari di qualsiasi amatore ... e per di più anche alle stesse concentrazioni :)
Che ne consumino un quintale al giorno invece di un grammo è solo una questione di scala.

Io non credo esista una legge unica nelle coltivazioni, anche solo per l'uso di una serra secondo me i parametri di cultura cambiano di molto piuttosto che il balcone di casa

Ovvio. Cambiano di casa in casa e di serra in serra. Oltretutto quando metti insieme una phalaenopsis, un paphiopedilum, una cattleya ed un oncidium hai da gestire 4 differenti richieste, non una sola.

; ma di sicuro in campi di utilizzo di una certa dimensione conta altresì pure la economicità del trattamento.

In quei casi conta fare il meglio possibile.

Beh, direi che è un obbiettivo condivisibile, no?

Comunque esula da quello che stavo dicendo.
Ronin argomentava che il nitrato di calcio conta poco o nulla perchè lui ed altri bravi amatori non lo usano.
Invece un'azienda che maneggia svariati milioni di piante all'anno lo considera importante al punto da consigliarne una parte per ogni due parti di 20.20.20

Una cosa da considerare è che i ternari hanno quasi tutti un casino di microelementi, ma sono privi di due macroelementi: guarda caso sono calcio e magnesio. Usando acqua da osmosi o comunque molto pura, secondo me il nitrato in particolare diventa un'aggiunta importante.

Che poi le orchidee crescano e fioriscano anche senza ... ci posso mettere la mano sul fuoco :)
 

erbazzone

Aspirante Giardinauta
Una cosa da considerare è che i ternari hanno quasi tutti un casino di microelementi, ma sono privi di due macroelementi: guarda caso sono calcio e magnesio. Usando acqua da osmosi o comunque molto pura, secondo me il nitrato in particolare diventa un'aggiunta importante.


Sì, infatti il magnesio lo aggiungo col solfato di magnesio, tutto questo ambaradàn nasce dal fatto che invece il calcio non so se serva ed evito di aggiungere altra roba che non conosco o che dovrei studiare come utilizzare (in fondo è un composto chimico con una gran bella X rossa sopra).

Poi è vero come dici tu, a volte le piante stan bene anche a trattarle malissimo.

:D

Quando coltivavo bonsai una regola per me era che i bonsai erano come figli, più gli stavi addosso e più marcivano. ;)
 
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Anna Chiara

Giardinauta Senior
Ciao Giulio,:Saluto:
allora la discussione va allargandosi... :ciglione:
Tu consigli di darlo quanto e quante volte?
Io con le concimazioni opero così, le dilusco tipo mezzo grammo in 2 litri (1/4 della dose consigliata) e lo do 3 bagnature si e una solo acqua.
Come mi regolo col nitrato?
Aumento la densità del concime le alterno con nitrato e bagnatura pura? E sempre concentrato un grammo per litro!!!
In effetti a cosiglirmelo è stato un venditore di orchidee conosciuto!!!
Ben trovato anche qui!!! :eek:k07:
 

Ronin

Esperto di Orchidee
Allora bisognerebbe spiegarlo anche alla Floricultura(TM) che è solo una diceria :)
http://www.floricultura.nl/page.asp?id=143854&pid=1621&mid=1629

E' un'altro dato di fatto che praticamente tutti i coltivatori professionisti (e per professionisti intendo quelli con serre da un ettaro in su) invece lo usano :)

Scherzi a parte, tu sai cosa significa il fatto che venga consigliato dal signor Ugo Floricultura, loro non stanno a perder tempo (e soldi) con le leggende urbane.
mah, sai Giulio: essendoci un pochino in mezzo a queste cose vedo fare, dai floricoltori professionisti, certe cose che a volte lasciano parecchio perplessi... il che non significa che vada messo in dubbio tutto, ovviamente!

