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Convivenza , matrimonio o eterno fidanzamento?

daria

Master Florello
Mi unisco a Clo e bacchetto Rò...qua i ditini:martello2 Ma roba de matt!:D
Rosa se mi leggi batti un colpo, il bello delle discussioni non è la paciosità e la condiscendenza, ma il contrasto la lotta la divergenza di opinini, la ricerca di punti in comune il dibattito costruttivo...te basta?:cool2:
Basin :love_4: Cosa c'entra l'OT l l'evoluzione della discussione sposta il tema, come dice Mary approfondendo e aggiungendo nuova carne sulla graticola...ti sei mica messa a parlare di trucchi e parrucchi...
 
Ultima modifica:

Markino

Giardinauta Senior
Vedo che i problemi non esistono solo tra uomini e donne, ma anche tra donne e donne.... :lol: :lingua: :lol: :lingua:

Vi saluto perche' oggi parto per le vacanze e ci risentiamo tra due settimane!.... ADIOS :food:
 

Scatolina

Guru Giardinauta
Mary74 ha scritto:
Chiariamo un paio di cose: per parità si intende uguaglianza nei diritti/doveri, stessa considerazione sociale

Su questo sono d'accordo anche io.
Ma vedi, io questa cosa la dò un pò per scontata... nel senso che la mia età e il mio luogo di nascita/crescita (riviera romagnola) non mi hanno dato modo di vivere la problematica (forte) del "razzismo sessuale" che sicuramente molte persone anche qui hanno provato sulla propria pelle. E' comprensibile, quindi che si scaldino e non accettino il mio "passo indietro"..

Mary74 ha scritto:
Quali sono questi ruoli? Spiegatemelo, please.

Parlo del ruolo sociale, appunto che è cresciuto nel tempo e che in questo ultimo secolo sta mutando ancora...
Non dico che sia sbagliato, la mia paura è che si rischi di "andare oltre" e perdere l'equilibrio delle cose.


Per quanto riguarda RosaeViola, l'ardore con la quale risponde mi fa pensare che lei sia stata tocca in prima persona e molto profondamente da questo razzismo sessuale... :(
Mi dispiace tanto... ma io sono sempre stata convita che le esperienze sono utili se condivise... quindi ti prego di non negarcele con il silenzio.:flower:
 
M

marco48

Guest
Considerata la piega che ha preso la discussione, mi sono reso conto che il mio discorso scherzoso ha ferito la sensibilià di RosaeViola e probabilmente anche quella di altri. Queste problematiche di razzismo, e specialmente quello sessuale, sono talmente lontane dal mio modo di pensare e di essere che evidentemente ho sottovalutato la possibilità dell'esistenza di donne che soffrono perchè discriminate a causa dei cosiddetti luoghi comuni sul sesso. Al contrario, sono consapevole che gli omosessuali a volte sono derisi e per questo mi astengo da qualsiasi facile battutina scherzosa nei loro confronti. Desidero quindi chiedere scusa a RosaeViola ed agli altri, ma voglio far notare, senza assolutamente voler entrare in polemica, che io stesso sono stato discriminato.:Saluto:
 

aseret

Florello Senior
Quante volte ,quando ero giovane, avrei voluto essere un uomo e questo non per colpa del mio papà, dolcissimo e paziente, ma della mia mamma: questo non si fa perchè sei femmina, non si esce , non devi dar retta ai ragazzi, anzi non devi neppure frequentarli ....e via dicendo.
Non vi dico le discussioni per un minimo di libertà!
Ecco, spesso le peggiori nemiche delle donne sono proprio le donne!
Penso cmq che adesso molte cose siano cambiate!
 

xst84

Giardinauta Senior
Larissa ha scritto:
"sangue su sangue non macchia, va subito via..."
Grazie Lara
purtroppo diversamente da te tendo a non farmi capire conosco questo detto, il sangue è sicuramente più carico di significati, io volevo, con la mia "versione ", e con l'esempio marcio del bagnato, puntare sia sulle reciproche capacità ( toccare il bagnato mentre si è bagnati ) sia sul lavare via le colpe, che invece sono sempre individuali:Saluto:
 

RosaeViola

Master Florello
marco48 ha scritto:
Considerata la piega che ha preso la discussione, mi sono reso conto che il mio discorso scherzoso ha ferito la sensibilià di RosaeViola e probabilmente anche quella di altri. Queste problematiche di razzismo, e specialmente quello sessuale, sono talmente lontane dal mio modo di pensare e di essere che evidentemente ho sottovalutato la possibilità dell'esistenza di donne che soffrono perchè discriminate a causa dei cosiddetti luoghi comuni sul sesso. Al contrario, sono consapevole che gli omosessuali a volte sono derisi e per questo mi astengo da qualsiasi facile battutina scherzosa nei loro confronti. Desidero quindi chiedere scusa a RosaeViola ed agli altri, ma voglio far notare, senza assolutamente voler entrare in polemica, che io stesso sono stato discriminato.:Saluto:

Carissimo Marco,
so bene che sei una persona molto sensibile e so anche che il tuo dire era assolutamente bonario.
Vedi, non amo questo tipo di battute proprio perchè so che molto spesso, anzi, troppo spesso, celano un retaggio che ancora si ripercuote sui rapporti uomo/donna.

