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Italia Nostra - Milano

Greenray

Esperto di Bonsai
091027 Report

Martedì 27 ottobre 2009

Mentre sdraiato al buio e in silenzio cucivo la rete che protegge le giovani piante del nostro vivaio, ripensavo a tanti anni fa, quando sdraiato allo stesso modo invece di cucire col fil di ferro, tentavo di liberarmi dal filo spinato.
Ero un facile bersaglio per il nemico e l'istinto mi spingeva ad alzarmi e fuggire subito, ma facendolo trascinando quel filo spinato e tutto ciò che ad esso si era avvinghiato sarei stato rumoroso, ancor più vulnerabile e lento in una fuga dolorosa ed impossibile.
I proiettili sibilavano intorno a me e schegge di legno mi colpivano ovunque, ma ho resistito e spezzato quel filo e pur con qualche spira che ancora conficcata nelle carni, riuscii a correre via da quella posizione riparata solo dal fitto buio.
Quando riuscii a raggiungere un punto relativamente sicuro, mi promisi che se fossi riuscito ad invecchiare, avrei voluto dedicarmi a quegli alberi che mi offrivano riparo, feriti dai proiettili a me destinati. Pensai che se avessi avuto ancora a che fare con del filo metallico, sarebbe stato quello di una rete per i conigli che avrei tanto voluto allevare e ricordai quando questo pensiero mi venne la prima volta, quando ero bambino.

Ho mantenuto la promessa che mi feci.

Non ho mantenuto invece la promessa che feci ai miei genitori: quella di non dire bugie, visto che tutto quanto ho scritto è inventato di sana pianta.
Il fatto è che mettendomi nei panni di chi legge i miei “report” so che sarei deluso di leggerne uno che riportasse solo:

riparata rete.

È un po' pochino, non vi pare? E mentre sdraiati cercate di divincolarvi il filo che vi si aggroviglia addosso, non vi verrebbero pensieri insani come i miei?
Forse a voi no, ma per esserne proprio sicuri dovreste mettevi alla prova.

Un saluto a tutti, ciao
 
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Greenray

Esperto di Bonsai
091028 Report

Mercoledì 28 ottobre 2009

Abbiamo setacciato il terriccio, la sabbia, la cenere.
Abbiamo mescolato questi "ingredienti" dosandoli con "l'occhio" del nostro esperto di riferimento e lo abbiamo usato per accogliervi i semi di acero campestre, di carpino, di farnie.
Li abbiamo posti in piccoli vasetti di plastica col fondo simile a uno spremiagrumi. Abbiamo poi ricoperto i semi con lo stesso preparato ed abbiamo concluso semi-interrando i vasetti nei solchi che abbiamo scavato nel vivaio, proprio per accogliere queste piantine.
Lo stratagemma del vasetto credo che serva ad agevolare i frequenti rimpiazzi, i frequenti spostamenti delle piante secondo le esigenze che sorgono.
Il vasetto oltre a far risparmiare tempo negli spostamenti delle piante, dispensa dal lavoro di scavo che per piantine così vicine risulta un po' doloroso.

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Fortunatamente la pioggia ha iniziato a cadere quando tutti i semi erano nei rispettivi alloggi ed i vasetti erano ospitati nella terra. È bastato solo riversare altro terriccio sui vasetti, in modo da colmare gli esigui spazi fra loro.
Uno strato di pacciame sopra e poi via ...a casa.
 
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Greenray

Esperto di Bonsai
091103 Report

Martedì 3 novembre 2009

Era pessimo il caffè che bevvi a bordo, prima di lanciarmi sul bersaglio.
Il lancio fu buono, (N 45.48253 E 9.06080) ma non valutai bene la distanza dal suolo a causa di una leggera nebbia e dell'oscurità che in compenso mi proteggevano.

