crica ha scritto:
Forse lo consideri il più bistrattato....magari le persone attorno a volte non ti capiscono....MA NOI SIIII!!!! TI CAPIAMO ...E TANTO!!!!
Ma ogni cosa che fai è per le persone che ami .... NON PER CLIENTI O CAPI ROMPISCATOLE!!!!
ciaociao
cri
Crica, ho cominciato a lavorare prestissimo (troppo) perchè i miei genitori (più che altro mia madre) hanno pensato che non valesse la pena investire su di me e sul fatto che adorassi andare a scuola.
Dopo avermi impedito di fare la cosa che più amavo, ho passato anni facendo ogni tipo di lavoro, persino la lavapiatti nella cucina di un ristorante, cosa per la quale mi alzavo alle 4.30 del mattino, uscendo di casa prima di mio padre, affrontando un viaggio di circa 1.40 (abitavo a Niguarda e dovevo arrivare fino all'ortomercato...tu sei di Cinisello, quindi penso sappia che cosa significhi) e mentre viaggiavo sulla 90, vedevo accendersi le luci nelle case e pensavo che in quel momento moltissimi dei miei coetanei, si apprestavano ad andare a scuola in quel momento e questo mi straziava. Ho vissuto la perdita della scuola come uno strappo senza fine.
Dopo varie peripezie, umiliazioni di ogni genere e disperazione totale, sono riuscita a fare il magistrale serale e da lì, sono andata a lavorare in ospedale dove poi ho studiato ancora per fare l'infermiera.
Questo è stato il mio percorso...23 anni di lavoro duro, anzi, durissimo come infermiera più altri 4-5 vissuti da disperata.
Quando abbiamo maturato l'idea di trasferirci, avevamo deciso che per un periodo sarei stata a casa, dopo di che, avrei cercato qualcosa.
Quei primi 6 mesi, sono stati bellissimi, perchè dopo tutta una vita di lavoro e in quelle condizioni, puoi ben immaginare quanto avessi bisogno di disintossicarmi.
Poi ho lavorato ancora part-time, in un poliambulatorio qui...un'esperienza che non auguro ad un cane...
Il periodo di lavoro lì è finito il 31 dicembre di 2 anni fa e da quel momento si era arrivati alla decisione, che io, finalmente, cercassi di fare la cosa che più desideravo: scegliere il mio futuro.
Così è stato che mi sono rimessa sui libri e ci sono ancora, tra mille difficoltà, perchè tutto questo avviene con una famiglia di sciroccati da gestire, due figlie fuori di testa come non mai, un giardino immenso e tutto da pensare ed organizzare. Quindi, io sono uno studente lavoratore, ma è qualcosa che è ben difficile da far capire alle persone che ti vivono accanto: in primis, perchè sanno che sei a casa e quindi...In seconda istanza, quello che fai è dovuto e passa sotto silenzio, perchè se c'è un lavoro ingrato e per niente riconosciuto è quello della casalinga. In ultima analisi, devo combattere per far capire a tutti che se sono a casa e se devo studiare, DEVO avere tranquillità e tempo.
Credi che questo sia possibile e sia attuabile facilmente? NO.
Se lavori fuori casa, sei sicuramente più riconosciuta e rispettata....e ti posso assicurare che mio marito non è un troglodita, tutt'altro, ma è un pensiero dilagante anche nelle persone più evolute che stare a casa non è mai come lavorare fuori...