Tempo fa, discuteste allegramente in un 3D sull'argomento.
Beh, credimi, ho fatto fatica a non intervenire, ma ci sono riuscita solo pensando che avrei scritto cose per le quali, probabilmente, non sarei stata capita.

Così come non mi piace che si scherzi di continuo a colpi di luoghi comuni e pregiudizi sulle donne, altrettanto non mi piace che lo si faccia nei confronti degli uomini.
Certo, un po' non è un problema, ma gli input che la società intera ci propina, in questo senso, sono straconvinta che alla fine facciano una differenza nel dividere con i "noi" e i "voi", tutti gli esseri umani che alla fine, hanno bisogno di poche, ma fondamentali, cose: solidarietà, calore, condivisione, affetto, aiuto.

Volevo dirti che non mi hai ferito ma solo aiutato a portare alla luce un argomento importante che, secondo me, nel contesto di una discussione sull'affettività di una coppia, è importantissimo.

I condizionamente sociali, ci sono eccome e per società, non si intende specificatamente solo quello che è fuori dalla porta di casa...I condizionamenti più profondi, nascono dentro le mura, come giustamente diceva aseret.

Uomini e donne in fieri, crescono con una miriade di concetti che giorno dopo giorno, radicano profondamente in ognuno di noi e ci vogliono anni, battaglie interiori e non, dolore, incomprensioni, isolamento ad opera di una grossa parte della società con cui ci relazioniamo, rinnovati dentro, per essere scardinati.
Perchè, io mi chiedo? A che cosa serve? Perchè il genere umano non comprende che mantenendo la divisione e alimentando il preconcetto e il luogo comune, altro non si ottiene che l'allontanamento e l'incomunicabilità?

Quante donne e uomini, ogni giorno, soffrono per gli effetti di tutto questo?

Io sono una donna e sono orgogliosa di esserlo, così come sono orgogliosa di essere diversa non solo da qualunque altro uomo, ma da qualunque altro essere umano sulla terra.
Non voglio essere controllata e controllabile da clichè che la società mi impone...Voglio solo essere me stessa, forte dei miei errori e delle mie fragilità, dei miei lati positivi, della mia intelligenza e della mia sensibilità, indipendentemente da quella che è la mia anatomia.

Credo che anche per gli uomini sia lo stesso. Ognuno forte della sua diversità rispetto all'altro sesso e rispetto ai suoi consimili, ma assolutamente uguale, identico, sovrapponibile a qualunque altro essere vivente per rispetto, dignità, forza e capacità d'amare.

Amo gli uomini anche se certi aspetti del loro modo di essere, sono profondamente diversi dai miei o possono essere non condivisibili e voglio essere libera da ogni schema mentale.
Solo così potrò conoscere il loro universo e cercare di comprenderlo meglio.

Detto questo, aggiungo che ti stimo molto Marco. Lo affermo anche pubblicamente dopo avertelo già detto tempo fa, in privato e, come te, sono tantissimi gli uomini che qui, come nella vita reale, stimo moltissimo e voglio essere libera di poterlo dire, sempre e ovunque senza la paura di essere mal interpretata o di suscitare il più infimo dei pettegolezzi o delle bassezze.

Voglio essere libera. Libera di vivere la mia vita così come il cuore e la testa mi suggeriscono e libera di amare pienamente, senza perdere un solo istante delle emozioni che la vita può regalarmi, senza dover pensare MAI, nemmeno una volta che non è possibile perchè io sono una donna e voi siete uomini e, come tali, incompatibili ma reciprocamente bisognosi l'uno dell'altro...e mi piacerebbe tanto che ognuno di noi potesse sentirsi libero di vivere e amare senza condizionamenti.
 

RosaeViola

Master Florello
Markino ha scritto:
Vedo che i problemi non esistono solo tra uomini e donne, ma anche tra donne e donne....

Markino tu, scherzando, hai affondato il coltello in una di quelle che sono le grandi piaghe che il mondo femminile si porta addosso.
Ci si potrebbe scrivere un trattato su questo.

