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stamattina voglio farmi male

Olmo60

Guru Master Florello
ciao a tutti e chiedo scusa a tutti per la "botta di allegria" che sto per darvi!
stamattina per l'ennesima volta ho litigato con mio padre, premetto che sono adulta e sposata, non è una litigata padre-figlia adolescente
mio marito ormai è stufo di parlarne, dice che mi faccio troppo condizionare da lui, e che ho sempre paura e voglia della sua approvazione, che tanto non avrò mai
da quando sono piccola ho sempre avuto la sensazione che mio padre mi odiasse, e ormai posso dire da adulta che non mi odia, gli sono semplicemente antipatica, pensa che sia un'idiota e che qualsiasi cosa mi venga in mente siano tutte str...... inutili
a nulla è servita la laurea, l'ottimo parere dei miei datori di lavoro, e la buona opinione che hanno di me gli altri, e tante altre cose che non stò qua a dirvi per non diventare noiosa, niente parla con me sempre con parole di disprezzo e come se fossi quasi invisibile
non so se a qualcuno di voi è capitata una cosa simile, e spero per voi di no
ormai è tutta la vita che è così e ogni volta mi dico che devo diventare forte e farmi scivolare tutto ma non ci riesco e ancora adesso mentre scrivo piango come un'idiota
scusate di nuovo, ma con qualcuno di dovevo sfogare
Ciao Nat...ho sempre pensato che molte persone non sono nate per essere "genitori", poi però succede e sanno fare molto male...Detto questo però mi accorgo che hai sintetizzato in poche righe una vita e questo mi lascia tante domande da farti prima di poterti dire qualcosa..una è: è sempre stato così? E' così "anaffettivo" anche con il resto della famiglia?...E poi, quale è stata la sua vita? ..Perchè sei alla ricerca incessante della sua approvazione? Forse queste domande te le sei già fatte e forse ti sei data una risposta... Hai cercato di capirlo?...Forse sono domande che non c'entrano niente con la tua storia, ma non conoscendoti posso solo dirti che a me è servito farmele.. Per la mia esperienza il mio rapporto con mio babbo è migliorato quando sono andata a stare da sola (e non no potevo più ) e il primo abbraccio sono riuscita a darglielo a 45 anni...Però ho dovuto fare su di me una bella analisi durata per anni e l'ho fatta da sola.
Non ti dico di fregartene, di allontanarti perchè non lo ritengo nè giusto nè utile: credo che ci debba per forza essere qualcosa -sotto- che o non hai ancora capito o lo hai travisato (anche non volendo)...non riesco proprio a pensare ad un padre che odia un figlio..scusami, ma ti parlo sinceramente...Non mollare: fatti aiutare da specialisti se da sola senti di non uscirne e se mi vuoi contattare in privato, posso dirti di più..
 

belvedere

Giardinauta Senior
ci sono famiglie che hanno il potere di creare danni ai propri figli anzichè sostenerli.
so di cosa parli.
in similli casi è difficile cambiare la testa dei genitori.
Più facile imparare a starne alla larga e circondarsi di persone che ti fanno stare bene.
a volte il peggio lo ricevi proprio dalla famiglia e non da estranei.
se questo è il tuo caso prendine atto e difenditi in tutti i modi, mettendo le debite distanze con chi ti fa stare male.
può aiutarti un terapeuta, se ti senti di affrontare un lavoro su di te ed elaborare questa cosa in termini costruttivi.
dopo anni di inutile logorio possiamo imparare a capire che i nostri genitori erano persone con mooolti limiti di ogni tipo, e possiamo persino perdonare, capendo che quel poco che abbiamo avuto forse era il loro massimo.

se riesci va' oltre, goditi marito e amici.

sei cresciuta comunque e sicuramente hai fatto molte scelte nella tua vita; di fatto non hai più bisogno di tuo padre, anche se una parte di te - bambina - ne sente tuttora la mancanza.
probabilmente sei più adulta e consapevole tu di quanto non lo sia lui.
questo bagaglio almeno ti è servito a renderti migliore di lui.
:love_4::love_4:
 
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Sasti

Florello
Ciao Nat...ho sempre pensato che molte persone non sono nate per essere "genitori"

E i figli li fanno lo stesso, per semplice convenzione.
Nat non ha parlato di odio e non ha messo in dubbio i sentimenti del padre, ha parlato di antipatia e la cosa se vogliamo è quasi più sconcertante (per me no, in linea generale si).
 