greenray-albums-boscoincitt-picture16612-nebbiolina-n1814.jpg


Quando soffocai il lamento per il dolore dell'impatto, dovetti subito provvedere a nascondere rapidissimamente il paracadute e premendolo al suolo col mio corpo, rimasi su di esso per quasi un minuto, in attesa che dopo i rumori dell'aereo le mie orecchie riacquistassero sensibilità e che anche gli occhi tornassero capaci di scorgere eventuali minacce fra i cespugli di ligustro.
Il tessuto era pulito e leggermente profumato, soffice e confortevole nella fredda notte. Fui tentato di rimaner lì più a lungo, di avvolgermici e dimenticare la rischiosa missione, ma le luci dell'alba erano ormai prossime e non mi permisi cambiamenti di programma a missione in corso.
Così quando da una breve ricognizione, strisciando fra l'erba fui certo che il mio arrivo non era stato osservato, mi diressi verso il ligustro e compii rapidamente la mia pericolosa missione: raccogliere i semi del ligustro.
Non fu cosa facile, perché era stato inserito in cespugli misti di

evonimo (Euonymus europaeus)

greenray-albums-boscoincitt-picture16609-evonimo-euonymus-europaeus-n1883.jpg


viburno (Viburno opulus),

greenray-albums-boscoincitt-picture16610-viburno-viburnum-opulus-n1867.jpg

ma alla fine lo scovai: eccolo

ligustro (Ligustrum lucidum)

greenray-albums-boscoincitt-picture16611-ligustro-ligustro-lucidum-n1870.jpg


Forse non tutti conoscono il ligustro, io invece dopo questa avventura ne conosco almeno un tipo, quello con foglie un po' più grandi di quelle che si trovano nelle siepi.
In questo periodo i suoi frutti sono in evidenza e sono delle bacche blu scurissimo, grandi poco più d'un seme d'uva e come gli acini d'uva stanno sul grappolo, i frutti di ligustro stanno sui grappoli suoi.
Equipaggiato coi guanti d'ordinanza, (per non sciuparmi le delicate manine) è sufficiente avvolgere pollice e indice attorno alla parte del grappolo superiore (ma ognuno può scegliere le dita che preferisce) e poi tirare in giù, verso il secchiello dove cascheranno i semi.
Non è una operazione complicata e inoltre l'ho svolta sotto un caldo sole di fine novembre, dopo più di 24 ore di intensa pioggia: un vero piacere.
Al mio ritorno ho riposto i semi in un barattolo che ho poi riposto nella “gabbietta anti-topo”, in attesa che fra qualche giorno vengano puliti e preparati alla semina. Poi finalmente potei concedermi un caffè migliore di quello che precedette la mia rischiosa missione.
 
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Mor@

Moderatrice Sez. Cactacee e Succulente
Membro dello Staff
Ah ah, grande Green, ma tu devi memorizzare questi racconti in un diario, potrebbe essere utile per l'associazione! :eek:k07: :hands13:
 

Greenray

Esperto di Bonsai
Mercoledì 4 novembre 2009

Oggi le nostre forze sono più che raddoppiate, eravamo in cinque anziché due perché ci si sono affiancate tre instancabili ed appassionate signore.
Il nostro obbiettivo è stato multiplo.
Abbiamo tolto da terra le piantine di cerro, di evonimo, di ligustro, di biancospino, che seminate un anno fa sono ormai grandicelle per il vivaio ed è ora che vengano messe nella loro dimora definitiva, nel bosco.
Lo spazio che viene liberato, non rimarrà a lungo libero, perché da tempo abbiamo provveduto a raccogliere pulire e conservare nuovi semi.
Il vivaio che pare grande, sembra diventare tanto piccolo quando si è in cinque, armati di vanghe e zappe.
Dopo un po' che si zappa, si scava, si raggruppano le pianticelle, serviva proprio un po' di pioggia per rallentare il nostro frenetico ritmo.
Ho commesso una veniale disobbedienza.
Alcune piantine di evonimo e biancospino, hanno dovuto subire alcune potature il cui residuo sono stato incaricato di gettare nel “compostaggio”.
Si tratta di un'area dove raccogliamo molti residui delle varie pulizie, potature eccetera, vi si scaricano i contenuti di vasi da svuotare, la cenere prodotta da non so quale attività, insomma tutto ciò che è utile a creare il futuro nutrimento per le future culture.
Beh, io anziché stendere i residui che mi erano stati assegnati sopra a tutto questo, ho voluto conficcarceli in modo che rimangano verticali, come delle talee. Delle talee a tutti gli effetti, ma senza considerare stagione, tipo di taglio, terreno adatto, ormoni si o no, ed altro, senza troppe speranze che questo serva a qualcosa, ma lasciando uno spiraglio a disposizione della fortuna.
Un giorno un giardiniere mi disse che spesso quando getta sul compostaggio le cose da gettare via, dopo qualche settimana trova che ha radicato.
Il giardiniere mi raccontò anche che talvolta vede radicare gli alberi quasi alla sommità, quando qualche uccello decide di costruirvi un nido, con erba secca, stecchi, piume, fili di lana, capelli, ecc. che poi si umidifica con la pioggia e con gli escrementi.
Potrà accadere anche alle poche talee che avevo il compito di gettare? Staremo a vedere.
 

