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Cucina calabrese

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Fiorin Florello
Clementine e arance di Corigliano Rossano
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Fiorin Florello
." mini panettone alla 'nduja"... .350g,di farina" io ho fatto 50g di 00 e il restante grano duro" 3g di lievito di, un cucchiaino di zucchero, 50g di burro e un cucchiaio di strutto, un uovo, e se occorre un po' d'acqua!!! una presa di sale... :) tenete presente che prima ho fatto un lievitino con poca farina il lievito e lo zucchero con acqua tiepida,,impasto molle,ho lasciato lievitare x due ore...e poi ho creato l'impasto mettendo al cantro della farina l'uovo il burro e lo strutto...poi il lievitino e infine dopo aver impatsto un po' il sale...l'impasto deve risultare molle ma non appiccicoso....deve lievitARE X 2 ore...poi stenderlo e farcire con 'nduja..arrotolare ..formare delle palline in questo caso e mettere in stampini imburrati e infarinate...far lievitare altre due ore e poi in forno a 180° preriscaldato x 40/45 minuti circa.....
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Fiorin Florello
MA PENSA COME ERA "RETROGRADO" QUESTO REGNO DELLE DUE SICILIE! "....Carlo di Borbone nel 1740 introdusse una particolare riduzione delle tasse per i proprietari che avessero coltivato i loro terreni ad uliveto, poi un decreto emanato il 12 dicembre 1844 da Ferdinando II prescriveva la necessità di un “Certificato Di Origine“ per l ’olio di oliva (una specie di marchio DOC) che era esportato in tutto il mondo, Stati Uniti compresi e rappresentava la metà del valore delle esportazioni meridionali. Quando nel
1887-88 il protezionismo economico , la cosi detta Guerra Dei Dazi con la Francia, chiuderà gli sbocchi esteri per salvare la nascente Industria Padana(!!) , l’agricoltura del Sud subirà un colpo mortale ed a quel punto una enorme massa di operai agricoli non ebbe più lavoro e non restò altro che emigrare.
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Fiorin Florello
Ceci cucinati come faceva mia mamma...(l'ideale sarebbe cuocerli nel recipiente di coccio "a pignata" e al focolare ma va bene lo stesso), con la bietolina selvatica che dava un tocco speciale e raffinato anche a un piatto così semplice e bietolina fresche stufate ("affogate"come diciamo a casa) e insaporite con uovo, formaggio e pangrattato
PER I CECI
Mettere i ceci in ammollo la sera prima e, trascorsa la notte, scolarli e metterli in una pentola coperti d'acqua. Aggiungere una cipollina tritata e un cucchiaino raso di bicarbonato (per ammorbidirli e accelerarne la cottura). Cuocere a fuoco medio, avendo cura di togliere la schiuma quando affiora in superficie. A metà cottura (dopo circa 30 minuti), aggiungere della bietolina fresca, precedentemente pulita (tolti i filamenti), lavata e fatta a pezzi. Cuocere e salare. A cottura ultimata, impiattare con un filo d'olio d'oliva
PER LE BIETE STUFATE
Pulire, togliere i filamenti e lavate le bietoline, tagliarle a pezzi e metterli a stufare direttamente in una padella con uno spicchio d'aglio tritato e olio d'oliva. Salare leggermente e fare appassire la verdure (circa 10 minuti). Unire 1 uovo intero e strapazzato insieme alla verdure. Aggiungere il formaggio grattuggiato e, infine il pangrattato. Spegnere il fuoco e impiattare
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Fiorin Florello
Una pasta antica calabrese: La STRONCATURA........ si riferisce al tipo di impasto della pasta stessa.....non al modo di condirla. Si tratta di un impasto preparato ancora oggi con farine diversi....tipo frumenti integrali ma spesso anche con grano saraceno o la segale (una pianta presente sul territorio da parecchi secol...in dialetto "jermanu")......e fino a pochi anni fa si utilizzavano i rimasugli di farine dei mulini.....fino a quando direttive sanitarie europee hanno "stroncato" questa usanza. Io preparo spesso questa pasta in casa, e utilizzo le farine che ho a disposizione in quel momento nella mia dispensa: farina di grano saraceno, di castagne con grano duro integrale ecc (nella foto ho preparato i maccaroni al ferretto con grano saraceno e peperoncino......e li ho poi conditi con olio, aglio e peperoncino
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Fiorin Florello
sarde del mar Adriatico al forno (le ho pagate euro 1,90 al kg!!)
Le ho pulite, poi dopo averle disposte nella teglia le ho cosparse con la "mullica conzata"(mollica,olio evo, pepe,pepe rosso,sale, prezzemolo) e infornato poi a 200°C per ca. 10 minuti.
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Fiorin Florello
Chi di voi conosce "i milingiani mbuttunati"? Mia madre ha imparato questa ricetta in Sicilia, ma oggi mentre le preparava, mi diceva che un calabrese le ha presentate alla Prova del cuoco. Sarei curiosa di sapere in quale zona della Calabria sono conosciute. Mia madre le ha preparate cosi: premetto che sono melanzane piccine... ha inciso il picciolo e tirato via il rametto duro all'interno di esso, praticato 3 incisioni e inserito all'interno di esse, rispettivamente, sale, un pezzetto di pecorino semistagionato, un pezzetto di aglio, un pezzetto di alici dissalate ... dopo averle fatte riposare un po', le ha fritte in olio ben caldo, sgocciolate e quindi le ha messe a terminare la cottura, per una buona mezzora, nel sugo di pomodoro bollente fatto con cipolla e poco olio... non so se questa è la variante della mia famiglia siciliana da parte paterna (mia madre è calabrese), ma vedo dai commenti che sia in Sicilia che in Calabria, si esegue in tantissimi modi.
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MaryFlowers

