Federica
Master Florello
Sto camminando sulla neve, seguo le impronte delle scarpe lasciate da chi mi ha preceduto sul marciapiede. Un anno fa, proprio in questi giorni, il tempo non era migliore, prendevo il treno in fretta, dovevo arrivare all’ospedale Niguarda a Milano, prima possibile. Lui era lì, in rianimazione, chissà cosa sarebbe accaduto, speravo di vederlo sveglio con il suo solito sorriso, con il suo ottimismo, con le sue parole capaci di ridare coraggio e speranza a chi era in difficoltà. Dopo 4 giorni il medico di turno ci spiega che stanno togliendo la sedazione e che poi si vedrà. Chiediamo cosa sarebbe successo, quando si sarebbe svegliato, ma la risposta era un’altra: non si sarebbe più svegliato. Allora l’ultima occasione di parlargli era stata domenica sera, poi tutto era precipitato. Nessuna possibilità di risveglio e il pensiero angoscioso di un coma vegetativo. In quei momenti non sai più cosa pensare, non pensi, ma vivi l’atttimo, non pensi troppo lontano perché tutto è sospeso a un filo sottilissimo.
Così, nessun risveglio e dopo 7 giorni dichiarazione di morte cerebrale e richiesta di espianto degli organi. Era il 21 dicembre e una fitta nevicata imperversava su Milano, neppure l’elicottero poteva alzarsi per portare gli organi un po’ più lontano dove qualcuno aspettava con la speranza di tornare a vivere. Comunque un rene e il fegato sono stati espiantati e qualcuno lo scorso Natale ha potuto festeggiare il ritorno alla vita. Un gran bel regalo di Natale, davvero immenso. A 51 anni, mio fratello, solo un anno più di me, ci ha laciati così, a causa di un ictus, come un fulmine a ciel sereno, senza parole, attoniti.
Ancora oggi faccio fatica a crederci…ancora più difficile credere che sia già passato un anno.
Stamattina mi sono sentita come un anno fa, l’impressione di ripercorrere la stessa strada, di mettere i piedi nelle impronte lasciate sulla neve lo scorso anno. Forse anche questo tempo, la neve, favoriscono questa sovrapposizione di sentimenti-sensazioni. E’ un dolore intenso e forte che senti dentro e che ti commuove, turba l’equilibrio e fa sgorgare forti i sentimenti di grande affetto.
Non mi domando perché, non dico che non è giusto, penso che c’é un tempo per ognuno di noi, forse quello era il suo tempo, forse ha dato tanto in questi suoi anni di vita che adesso il suo ricordo nei cuori di chi gli ha voluto bene, resta indelebile e aiuta ad essere migliori.
Sono pensieri che mi girano per la testa, volevo raccontarveli, è una storia triste, ma che lascia una speranza, la speranza di passare da questa vita lasciando agli altri qualcosa di noi, di non essere stati qua invano! Un bacione.
Così, nessun risveglio e dopo 7 giorni dichiarazione di morte cerebrale e richiesta di espianto degli organi. Era il 21 dicembre e una fitta nevicata imperversava su Milano, neppure l’elicottero poteva alzarsi per portare gli organi un po’ più lontano dove qualcuno aspettava con la speranza di tornare a vivere. Comunque un rene e il fegato sono stati espiantati e qualcuno lo scorso Natale ha potuto festeggiare il ritorno alla vita. Un gran bel regalo di Natale, davvero immenso. A 51 anni, mio fratello, solo un anno più di me, ci ha laciati così, a causa di un ictus, come un fulmine a ciel sereno, senza parole, attoniti.
Ancora oggi faccio fatica a crederci…ancora più difficile credere che sia già passato un anno.
Stamattina mi sono sentita come un anno fa, l’impressione di ripercorrere la stessa strada, di mettere i piedi nelle impronte lasciate sulla neve lo scorso anno. Forse anche questo tempo, la neve, favoriscono questa sovrapposizione di sentimenti-sensazioni. E’ un dolore intenso e forte che senti dentro e che ti commuove, turba l’equilibrio e fa sgorgare forti i sentimenti di grande affetto.
Non mi domando perché, non dico che non è giusto, penso che c’é un tempo per ognuno di noi, forse quello era il suo tempo, forse ha dato tanto in questi suoi anni di vita che adesso il suo ricordo nei cuori di chi gli ha voluto bene, resta indelebile e aiuta ad essere migliori.
Sono pensieri che mi girano per la testa, volevo raccontarveli, è una storia triste, ma che lascia una speranza, la speranza di passare da questa vita lasciando agli altri qualcosa di noi, di non essere stati qua invano! Un bacione.