Greenray

Esperto di Bonsai
091110 Report

Martedì 10 novembre 2009

Visto che oggi il mio "gruppo" era costituito unicamente da me, e trovando più piacevole lo stare in compagnia, mi sono unito al bel gruppo che si occupa del giardino d'acqua ed ho lavorato con loro.
Il principale compito è stato di frenare la veloce diffusione delle "tife".
Mentre due di noi le sradicano dal fondo e falciano ciò che non si sradica, una di noi le "traghetta" dall'isoletta alla piccola spiaggia accessibile alle carriole che io ed un'altra persona abbiamo fatto andare avanti e indietro numerose volte.
La montagna di tife accumulate è impressionante e sotto questo strano ma piacevole sole caldo di novembre, fuma di vapore.
 
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Greenray

Esperto di Bonsai
Mercoledì 11 novembre 2009

Oggi abbiamo seminato il ligustro che raccolsi il 4 novembre.
Ho iniziato ad utilizzare una montagna di terriccio chiamata compostaggio, cresciuta in anni di accumulo di vari scarti (non so come chiamarli) di potature e pulizia.
In quegli anni rami, foglie, fiori, semi e tutto ciò che era organico, si è trasformato in terra, molto fertile e nutriente, molto adatta per le piante del nostro vivaio.
Il mio capogruppo in pochi minuti mi ha tracciato un impervio sentiero che mi permette di raggiungere le vette di questa montagna e di riscendere, sempre attento a non precipitare assieme alla instabile carriola.
Sulla carriola dove devo caricare il terriccio setacciato, per prima cosa porto in vetta al monte un setaccio di circa un metro quadro ed un badile.
Ho faticato ad abituarmi a lavorare col badile nel ridotto spazio, occupato in gran parte dal setaccio e dalla carriola.
Rischiavo di far cadere la terra setacciata di ogni badilata, senza parlare di quando rischiavo di perder con essa anche tutta la carriola che in discesa faticavo a tenere nel sentierino, ma per fortuna non è mai successo.
 
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Greenray

Esperto di Bonsai
091117 Report

Martedì 17 novembre 2009

La cima della montagnetta di "terra vegetale" ormai è meno appuntita ed il setaccio lascia attorno a se abbastanza spazio per invertire agevolmente il senso di marcia della carriola senza precipitare.
Il primo giorno sarebbe stato impossibile eseguire questa manovra con la carriola carica senza che cadesse, ma oggi quassù in cima lavoro con meno difficoltà.
Il terriccio che trasportavo nel vivaio è stato utilizzato dal mio capogruppo per il ricovero invernale di farnie e cerri.
Oggi sono arrivato davvero ad una grande stanchezza.
Per "riposarmi" mi sono ancora sdraiato a cucire col filo di ferro alcuni "gates" che le lepri utilizzavano abitualmente.

Mentre mi toglievo gli stivali ed i guanti, il gruppo del giardino d'acqua mi ha riferito di essere soddisfatto e a buon punto con lo "sterminio" delle tife.
 
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Greenray

Esperto di Bonsai
091118

Mercoledì 18 novembre 2009

Con la mia carriola, ho caricato il grande setaccio ed un badile e sono salito sul "monticello" dove ho ripreso a setacciare la terra e a fare la spola per scaricare il terriccio e ritornare.
Il sentiero diventa sempre più largo, ma scivoloso e con buche che sono costretto a riempire coi sassi che trovo, per far si che la carriola non si arresti troppo bruscamente, rischiando di sbilanciarmi.
Il mio capogruppo silenziosamente lavora molto più di quel che riesco a fare io e nel vivaio, dopo i prelievi per le ultime "messe a dimora", le piantine sono state da lui riordinate.
Ora gli serve del pacciame per proteggere le giovani radici di aceri, di spino cervino, mossi oggi e di tante altre piante mosse nei giorni passati.
Utilizzeremo le foglie raccolte ed accumulate in due distinti luoghi, perché sono di due distinte piante: quercia rossa e pioppo.
Le foglie di quercia rossa accumulate, hanno già iniziato a fermentare ed hanno un piacevolissimo profumo; quelle di pioppo non pare ancora che fermentino e non hanno ancora alcun odore.
Abbiamo utilizzato un po' di foglie di pioppo, ma il risultato estetico era un po' deludente, perché la pagina inferiore delle foglie del pioppo sono così chiare che sull'erba del vivaio sembravano tanti foglietti di carta: dava un po' l'idea di una discarica.
Così abbiamo distribuito più largamente le foglie di pioppo, riducendone lo spessore e poi le abbiamo ricoperte con un strato necessario, ma stavolta di foglie scure di quercia rossa.
Quando la stanchezza si è fatta sentire, abbiamo sradicato un grosso cespuglio di tagete ed abbiamo separato i semi per farli essiccare.
 