Ma pensate solo a come una suocera può danneggiare la vita di un figlio, attraverso la nuora...Ci sono situazioni, in questo senso, in cui la ferocia è senza limiti e sul campo, restano morti in primis, non soprattutto le persone, ma gli affetti.
...E il dolore si sparge come l'acqua di un fiume in piena che esonda, travolgendo tutto ciò che trova al suo passaggio e ricoprendo di fango e melma, tutto ciò che di bello circondava quelle acque.
 

RosaeViola

Master Florello
Scatolina ha scritto:
Su questo sono d'accordo anche io.
Ma vedi, io questa cosa la dò un pò per scontata... nel senso che la mia età e il mio luogo di nascita/crescita (riviera romagnola) non mi hanno dato modo di vivere la problematica (forte) del "razzismo sessuale" che sicuramente molte persone anche qui hanno provato sulla propria pelle. E' comprensibile, quindi che si scaldino e non accettino il mio "passo indietro"..

Cara Scatolina, forse non hai torto nel dire che anche i luoghi d'origine e di crescita, possano fare una differenza.
Penso, ad esempio, ai paesi scandinavi dove i diritti fra uomo e donna, sono realmente equiparati, dove la discriminazione sessuale NON ESISTE, prova ne è che le donne ricoprono ruoli importantissimi, persino nelle più alte cariche dello stato. In Finlandia, ad esempio, il Presidente della Repubblica è una donna. Non so se ricordate, ma quando Berlusconi era Premier, ci fu un episodio assai increscioso fra lui e la Presidente.
Il nostro, disse che era riuscito a far capitolare la Signora in questione, su un problema o una decisione, quale fosse adesso con precisione non ricordo, grazie al suo savoir-faire da vero maschio italiano.

Un amico che vive là, ci ragguagliò, non tanto tempo dopo, del fatto che i finlandesi erano a dir poco offesi, irritati, arrabbiati e scandalizzati da un simile comportamento, specie perchè proveniente da una delle più alte cariche del nostro stato, ma soprattutto perchè per loro NON ESISTE che si possa anche solo pensare una cosa simile.
Quindi, ergo, si può cambiare, si può provare a vivere come "normali" le potenzialità di una donna, senza che queste divengano una limitazione alla sua femminilità, quindi senza perdita di identità.

Parlo del ruolo sociale, appunto che è cresciuto nel tempo e che in questo ultimo secolo sta mutando ancora...
Non dico che sia sbagliato, la mia paura è che si rischi di "andare oltre" e perdere l'equilibrio delle cose.

Vedi, anche qui non hai tutti i torti, considerato che vediamo spessimo donne comportarsi come il peggiore degli uomini e mi trovi pienamente concorde con te, nel dire che anche questa estremizzazione allontana e non unisce, irrigidisce e non smussa una situazione già di per sè stessa, troppo ingarbugliata e difficile.
Però, secondo me, è altrettanto vero che nel non fare nemmeno un tentativo di cambiamento, alla fine si rischia di ritrovarsi a vivere fuori dal nostro tempo. In un mondo che cambia abbastanza rapidamente costumi è facile perdere di vista la meta, ma in un mondo che non cambia, non esiste speranza e non esiste rinnovamento e, quindi, non esiste la possibilità di una vita migliore.
 

RosaeViola

Master Florello
Prima parte

Scatolina ha scritto:
...Per quanto riguarda RosaeViola, l'ardore con la quale risponde mi fa pensare che lei sia stata tocca in prima persona e molto profondamente da questo razzismo sessuale... :(
Mi dispiace tanto... ma io sono sempre stata convita che le esperienze sono utili se condivise... quindi ti prego di non negarcele con il silenzio.:flower:

Innanzitutto, cara Scatolina, vorrei ringraziarti per non esserti risentita per quello che ho scritto stamattina e per aver avuto la sensibilità di capire che la discriminazione sessuale è qualcosa che molte di noi, hanno pagato e pagano quotidianamente sulla propria pelle. :love_4:

In quanto a me, alle mie esperienze, beh, posso dirti che sono miriadi e risalgono alla notte dei tempi.

Visto che chiedi, che ci tieni a sapere, beh, fatti coraggio...ce n'è da leggere...

"Ivana, chiudi le gambe quando ti siedi perchè, ti si vedono le mutandine"
(Già, ma a 5 anni nemmeno capivo cosa ci fosse di male nel fatto che si vedessero...giocavo in cortile, con tanti altri bambini miei coetanei, non c'era malizia e nemmeno era ancora giunto il tempo della scoperta...quando mi sedevo per riposare un attimo, magari poteva succedere che inconsapevolmente non controllassi la mia postura e se mia madre era nei paraggi...)

