I
Il Marchese del Ficus
Guest
Approssimandosi la buona stagione, è il caso di
valutare bene la (reale) necessità di un rinvaso e di preparare
il materiale necessario. Sembra banale, ma essere preparati per tempo
risparmierà molte seccature.
Avere la giusta quantità di terriccio e sopratutto la qualità giusta è fondamentale per il successo dell'operazione.
Da quest'anno sto utilizzando in maniera consistente l' Akadama,
che non ho mai apprezzato particolarmente; tuttavia ho avuto la fortuna
di trovarne un sacco da 12 litri ad un prezzo ridicolo e oltretutto di qualità ottima. E'giapponese, più compatta e rossiccia rispetto a quelle polverose e bianchiccie cinesi o peggio, coreane.
E' un'altra cosa, davvero, e ricordo Boba che mi fece presente che come in tuttoc'è qualità e qualità. L'akadama "bbona" è davvero buona...
Questo è un acquisto utile, assieme ad una certa quantità di sabbia di fiume, torba o terriccio di bosco di buona qualità. Un terriccio pronto è ugualmente buono, ma usandolo assieme ad una certa quantità di akadama (o lapillo, pozzolana, pomice) si permetterà al terriccio di essere più adatto alla radicazione.
Io ho già effettuato quasi tutti i rinvasi sui miei alberelli, perchè a Roma le
temperature sono decenti sopratutto per chi usa serre fredde come
faccio io, cosa che permette alle piante di riprendersi prima e più in fretta e
permette al bonsaista di guadagnare un mesetto che -credete a me- non è poco.
Conosco bene i miei bonsai, quindi so "ad occhio" quali devono essere rinvasati
e quali no, tuttavia controllo sempre che le radici abbiano quasi saturato
il vaso... se non è così ed hanno ancora spazio è il caso di aspettare un'altro anno: i rinvasi inutili debilitano il bonsai e lo indeboliscono molto. Eventualmente rinnovo lo strato superficiale del vaso se per caso ha un brutto aspetto o se è rovinato dal calcare con uno strato nuovo al quale
aggiungo spore di muschio o muschio sminuzzato...
Allora comincio a rastrellare le radici, cominciando dai bordi del pane e sfilacciandole delicatamente. poi passo a rastrellare sotto il tronco, ripulendolo per bene. Accorcio poi le radici più lunghe.
Se si tratta del primo rinvaso, e se il terriccio è davvero pessimo, conviene liberare quante più radici possibile (TUTTE!!!) dalla vecchia terra dalla parte inferiore del nebari (base del tronco), per evitare marciumi e ristagni pericolosi. Le radici fittonanti, cioè verticali sotto il tronco, andranno ugualmente eliminate assieme a quelle marce e troppo lunghe. Si mantengono quelle radiali per agevolare l'ingrossamento del tronco e lo sviluppo dei rami laterali, e certuni pongono un sasso o un pezzo di legno sotto il tronco per
aiutare lo sviluppo di queste radici e inibire quello dei fittoni. Funziona benissimo, ed allarga il nebari in maniera inquietante!
E' un lavoro da eseguire con attenzione e delicatezza, con pazienza, perchè una volta fatto per bene, i futuri rinvasi saranno molto più semplici mentre la salute del bonsai se ne gioverà. Nei ficus è risolutivo per evitare i problemi invernali che ci assillano, ma TUTTE le essenze crescono meglio e più velocemente se crescono in un ambiente adatto ed equilibrato.
Ricordiamo che è fondamentale conservare quante più radici capillari possibile, considerando che però se lasciate crescere troppo tendono a marcire... quindi cerchiamo una via di mezzo...