Fiorin Florello
Lessare un po i fagiolini e le carote nell'acqua con un po di aceto...scolare e fare asciugare bene. Sterilizzare i contenitori e poi una volta asciutti mettere i fagiolini mescolati con sale aglio peperoncino e riempire i vasetti con olio....lasciare qualche minuto e poi chiudere bene.
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Fiorin Florello
L’unica sinagoga ebraica attiva in Calabria si trova a Serrastretta (CZ) ed è guidata da una donna, Barbara Aiello, unica rabbina in Italia. Suo padre, reduce della terribile esperienza del campo di concentramento, prima di passare a migliore vita, consigliò a Barbara di fare qualcosa per gli ebrei in Italia. Ella fece gli studi per diventare rabbina e fu ordinata nel 1999 e nel 2006 aprì la sinagoga insieme a suo marito, che ha il nome “Ner Tamid del Sud” (Luce Eterna del Sud). E’ stato proprio il marito di Barbara ad accoglierci affettuosamente oggi, a mostrarci i vari candelabri a 3, 5, 7 e 9 candele (rispettivamente usati per festeggiare lo “Shabbat”, a ricordare il “Pentateuco”, i giorni della settimana, la festa della luce), gli “Shofar”, cioè le corna usate come strumento musicale per annunciare le festività religiose, i rotoli di pergamena della “Torah” scritti a mano per leggere i quali si usa uno strumento simile ad una piccola bacchetta che finisce a forma di mano per evitare che l’inchiostro, nel corso degli anni si sbiadisca, i tessuti che si indossano durante le cerimonie, simili ai “vancali” di Tiriolo, con le strisce blu, colore importante per gli ebrei e altre cose presenti in una sinagoga. Lei appartiene all’ebraismo “progressista”, una corrente nata in Germania nel secolo scorso che ha come obiettivo quello di ridurre le numerose prescrizioni della legge ebraica tradizionale. Nei mesi di primavera ed estivi, arrivano a Serrastretta molte persone da tutt’Italia, ma anche dall’estero, soprattutto dagli Stati Uniti, dove Barbara è nata, per celebrare varie funzioni religiose, come il “Bar mitzvah” (che segna il passaggio dei bambini a 13 anni e delle bambine a 12 anni alla responsabilità degli adulti e all’ingresso nella comunità ebraica), matrimoni o altro.

Qui di seguito aggiungo un po’ di storia degli ebrei in Calabria che traggo dal mio libro “Orme Dimenticate, le mie escursioni in Calabria” Laruffa Editore 2016):