Ecco che cominciavano i primi condizionamenti, i primi tabù lanciati così, pronti a mettere le prime radici, pronti a farti sentire che in te qualcosa era "sporco" o sbagliato". Mia madre mi guardava con un disappunto che non ce n'era un altro uguale. Quella sua espressione, quando appariva, sapeva di qualcosa di molto grave, di molto brutto, di molto sporco...Mi faceva sentire colpevole di aver fatto qualcosa di molto cattivo.

"Ivana, quando giochi sei un maschiaccio"
(Ma perchè a 6, 7, 8, 9 anni l'energia, la vitalità, la voglia di vivere, la spensieratezza, la vivacità espressa come felicità di essere al mondo, vengono etichettati? Ma chi ha detto che si deve giocare come maschi o come femmine? Ma se corri, salti, ti scateni sei un maschiaccio? Ma allora le femmine devono essere tutte delle suorine?...)

Non è questa, una frase del mio tempo, ma di tutti i tempi. Io la sento ancora dilagare ovunque e in chiunque.
Sei femmina? Allora devi giocare tranquilla e silenziosa con le bambole e i pentolini.
Sei maschio? Allora devi essere rude, irruento e vivace.
Non importa quello che tu bambino, senti dentro. Importa la tua identità.
E tu ti guardi attorno e ti fai mille domande. Ti senti ancora sbagliata e non sai nemmeno perchè e ti chiedi cosa ci sia di male se hai voglia di correre, di saltare, di sentirti sudato fino al midollo, di giocare a indiani e cow-boy dove tu fai la donna del saloon o la squaw che sistematicamente viene catturata e legata al palo...Cosa c'è di male se ho voglia di inforcare la bicicletta e correre, correre, correre, correre fino a sentire che il fianco sinistro ti fa male per come respiri, per come sei affaticata?
Cosa c'è di sbagliato nel sentirsi pieni di vita e felici di quei momenti?

"Ivana, le brave bambine stanno ferme e zitte, tu non sei un maschio, devi essere più ubbidiente e non muoverti tanto"
(Sì, va bene, ma se io ho voglia di capire quel che state dicendo cosa devo fare? Se io ho bisogno di chiedere, perchè DEVO sapere, DEVO conoscere, perchè ho una fame atavica di tutto questo come devo fare? Perchè non sono una brava bambina? Perchè devo stare ferma se il mio corpo è un'esplosione di energia? Perchè ad un maschio è permesso questo e a me no?)

Il martellamento era continuo, pedissequo, asfissiante. Non passava giorno, ora e minuto, in cui, se non mi comportavo come previsto dalle regole, ero sbagliata.

"Ivana, sparecchia, apparecchia, lava i piatti, spolvera" e, qualche tempo dopo "Ivana, stira, stendi, lava i pavimenti, aiutami in cucina"
(sì mamma, ti aiuto, ma perchè papà se ne sta sul divano e noi lavoriamo? Perchè lui può riposarsi e noi no? Perchè tu mamma lavori tantoe papà viene servito? Anche tu vai a lavorare come lui, ma lui a casa non è obbligato a lavorare)

Ma lui è un uomo...Questa era la risposta, questa era la peggior ingiustizia, la peggior iniquità, la peggior differenza che vivessi. Mi umiliava vederlo seduto a leggere il giornale o a guardare la tv, mentre noi (io, mia madre e mia sorella maggiore) sgobbavamo.
Mi ribellavo a tutto questo, discutevo con mia madre e con mio padre, osavo sfidare l'autorità e il ruolo paterno ad un'età davvero inusuale per la loro generazione...avevo circa 9-10 anni ed ero un problema.
Ma un problema perchè??? Perchè ragionavo? Perchè ero intelligente? Perchè avevo la capacità razionale di vedere le differenze?
Ero un problema perchè li destabilizzava il mio argomentare, perchè erano incapaci di gestirmi, perchè erano disorientati di fronte ad una bambina che li discuteva.
Oggi lo so, ma 9-10 anni, loro riuscivano, ancora una volta, a farmi sentire sbagliata. Mio padre, una sera, mi disse: "Se io, che ero il figlio maschio primogenito, avessi osato dire queste cose a mio padre, non so cosa mi sarebbe successo..."
Ancora una volta...Ero una femmina ed ero sbagliata perchè osavo ragionare come un maschio.