francoises

Giardinauta Senior
Allora allora.
Qui la storia si fa complicata. Non voglio dilugarmi a raccontare la mia storia, ma anche io ho un rapporto difficle con mio padre. O meglio colui che chiamo mio padre, in quanto se n'è ito di casa quando avevo tre anni e vigliaccamente non si è mai fatto sentire fino a quando, 5 anni fa, ho alzato io il telefono per dirgli "ciaò papà, ma sai che io esisto?"
Dopo averlo conosciuto la mia vita non è cambiata. Cerca da me aiuto per la sua difficile situazione familiare ( nonostante essersi risposato, tutt'ora si sta separando dalla moglie e sta in una miniera di casini). Io ho altri 3 fratelli e due sorelle, le cui due fanciulle non conosco ancora perchè lui vigliaccamente se ne strafrega e la cui madre è una perfetta scema. Lui mi chiede aiuto.. io .. non sono capace. Meno lo sento e meglio sto. E dov'era quando avevo bisogno io?
Tutto questo per dire che attualmente IO VIVO BENISSIMO SENZA.
O meglio, ne ho sofferto, e tutt'ora ci penso, ma ho imparato che gli amici te li scegli, i parenti.. pure.

Nessun legame di sangue mi obbligherà ad avere un rapporto con una persona che non stimo. Sono cresciuta da sola e continuerò a farlo, a maggior ragione ora che sono cresciuta e posso provare a camminare da sola.
Non so se sia la soluzione giusta, ma bisogna anche amare noi stessi, e fuggire da chiunque ci metta in difficoltà, padre o chicchessia.
 

elena_11293

Master Florello
informazioni:

- per chi non lo sa, nel nostro paese (finché dura) esiste un servizio pubblico di consulenza e (se ritenuto opportuno) di terapia psicologica a fronte di 'solo' pagamento ticket (credo il costo vari da regione a regione, anche l'esenzione è logicamente prevista). ci si può informare presso il proprio medico di famiglia o direttamente all'asl di competenza.

personalmente ritengo che trovare il professionista adatto non sia semplice, sia perché come in ogni mestiere (e questo è delicato quindi lo si sente di più) dipende dalla preparazione sia perché anche se bravi non tutti risultano adatti a chiunque. ma in caso se ne sentisse la necessità si può sempre fare un primo colloquio e vedere come ci si trova.

- sempre per chi non lo sapesse, i disoccupati, le persone che vogliono o devono ricollocarsi nel mondo del lavoro, gli studenti al termine di un percorso di studio (medie, superiori, università) hanno a disposizione un altro servizio che (sempre a seconda degli operatori che si trovano, ovviamente) può essere davvero molto utile, cioè quello del bilancio di competenze e del percorso di orientamento.
qui so che viene fornito dalla regione presso le sedi delle varie provincie, gestito da psicologi del lavoro e con un ottimo collegamento con le scuole e in parte con le aziende locali.


ps: se ortensia che magari ne sa più di meno vuole precisare o aggiungere qualcosa è benvenuta :)
 

belvedere

Giardinauta Senior
5 anni di terapia intensa.
altri anni ancora di mie elucubrazioni intime.
tutto per capire che l'influsenza nefasta di mio padre, amorevolissimo ma molto problematico, era nulla al confronto con il sordo dolore per non essere mai stata amata da mia madre.

la terapia spesso dovrebbero farla i genitori, anzi taluni se fossero lungimiranti e meno limitati dovrebbero farsi l'esame di cosceinza ed evitare di mettere al mondo dei figli cui non sono in grado di dare cose positive.

Non potendo costringere i genitori ad andare in terapia può essere utile che ci vadano i figli-bersaglio.
certo questo non fa che aumentare la rabbia. Oltre a dover pagare (in senso figurato) per paranoie altrui ci si ritrova a dover spendere grandi soldi per costruirsi un proprio equilibrio.

Credo di essere meglio strutturata e ben + positiva dei miei genitori, ma ho sccelto di non mettere al mondo dei figli. Non potevo essere certa di non trasmettere loro qualche "scheletro". Non farli mi è parso un gesto di amore.
così come mettere al mondo me è stato un gesto di massimo egoismo da parte dei miei genitori.

la terapia, fatta da ventenne, appena mi sono resa indipendente, mi ha permesso di continuare a vivere, anzi di imparare a vivere.
le cicatrici sono ineliminabili. sino a 30 anni sono stata infelice. a 40 vivevo discretamente.
ora che ne ho 50 è tutto decisamente meglio: ma ho molte cose belle intorno e sicurezze che prima non avrei pensato di conquistarmi.

occorre evolversi, diventare adulti - pur senza l'aiuto di un genitore evidentemente inadeguato - imparare ad amarci pur se veniamo disprezzati e sottostimati - imparare a essere autonomi e FIERI di quanto siamo riusciti faticosamente a fare da soli.
 
