Stò vivendo adesso la tua stessa amarezza Manu, perchè le persone, capita che scelgano'in maniera diversa, come uscire di scena, a volte platealmente, a volte meno.
La scorsa notte, io ho avuto preciso avviso di quel che è capitato poi ieri, e conoscendomi, avrei dovuto scattare, ma sono certa, certissima, che qualcosa mi avrebbe fermato.
Cosa resta a noi?
Non lo sò, me lo stò chiedendo da tempo e nelle ultime ore, in modo particolare.
Stà soffrendo più lei in questo momento, i suoi sensi di colpa, sono più o meno enromi e devastanti di quanto lo siano i miei?
E quanto di questi sensi di colpa, ha veramente a che fare con reali nostre responsbilità?
E' un disegno preciso, un ricamo in cui, ognuno di noi, rimane intrappolato e nel ballo della ruota di gioia e dolore, noi interveniamo? Nopi prendiamo decisioni, coscienti, sempre?
Consapevoli sempre e comunque?
Nel mio limbo di dolore, diverso e simile al tuo, io credo che anche questo rovescio della medaglia, alla fine, sia energa, sia amore, sia condivisione, sia tentativo comunque di esistere, di esserci l'uno con gli altri, gli uni negli altri e sopportare insieme il peso per dimezzarlo o attutirlo.
E questo lo facciamo, lo hai fatto tu, l'ho fatto io, l'ha fatto il tuo amico e così mia madre, non credo ci sia concesso molto altro che questo.
E siamo più pieni e più vuoti, ogni colpo assorbito, più ricchi e più poveri, attori di teatro, in cui, non conosciamo minimamente la sceneggiatura.
Ieri io, vi cerco per alleggerire il peso del mio dolore con voi, incredibilmente veri, sorprendentemente presenti, nonostante questo monitor che parrebbe più concreto e tu, oggi, cerchi noi.
Come qualche giorno fà, il tuo amico ti ha cercata, e l'altra notte mia madre ha chiamato me.
Ed alla fine, il dolore non si smorza, ma si rende più sopportabile, l'ignoto più affrontabile e di certo, l'energia di amicizia, quì, e poi altrove, io credo che faccia la differenza.
Siam quì, sono quì, forse bastava solo questo.