Nei miei spostamenti sui mezzi pubblici per andare e tornare da lavoro ho conosciuto parecchie donne straniere in Italia per cercare di mantenere se stesse ed una famiglia lontana. A volte hanno pianto davanti ai miei occhi, a volte hanno tenuto duro. Mi hanno raccontato dei loro datori di lavoro, a volte arroganti (maschi o femmine italiani) a volte teneri come secondi genitori. Dei loro mariti disoccupati, che il più delle volte abusano di alcool e di loro.....
Ho una amica del Perù, a cui mi sono tanto affezionata, che mi racconta quanto ha dovuto lottare per riportare qui tutta la sua famiglia, delle poste di una notte intera davanti agli uffici per rinnovare il permeaso di soggiorno, del figlio di sette anni che era costretto ad andare a scuola da solo, con un permesso speciale del direttore della scuola, perché lei doveva partirsi da casa alle cinque. Il bambino si alzava, faceva la colazione fredda, prendeva il suo zainetto e andava a scuola e lei, finché non lo ritrovava a casa al ritorno aveva lo stomaco in subbuglio.
In tutti questi racconti io mi stupisco della assoluta abulia, assenza se non addirittura sfruttamento dei loro uomini, che alla sera sbattono la porta e se ne vanno a gozzovigliare da qualche parte.
Sono amareggiata da certi discorsi che ultimemente sento nel forum, perché credo che sempre, chi lascia le proprie radici per trapiantarsi in un altro mondo non possa farlo con leggerezza e menefreghismo.
C'è una diffidenza montante verso gli stranieri ma le persone buone o cattive sono dappertutto. Io credo che sarebbe davvero bello se tutti potessero crescere felici e sereni dove sono nati. Pensate che venendo dalla Puglia a Roma, ho sentito io stessa delle discriminazioni, all'inizio e mi ci sono voluti anni per sentirmi accettata ed inserita (ed ero con la mia famiglia). Alle volte non servono le parole, basta un semplice sguardo che dica: "Straniero" per allontanare. Io vorrei che le uniche parole che ci venissero in mente fossero: "uomo", "donna": ciò che veramente siamo. I confini li abbiamo inventati noi uomini per sentirci sicuri, ma stannno diventando labili veli in una globalizzazione sempre più rapida dove tutti siamo responsabili per gli altri.
Siamo proprio italiani con la memoria corta, visto che per anni siamo stati noi stessi emigranti.
Io ammiro le donne che chiudono gli occhi e accettano di fare quello che noi non siamo più in grado di fare: occuparsi dei nostri figli, dei nostri anziani, delle nostre case.....
Una volta si viveva in famiglie allargate, nonni, nipoti, figli e cugini erano vicini, si aiutavano, adesso siamo soli e alienati