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elena_11293

Master Florello
(siccome più di qualcuno lo nota)

gli psicoterapeuti, soprattutti quando vengono portati da loro dei bimbi e dei ragazzini, sono i primi a pensare e quando possono suggerire terapia per i genitori......c'è bisogno di dire quanti di quei genitori sono però disposti a farla?
in quei casi allora trovo anch'io cmq meglio che almeno chi sta vivendo come un peso la mancata presa di coscienza dei propri genitori abbia un supporto (se ne sente la necessità e non ha strumenti propri per far fronte a quanto vive). per chi è ancora a carico, tra l'altro, farsi pagare (potendo) le sedute proprio dai genitori è una cosa buona.
 
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ortensia_12

Giardinauta
per l'orientamento non so, non è il mio ramo. Per la terapia....purtroppo (dove sono io) il servizio sanitario nazionale ne eroga ben poca. Ad esempio per i bambini non si fa più psicoterapia (ahimè) ma solo consulenza e sostegno. Cosa significa? Arriva un bambino con problemi scolastici. Io posso fare la valutazione, posso sostenerlo, cioè vederlo di quanto in quanto, ma andare ad operare sui problemi sottostanti no, non abbiamo più la possibilità perchè le liste sono lunghe e siamo sempre di meno. In realtà quando ci sono questi problemi la psicoterapia sarebbe davvero importante.
Per gli adulti ci sono i servizi di psichiatria (o igiene mentale o CSM centri di salute mentale). Qui si trovano psichiatri e psicologi. Gli psicologi fanno consulenza, sostegno e psicoterapia (ma anche qui sempre meno), mentre gli psichiatri possono anche somministrare farmaci oltre a fare tutto il resto. Spesso per un primo colloquio passa molto tempo perchè ripeto le liste sono davvero lunghe, ma dopo la presa in carico si va via bene con colloqui di solito ogni 15/20 giorni. La differenza ovviamente sta nel numero di sedute, se arriva un paziente con attacchi di panico e lo vedi ogni mese è dura dare un aiuto (è necessario vederlo almeno 1 volta la settimana), ma per altri problemi (ad esempio Nat), direi che si riesce a fare un lavoro soddisfacente. Essenziale è la motivazione del paziente, se si mettono in gioco, i risultati si vedono anche a breve. Comunque molti psicologi/terapeuti privati fanno il primo colloquio gratuitamente per inquadrare il problema e riescono a dare un preventivo sulla durata e sul costo. La terapia è un investimento.
 

francoises

Giardinauta Senior
gentili fanciulle,
vi ringrazio ma non mi sento, io personalmente, da terapia. ( capisco che non era rivolto a me! ).
Io credo che a parte i casi gravissimi, sia necessario tirare fuori le unghie e i denti e risolversele da sola le cose. Chi può lo faccia. Ho un carattere forte e sono sicura di farcela a dimenticare (poi dimenticare.. e chi se l'è mai ricordato :squint:) un padre assente e inutile.
Troppo bello e comodo avere un aiuto! E poi la soddisfazione di arrivare a razionalizzare da soli è sicuramente maggiore. :hands13:
 

ortensia_12

Giardinauta
(siccome più di qualcuno lo nota)

gli psicoterapeuti, soprattutti quando vengono portati da loro dei bimbi e dei ragazzini, sono i primi a pensare e quando possono suggerire terapia per i genitori......c'è bisogno di dire quanti di quei genitori sono però disposti a farla?
in quei casi allora trovo anch'io cmq meglio che almeno chi sta vivendo come un peso la mancata presa di coscienza dei propri genitori abbia un supporto (se ne sente la necessità e non ha strumenti propri per far fronte a quanto vive). per chi è ancora a carico, tra l'altro, farsi pagare (potendo) le sedute proprio dai genitori è una cosa buona.

