Direi di no, non taglierei nessun ramo perlomeno finché avrai segnali inconfutabili di una grande, forte ripresa, segno (relativo) di un solido attecchimento.
La margotta deve superare il trauma del distacco dalla pianta madre ed un improvviso affidarsi alle proprie risorse.
Se si trattasse di una talea, per equilibrare il fatto di essere ancora priva di radici, le foglie dovrebbero essere ridotte, ma non credo necessario lo stesso ragionamento per una margotta.
Secondo me anzi tutto quello che sta al di sopra della caramella (entro certi limiti) costringe le radici esistenti, per quanto ridotte, ad espandersi per raggiungere l'equilibrio a cui alludevo.
Spero che quel poco che ti ho scritto sia davvero sufficiente e soprattutto esatto, ma prima di mettere a dimora le tue margotte, pensaci su una volta ancora e guardati il video di girdinaggio.it.
Comunque mettiti in condizioni di lavorare con moltiiiiiiiissima calma, con guanti da lavoro, con tutto il necessario a portata di mano, con uno schema preciso delle azioni da compiere.
Insomma stancati all'estremo nei preparativi e a pensare a tutti i possibili imprevisti (che per loro natura però non possono esser previsti).
Per almeno una o due settimane, limita alle margotte l'intensità solare e le ore di esposizione e mantieni il terriccio un pochino più umido del solito (io almeno faccio così) poi invece fa si che le radici ricomincino a "cercarsela" l'acqua, costringendole a propagarsi.
Se ho scritto delle castronerie oppure se qualcosa che ho scritto è ambiguo, spero che qualcuno mi corregga o mi dia modo di chiarire ciò che ho lasciato involontariamente in bilico.
Ciao