Una volta liberate le radici si pone sul fondo del vaso la reticella,
che è assolutamente fondamentale, quindi uno strato di akadama, poi uno strato di terriccio sul quale appoggeremo il bonsai. Riempiremo sino al bordo il vaso di terriccio, facendolo penetrare tra le radici con uno stecchino: QUESTA E' LA PARTE PIU' IMPORTANTE E LA PEGGIO ESEGUITA DI TUTTA
L'OPERAZIONE. E' assolutamente fondamentale che il terriccio penetri perfettamente tra le radici per far sì che non vi siano sacche d'aria e spazi vuoti,e ricordiamoci che questo darà anche più stabilità al bonsai. E' inutile pressare il terriccio, si deve farlo entrare tra gli spazi con pazienza, per poi annaffiarlo per bene sino a che non esce acqua pulita dai fori di drenaggio. Allora potremo pressarlo leggermente ai bordi con le dita.
Si possono usare, anzi è meglio farlo sempre, sia ormoni radicanti sia una soluzione di vitamina B (sprintene) o amminoacidi (sinergon 2000), ma è bene ricordare di NON concimare in nessun modo il bonsai per almeno un mese dopo la ripresa vegetativa.
E' utile ricoprire con muschio a fibra lunga la superficie del terriccio perchè mantiene l'umidità e protegge dal freddo. Isola, insomma, e si può togliere in primavera.
A questo punto, il peggior nemico del bonsai rinvasato è il vento e l'eccesso d'acqua...
La serra fredda è d'obbligo per i rinvasi anticipati ma è consigliabile per tutti i rinvasi. E' l'ambiente perfetto, privo di sbalzi di temperatura, umido, protetto dal vento.
Una collocazione riparata andrà benissimo, ma bisogna controllare spesso lo stato del bonsai...
E' utile ricordare che la composizione del terriccio è assolutamente fondamentale: se l'ambiente è caldo e soleggiato, la quantità di akadama o lapillo sarà minore, per mantenere l'umidità più a lungo, se invece è ombreggiato e umido si può usarne una quantità maggiore, sino al 100%
se si coltiva in serra. Di sabbia se ne aggiunge sempre un po': un paio di pugni per un vaso di medie dimensioni aiuteranno il terriccio a non compattarsi e respirare meglio.
Parlo di sabbia di fiume, ovviamente, a grana media...
Ricordiamo che la fine dell'inverno è il periodo migliore per rinvasare tutte le caducifoglie e le piante da frutto, periodo ideale anche per potature di formazione, di pulizia o di "ripresa".
Si possono rinvasare anche le conifere, ricordandoci che non vanno MAI rinvasate a RADICE NUDA così come ho descritto poco più sopra. Va mantenuta integra la metà del pane radicale e sopratutto per loro: non si rinvasa se non è davvero necessario.
Gli olivi sopportano benissimo il rinvaso invernale, obbligatorio se si rinvasa una pianta acquistata in vivaio.
Per le sempreverdi si può aspettare qualche settimana ancora, e parlo che ne so, del mio alloro, delle quercette, del pistacchio, del pepe...
Le tropicali o affini come ficus, carmona e serissa e più in generale le più delicate, andranno invece rinvasate in piena primavera, per far sì che si riprendano immediatamente e senza stress.
Peraltro, col caldo, radicano furiosamente e la certezza di riuscita è altissima. E' il periodo adatto per tentare di far sviluppare radici aeree o per recuperare definitivamente marciumi imbarazzanti......
TUTTE le piante rinvasate andranno poste AL RIPARO DAL VENTO e all'ombra sino a che non vegetano, e andranno abituate gradualmente al sole se questo "picchia forte", tranne il ficus che -invece- va posto in pieno sole tutto il giorno, cosa che lo farà letteralmente esplodere...
Infine ricordiamo di potare la chioma in proporzione, in particolar modo nelle caducifoglie, che getteranno più gemme in fase vegetativa, creando una chioma ramificata e compatta, con foglie piccole...
Nelle sempreverdi impedisce che cadano da sole, col rischio di perdere rami o parti di essi. Si eliminano gli apici per primi, poi le foglie più grandi. Si bilancia la vegetazione, potando di più le zone folte e meno o nulla quelle deboli. i risultati sono sorprendenti, se si cima in maniera adeguata e intelligente.