Ancor di più, alle volte i bambini non li vediamo mai e lavoriamo solo coi genitori. Il primo colloquio è sempre destinato ai soli genitori. Capita spesso che si decida a continuare con loro senza portare ulteriori pressioni sul piccino. Ma attenzione: qui ci sono dei genitori che un giorno riescono a dire: 'Mio figlio ha un problema, chiedo aiuto'. Spessissimo (vedi Nat , ed altri) il genitore non vede (non vuol vedere) il disagio del figlio. In questi casi una terapia genitoriale è impossibile, perchè non si può prelevare una persona e portarla da uno psi (anche perchè non servirebbe a niente). Quindi si procede inversamente a quanto detto sopra. Si parte dal figlio (grandicello) per portarlo alla consapevolezza di ciò che è avvenuto. Non serva a nulla dire 'tuo padre era un cretino, un tiranno, un egoista, un puttaniere, uno stronzo, ecc) serva invece capire cosa tuo padre che era un cretino, un tiranno, un egoista, un puttaniere, uno stronzo, ecc, ha lasciato dentro di te.
 

elena_11293

Master Florello
gentili fanciulle,
vi ringrazio ma non mi sento, io personalmente, da terapia. ( capisco che non era rivolto a me! ).
Io credo che a parte i casi gravissimi, sia necessario tirare fuori le unghie e i denti e risolversele da sola le cose. Chi può lo faccia. Ho un carattere forte e sono sicura di farcela a dimenticare (poi dimenticare.. e chi se l'è mai ricordato
squint.gif
) un padre assente e inutile.
Troppo bello e comodo avere un aiuto! E poi la soddisfazione di arrivare a razionalizzare da soli è sicuramente maggiore.
hands13.gif


sì, non lo dicevo per qualcuno in particolare, ma solo perché so che nn tutti sono al corrente che esistono anche professioniti che lavorano nel pubblico, in questo settore, il che significa che una persona che non può permettersi la spesa altrimenti ha una possibilità. (forse, come faceva notare ortensia..davvero nn si sa fin quando durerà)

sul far tutto da soli, però francoises, io non lo suggerirei a chiunque come metodo migliore. per due motivi: può non esserlo affatto per chiunque anche quando il caso non è grave, come dicevi; e perché davvero a volte si risolve nel giro di tempi ottimi roba che da soli ci si impiegherebbe una vita.

detto quello, logicamente poi ognuno vede cosa preferisce: a qualcuno può interessare di più l'esplorazione fatta da sé e trovare in quello incentivo e piacere, altri invece possono preferire fare i passaggi il prima possibile perché sono interessati a fare altro che altrimenti sarebbe rimandato, bloccato, ostacolato..

è sempre tutto molto personale in questo ambito, e perfino per la stessa persona l'esigenza varia nel tempo. difficile quindi generalizzare.
 
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lalle

Florello
gentili fanciulle,
vi ringrazio ma non mi sento, io personalmente, da terapia. ( capisco che non era rivolto a me! ).
Io credo che a parte i casi gravissimi, sia necessario tirare fuori le unghie e i denti e risolversele da sola le cose. Chi può lo faccia. Ho un carattere forte e sono sicura di farcela a dimenticare (poi dimenticare.. e chi se l'è mai ricordato :squint:) un padre assente e inutile.
Troppo bello e comodo avere un aiuto! E poi la soddisfazione di arrivare a razionalizzare da soli è sicuramente maggiore. :hands13:

"Andare in terapia" suona male, ti fa pensare di essere patologico ma non è così. Io preferisco "andare in analisi" che significa farsi aiutare ad analizzare determinate sensazioni, emozioni, reazioni .. a volti si pensa di aver compreso e, magari, si è preso un granchio o lo si è capito solo in parte ... Io l'ho fatto tanti anni fa per 6 mesi e mi ha fatto molto bene, sono rimasta stupita di quante cose abbiamo dentro e non lo sappiamo e del beneficio che mi sono portata dietro per anni. Non bisogna aver paura di far emergere ciò che abbiamo dentro ... ignorandolo non scompare e, improvvisamente quando meno ce lo aspettiamo, ci stringe la gola ...
 

elena_11293

Master Florello
un'altra figura che sta emergendo anche qui da noi è quella del counsellor.
con i distinguo già fatti in precedenza, può essere anche questa un'ottima soluzione che si ha a disposizione.
dico così per due motivi: ne ho conosciuti alcuni (di gestaltiani però) davvero bravissimi; quello che si fa con loro è un lavoro mirato e di breve durata, solo sull'esigenza specifica del momento. se fatto bene, funziona alla grande.