Che le fertilizzazioni siano l'ultimo dei parametri di cui preoccuparsi è un altro paio di maniche, ma che il nitrato di calcio, specie se si usa acqua molto pura, sia utile è cosa certa.
su questo hai pienamente ragione, la nutrizione calcica in quelle condizioni diventa un parametro non trascurabile, soprattutto se si mette in relazione il tutto con i tipi di substrati utilizzati nelle coltivazioni industriali, in cui il calcio di base è quasi assente (in sostanza, viene usato solo per calcitare le torbe per elevarne un po' il pH) e, aggiungerei, studiati per far vivere la pianta esattamente fino a quando viene messa in commercio (poi, quel che accade accade), il che è comunque assai differente dal mantenere un paphiopedilum (nello specifico, ma anche le altre piante) in una collezione amatoriale per parecchi anni.

Mi spiego meglio (non certo per te, ma per chi è meno addentro nella questione): nelle coltivazioni industriali si usa il prodotto in grado di dare il miglior risultato (la fioritura, più parametri non secondari come forma e colorazione della vegetazione ecc.) al più basso costo possibile, primario (composto per invasatura) e secondario (facilità e quindi velocità di invasatura, velocità nelle operazioni colturali, minori problemi nella gestione complessiva degli impianti ecc.), il che alla fine corrisponde ad avere una pianta almeno accettabilmente bella al prezzo più basso possibile, nel più breve tempo possibile.
Quel che accade dopo, al floricoltore non interessa particolarmente, perchè non è il suo scopo: il suo è, infatti, vendere il prodotto a buon prezzo, ricavarne un utile (possibilmente elevato, anzi il più elevato possibile) ed avere la serra libera alla svelta per un'altra piantagione.
Che poi l'apporto di calcio dia risultati visibili da un'anno all'altro in collezioni amatoriali è un'altro paio di maniche.
Il tutto viene rimescolato con gli altri fattori di coltivazione, per cui l'apporto del singolo elemento o anche dell'intero ciclo di fertilizzazioni si diluisce sulla bontà o meno delle altre condizioni.
Certo, ma credo sia essenziale precisare il concetto che a me interessava far capire nel precedente messaggio: quando si vedono piante (di paphiopedilum, specifico) avviarsi a diventare esemplari notevoli in 6 anni partendo da piante adulte, ma ancora piccole, utilizzando acqua di osmosi e senza apporti specifici di nitrato di calcio, appare a me più che evidente che quest'ultimo non è condizione indispensabile per portare le piante a quelle condizioni (ed oggettivamente, non credo che anche usandolo sarebbero state ulteriormente aumentate le performances di quelle piante); che comunque, in condizioni "amatoriali", poi il tutto si intersechi con qualche decina di altri fattori per cui sia difficilmente comprensibile qual è il fattore determinante per il buon risultato (che probabilmente non c'è, ma che è il frutto della combinazione di molti) è altrettanto indubbio... per cui, a quel punto, va benissimo pure l'uso del nitrato di calcio.
 
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Ronin

Esperto di Orchidee
Solo in quantità ... anche le coltivazioni industriali utilizzano i 20.20.20 ed i 30.10.10 al pari di qualsiasi amatore ... e per di più anche alle stesse concentrazioni :)
Che ne consumino un quintale al giorno invece di un grammo è solo una questione di scala.
ma siamo davvero sicuri che le cose stiano ancora realmente così?