Greenray

Esperto di Bonsai
091124 Report

Martedì 24 novembre 2009

Oggi per prima cosa abbiamo prelevato delle talee di ligustro da piante che andavano sfoltite o potate.

Poi ho proseguito il lavoro del terriccio, ma attingendolo da una zona di più facile accesso.
Faticando meno, ho trasportato molte più carriole, finendo comunque con lo stancarmi ugualmente.
Abbiamo ripetuto la ricopertura con le foglie ed ho notato che la grossa montagna da cui le prendo è stata intaccata ed è meno imponente.
Ho dato un'occhiata anche al monticello dove solitamente prelevo il terriccio e la sua punta non c'è più.
Al suo posto c'è il piccolo spiazzo dove setaccio il terriccio e faccio manovra con la carriola.

Tutto attorno, c'è dello strano verde. Si perché un po' sto disobbedendo.
Spesso, dopo che il mio abituale compagno di lavoro sposta le piante, le pota, le pulisce, carica sulla mia carriola vuota il materiale risultante, incaricandomi di gettare tutto in quel mucchio che fra qualche anno sarà la nuova fonte di terriccio.
Io però ogni tanto mi diverto a prendere parte di questo materiale e a conficcarlo in quel morbido e fertile terriccio, senza troppe speranze che attecchiscano come talee, ma senza escludere la possibilità che ciò avvenga.

Ho concluso col solito strato costituito da quattro o cinque carriole di foglie.

Poi mi sono riposato cucendo col filo di ferro delle nuove aperture che le laboriose lepri realizzano e dalle quali entrando, hanno già devastato una parte delle piantine di carpino piantate più d'un mese fa.
Hanno dei dentini affilatissimi e le nostre cesoie, non tagliano altrettanto bene.

Mentre alla fine mi toglievo gli stivali, ho visto tornare il gruppo "Fiori del tempo libero" che oggi al giardino acquatico si sono dedicati alle alghe.
Non chi di noi avesse meno fiato, ma la chiacchierata è terminata qui.
Abbiamo pensato che i semi di tagete che per il bosco non hanno alcuna utilità, potrebbero essere utilizzati nel giardino acquatico: martedì ne parleremo.
 

Greenray

Esperto di Bonsai
091125 Report

Mercoledì 25 novembre 2009

Oggi il mio gruppo era formato solo da me: un po' poco per trascorrere tutta una mattina lavorando!
Così mi sono aggregato al gruppo "Il bosco nel tempo libero", col quale ci siamo recati all'estremità nord, in un'area già parzialmente rimboschita.
Dapprima abbiamo tracciato il reticolo in base al quale scavare per dare dimora per le piante.
Molti carpini e farnie erano "parcheggiate" lì dappresso, tolte dal vivaio già da alcuni giorni.
Finalmente ho assistito alla fase conclusiva dell'attività a cui ho preso parte.
In futuro mi sarà impossibile non visitare le piantine che stamane io ed altri volontari abbiamo piantato.
Penso che se un giorno avrò un nipotino e lo condurrò in quel luogo, che spero prima di allora sarà diventato un bosco, forse lui mi chiederà «Nonno, qual'è la pianta che hai piantato tu?» io potrò rispondergli: «Tutte quelle che vanno da qui fin là»