è un lavoro diverso però da quello che si fa in analisi e psicoterapia, che sono la sede più adatta a situazioni come quella del topic.
 

belvedere

Giardinauta Senior
"Andare in terapia" suona male, ti fa pensare di essere patologico................

non bisogna avere paura di usare le parole.
ne 'aver paura di riconoscere il proprio malessere, che può anche essere patologico.
io sono stata da una psicologa. avrei preferito non averne bisogno ma meno male che l'ho fatto.
Un ladro deve vergognarsi di quello che fa, una persona che ha un disagio non deve sentirsi diversa perchè sceglie di farsi aiutare.
quando io decisi di farmi aiutare tutti mi guardavano come se fossi malata.
più di uno era però propenso a suggerirmi l'uso di farmaci vari nonostante la mia giovanissima età. (NB: a cominciare da mia madre che mi ha portato "allegramente" dal neurologo a 15 anni, il quale mi ha "allegramente" imbottita di tavor......).
 

pattivis

Giardinauta Senior
Ti dico subito che io sono una psicoterapeuta, non per altro ma data la frase che scrivi all'inizio dar quattrini ad un tipo per sentirti dire da qualcuno quello che già dovresti sapere lo trovo sciocco, frase che, ovviamente, non condivido ma che come diceva Voltaire 'darei la vita perché tu la possa esprimere'. E, anche perchè per citare uno dei miei preferiti 'l'ignoranza è meno dannosa del confuso sapere', quindi se dico delle cose derivano da un sapere tecnico, che nessuno vuole salvare o aiutare, giacchè se non si parla con i diretti interessati in modo approfondito, difficilmente si può comprendere una situazione.
Quello che intendevo esprimere era il mio sentire un dolore enorme in te, che questo scritto pieno di rassegnazione non fa che confermare. Mi pare di capire che vi è più di un motivo di difficoltà nella tua vita, derivante anche da una impossibilità a divenire autonomo a livello economico. Probabilmente questo sarebbe un passo importante, che sicuramente riuscirebbe a diluire il difficile rapporto in famiglia (o magari lo renderebbe ancor più esasperato, chissà). Non so niente di te e non conosco la tua storia per cui non posso arrogarmi il diritto di darti 'consigli', ma di sicuro so che dietro ad una situazione che sembra chiara e palese, si nascondono motivazioni e dinamiche profonde, le quali in definitiva lavorano a far sì che le situazioni restino invariate.

Ciao amica psicoterapeuta,

hai fatto bene a parlare così qualcuno,come me,per es.......ti puo' rispondere e dire che io sono stata "molto"
aiutata nei miei periodi peggiori da professionisti della tua specializzazione.
Sì,certo,le cose stavano sotto gli occhi di tutti (parenti,amici......),ma,fra il saperle e darmi una dritta per non
farmi sconvolgere sempre di piu' ......beh!....ce ne vuole!
E ci voleva appunto una persona che ha studiato l'animo umano,ne conosce sul piano medico le angosce,i rituali
e anche le soluzioni.
Perche' credere che andare dallo psicoterapeuta sia solo un gettar soldi dalla finestra perche' lui stara' a sentire
e basta.....ma basta cosa?
Ma credi poi che i pazienti di costoro siano tutti scemi?
Io,se dopo un po' di tempo non avessi visto nessun risultato positivo ma non me ne sarei stata certo zitta e buona.....sì,son proprio il tipo!!!!!!!!!!!
Eh! su!
Perche' dare degli inetti a loro vuol dire dare anche dei deficienti a noi che ci andiamo e quando si scrive in un
post non si sa mai chi ci sta leggendo e che reazioni puo' avere..........
grazie per avermi ascoltato,pat
 

hermioneat

Florello
dice Pin
Vissuto per anni e anni.
Più da parte di mia madre, e non è bello.
I trecento metri di distanza, hanno permesso a non farmi sentire sempre seconda.
Per carattere non mi sottometto e motivo in più di scontro.
Senza ricorrere a terapie o simili, ad un certo punto ho scelto la mia famiglia, mio marito e poi mio figlio.
Se non apprezzi ciò che faccio, come lo faccio pazienza. Ti voglio bene, ma una voltaaa chiusa la porta, torno dalla MIA famiglia, loro mi amano in toto per come sono e per quello che faccio.
Ecco quello che ho pensato un bel giorno e portato avanti.
Ho sempre voluto bene ai miei genitori, ma ho messo davanti quello che mi davano in casa mia, dietro la mia porta.
Mai lasciati da soli, ma la loro approvazione l'ho ottenuta solo quando hanno avuto bisogno di me, non l'ho considerato tardi, li ho accettati e accolti a braccia aperte.
Non combattere contro i muri, da loro quello che ti sembra giusto, ma il resto per tuo marito, se apprezza lui che ora è la tua famiglia deve bastare.
A tuo padre dagli l'affetto, ma non chiedergli ciò che sai non ti può dare.
Ci sono anche dei limiti che non si possono oltrepassare, fanno parte della vita

