Pitte di San Martino (o Pittipie), biscotti tipici di Reggio Calabria
“A San Martinu ogni mustu diventa vinu, a San Nicola pi ogni butti si faci a prova, ‘ra Macculata ogni butti va pirciata“ ;-)
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Pitte di San Martino (o Pittipie)
Ingredienti
Per le Pitte di San Martino
150 ml Acqua
150 g Zucchero
125 g Miele
1 Baccello di vaniglia
1 Scorza di limone
50 g Burro
500 g Farina 00 (+ q.b.)
10 g Ammoniaca per dolci
125 g Uva passa
Per il Naspro (glassa di Zucchero)
100 g Zucchero
25 ml Acqua
1 cucchiaino Succo di limone
Procedimento: Mettere in una ciotola l’acqua leggermente tiepida e sciogliere zucchero e miele, mescolando bene con un cucchiaio. Aggiungere i semini di vaniglia (incidere la bacca, allargarla delicatamente con le mani e far scorrere un coltellino a lama liscia sul baccello), la scorza grattugiata del limone, il burro morbidissimo a temperatura ambiente, la farina setacciata e l’ammoniaca per dolci. Amalgamare bene tutti gli ingredienti e formare un impasto compatto e non troppo appiccicoso, aggiungendo se necessario un po’ di farina. Infine come ultima cosa unire l’uva passa e lavorare fino a quando sarà ben incorporata e distribuita nell’impasto.
Spostare il panetto sopra un piano di lavoro infarinato, prelevare piccole porzioni di impasto, prima formare una pallina grande quanto una noce e poi appiattire con le mani o un mattarello fino a formare un biscotto dalla forma più o meno ovale, con altezza di circa 1 cm. Trasferire man mano le Pitte di San Martino (o Pittipie) su una o più teglie foderate con carta forno, leggermente distanziate tra loro. Cuocere in forno statico preriscaldato a 190° per 9-10 minuti, o comunque fino a quando avranno un colore leggermente brunito. Una volta pronte togliere le Pitte di San Martino dal forno e farle raffreddare su una gratella.
A questo punto preparare il Naspro, cioè la glassa di zucchero per decorare le Pittipie. In un pentolino antiaderente sciogliere lo zucchero con l’acqua e il succo di limone, portare ad ebollizione (se si ha a disposizione un termometro, fino a 112°) e cuocere per 1 minuto. Far intiepidire e procedere alla glassatura, con un pennello o cucchiaino, farcendo la parte superiore dei biscotti.
Lasciare asciugare a temperatura ambiente e gustare le Pitte di San Martino (o Pittipie) accompagnando con vino novello o vino passito.
Conservazione: Le Pitte di San Martino (o Pittipie) si possono conservare per circa 2 settimane chiuse in un contenitore ermetico.
Un po’ di storia e curiosità: Le Pitte di San Martino (o Pittipie) sono dei biscotti tipici della provincia di Reggio Calabria, da Bagnara fino in Aspromonte, con i comuni di Sant’Eufemia d’Aspromonte, Delianuova, Molochio, Oppido Mamertina, Taurianova, Cittanova, San Giorgio Morgeto.
L’impasto è a base di miele, uva passa e ricoperti con il Naspro, cioè glassa di zucchero spennellata su ogni Pitta di San Martino. Il miele rende questi biscotti molto morbidi e gli aromi naturali (scorza di limone e vaniglia) deliziosamente profumati.
Tradizionalmente si preparano il giorno di San Martino (ma anche fino a Natale) e si gustano insieme ad un buon bicchiere di vino novello, prodotto dall’ultima vendemmia.
In passato l’11 novembre era una festa dove gli uomini giravano da cantina a cantina, di amici e vicini del paese, per assaggiare il vino nuovo, festeggiando con brindisi, musica e allegria la buona riuscita della vendemmia. Le donne imbandivano “a buffetta i casa”, cioè i tavoli della cucina [dal francese buffet], con pane caldo, olive schiacciate, al forno o sottolio, ogni tipo di conserva sottolio, formaggi, salumi e tutto quello che potevano offrire agli ospiti, da accompagnare al vino novello, tutto rigorosamente preparato in casa.
Durante il periodo autunnale, proprio dalla vendemmia fino ad inizio inverno, si controlla sistematicamente e scrupolosamente la maturazione del mosto. Un antico detto popolare calabrese conferma queste attenzioni verso il vino novello: “A San Martinu ogni mustu diventa vinu, a San Nicola pi ogni butti si faci a prova, ‘ra Macculata ogni butti va pirciata“, e cioè “A San Martino ogni mosto diventa vino (11 novembre), a San Nicola di ogni botte si fa la prova (6 dicembre), all’Immacolata ogni botte va aperta (8 dicembre) [ogni botte viene aperta, togliendo la “margherita”, cioè il rubinetto, e si richiude mettendo il tappo di sughero].