A parte la soddisfazione, devo purtroppo dirmi dispiaciuto per il fatto che eravamo addirittura troppi, visto che spesso vedevo volontari in attesa di un preciso compito (me compreso).
Non c'è stata mancanza di volontà, bensì una temporanea lacuna organizzativa che ha permesso che fossero assegnate a questo compito più persone di quelle necessarie.
Lo dico con un po' di amarezza, perché troppo spesso mi accorgo che mentre gli altri gruppi sono numerosi, il mio è proprio esiguo e raramente è composto da più di due persone.
In due persone è difficile lavorare ed organizzarsi contemporaneamente, ma ci si riesce sempre e con le mani in mano fino ad oggi non sono mai stato, non tiro mai il fiato se non compiendo dei lavori meno faticosi (riparane la famosa rete contro le dannate lepri).
Se qualcuno o anche uno solo dei numerosi volontari degli altri gruppi si unisse a noi due, oltre a rendere più piacevole e divertente l'intera mattinata, ci permetterebbe di fare dei programmi un pochino più ambiziosi e comunque di organizzarci meglio, distribuendoci meglio i compiti, magari scambiandoceli se la fatica lo rende necessario.
Quando smetto di lavorare nel vivaio sono sempre davvero stanco, mentre oggi non è andata così, anzi, per recuperare la parte mancante all'utilità che avrei voluto avere, ho deciso di tornare a piedi, nonostante non fossi vicino e la giornata promettesse poco di poetico.
Ho avito la fortuna di assistere ad un fenomeno interessante: una specie di ragnatela che copriva immensi campi trebbiati.
La rugiada la rendeva visibile e misteriosa, un po' aliena.
Io ed Anna che tornava a piedi con me, ci siamo chiesti a quale numero di ragni (ammesso che si tratti di ragni) attribuire quell'enorme e sconfinato velo che copriva interi campi.

Vi mostro qui una foto, ma vi invito a curiosare anche le altre, talune incredibili, su flickr.com (vedi link nella firma oppure cliccateci sopra)

Tensiostruttura di Fuksas?

http://www.flickr.com/photos/41713243@N02
 
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Greenray

Esperto di Bonsai
Ripensandoci

Nei miei recenti post, credo proprio di aver scritto "quercia rossa" a proposito di foglie che a ripensarci invece, sono di "cerro".

Il dubbio me lo ha messo in mente una volontaria biologa che era stupita del fatto che le avessi parlato dell'odore piacevole che quelle foglie hanno in fermentazione. Lei era meravigliata per il fatto che essendo la quercia rossa (quercus rubra) una pianta non autoctona, non le risulta ancora che vi siano microorganismi che ne determinino la decomposizione.

Pensa e ripensa, credo proprio di aver detto una cosa errata e le mie foto lo dimostrano pure la grande differenza.

...............quercus rubra..............-..............quercus cerris...............

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-
4091301774_8c1be8ff48_m.jpg

Sono poco diverse nella forma, molto di più nel colore, ma quando ormai diventano di color bruno è facile confondersi per un principiante come me.
Questo errore, mi aiuterà a ricordare che la foglia di cerro mediamente non è grande come quella di quercia rossa, inoltre la foglia di cerro diventa opaca e perde di consistenza, mentre quella della quercia rossa è più grande e rimane lucida e scura, sembra quasi di cuoio.

Beh, perdonatemi.
 
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Greenray

Esperto di Bonsai
091201 Report

Martedì 1 dicembre 2009

Mi sono dedicato quasi esclusivamente a porre fra il semenzaio e gli avidi e numerosi leprotti, un ostacolo che impedisca ad essi di sollevare la rete di protezione.
Come ho gà scritto, la rete circonda tutto il semenzaio, ma fu accidentalmente danneggiata col decespugliatore lungo tutto il suo perimetro.
Le lepri non tardarono ad accorgersene e ad approfittarne per mangiare tanti semi accuratamente posti sotto terra e a ....bonsaizzare carpini, farnie e tutto ciò che era ancora verde e tenero.
Da quando mi occupo della semina per il rimboschimento, settimanalmente devo cucire la povera rete, ma un po' come per Penelope al mattino mi attende la stessa mole di lavoro se non ancor di più (le lepri aumentano mentre io ...diminuisco)
Ora appoggiamo dei tronchi molto lunghi e pesanti (accidenti) alla base delle rete, proprio dove le falle sono più numerose e cerchiamo di fissarcela.

Per riposarmi un po' ho trasportato numerose volte la carriola piena di foglie in decomposizione e le ho scaricate all'interno del semenzaio.
 

Greenray

Esperto di Bonsai
091202 Report

Mercoledì 2 dicembre 2009

Ho completato il trasporto dei tronchi necessari per proteggere il semenzaio e ho iniziato a "cucire" col filo di ferro la rete unendola ai tronchi ed ai pali degli angoli.