“Numerose sono le tracce degli Ebrei presenti in Calabria. Si tratta di reperti archeologici, prove documentali e termini presenti nella toponomastica, nel dialetto e nei cognomi. Si dice che Reggio Calabria e altre città, furono fondate da un nipote di Noè, di nome Aschenez, intorno al 1900 a.C., anche se di tutto ciò non esiste fondamento storico. Alcuni storici ritengono che gli ebrei si stanziarono sul territorio calabrese nel 70 d.C., dopo la distruzione di Gerusalemme da parte di Tito. Sotto la dominazione sveva, gli ebrei ebbero un periodo prosperoso. Ottennero dai governanti la concessione dei loro diritti, ebbero i propri ghetti con i loro ordinamenti, le loro tradizioni, scuole e sinagoghe. Ci furono momenti di ostilità tra gli ebrei ed i cristiani, ma non mancano le testimonianze di ebrei che furono protetti dalla gerarchia ecclesiastica e di tentativi operati dai governatori del periodo per convertirli al cristianesimo. Gli ebrei facevano parte integrante della popolazione calabrese, sia a livello economico, sia sociale. Furono medici, agricoltori, commercianti, banchieri, ecc.
A Reggio essi gestivano l’industria della seta e della tintoria, commercializzando i prodotti anche all’estero. Nel 1475 fu costruita una tipografia a Reggio dove venne stampata la Torah ed il Commentario al Pentateuco, cioè i primi 5 libri dell’Antico Testamento, in lingua ebraica. Tre anni dopo fu impiantata un’altra tipografia a Cosenza. Sotto il dominio spagnolo, nel 1541, gli ebrei vennero espulsi dal Regno di Napoli con l’editto di Carlo V, a ciò seguì una decadenza economica della Calabria. Gli ebrei non dimenticarono il loro vissuto calabrese, infatti, a Salonicco, alcune sinagoghe portano il nome di Calabria. Ancora oggi, in estate, i rabbini si recano sulla Riviera dei Cedri per scegliere i cedri dalle caratteristiche particolari, quali la forma conica perfetta, la buccia senza rugosità o macchie, il peduncolo accentuato, ecc., per la festa del Sukkòt. Numerose sono le tracce ebraiche in Calabria. Esistono i resti di una Sinagoga presso Bova Marina (RC), del periodo romano, nel quale furono rinvenuti mosaici che ritraggono simboli ebraici. Tali simboli sono la “menorah”, cioè il candelabro a sette bracci che nell’antichità si accendeva nei templi di Gerusalemme; lo “shofar”, che consiste nel corno di un montone usato come strumento musicale per annunciare le funzioni religiose; il “nodo di Salomone”, simbolo di unione, che alcuni pensano si riferisca all’alleanza tra Dio e il suo popolo; la “ethrog”, che indica il cedro e il ramo di palma. Questi elementi erano usati per celebrare i giorni di “Sukkot”, la festa che ricorda, il pellegrinaggio, del popolo d’Israele nel deserto verso la terra promessa Israele. Oggi, questi mosaici sono custoditi nell’Antiquarium annesso al Parco Archeologico Archeoderi nella frazione S. Pasquale di Bova Marina. Numerose sono le vie con nomi ebraici, come Aschenez e Giudecca a Reggio; un quartiere del centro storico di Cosenza dal nome Cafarone (da Cafarnao); Monte Giudeo e il Casale Giudeo nei pressi di Carpanzano (CS); l’antica sinagoga diventata la chiesa di S. Pietro, a sua volta sconsacrata e inglobata nel palazzo comunale a Petilia Policastro (KR); una coppa del XII secolo ritrovata a Caccuri (KR) che testimonia una probabile scuola di ceramisti ebraici; Via Giudecca presso Arena (VV), nella parte bassa del paese, dove gli ebrei introdussero l’arte della tintoria e della conceria, su volere di Federico II di Svevia; la necropoli ebraica del V - VI secolo d.C. venuta alla luce in località San Vincenzo, presso Girifalco (CZ) nel 2014. E tante altre sono le testimonianze del passaggio e della permanenza degli ebrei in Calabria.....
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Fiorin Florello
Anche a voi piacciono gli INVOLTINI (i vrasciola e carne) COTTI NELLA SALSA DI POMODORO ?

Prima di tutto si fa ammollare del pane secco, poi lo si sbriciola e lo si impasta con un uovo, pecorino grattugiato, sale e prezzemolo. Sulle fettine di carne di manzo (la fesa))va poggiata una fetta di prosciutto cotto (oppure una finissima fettina di soppressata) un po' di impasto, della provola e un uovo sodo. Si lega l'involtino con lo spago da cucina e si rosola bene in poco olio. Una volta ben rosolati tutti gli involtini si aggiungono al sugo già pronto e si continua a fare cuocere per il tempo necessario. Il sugo servirà per condire il primo e le vrasciole di carne saranno un' ottimo secondo che io - di solito - servo rigorosamente con piselli .......DUE PICCIONI CON UNA FAVA!!!
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MaryFlowers