Gli episodi al riguardo sono una quantità esorbitante che, per ovvie ragioni, non posso scrivere, considerato che già tutta questa parte è di una lungaggine sonnolenta, ma posso solo dirti, cara Scatolina che, malgrado mio padre mi abbia dato tanto, in questo senso era un retrogrado e mia madre, una donna del suo tempo, completamente assogettata all'autorità maritale in molte cose. Pochi erano gli spazi in cui lei imperava indomita, davvero pochi.
E' vero, erano altri tempi, ma non sono l'unica ad aver vissuto un'infanzia pregna di questi concetti.
...e siamo solo all'infanzia...

continua...
 

RosaeViola

Master Florello
Parte seconda

...e siamo agli albori all'adolescenza...E qui, son dolori, come giustamente diceva aseret.

"Non ti mandiamo a scuola perchè non abbiamo abbastanza soldi per mantenerti agli studi, anche perchè, considerato che sei una femmina, se poi incontri qualcuno, te ne innamori e lo sposi presto, alla fine avremo buttato via tempo e denaro."
(Non avevo parole per quello che avevo appena udito, ma solo lacrime, fiumi di lacrime che ancora non smettono...)

Eh già, questo è stato di sicuro uno dei peggiori momenti della mia vita. Passi che non c'erano abbastanza denari per mantenermi mentre studiavo, questo potevo capirlo, ma che non si potesse rischiare quel poco che c'era perchè ero una ragazza, questo nooooo!!!
Lavorare, guadagnare a 14 anni è durissimo e lo era anche allora.
Non potevano mandarmi a scuola, forse, ma io pagavo questo prezzo, soprattutto perchè ero una femmina e, come tale, su di me non si poteva investire.

"Tu sei una ragazza e le ragazze non possono uscire"
(Essere una ragazza è una maledizione...Guardi quelli che erano bambini
-maschi- con te, inforcare il cancello di casa e uscire con gli amici e tu piangi amare lacrime per come ti senti ingabbiata a causa della mancata presenza di una manciata di centimetri di pelle in più che, a quell'età, nemmeno sapevo come fossero fatti, e dalla presenza di due protuberanze globose che ti son cresciute in poche notti sul torace...cominci a detestare di essere nata femmina e ti senti sempre di più un oggetto di poco valore.)

E per cosa poi? Ah sì, per proteggerti dai brutti incontri e per l'onore, il buon nome, il garantirti un futuro come brava ragazza e non come una che la sera se ne esce con chissà chi poi...
In quegli anni il concetto di illibatezza, di pensare ad unico uomo da conoscere e dal quale essere impalmata, era ancora in auge.
Per poco ancora...Per fortuna.


"Noi donne siamo incapaci di vivere da sole, abbiamo bisogno di un uomo per poter stare bene. Devi pensare al tuo domani, a sposare una brava persona e a mettere al mondo dei figli."
(Tutto qui? Questa sarà la mia vita? Che fortuna essere donne!)

Immagino che strabuzzerai gli occhi cara Scatolina a leggere queste parole. In fondo io ho solo 45 anni e questi, invece, sembrano discorsi da fine '800.
Ma il condizionamento era feroce. Tu ti chiedevi perchè dovessi sposarti per stare bene e, in alcuni momenti, ci credevi pure! Vedevi continuamente questi esempi e sentivi continuamente di queste frasi.
Mantenere a casa la moglie mentre cresceva i figli e anche dopo, era la normalità, in cambio di una geisha che faceva da zerbino, da schiava che non conosceva orari o ferie, che si occupava di tutto e di tutti e che, soprattutto, non doveva rompere, non palesemente almeno, perchè perlopiù le donne esercitavano tacitamente il loro potere in modo indiretto, con gli artifizi consentiti dalla loro identità sessuale, quasi dei sortilegi che si compivano fra le mura domestiche dove aggiravano "l'ostacolo marito" e nelle camere da letto, dove le loro madri, avevano spiegato loro avrebbero potuto strappare ad un uomo, i consensi necessari alle loro richieste.

Non parliamo poi, di quelle che erano le tradizioni che si tramandavano da donna a ragazza..."Gli uomini sono tutti uguali. Credono di comandare, ma siamo noi a decidere!" (Povere illuse...) "L'importante è darsi all'uomo nei suoi bisogni fisici...E' lì il segreto della vita coniugale! In fondo a noi donne del sesso non importa molto, anzi, quasi per nulla, ma loro sono fatti così e se vuoi ottenere qualcosa e stare abbastanza bene, non devi dirgli di no."
Io volevo essere amata e volevo provare delle emozioni per il mio compagno, per quello che avrei avuto vicino, pensavo al sesso con allegria e con piacere, non come ad uno strumento, un mezzo, un tavolo di trattative in cui avrei usato il mio corpo per ottenere qualcosa e non per provare piacere...Mi sentivo una mosca bianca e, se non fosse stato per le amiche di quel tempo che condividevano i miei pensieri, non so come avrei fatto. Ma la rabbia per quello che ci si prospettava una volta cresciute, era tremenda. Essere donna, femmina, ragazza a quei tempi, era una castrazione fortissima.
Fortuna che arrivarono le battaglie sociali e politiche degli anni '70 ad aprirci gli occhi e farci sentire meno sole e meno sbagliate di come ci sentivamo noi donne in fieri.

continua...
 