Sono d'accordo al 100% e parlo come figlia da una parte e come madre dall'altra.
E' giusto che chi ha più esperienza di vita possa dire la sua o dare consigli ma anche questa facoltà deve avere un limite. E' giusto che chi ha meno esperienza debba o possa ascoltare questi consigli. Poi, però, deve avere la massima libertà di scelta.
Trovo completamente sbagliato invece non sostenere chi abbiamo vicino. Possiamo anche non essere d'accordo in tutto o per tutto, ma resta il fatto che questa persona vicino a noi E' un'altra persona. Proviene da noi, dai nostri semi e ovuli e spermatozoi però NON è il nostro clone. Ha quindi diritto a fare le scelte, indipendentemente dal fatto che siano giuste o sbagliate, anche a dispetto di quello che noi pensiamo. MA, anche o forse soprattutto in questo caso, va sostenuta e appoggiata. Non sostenere o denigrare sia per invidia sia per pareri discordanti NON è compito di un genitore. Lo è invece saper far diventare adulti responsabili e consapevoli i nostri figli.
E come si può fare se questi benedetti figli vengono osteggiati a fatti o a parole, se vengono continuamente criticati, se insomma non esiste tra le due parti un dialogo costruttivo? Costruttivo non distruttivo...
Continuo a sostenere quello che ho già scritto. Per me non devve abbandonare il padre ma vivere la sua vita nella sua nuova famiglia, lasciando aperta la porta del cuore. Per se stessa, per il marito e.... per quando lo vorrà.... per il genitore...
 
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hermioneat

Florello
Cara Pattivis
hai ragione. Farsi aiutare serve e ne so qualcosa non personalmente ma.... quasi... Certo che serve! Si impara a guardarsi dentro prima e attorno subito dopo. A fare chiarezza. A capire. A scoprirsi quando da soli non si è capace di farlo. E tutto questo aiuta ad affrontare la vita ed i suoi problemi, che siano familiari o intimamente personali. Ci vuole tempo, costanza, questo sì. Anche soldi, però i risultati credo siano più importanti del vil denaro anche quando non ce n'è da buttar via.
Purtroppo non tutti hanno un carattere forte o combattivo o ribelle da affrontare certe situazioni...
 
E

elicriso

Guest
da quando sono piccola ho sempre avuto la sensazione che mio padre mi odiasse, e ormai posso dire da adulta che non mi odia, gli sono semplicemente antipatica, pensa che sia un'idiota e che qualsiasi cosa mi venga in mente siano tutte str...... inutili

scusate di nuovo, ma con qualcuno di dovevo sfogare

Ho letto tutti gli interventi, chiari, pertinenti.....3d interessante sul serio

Per mia esperienza diretta, ho sofferto e soffrirò sempre per il disprezzo materno...ma preferisco piangere e sfogarmi lungo gli anni piuttosto che rimuovere il rapporto attribuendogli scarso valore...

E' come se offrissi (a dio, al destino, all'ubris? ) il dispiacere come pegno della fortuna che ho ricevuto in altre circostanze.... senza questo dolore non avrei colto aspetti profondi dell'esistenza...per cui direi che mi ha dato una ragione per gioire

Abituandomi a mangiare ca..cca ho poi riconosciuto il sapore di fragola dandogli il giusto valore ....


PS: oppure sento rumore di unghie sui vetri?:)
 
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Piera58

Moderatrice Sez. Piccoli Amici
Membro dello Staff
Io non ho letto tutti gli interventi ma mi viene da dire: non è perché è il proprio padre occorre amarlo per forza. Ok Nat ha amore per il proprio padre e con questo tread chiede aiuto ma l'amore di questa figlia non viene corrisposto e allora? I genitori non sono coloro che ti mettono al mondo ma coloro che ti crescono con amore.
 
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