Questo è il periodo migliore per comprare una piantina in vivaio e farne un prebonsai. Vi rimando all'altra discussione.
valutare bene la (reale) necessità di un rinvaso e di preparare
il materiale necessario. Sembra banale, ma essere preparati per tempo
risparmierà molte seccature.
Avere la giusta quantità di terriccio e sopratutto la qualità giusta è fondamentale per il successo dell'operazione.
Da quest'anno sto utilizzando in maniera consistente l' Akadama,
che non ho mai apprezzato particolarmente; tuttavia ho avuto la fortuna
di trovarne un sacco da 12 litri ad un prezzo ridicolo e oltretutto di qualità ottima. E'giapponese, più compatta e rossiccia rispetto a quelle polverose e bianchiccie cinesi o peggio, coreane.
E' un'altra cosa, davvero, e ricordo Boba che mi fece presente che come in tuttoc'è qualità e qualità. L'akadama "bbona" è davvero buona...
Questo è un acquisto utile, assieme ad una certa quantità di sabbia di fiume, torba o terriccio di bosco di buona qualità. Un terriccio pronto è ugualmente buono, ma usandolo assieme ad una certa quantità di akadama (o lapillo, pozzolana, pomice) si permetterà al terriccio di essere più adatto alla radicazione.
Io ho già effettuato quasi tutti i rinvasi sui miei alberelli, perchè a Roma le
temperature sono decenti sopratutto per chi usa serre fredde come
faccio io, cosa che permette alle piante di riprendersi prima e più in fretta e
permette al bonsaista di guadagnare un mesetto che -credete a me- non è poco.
Conosco bene i miei bonsai, quindi so "ad occhio" quali devono essere rinvasati
e quali no, tuttavia controllo sempre che le radici abbiano quasi saturato
il vaso... se non è così ed hanno ancora spazio è il caso di aspettare un'altro anno: i rinvasi inutili debilitano il bonsai e lo indeboliscono molto. Eventualmente rinnovo lo strato superficiale del vaso se per caso ha un brutto aspetto o se è rovinato dal calcare con uno strato nuovo al quale
aggiungo spore di muschio o muschio sminuzzato...
Allora comincio a rastrellare le radici, cominciando dai bordi del pane e sfilacciandole delicatamente. poi passo a rastrellare sotto il tronco, ripulendolo per bene. Accorcio poi le radici più lunghe.
Se si tratta del primo rinvaso, e se il terriccio è davvero pessimo, conviene liberare quante più radici possibile (TUTTE!!!) dalla vecchia terra dalla parte inferiore del nebari (base del tronco), per evitare marciumi e ristagni pericolosi. Le radici fittonanti, cioè verticali sotto il tronco, andranno ugualmente eliminate assieme a quelle marce e troppo lunghe. Si mantengono quelle radiali per agevolare l'ingrossamento del tronco e lo sviluppo dei rami laterali, e certuni pongono un sasso o un pezzo di legno sotto il tronco per
aiutare lo sviluppo di queste radici e inibire quello dei fittoni. Funziona benissimo, ed allarga il nebari in maniera inquietante!
E' un lavoro da eseguire con attenzione e delicatezza, con pazienza, perchè una volta fatto per bene, i futuri rinvasi saranno molto più semplici mentre la salute del bonsai se ne gioverà. Nei ficus è risolutivo per evitare i problemi invernali che ci assillano, ma TUTTE le essenze crescono meglio e più velocemente se crescono in un ambiente adatto ed equilibrato.
Ricordiamo che è fondamentale conservare quante più radici capillari possibile, considerando che però se lasciate crescere troppo tendono a marcire... quindi cerchiamo una via di mezzo...