RosaeViola

Master Florello
Terza parte

Dopo anni di estenuanti discussioni in famiglia, dove la mia identità era il mio vincolo, dove il mio essere femmina era un problema perchè non avrei dovuto fare questo, dire quest'altro etc. etc., io acquisii quella che era la mia forza: ero una donna e con ciò? In fondo, ho sempre pensato, io prima di tutto sono una persona e quando discutono con me, chiunque lo faccia, è questo che deve capire.
Ed è ciò che ho fatto.
Ho discusso, contestato e ragionato senza timore con chiunque, sulle cose che non condividevo.
Sulle barricate famigliari e sociali ci ho passato la mia vita e ancora non ho finito.

Sono stata una figlia (sbagliata), una donna (fuori dagli schemi...io pensavo con la mia testa e argomentavo, quindi, come tale, ero una scassapalle, ero ancora una volta sbagliata), una moglie (per la cui suocera ero il demonio: toccavo le parti intime del suo bimbo, le impedivo con tutte le mie forze di insinuarsi nella nostra vita, non le consentivo più di controllarlo come aveva sempre fatto e come avrebbe voluto continuare a fare), una madre (e come tale, per la maggior parte delle realtà, sociali e famigliari, per le istituzioni) sono sbagliata. Per la famiglia d'origine, sono sbagliata perchè come madre sbaglio a fare una lista infinita di cose, per i suoceri per ovvie ragioni...se non andavo bene come moglie, figuriamoci come madre delle loro nipoti...ah, dimenticavo...quando dicemmo ai miei suoceri (in entrambi i casi successe) che aspettavamo una bambina, la loro reazione fu: "Ah...che peccato! Il primo figlio dovrebbe essere sempre maschio" (considerare che nella loro famiglia era un secolo che non nascevano femmine) e con la seconda fu: "Oh no! Se fosse stato un maschio, avreste avuto la "coppia"...Ma coppia di che???
Per le istituzioni sono sbagliata perchè sono la madre. Quando ti relazioni alle educatrici dell'asilo nido, tu sei la madre e non capisci una mazza...Peccato che le donne mettano al mondo bambini dalla notte dei tempi, ma le educatrici sanno cose dei bambini che tu, madre, non sai.
Qualunque problema ha tuo figlio, sta tranquilla che cercano sempre di farti capire (se sei fortunata e non te lo sbattono direttamente in faccia) che tu sei responsabile di tutto quello che accade al tuo cucciolo.
Quando vanno alla scuola materna, idem come sopra.
Quando nel lavoro diventi madre, sei finita.
Hai bisogno di permessi e, quindi, non sei più produttiva.
I colleghi mugugnano perchè sei spesso a casa a curarti tuo figlio che, soprattutto nei primi anni, si ammala un giono sì e l'altro pure.
Qualunque avanzamento di carriera tu aspiri, necessita di un agnello sacrificale: tuo figlio.
Se vuoi arrivare alla meta che ti sei prefissata, devi dimenticarti di averlo partorito, devi dimenticarti che lui ha bisogno di te.
Ci sono donne che devono mollare i loro figli anche a 2-3 mesi pur di non perdere ciò per cui hanno sudato.
Ci sono donne che non fanno figli pur di riuscire nel lavoro.

Io ho scelto le mie figlie e non il lavoro e, quindi, ero sbagliata anche in quel mondo.

...continua
 

RosaeViola

Master Florello
A tutto ciò, aggiungo quello che è stato il motivo del contendere: le battute contro le donne che, ribadisco, per me sono segni di come il concetto negativo delle donne si possa esplicare anche attraverso piccole cose.