Fortunatamente oggi oltre alla presenza mia e del mio abituale compagno di lavoro, si sono aggiunte due donne ed un ragazzo piuttosto simpatico e molto socievole.

Guidati dal mio leader, hanno estratto da terra numerosi pioppi pronti per il bosco.
Sono stati "messi in tagliola" che singifica "parcheggiati", piantumati a gruppi di 5, ammucchiati, selezionati, ordinati e protetti, in attesa della prossima messa a dimora definitiva.

Come sempre, per riposarmi ho trasportato numerose volte la carriola piena di foglie in decomposizione e le ho scaricate all'interno del semenzaio, ma stavolta sono state immediatamente utilizzate per i pioppi in tagliola.
Le foglie costituiscono una soffice e calda coltre che proteggerà le radici dalle possibili gelate che potrebbero verificarsi prima della messa a dimora.

Oggi però c'è stato un momento di felicità, quando ho dovuto togliermi i guantacci da lavoro per afferrare un bicchiere di un profumatissimo the che Anna ha fatto gorgogliare fuori dal suo luccicante thermos d'acciaio.
Ormai l'erba non era più bianca e ghiacciata come al nostro arrivo, ma la punta del naso di tutti noi era rossa come la spia di un cruscotto e quel pugno di intenso calore al nostro stomaco ci ha ridato un nuovo slancio, anche morale.
 
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Greenray

Esperto di Bonsai
100324 Report

Mercoledì 24 marzo 2010

Dopo parecchi mesi di "chiusa" ho messo il naso fuori di casa ed ho iniziato col notare quanto lavoro è stato svolto nel vivaio del Boscoincittà dagli altri volontari durante la mia assenza.
Molte piante dal vivaio sono state messe a dimora nel bosco, lasciando finalmente spazio per le nuove piantine, molte ancora in germinazione.

Oggi oltre a me e il mio abituale compagno di lavoro, si sono aggiunte due donne ed un ragazzo molto socievole.

Io ho interrato delle piccole farnie che abbiamo dovuto spostare, mentre le due signore hanno sistemato una infinità di talee di ligustro riempiendo due fasce complete.
A fianco di esse per altre due fasce, sono stati seminati i semi di cerro.
Queste grosse ghiande erano conservate in un bidoncino, mescolate in sabbia umida.
Quelle più prossime alla superficie non avevano niente di particolare, ma via via che si prendevano ghiande sempre più in profondità, esse avevano già prodotto un vigoroso germoglio.

Le altre due persone hanno preparato lo spazio ed i solchi per permettere a noi di eseguire il nostro lavoro.

Raggiunta l'ora di pranzo e per non servirne uno a base di ghiande alle lepri che ci osservavano, abbiamo dovuto perlomeno ricoprire ben bene questi grossi semi, che in quel momento erano ancora scoperti, ma che grazie alle condizioni metereologiche, avremmo potuto benissimo coprire qualche ora dopo.

La rete che durante l'autunno ho rattoppato più volte ha svolto abbastanza bene il suo compito, ma ormai si sta indebolendo sempre di più.
In compenso si sta rafforzando la schiera di volontari che si adoperano assieme a me in questa felicissima attività.
 
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Greenray

Esperto di Bonsai
Report 100330

Martedì 30 marzo 2010

Oggi eravamo in due persone. Ci siamo dedicati uno al taglio e l'altro all'interramento di circa 500 talee di ligustro, ultimando un'altra fascia che si è aggiunta a quelle già completate.
Poco meno di metà erano da tempo in attesa in un secchio con un po' terra molto imbevuta di acqua.
La parte mancante a ricoprire tutta l'area destinata al ligustro è stata tagliata li per li.
Avremmo doviuto innaffiare dopo quel lavoro che mi ha tenuto chinato per alcune ore, ma questa volta "forunatamente" ha iniziato a piovere e questo ci ha risparmiato il grosso lavoro che avremmo dovuto fare noi.

Durante il lavoro capita spesso che qualcuno che visita il bosco si soffermi ad osservare le nostre attività.
Oggi sono venute due bambine accompagnate da una ragazza che si occupava di loro e che occasionalmente traduceva in inglese la descrizione che facevo del mio lavoro.
Si tratta di visite brevi, occasionali, ma che almeno per me costituiscono una notevole motivazione ed un bagaglio di speranza in un futuro che non vedo troppo roseo.