Una volta liberate le radici si pone sul fondo del vaso la reticella,
che è assolutamente fondamentale, quindi uno strato di akadama, poi uno strato di terriccio sul quale appoggeremo il bonsai. Riempiremo sino al bordo il vaso di terriccio, facendolo penetrare tra le radici con uno stecchino: QUESTA E' LA PARTE PIU' IMPORTANTE E LA PEGGIO ESEGUITA DI TUTTA
L'OPERAZIONE. E' assolutamente fondamentale che il terriccio penetri perfettamente tra le radici per far sì che non vi siano sacche d'aria e spazi vuoti,e ricordiamoci che questo darà anche più stabilità al bonsai. E' inutile pressare il terriccio, si deve farlo entrare tra gli spazi con pazienza, per poi annaffiarlo per bene sino a che non esce acqua pulita dai fori di drenaggio. Allora potremo pressarlo leggermente ai bordi con le dita.
Si possono usare, anzi è meglio farlo sempre, sia ormoni radicanti sia una soluzione di vitamina B (sprintene) o amminoacidi (sinergon 2000), ma è bene ricordare di NON concimare in nessun modo il bonsai per almeno un mese dopo la ripresa vegetativa.
E' utile ricoprire con muschio a fibra lunga la superficie del terriccio perchè mantiene l'umidità e protegge dal freddo. Isola, insomma, e si può togliere in primavera.
A questo punto, il peggior nemico del bonsai rinvasato è il vento e l'eccesso d'acqua...
La serra fredda è d'obbligo per i rinvasi anticipati ma è consigliabile per tutti i rinvasi. E' l'ambiente perfetto, privo di sbalzi di temperatura, umido, protetto dal vento.
Una collocazione riparata andrà benissimo, ma bisogna controllare spesso lo stato del bonsai...
E' utile ricordare che la composizione del terriccio è assolutamente fondamentale: se l'ambiente è caldo e soleggiato, la quantità di akadama o lapillo sarà minore, per mantenere l'umidità più a lungo, se invece è ombreggiato e umido si può usarne una quantità maggiore, sino al 100%
se si coltiva in serra. Di sabbia se ne aggiunge sempre un po': un paio di pugni per un vaso di medie dimensioni aiuteranno il terriccio a non compattarsi e respirare meglio.
Parlo di sabbia di fiume, ovviamente, a grana media...
Ricordiamo che la fine dell'inverno è il periodo migliore per rinvasare tutte le caducifoglie e le piante da frutto, periodo ideale anche per potature di formazione, di pulizia o di "ripresa".
Si possono rinvasare anche le conifere, ricordandoci che non vanno MAI rinvasate a RADICE NUDA così come ho descritto poco più sopra. Va mantenuta integra la metà del pane radicale e sopratutto per loro: non si rinvasa se non è davvero necessario.
Gli olivi sopportano benissimo il rinvaso invernale, obbligatorio se si rinvasa una pianta acquistata in vivaio.
Per le sempreverdi si può aspettare qualche settimana ancora, e parlo che ne so, del mio alloro, delle quercette, del pistacchio, del pepe...
Le tropicali o affini come ficus, carmona e serissa e più in generale le più delicate, andranno invece rinvasate in piena primavera, per far sì che si riprendano immediatamente e senza stress.
Peraltro, col caldo, radicano furiosamente e la certezza di riuscita è altissima. E' il periodo adatto per tentare di far sviluppare radici aeree o per recuperare definitivamente marciumi imbarazzanti......
TUTTE le piante rinvasate andranno poste AL RIPARO DAL VENTO e all'ombra sino a che non vegetano, e andranno abituate gradualmente al sole se questo "picchia forte", tranne il ficus che -invece- va posto in pieno sole tutto il giorno, cosa che lo farà letteralmente esplodere...
Infine ricordiamo di potare la chioma in proporzione, in particolar modo nelle caducifoglie, che getteranno più gemme in fase vegetativa, creando una chioma ramificata e compatta, con foglie piccole...
Nelle sempreverdi impedisce che cadano da sole, col rischio di perdere rami o parti di essi. Si eliminano gli apici per primi, poi le foglie più grandi. Si bilancia la vegetazione, potando di più le zone folte e meno o nulla quelle deboli. i risultati sono sorprendenti, se si cima in maniera adeguata e intelligente.
Questo è il periodo migliore per comprare una piantina in vivaio e farne un prebonsai. Vi rimando all'altra discussione.
un saluto
Er Sor marchese