Ne ho sentite e viste di ogni tipo, versione, colore, interpretazione, insomma, sono nauseata da questa infinita litania:

- che ragioniamo con l'utero fino all'essere ormonalmente umorali
- dal far morire le piante col ciclo mestruale al mistero dei profondi recessi di una vagina (eh sì, non ho scritto male...non avete idea di quanti uomini chiamino in Pronto Soccorso in piena notte perchè mentre fanno sesso "perdono" il preservativo all'interno delle cavità oscure della partner...Ma dove vuoi che sia finito??? Mica abbiamo la Grotta Azzurra là dentro!!!)
- dal fatto che i figli si amano di più perchè si fanno mentre le mogli si trovano per la strada
- dal vomitevole concetto che siamo oche ma belle sennò siamo intelligenti ma brutte
- dallo squallore di essere ignorate se andiamo da un meccanico e gli chiediamo cosa sia successo all'auto allo sconforto del trovarsi a sperticarsi per convincere sempre lo stesso meccanico che la macchina HA DAVVERO un problema e che non siamo in fase pre-mestruale se sentiamo rumori sospetti
- dal sentir dire a uomini di cui avevo stima fino a quel momento, con un tono sprezzante che, "voi donne per vostra natura siete invidiose, litigiose e poco inclini all'accettare le altre donne"
- dallo scoprire che siccome siamo donne, quando ti presenti per un lavoro, i tuoi possibili datori, ci terrebbero alla bella presenza, per cui del cervello non te ne fai nulla, salvo riempire il cranio perchè la voce non rimbombi in testa quando apri la bocca, allo squallore totale del renderti conto che sono ancora troppe le donne che usano il loro corpo come merce di scambio
-dal constatare che il binomio donna=pericolo, donna=tentazione, donna=cattiveria, donna=peccato, sono ancora troppo radicati e, purtroppo, nel reperirlo anche in persone culturalmente elevate
-dal capire che non sono solo gli uomini di certe generazioni a dire che una donna che discute è una rompi mentre se lo fa un uomo, "è uno con le palle", ma che lo pensano anche i ragazzi e tanti
-dal rendersi sempre più conto che sono le donne stesse a invalidarsi riempiendosi la bocca di luoghi comuni
-dal sentirsi dire da persone, conoscenti, colleghi, capi: "A vederti non avrei pensato tu fossi così intelligente"...Certo, per una donna, non essere appariscente, specie nel lavoro, significa di certo partire con un handicap...

Ma ce ne sarebbero tante e tante ancora da dire...Io credo che già così, possa bastare per dire che i condizionamenti sociali ci sono, eccome se ci sono...
Se mi soffermo a pensare a tutto quanto ho scritto in quest'ultimo post, mi chiedo, ma come può, un ragazzo che cresce e si forma all'interno di una famiglia dove queste battute sono frequenti, non rimanerne intaccato?
Come può un ragazzo che si confronta con la realtà, col gruppo a non rafforzare certi aspetti misogini che ha assorbito in famiglia?
E, alla fine, dopo aver definitivamente associato alla parola donna qualcosa di negativo, come si relazionerà alla sua compagna questo ragazzo?

Io credo che serva mettere maggior attenzione anche A CERTE banalità, A CERTE frasi che sembrano innocue e banali...Nella mente di chi ascolta e si sta formando, anche questo può consolidare il pregiudizio, mentre io ritengo che per abbatterlo, si debbano vaccinare i figli anche attraverso le parole unitamente ad un comportamento che riconosce alle donne e alla propria compagna, rispetto e dignità.

E con questo ho finito la mia arringa...Chiedo scusa per la prolissità, ma non so fare di meglio.


P.S.: Ho scritto in maiuscolo le parole A CERTE, per sottolineare che, a mio avviso, non è alle banalità in generale che bisogna mettere attenzione, perchè a qualcuno non venga in mente di pensare che io sia una vecchia barbogia bacchettona che non sa ridere...
 
Ultima modifica:

RosaeViola

Master Florello
ma voglio far notare, senza assolutamente voler entrare in polemica, che io stesso sono stato discriminato

Ecco Marco, mi piacerebbe capire bene il senso di questa frase...Ti riferisci alla tua vita in generale o a qualcosa che è stato detto qui, in questa discussione?
 

Eltuena

Guru Giardinauta
RosaeViola ha scritto:
"Ivana, chiudi le gambe quando ti siedi perchè, ti si vedono le mutandine"

Questa è una frase che ho sentito pochissime volte: Ho iniziato ad usare i pantaloni...dalla notte dei tempi. Non ti dico le critiche della gente: "sei una ragazza, non puoi indossare sempre e solo pantaloni come i ragazzi". Io ho continuato come se nulla fosse.

RosaeViola ha scritto:
"Ivana, quando giochi sei un maschiaccio"

Questo non mi ha mai condizionata. Ero libera di giocare come volevo ed ero rude, irruenta e vivace (sapessi quante ne ho combinate).
 