Fiorin Florello
Il pane delle feste .Ingredienti:
500 gr. di farina di semola di grano duro;
25 gr. di lievito di birra;
300 ml. di acqua;
100 ml. di olio extravergine d’oliva;
2/3 pizzichi di sale;
2/3 pizzichi di zucchero.
Sesamo a piacimento.
Procedimento:
Sciogliere il lievito in un po’ di acqua tiepida. In un recipiente versare la farina, lo zucchero, l’olio, il sale e il lievito precedentemente sciolto, con l’aggiunta dell’acqua rimanente, amalgamare il tutto fino ad ottenere un composto omogeneo e morbido. Lasciare lievitare un paio d’ore avendo cura di coprire con uno strofinaccio il recipiente quindi, trascorso questo tempo, sagomare l’impasto in una teglia per ciambelle precedentemente infarinata e oliata. Lasciare completare la lievitazione ancora per altre due ore (il composto si gonfierà) quindi cospargere a piacimento di sesamo e infornare nel forno preriscaldato a 200°C per circa 45 minuti.
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Fiorin Florello
Eccovi i "supiri" questi le mie nonne li facevano ad ogni festa, ma soprattutto x i matrimoni! Alcuni li chiamano "minne di monaca". Volete favorire?
Ricetta: 6 cucchiai colmi di farina, 6 rasi di zucchero, 6 uova, pane angeli. Disporre la farina a fontana aggiungere lo zucchero il pane angeli e i tuorli. Montare gli albumi a neve e aggiungerli. Disporre l’impasto nelle formine e mettere in forno a 180/200 gradi fino a quando non sono cotti. Mettere uno spaghetto e vedere se sono asciutti.lasciare raffreddare tagliare e mettere la crema(a piacere) in questo caso è al limone! Glassarli con lo zucchero fondente.
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MaryFlowers

Fiorin Florello
Zucca in "sarza" piatto tipico di Natale del mio paese . Pronta per gli amici e i parenti . Tagliare e affettare la zucca , salarla e farla sgocciolare in uno scolapasta , infarinarla e friggerla. In un tegame far rosolare 4/5 spicchi d'aglio 2/3 peperoni cruschi, aggiungere un bicchiere di aceto rosso , una manciata di menta fresca , la zucca precedentemente fritta , una manciata di pane grattugiato , schiacciare con una forchetta e amalgamare bene.
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MaryFlowers

Fiorin Florello
A Spilinga : Curuji di Natali ", semplice impasto di pane fritto. Ingredienti : 1 kg di farina tipo 1 , circa 550 g di acqua a temperatura ambiente, 12 g di lievito di birra , (si può diminuire la quantità di lievito di birra aumentando i tempi di lievitazione ). Un cucchiaino di zucchero ,25 g di sale . Esecuzione : impastare tutti gli ingredienti formare, fare rilievitare per 20 minuti circa ,friggere in olio profondo caldo.
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Fiorin Florello
Chinulille
Per la pasta:farina 500 gr, uova 4,zucchero 50 gr. Per il ripieno:ricotta 250 gr- scorza gratt. arancia, scorza gratt. limone, un bicchierino di brandy /anice o rhum
30 gr.zucchero.
olio per friggere e zucchero a velo

Impastare la farina con uova e zucchero.dividere l' impasto a metà e stenderlo in sfoglie sottilissime. Spennellate la sfoglia con un uovo battuto con un cucchiaio di latte e metteteci sopra a mucchietti distanziati, il ripieno fatto con la ricotta lavorata con scorza grattugiata di arancia e limone, il liquore e lo zucchero. Stendere la seconda sfoglia sulla prima e schiacciarla bene intorno ai mucchietti. Con una rotella dentata, tagliate la pasta intorno , come fossero ravioli, e friggete i chinulille. Una volta freddi, spolverizzate di zucchero a velo.
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Fiorin Florello
Melanzane "mbuttunati"....(abbottonati)
melanzane piccole...sale aglio e salsa pomodoro.
lavate e asciugate le melanzane privandole del picciolo...
fare tre taglietti a mò di asola..mettete un poco di sale e mezzo spicchio di aglio...poi li mettete in una pentola bassa con olio e li fate soffriggere ...ci aggiungete la salsa di pomodoro..e finite di suocere...salate.
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MaryFlowers

Fiorin Florello
MELANZANE 'MBUTTUNATE (NON FRITTE), RICETTA DI MAMMA. Per il ripieno: pane ammollato e strizzato, arricchito con tanto basilico e prezzemolo, formaggio grattugiato, aglio, capperi. Fate dei tagli verticali sulle melanzane e riempite le fessure col ripieno. Mettete un bel po' d'olio in una teglia antiaderente, disponete le melanzane e infornate. A metà cottura aggiungete un buon sugo (fatto con cipolla e basilico) e un po' d'acqua e infornate nuovamente, finché le melanzane non diventano morbidissime.
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