Voglio dire: se il medio-piccolo produttore floricolo (circa 1 ettaro) italiano (non di orchidee, ma ai fini del ragionamento non importa molto: produrre viole, ciclamini e stelle di natale in larga scala non è diverso che fare orchidee, cambiano solo strutture e tecniche di coltivazione) sta ormai trovando economicamente conveniente adottare impianti di fertirrigazione che dosano i macroelementi (ed i micro) singolarmente mediante iniezione nella linea di irrigazione, il tutto controllato da microprocessori che ridosano i singoli elementi anche in caso di riutilizzo di soluzioni riciclate... credo che nelle decine di ettari di quelle aziende olandesi, pesantemente sovvenzionate dal governo locale (anche per questo sono all'avanguardia), dove da un paio d'anni sono stati messi a punto modelli di macchine in grado di effettuare anche l'invasatura meccanica delle piantine di phal (risparmio mostruoso di manodopera), dove ci sono robot che movimentano i bancali di coltivazione (per non parlare del resto), siano arrivati a dei livelli che neppure ci immaginiamo e che i concimi complessi in polvere siano oramai, da quelle parti, solo un ricordo.

Ronin argomentava che il nitrato di calcio conta poco o nulla perchè lui ed altri bravi amatori non lo usano.
Invece un'azienda che maneggia svariati milioni di piante all'anno lo considera importante al punto da consigliarne una parte per ogni due parti di 20.20.20
Grazie per il bravo coltivatore, non lo sono poi tanto, comunque...
In realtà non dicevo che conta poco o nulla perchè molti bravi coltivatori non lo usano, ma che anche senza nitrato di calcio o acque dure si riescono ad avere piante molto belle a livello amatoriale, e che questo dovrà pur avere una sua logica... evidentemente non è un prodotto "miracoloso" come l'ha definito Anna Chiara!
(La differenza semantica è sottile, ma c'è:), mi scuso se non l'ho messa a sufficienza in evidenza.)

Una cosa da considerare è che i ternari hanno quasi tutti un casino di microelementi, ma sono privi di due macroelementi: guarda caso sono calcio e magnesio. Usando acqua da osmosi o comunque molto pura, secondo me il nitrato in particolare diventa un'aggiunta importante.
Vero, anche se mi pare che in un Peters per acque tenere dei carbonati ce li mettano...
Credo che nei concimi complessi per fertirrigazione l'aggiunta di sali di calcio o magnesio sia un problema per la stabilità delle soluzioni, specialmente se si usano (professionalmente) i sistemi a diluizione di una soluzione madre concentrata.
C'è da tener presente come, comunque, calcio e magnesio siano discretamente presenti nella composizione (intesa come % della sostanza secca) della stragrande maggioranza dei componenti organici dei substrati e vengano resi disponibili in quantità sufficienti dalla decomposizione degli stessi, quindi è per questo che non si notano particolari sintomi di carenza in piante mai trattate con questi due elementi... il che, nuovamente, mi porta a pensare che la loro somministrazione aggiuntiva sia decisamente cautelativa, altrimenti ci sarebbero in commercio anche dei Peters integratori di calcio e magnesio (e magari ci saranno anche, ma non li ho mai sentiti nominare, ne' consigliare...).
Che poi le orchidee crescano e fioriscano anche senza ... ci posso mettere la mano sul fuoco :)
Verissimo!
 
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Anna Chiara

Giardinauta Senior
Ronin non mi stai mettendo in ombra anzi son ben felice di vedere come diventa sempre più interessante la questione!!! :eek:k07:
Sto imparando davvero molte cose e vi ringrazio!!! :D
Del magnesio per esempio non ne ho mai sentito parlare...

Grazie!!!
 
G

Giulio

Guest
su questo hai pienamente ragione, la nutrizione calcica in quelle condizioni diventa un parametro non trascurabile, soprattutto se si mette in relazione il tutto con i tipi di substrati utilizzati nelle coltivazioni industriali, in cui il calcio di base è quasi assente (in sostanza, viene usato solo per calcitare le torbe per elevarne un po' il pH)

non mi far confusione anche tu :)
per elevare il pH si usa il Carbonato di calcio ... che nulla ha a che vedere con un apporto sostanziale di calcio per la pianta e non ha nulla a che vedere con il nitrato (che non modifica il pH).

