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Mario Monicelli

Vagabonda

Florello Senior
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Se a novantacinque anni con un male incurabile per porre fine alla propria vita si deve fare la scelta di gettarsi da una finestra di un ospedale, non é da paese civile.alex
Eutanasia. Penso che chiunque decida di porre fine alla sua vita, lo fa in autonomia, spinto da motivi che solo lui sa, al di là del paese "civile". Ci sono tante persone che in questo paese vengono curate dal cancro e da altre malattie potenzialmente mortali, che credono nel combattare contro la malattia e che portano avanti la loro vita fra dolore e sofferenza, ma credendoci, tanto quanto quelli che non ci credono e decidono di andarsene.
 
Chi decide di andarsene ha valutato tutto e bisognerebbe rispettarlo non condannarlo perchè qualcuno o qualcosa che non esite vuol decidere per lui.
Solito discorso di potere,ignoranza e potere vanno insieme a molta gente che crede di capire.
Bisognerebbe ascoltare bene l'intervista di MOnicelli e riflettere.
ciao
vincenzo
 

Green thumb

Moderatore Sezz. Prato / Libri
Membro dello Staff
Eutanasia. Penso che chiunque decida di porre fine alla sua vita, lo fa in autonomia, spinto da motivi che solo lui sa, al di là del paese "civile". Ci sono tante persone che in questo paese vengono curate dal cancro e da altre malattie potenzialmente mortali, che credono nel combattare contro la malattia e che portano avanti la loro vita fra dolore e sofferenza, ma credendoci, tanto quanto quelli che non ci credono e decidono di andarsene.

Credo che Aleda intendesse che se una persona ha come unica soluzione, per fermare la propria vita prima di ridursi ad un vegetale, quella di gettarsi da una finestra il "Paese" ha qualche problema da risolvere...
 
Credo che Aleda intendesse che se una persona ha come unica soluzione, per fermare la propria vita prima di ridursi ad un vegetale, quella di gettarsi da una finestra il "Paese" ha qualche problema da risolvere...

credo di si, ma come fa ad affermare questo??? In Italia va tutto bene, va BENISSIMO! E chi afferma il contrario, mi si consenta, dice solo bugie e menzogne
 

Vagabonda

Florello Senior
ma chi l'ha detto che si diventa vegetali per un cancro? Ci sono persone che fino all'ultimo giorno hanno condotto una vita piena di dignità seppur soffrendo, e persone che sono guarite! Mario ha fatto bene a suicidarsi se non voleva affrontare le cure, se non voleva diventare un caso clinico o per qualunque altro suo motivo, ma non si può generalizzare così, perchè si fa un torto a tutti quelli che nelle cure ci credono o ci sperano.
 
ma chi l'ha detto che si diventa vegetali per un cancro? Ci sono persone che fino all'ultimo giorno hanno condotto una vita piena di dignità seppur soffrendo, e persone che sono guarite! Mario ha fatto bene a suicidarsi se non voleva affrontare le cure, se non voleva diventare un caso clinico o per qualunque altro suo motivo, ma non si può generalizzare così, perchè si fa un torto a tutti quelli che nelle cure ci credono o ci sperano.

Ma credo nessuno l'abbia detto, anche perchè è un'idiozia... quindi hai ragionissima, ma essere malati terminali a 95 anni non credo che provochi raptus di ottimismo nè faccia fare la lista di cose da fare nei prossimi 15 anni... probabilmente provoca (nei Grandi come Monicelli) un ultimo scatto di orgoglio e di dignità che permette di concludere la propria vita coerentemente, dignitosamente e coraggiosamente.
 

Vagabonda

Florello Senior
Credo che Aleda intendesse che se una persona ha come unica soluzione, per fermare la propria vita prima di ridursi ad un vegetale, quella di gettarsi da una finestra il "Paese" ha qualche problema da risolvere...

ecco dove l'ho letto. Sicuramente essere malati di cancro a 95 anni non è un inno alla vita, ma io voglio sperare che a chiunque sia diagnosticato un cancro non pensi come prima o unica soluzione quella di suicidarsi, perchè ripeto, il nostro sarà anche un Paese schifoso per tante cose, ma le cure ci sono, non ovunque al top, ma ci sono, e anche se non ci fossero bisogna lottare fino a quando si può. E le persone che vivono con i malati devono aiutarli, qualunque scelta di vita o non vita vogliano intraprendere.
 
ecco dove l'ho letto. Sicuramente essere malati di cancro a 95 anni non è un inno alla vita, ma io voglio sperare che a chiunque sia diagnosticato un cancro non pensi come prima o unica soluzione quella di suicidarsi, perchè ripeto, il nostro sarà anche un Paese schifoso per tante cose, ma le cure ci sono, non ovunque al top, ma ci sono, e anche se non ci fossero bisogna lottare fino a quando si può. E le persone che vivono con i malati devono aiutarli, qualunque scelta di vita o non vita vogliano intraprendere.

quoto, quoto. E' anche vero -però- che gli ultimi giorni dei malati terminali (ho avuto esperienza di ciò, e per teminale intendo uno che è condannato a morire senza appelli o miracoli in cui non credo) sono una vera tortura ed un insulto contro l'essere umano. Giusto lottare quando si deve, ma alla fine piuttosto che essere imbottiti di morfina (che nel nostro progredito sistema sanitario è la "cura" più diffusa) e sbavare farfugliando come dei tossicomani, è molto meglio darci un taglio netto per evitare sofferenze a sè e ai propri cari e sopratutto per andarsene consapevolmente e dignitosamente.
 