Conclusa la mia attività per oggi, ho fatto due passi su quell'enorme mucchio di materiale che chiamiamo "compostaggio", dove gettiamo gran parte degli scarti organici delle nostre attività.
Lo scorso autunno, certi rametti o piantine che avrei dovuto gettare via, prendendomi una piccola libertà, li ho conficcati in quel piccolo monticello soffice, ma senza sperare troppo in qualche risultato.
Volevo solo vedre quanto avrebbero resistito abbellendo quel mucchio davvero brutto.
Beh ragazzi, non ci crederete ma oggi ho osservato velocemente, perché ero sotto la pioggia, che all'incirca un tentativo su cinque ha dato un buon risultato.

Purtroppo non sono più in grado di ricordare ciò che ho infilato, perché ciò che è evidente permetterebbe di riconoscere quelle piante è davvero poco, ma ipotizzo che fra esse ci sia del "prugnolo".
Poi ricordo ed il mio report di Mercoledì 4 novembre 2009 lo conferma, che hanno subito questa sorte rametti di evonimo (Euonymus europaeus) e biancospino (Crateagus monogyna)
C'è anche una piantina così strapazzata che ha addirittura l'apparenza di un bonsai e sta producendo una infinità di gemme: chissà cosa sarà?
Che felicità !

Purtroppo abbiamo anche constatato che il nostro lavoro di paziente ricucitura della rete metallica è stato vanificato da un altro maldestro "passaggio" di una falciatrice che assieme all'erba ............
Dovremo lasciar perdere per un po' semi e talee per dedicarci alla rete da rammendare.
 
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Greenray

Esperto di Bonsai
Report 100331

Mercoledì 31 marzo 2010

Oggi eravamo finalmente un gruppetto nutrito.
Attilo, Anna, Greenray, Peppino, Riccardo.

Peppino ha coordinato i lavori da svolgere ed ha impartito direttive, descritto come eseguire le operazioni delle quali ha dato a ciascuno responsabilità.
Inoltre ha preparato gran parte di ciò su cui abbiamo lavorato, vangando il terreno, facendo solchi, procurandoci paletti, attrezzi, semi e talee ecc.

Attilio ha rapidamente demolito l'ormai inutile rete di protezione del vivaio N°1 ed ha poi iniziato a prendere le misure per conficcare in terra pali più solidi, su cui appoggiare la stessa rete che ha tolto, ma dopo averne capovolto il sopra col sotto, in modo che i comodi passaggi per le lepri, prodotti dalla falciatrice, capitino ora in su a circa 70-80 centimetri, troppo scomodo anche per le più agili.

Anna ha seminato nel vivaio N°2
nella fascia rettangolare N°6 corniolo.
nella fascia rettangolare N°7 perastro
nella fascia rettangolare N°8 biancospino e prugnolo


Ecco una fase della semina:

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Io, Greenray ho aggiunto intorno ai due vivai, dei tronchi per proteggere la rete con cui sono circondati i vivai, da quello che una falciatrice riesce a fare.
Quando ho concluso questo, ho aiutato Attilio che non conoscevo prima di oggi, scoprendo che anche con lui lavorare è un piacere.

Riccardo loquacemente come sempre ha alacremente vangato nel vivaio N°1 per rimuovere vecchi vasi con piante da spostare altrove, un po' ancora nel vivaio, altre da mettere "in tagliola" in attesa che siano messe definitivamente a dimora nel bosco.
Però ha anche aiutato me nel faticoso lavoro di trasportare i tronchi da dove sono accumulati, fino ai due vivai.
Riccardo è sempre preoccupato di fare abbastanza, ma forse non si rende conto di quanto prezioso aiuto ha dato a tutti, sia con la sua tenacia che con la sua educatissima simpatia.

- o - o -​

Quando alla fine ho terminato il mio lavoro, mi sono reso conto della trasformazione che i vivai hanno avuto, grazie all'aiuto di più persone del solito e mi ha fatto molto piacere.

Anche oggi sono passati dei visitatori ed anche oggi dei bambini erano fra loro.
Incredibile constatare come siano stupefatti nel vedere quel tipo di lavori che a dir loro nemmeno riuscivano ad immaginare.

Oggi prima di cominciare ho scattato alcune foto.
Una l'ho fatta al vivaio N°2 e fornisce un quadro generale del lavoro eseguito, a cui ho poi aggiunto come nota anche ciò che ha seminato Anna.


