Stamattina un cliente ha detto in presenza del mio capo che sono bravissima e che se non ci fossi io lui non verrebbe volentieri qua, forse l'ha detto perche' mi ha vista un po' giu' di corda o forse perche' ho ancora gli occhi rossi, non lo so, o forse perche' sentiva veramente quelle parole nel cuore... Bo... il mio capo non ha detto una parola, se ne e' andato quasi inorridito, sicuramente non pensa che io sia male nel lavoro pero' uno straccio di soddisfazione ogni tanto mi piacerebbe, il mio ragazzo dice che sara' cosi ovunque io vada, e' inutile ma i datori di lavoro sono tutti uguali, secondo voi e' cosi? C'e' qualche datore di lavoro all'ascolto? Siete tutti cosi? Non ci voglio credere, come non voglio credere che il mio datore sia un mostro senza motivo, avra di sicuro i suoi motivi, personali o non personali, questo lo ignoro, vorrei solo sapere perche' se ce l'ha con una o piu' persone deve necessariamente prendersela con tutte? Perche' non dice chiaramente cio che lo disturba? perche' deve per forza mettere il panico a tutti? Non capisce che cosi noi lavoriamo male e non riusciremmo mai a rendere come vuole lui perche' se si lavora nel terrore si sbaglia piu' facilmente no? Perche' non lo vuole capire, eppure inizialmente mi sembrava una persona intelligente e comprensiva, cosa e' cambiatoin lui e cosa in noi? Deve esserci un punto di rottura, incomprensibile dal mio punto di vista dato che bon ho mai fatto nulla per meritare questa poca considerazione da parte sua, che colpe ho? Non posso vivere con questi interrogativi che mi girano in testa dalle 08:00 alle 18:00.... Ma nello stesso tempo ho paura a chiedere spiegazioni perche' non so che reazione potrebbe avere una mia domanda cosi personale, insomma, dopo 5 anni non ho nessuna confidenza con lui, ho sempre avuto timore di lui anche se prima che per datore di lavoro l'ho incontarto come amico di amici comuni e fuori mi e' sempre parso solare, educato, allegro. Ora e' tutto fuorche' SOLARE, EDUCATO, ALLEGRO... Mi dispiace che si stia creando questa situazione, primo perche' non sono la sola a voler stare a casa, secondo per il mio fidanzato che ha investito tanto in questa ditta dato che e' uno dei soci... e nemmeno lui sa spiegarmi quello che accade. Non voglio rendergli la vita un inferno, non e' giusto, gli voglio troppo bene e credo che questa ditta possa andare bene ma le manca l'umilta' di dire ho sbagliato e di ricominciare con uno spirito diverso, piu' comprensivo verso dei dipendenti che sono si DIPENDENTI ma che prima di tutto sono delle persone, per loro immensa fortuna con una famiglia e dei figli che gli vogliono bene (altrimenti non sarebbero in grado di sopportare 8 ore di agonia qui dentro se non ricevessero un po' di affetto a casa), purtroppo chi ha una famiglia ha degli impegni, ha dei problemi, i figli purtroppo si ammalano e hanno bisogno della loro mamma, lui non comprende che se si sta a casa non e' per dispetto ma per necessita', questo non sopporto, che ti faccia sentire in colpa se resti a casa con la febbre o con l'influenza, ma come diavolo fai? Io non sto mai a casa e forse e' anche per questo che sono cosi esaurita, mi trascuro, eviti le visite nei periodi di piu' lavoro e a volte vengo in ufficio con la febbre e non e' giusto. Non e' il modo di lavorare questo, capisco che in passato certi dipendenti possano essersi presi un po' troppi permessi ma non puoi prendertela con chi non sta mai a casa perche' ha il terrore di te e si metterebbe a piangere quando incontra il tuo sguardo.
Alessia