Vagabonda

Florello Senior
sì, anche io penso che una morte dolce, dignitosa sia doverosa in certi casi. Ma è una scelta individuale, personale. Vabbè, vorrei non andare oltre.
 

Tippy

Giardinauta Senior
No infatti..è un tema molto personale, il parere di ognuno di noi è indipendente da scelte politiche..credo che ciascuno di noi possa giustificarsi nel proprio pensiero in base alle esperienze vissute
 

Spulky

Moderatrice Sezz. Orchidee e Giardini d'Acqua
Membro dello Staff
quoto, quoto. E' anche vero -però- che gli ultimi giorni dei malati terminali (ho avuto esperienza di ciò, e per teminale intendo uno che è condannato a morire senza appelli o miracoli in cui non credo) sono una vera tortura ed un insulto contro l'essere umano. Giusto lottare quando si deve, ma alla fine piuttosto che essere imbottiti di morfina (che nel nostro progredito sistema sanitario è la "cura" più diffusa) e sbavare farfugliando come dei tossicomani, è molto meglio darci un taglio netto per evitare sofferenze a sè e ai propri cari e sopratutto per andarsene consapevolmente e dignitosamente.

quindi vogliamo far passare che chi non si suicida e vive (anche se sotto morfina) gli ultimi giorni farfugliando e sbavando, magari avendo solo qualche minuto di lucidità, circondato dai suoi familiari, non ha avuto una morte dignitosa?
Avrebbe dovuto scegliere di buttarsi dal balcone di casa?
ma la dignità è esteriore o interiore?
ha più dignità chi accetta o chi non lo fa?
io capisco ( non so se condivido ma capisco) la scelta che ha preso Monicelli, ma non riesco a dire che un suicidio è + dignitoso di una morte lunga e dolorosa.
 
No infatti..è un tema molto personale, il parere di ognuno di noi è indipendente da scelte politiche..credo che ciascuno di noi possa giustificarsi nel proprio pensiero in base alle esperienze vissute

esperienze che però non sono totalizzanti e non esauriscono un discorso che vorrebbe essere collettivo. Il punto principale, secondo me è la libertà di scelta. In Italia questa libertà è ancora molto limitata o inesistente se si tratta di alcune questioni: vi è sempre la mentalità diffusa che ciò che scelgo di NON fare deve essere proibito anche agli altri. Chissà perchè.
 
io capisco ( non so se condivido ma capisco) la scelta che ha preso Monicelli, ma non riesco a dire che un suicidio è + dignitoso di una morte lunga e dolorosa.

personalmente non trovo dignitoso soffrire gridando, cac.armi addosso, non riuscire a pensare, non riuscire a comunicare ed essere un corpo più morto che vivo sbattuto in un puzzolente letto d'ospedale circondato da familiari che sono costretti a fare il conto alla rovescia prima di chiamare, con sollievo, il cassamortaro.
In Giappone il suicidio era, ed è ancora oggi, il modo onorevole di uscire di scena, cosa che dimostra che è solo una questione culturale. Il suicidio consapevole (o nel caso più specifico l'eutanasia)è prender atto che la tua strada è finita, usare la tua coscienza e consapevolezza per l'ultima volta per compiere una scelta che è tua, soltanto tua e nella quale nessuno si può arrogare il diritto di metter bocca. Il resto sono speculazioni pseudoreligiose populiste e propagandistiche.
 
In Italia si predica bene e poi..si dice di essere per la libertà di scelta e poi..

ma quando mai è stato detto, Tippy, e sopratutto da chi? L'italia moderna è moderna solo nelle parole, le sue radici affondano ancora nel ventennio e nello Stato Pontificio. Inoltre chi protesta viene represso a sprangate.
 

Spulky

Moderatrice Sezz. Orchidee e Giardini d'Acqua
Membro dello Staff
In Italia si predica bene e poi..si dice di essere per la libertà di scelta e poi..

libertà di scelta è una cosa, ammettere un suicidio assistito o meno.. non è facile
e meno ancora se il "suicida" non è cosciente, dove mettiamo il limite.. qui si e lì no?
difficile stabilirlo molto difficile, anche essendo concettualmente d'accordo
 

Tippy

Giardinauta Senior
E' vero..e se posso aggiungere qualcosa secondo me non è neanche una decisione semplice da prendere il fatto di suicidarsi..non credo sia una scelta facile..
 
libertà di scelta è una cosa, ammettere un suicidio assistito o meno.. non è facile
e meno ancora se il "suicida" non è cosciente, dove mettiamo il limite.. qui si e lì no?
difficile stabilirlo molto difficile, anche essendo concettualmente d'accordo

i limiti si potrebbero porre se davvero e finalmentesi discutesse (parlo dei legiferatori) anteponendo a qualsiasi altro concetto il benessere, la libertà di scelta ed il rispetto delle volontà di chi sceglie l'eutanasia. Chi non è d'accordo e preferisce aspettare la cosiddetta "morte naturale" non vedrebbe in alcun modo intaccata la propria libertà e tantomeno verrebbe sommariamente giustiziato a sua insaputa. Questo anche per altre questioni come interruzione di gravidanza, contraccezione ecc. Dovremmo riflettere sui molti paesi europei e non, che già da tempo hanno speso tempo e risorse per produrre una legislazione attuale, moderna e che tutela il diritto dei malati e delle persone, coerente con i princìpi costituzionali e con le leggi in vigore.
 
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