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i bambini dimenticati in macchina

giallocrema

Giardinauta Senior
Diciamo che se guardiamo "dall'alto" la storia diventiamo meno catastrofisti.
Che non vuol dire sottostimare le cose.
I genitori non erano più stupidi o disinformati, non ci voleva molto a capire che una pentola d'acqua bollente poteva cadere addosso o un lago trasformarsi in una trappola mortale, si viveva ..sopravvivendo, con un certo fatalismo, oberati da lavori duri e sottopagati, non esistevano ferie, villeggiatura e malattia. Poi si aveva anche più fame a dirla tutta.
Insomma il progresso c'è complessivamente parlando, ha dei colpi di coda di regressione e su quelli dobbiamo vegliare. Ma ricordiamoci che di un bambino morto si sarebbe parlato poco e di sfuggita, adesso ne parliamo e questo è già progresso.
Ed è già molto che su 7 miliardi di persone il bambino fosse tra i pochi (alcune centinaia di milioni) che viveva in una famiglia con acqua calda,elettricità, istruzione e sanita garantita e pure la macchina in cui ha perso la vita.
Facciamo sti benedetti seggiolini con l'allarme e non simpatizziamo troppo con Cassandra
 

giallocrema

Giardinauta Senior
A proposito della scarica ad alto voltaggio della presa: ricordo che ero attaccata per i pollici e urlavo perché la corrente mi scuoteva e non riuscivo a staccarmi ,fino a che mia nonna non ebbe l'idea di scendere le scale e abbassare l'interruttore centrale. A quel punto ho il ricordo nitidissimo (incredibile ma vero avevo 2 anni) di me che vengo scaraventata sulla parete opposta della stanza. Quindi perdo coscienza, mia nonna sviene, mia madre in preda al panico visto che avevo le braccia e le labbra blu, i pollici ustionati, si ricorda di aver letto su una rivista femminile come riattivare la circolazione (non si capisce bene a che proposito) e prepara due vasche una con acqua calda e una con acqua gelida e mi immerge forsennatamente in una e poi nell'altra. Poi chiama il pediatra che mi dà un calmante perché nel frattempo ho ripreso coscienza. Portarmi in ospedale no eh?
Diciamo che sono sopravvissuta sia alla scarica di corrente che alle manovre rianimatorie di mia madre ( e da allora credo nell'angelo custode).
Mia madre ha sempre raccontato a tutti questa sua prodezza anche se in realtà son sopravvissuta solo perché non era ancora giunta la mia ora.
 
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