Certo, ma credo sia essenziale precisare il concetto che a me interessava far capire nel precedente messaggio: quando si vedono piante (di paphiopedilum, specifico) avviarsi a diventare esemplari notevoli in 6 anni partendo da piante adulte, ma ancora piccole, utilizzando acqua di osmosi e senza apporti specifici di nitrato di calcio,

ecco, mi sa proprio che stai facendo confusione :)
I paphiopedilum non hanno alcun maggiore bisogno di "calcio" rispetto a quasiasi altra orchidea, per cui avresti potuto prendere ad esempio una cattleya o una phalaenopsis che sarebbe stata la medesima cosa (anzi, forse direi fertilizzazioni con nitrato di calcio sono più indicate per queste due piuttosto che per i paphio).
Semmai alcuni Paphiopedilum crescono meglio assai in composti a bassa acidità, neutri o addirittura alcalini per cui viene aggiunto il carbonato per correggere il pH.

per il resto nessun miracolo con il nitrato di calcio ... come d'altra parte nessun miracolo con qualsivoglia fertilizzante :)

ciao

Giulio
 

Ronin

Esperto di Orchidee
non mi far confusione anche tu :)
per elevare il pH si usa il Carbonato di calcio ... che nulla ha a che vedere con un apporto sostanziale di calcio per la pianta e non ha nulla a che vedere con il nitrato (che non modifica il pH).
si si... perfettamente d'accordo, non ho usato dei termini chiarissimi e si poteva fraintendere, anche perchè, nello specifico, parlavo di nutrizione calcica in relazione al tipo di substrato (qualcuno la definirebbe roba da "piccolo chimico":lol:).
Per spiegarmi un po' meglio, c'è da tener presente come, nell'elevare il pH della torba col carbonato di calcio, si formino tutta una serie di composti di acidi organici-calcio che fanno sì che questi poi diventi assimilabile: pertanto, per semplificare molto, a più alte percentuali di torba calcitata nel composto, con buona probabilità ci sarà (almeno in una prima fase di coltivazione) una minor probabilità di carenza di calcio; è un discorso un po' complesso, l'ho sintetizzato molto per potermi spiegare...



ecco, mi sa proprio che stai facendo confusione :)
I paphiopedilum non hanno alcun maggiore bisogno di "calcio" rispetto a quasiasi altra orchidea, per cui avresti potuto prendere ad esempio una cattleya o una phalaenopsis che sarebbe stata la medesima cosa (anzi, forse direi fertilizzazioni con nitrato di calcio sono più indicate per queste due piuttosto che per i paphio).
Semmai alcuni Paphiopedilum crescono meglio assai in composti a bassa acidità, neutri o addirittura alcalini per cui viene aggiunto il carbonato per correggere il pH.
Anche qui mi son spiegato molto ma molto male: mi riferivo alla nutrizione con nitrato di calcio su paphiopedilum a cui accennava erbazzone, ma rileggendomi mi son reso conto che facilmente si poteva capire diversamente, anche perchè poi avrei dovuto estendere il concetto e non l'ho fatto e quindi è venuto fuori un minestrone.
In realtà il succo del discorso era che, vedendo piante cresciute (bene) senza apporti di calcio evidenti (paphiopedilum e non), mi è venuto un dubbio molto serio sull'utilità della nutrizione calcica mirata... fatti salvi poi i discorsi sul pH nelle specie di paphio che lo amano neutro o leggermente alcalino, cioè quelle che stanno in suoli di origine calcarea, la cui nutrizione comunque esula da una questione calcio per spostarsi nella questione dell'assorbimento degli elementi nutritivi legata al pH (tutt'altra cosa).
Poi, in effetti gli apporti mirati di nitrati sarebbero, come dici tu, probabilmente maggiormente indicati nelle piante che "mangiano" di più, in quanto crescono più alla svelta e quindi richiedono più azoto... e qui le mie idee sul nitrato mi pare di averle espresse un po' più chiaramente (spero!).
Ciao!
 
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