Eltuena

Guru Giardinauta
RosaeViola ha scritto:
...e siamo agli albori all'adolescenza...E qui, son dolori, come giustamente diceva aseret.

"Non ti mandiamo a scuola perchè non abbiamo abbastanza soldi per mantenerti agli studi, anche perchè, considerato che sei una femmina, se poi incontri qualcuno, te ne innamori e lo sposi presto, alla fine avremo buttato via tempo e denaro."


Mi hanno mandata a scuola senza problemi, ma senza farmi dimenticare che il mio ruolo sarebbe stato quello di moglie e madre.

RosaeViola ha scritto:
..."Tu sei una ragazza e le ragazze non possono uscire"
RosaeViola ha scritto:
(Essere una ragazza è una maledizione...Guardi quelli che erano bambini
-maschi- con te, inforcare il cancello di casa e uscire con gli amici e tu piangi amare lacrime per come ti senti ingabbiata a causa della mancata presenza di una manciata di centimetri di pelle in più che, a quell'età, nemmeno sapevo come fossero fatti, e dalla presenza di due protuberanze globose che ti son cresciute in poche notti sul torace...cominci a detestare di essere nata femmina e ti senti sempre di più un oggetto di poco valore.)

E per cosa poi? Ah sì, per proteggerti dai brutti incontri e per l'onore, il buon nome, il garantirti un futuro come brava ragazza e non come una che la sera se ne esce con chissà chi poi...
In quegli anni il concetto di illibatezza, di pensare ad unico uomo da conoscere e dal quale essere impalmata, era ancora in auge.
Per poco ancora...Per fortuna.

Hai descritto perfettamente anche la mia situazione.

Li ho accontentati e dal momento del sì è iniziata la mia tortura. Il mio ex pensava che il ruolo di una donna era solo mettere al mondo dei figli e compiacere il marito che da uomo era e doveva essere il capo indiscusso.
 

daria

Master Florello
Cara Rò, niente di nuovo sotto il sole sono tutte cose che noi donne specialmente
non giovanissime:D conosciamo bene...ne avremo fatto tesoro, certamente ci staremo regolando con gli atteggiamenti educativi adoprati con i nostri figlioli, nel mio caso accade, mia figlia potrà dire ciò che vuole, ma certo non di essere discriminata in famiglia, in quanto unica femmina...tuttal'più è lei che discrimina noi...Continuo a non capire perchè ti sei sdegnata...Non mi sembra che in questa discussione, molto sensata ed equlibrata ci siano state battute infelici...ma solo qualche interruzione sopra le righe, per giocare per "svago", perchè è sempre bene non prendersi troppo sul serio...naturalmente secondo il mio modesto punto di vista.:)
 

aseret

Florello Senior
Ivana, hai espresso in modo molto analitico quello che è stata in buona parte anche la mia esperienza di vita e, penso, quella di molte di noi.I nostri genitori probabilmente erano vissuti col terrore 'di cosa dirà la gente...'e la mia mamma ancora adessosi meraviglia e disapprova quello che le sembra contrario all' educazione che ha ricevuto 90 anni fa.
Lo so che ancora adesso si fanno delle discriminazioni specie nel mondo del lavoro ed in alcune professioni,ma sono gli ultimi retaggi di una tradizione dura a morire: noi siamo cambiate ed anche moltissimi uomini sono cambiati nel loro modo di vederci e di considerarci:aiutano a casa, vanno a fare la spesa, cucinano, prima di prendere una decisione discutono con noi, ci apprezzano sul lavoro.......,in certi casi sono addirittura intimoriti...davanti ai risultati che otteniamo...
Abbiamo fatto moltissimi passi avanti, anzi in certi casi abbiamo assorbito proprio quei difetti ed atteggiamenti che di solito rimproveriamo a loro.
Per certi atteggiamenti ,diciamo tradizionali, non me la prendo più di tanto: considero la persona che ho davanti e agisco di conseguenza, sbaglia come persona non solo perchè è maschio.
Certe esperienze lasciano un segno indelebile, però adesso ci possono fare ancora del male solo se lo permettiamo.
Un abbraccio.
 

Eltuena

Guru Giardinauta
Comunque, al di là di queste considerazioni e differenze tra la "femmina" ed il "maschio", quello che proprio non sopporto, che mi manda in bestia fino a farmi salire il sangue in testa è l'essere considerate meno intelligenti degli uomini. Purtroppo, ancora ci sono tante donne che ragionano (si fa per dire) con la testa sotto i piedi. Ho sentito alcune donne dire "dobbiamo riconoscerlo, noi donne siamo meno intelligenti". Mi sono semplicemente limitata a rispondere "parla per te".
 
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