Vivaio N°2 quadro generale:

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Poi ecco un'immagine molto ravvicinata dellla piantina "simil-bonsai" nata dal mio tentativo di fine autunno di conficcare una pianta di scarto nel "compostaggio".


Concorso "indovina la piantina"

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A chi dovesse indovinare nel riconoscerla, offro di poter donare quattro ore del suo lavoro come volontario presso di noi al Boscoincittà, da usufruirne entro e non oltre il 31 dicembre 2010.

Nei miei precedenti report, c'è sicuramente un aiuto per risolvere l'enigma.

Per questa settimana credo sia tutto.
Grazie a tutti voi che avete letto, se lasciaste un vostro commento ve ne sarei grato.

Ciao
 
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Greenray

Esperto di Bonsai
Boscoincittà - corso compostaggio domestico per orti e giardini

Lunedì 19 e 26 aprile
Due appuntamenti per imparare a trasformare gli scarti dell’orto in ottimo terriccio:

UNA BUONA OCCASIONE
- per evitare di produrre rifiuti
- per ottenere un “vantaggio” per il proprio orto

LUNEDÌ 19 aprile
ore 9 appuntamento in cascina San Romano. Trasferimento con mezzi propri all’azienda agricola Corbari (Cernusco sul Naviglio): visita guidata alle coltivazioni biologiche e alla produzione interna di compost. Vendita diretta di ortaggi e piantine da orto

LUNEDÌ 26 aprile
ore 9 appuntamento presso gli orti Maiera (ingresso Maiera Sud, verso Figino) in alternativa ore 14.30 appuntamento presso gli orti Spinè (ingresso verso Trenno).
Teoria e pratica per fare un buon compostaggio, a cura dell’agricoltore Antonio Corbari in collaborazione con alcuni ortisti. Durante l’appuntamento della mattinata è previsto anche un sopralluogo agli orti Violè per approfondire gli aspetti pratici.

ISCRIZIONE GRATUITA MA OBBLIGATORIA
CFU - Italia Nostra
Boscoincittà Cascina San Romano
Via Novara 340 - 20153 Milano
tel e fax 02 4522401 (lun.-ven., 9-12.30 e 14-18)
info@cfu.it www.cfu.it
 

L'alchimista

Giardinauta
Mercoledì 31 marzo 2010
Concorso "indovina la piantina"

A chi dovesse indovinare nel riconoscerla, offro di poter donare quattro ore del suo lavoro come volontario presso di noi al Boscoincittà, da usufruirne entro e non oltre il 31 dicembre 2010.

Nei miei precedenti report, c'è sicuramente un aiuto per risolvere l'enigma.

Per questa settimana credo sia tutto.
Grazie a tutti voi che avete letto, se lasciaste un vostro commento ve ne sarei grato.

Ciao

Ma come si fa a riconoscerla?? dacci un aiuto, a me almeno, l'hai vista già con le foglie aperte? che foglie ha? e poi, siccome tanto io nono indovinerò mai, dimmi almeno a che report fare riferimento per l'aiuto!
 

Greenray

Esperto di Bonsai
Ma come si fa a riconoscerla?? dacci un aiuto, a me almeno, l'hai vista già con le foglie aperte? che foglie ha? e poi, siccome tanto io non indovinerò mai, dimmi almeno a che report fare riferimento per l'aiuto!

Approfitto di questo momento in cui nessuno sta leggendo per confessarti alcune cose.
Io ho sicuramente visto la pianta e le sue foglie; deve essermi anche piaciuta un po' se ho deciso di non gettarla nel "compostaggio", ma mettergliela sopra, conficcandola profondamente.
Però questo è avvenuto verso ottobre o novembre e siccome l'ho fatto con numerose piante, alcune sopravvissute e altre decedute, oggi non riesco più a ricordare quale di esse fosse.
Anche per quanto riguarda i report, non ricordo più in quale scrissi in quell'occasione, ma so di aver accennato alla faccenda.
Chi vuole vincere questo ambito premio irrinunciabile, e vuole trovare nei report una traccia che lo aiuti, non può chiedermi anche chiedermi di quale report si tratta.
Chi ambisce a vincere al premio consistente in ore di lavoro dedicate al Boscoincittà come volontario, se la deve sudare questa risposta, che per giunta .....non conosco nemmeno io.
So però che il notaio che assegnerà il premio è conosciuto per la sua larghezza di vedute e per la sua estrema tolleranza, quindi coraggio, fate il vostro tentativo!

Ciao
 
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