Greenray
Esperto di Bonsai
091027 Report
Martedì 27 ottobre 2009
Mentre sdraiato al buio e in silenzio cucivo la rete che protegge le giovani piante del nostro vivaio, ripensavo a tanti anni fa, quando sdraiato allo stesso modo invece di cucire col fil di ferro, tentavo di liberarmi dal filo spinato.
Ero un facile bersaglio per il nemico e l'istinto mi spingeva ad alzarmi e fuggire subito, ma facendolo trascinando quel filo spinato e tutto ciò che ad esso si era avvinghiato sarei stato rumoroso, ancor più vulnerabile e lento in una fuga dolorosa ed impossibile.
I proiettili sibilavano intorno a me e schegge di legno mi colpivano ovunque, ma ho resistito e spezzato quel filo e pur con qualche spira che ancora conficcata nelle carni, riuscii a correre via da quella posizione riparata solo dal fitto buio.
Quando riuscii a raggiungere un punto relativamente sicuro, mi promisi che se fossi riuscito ad invecchiare, avrei voluto dedicarmi a quegli alberi che mi offrivano riparo, feriti dai proiettili a me destinati. Pensai che se avessi avuto ancora a che fare con del filo metallico, sarebbe stato quello di una rete per i conigli che avrei tanto voluto allevare e ricordai quando questo pensiero mi venne la prima volta, quando ero bambino.
Ho mantenuto la promessa che mi feci.
Non ho mantenuto invece la promessa che feci ai miei genitori: quella di non dire bugie, visto che tutto quanto ho scritto è inventato di sana pianta.
Il fatto è che mettendomi nei panni di chi legge i miei “report” so che sarei deluso di leggerne uno che riportasse solo:
È un po' pochino, non vi pare? E mentre sdraiati cercate di divincolarvi il filo che vi si aggroviglia addosso, non vi verrebbero pensieri insani come i miei?
Forse a voi no, ma per esserne proprio sicuri dovreste mettevi alla prova.
Un saluto a tutti, ciao
Martedì 27 ottobre 2009
Mentre sdraiato al buio e in silenzio cucivo la rete che protegge le giovani piante del nostro vivaio, ripensavo a tanti anni fa, quando sdraiato allo stesso modo invece di cucire col fil di ferro, tentavo di liberarmi dal filo spinato.
Ero un facile bersaglio per il nemico e l'istinto mi spingeva ad alzarmi e fuggire subito, ma facendolo trascinando quel filo spinato e tutto ciò che ad esso si era avvinghiato sarei stato rumoroso, ancor più vulnerabile e lento in una fuga dolorosa ed impossibile.
I proiettili sibilavano intorno a me e schegge di legno mi colpivano ovunque, ma ho resistito e spezzato quel filo e pur con qualche spira che ancora conficcata nelle carni, riuscii a correre via da quella posizione riparata solo dal fitto buio.
Quando riuscii a raggiungere un punto relativamente sicuro, mi promisi che se fossi riuscito ad invecchiare, avrei voluto dedicarmi a quegli alberi che mi offrivano riparo, feriti dai proiettili a me destinati. Pensai che se avessi avuto ancora a che fare con del filo metallico, sarebbe stato quello di una rete per i conigli che avrei tanto voluto allevare e ricordai quando questo pensiero mi venne la prima volta, quando ero bambino.
Ho mantenuto la promessa che mi feci.
Non ho mantenuto invece la promessa che feci ai miei genitori: quella di non dire bugie, visto che tutto quanto ho scritto è inventato di sana pianta.
Il fatto è che mettendomi nei panni di chi legge i miei “report” so che sarei deluso di leggerne uno che riportasse solo:
riparata rete.
È un po' pochino, non vi pare? E mentre sdraiati cercate di divincolarvi il filo che vi si aggroviglia addosso, non vi verrebbero pensieri insani come i miei?
Forse a voi no, ma per esserne proprio sicuri dovreste mettevi alla prova.
Un saluto a tutti, ciao
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