visto che abbiamo purtroppo un sistema politico asservito al vaticano, dubito fortemente che si risolverà qualcosa.
Negli anni '70 le battaglie per il divorzio e l'aborto ebbero ben altro esito, ma erano altri tempi, le persone erano più informate e meno appiattite, oggi ci hanno messo decenni ma la manipolazione delle coscienze voluto dal Piano di Rinascita Democratica è ormai un fatto compiuto: dubito molto che ci sarà una sollevazione di massa come quella che ricordo negli anni '70, ero una bambina ma mi ricordo bene tutto.
Non vedo nulla di simile oggi, quindi ho davvero paura che resteremo un paese arretrato e iniquo verso tutti coloro che non seguono il gregge.
Fra l'altro, se ho ben capito, in questa legge si parla di unioni civili, anche quindi tutti quelli fra noi che convivono senza essere sposati dovrebbero almeno un po' di timore averlo. Se non ci vedremo equiparati alle coppie sposate, i nostri compagni/compagne saranno sempre "nessuno" per la legge, siano essi etero o omo.
sinceramente non vedo dove stia "la natura" in tutto questo discorso, la faccenda è molto semplice: una persona ama un'altra persona e vorrebbe vedere il proprio legame tutelato dalla legislazione, come si conviene in un paese civile dove non ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B, punto e basta. Al momento la tutela legislativa è privilegio delle coppie etero sposate (uso di proposito la parola privilegio, visto che se un diritto non è per tutti è un privilegio).
siamo un paese retrogrado e moralista, fondamentalmente ipocrita e benpensante. A livello politico, certo, ma non solo. I toni da crociata sono esattamente quello che ci vuole per restare fermi dove siamo. Un bel polverone che serve a nascondere il fatto che nessuno "nelle alte sfere" farà nulla di significativo, tutti che scannano tutti e nel frattempo a Roma resta tutto fermo come sta.
Non c'è e non ci sarà spazio giuridico per gli omosessuali finchè non smetteremo di essere asserviti nei fatti a uno stato straniero (vaticano).
Purtroppo siamo molto lontani da questo traguardo.
se poi volgiamo ampliare il campo di discussione, direi di primo acchito che una disabiltà (sordità, nello specifico) è una malattia, l'omosessualità no. Quindi il discorso esula.
Certo che poi per un genitore sordo forse è anche più confacente crescere un figlio sordo, non saprei, e se lui se la sente di crescerlo non vedo il problema. Così come ci sono genitori che scelgono di non ricorrere all'aborto terapeutico in caso di malattie del feto, e altri che scelgono di ricorrervi. La scelta è personale.
Ma secondo me l'ambito di discussione è diverso, qui stiamo parlando di cittadini tenuti forzatamente in serie B PER LEGGE, per via dell'orientamento sessuale, è questo il nesso, a mio parere, non l'eugenetica o meno che si cita nell'articolo sugli embrioni sordi.
Abbiamo una legislazione senzientemente discriminatoria, i diritti civili non sono uguali per tutti, e non tutti i cittadini italiani sono quindi uguali davanti alla legge. Questo è secondo me il punto
un paese civile non deve permettere una cosa simile. E tanto meno un politico dovrebbe battersi per mantenere un simile "feudalesimo"