Antefatto
Qualche anno addietro, la frequentazione piuttosto assidua di un forum, mi portò a stabilire un piacevole feeling virtuale, con una cara persona, un poliedrico galantuomo napoletano, un artista. Suonatore nei piano bar, e in gioventù voce solista di un gruppo che si esibiva su navi da crociera. Un uomo in età, colto, che tanto aveva letto, viaggiato, vissuto. Un vezzo comunicativo per il “conte”- questo lo pseudonimo- quello delle citazioni, vezzo questo che riusciva a gestire con sapienza, senza farsi prendere da raptus da eccessivo uso, evitando così al branco fastidiosi attacchi di mal di pancia. Scrittore a tempo perso di deliziosi “acquarelli napoletani”, ritratti di gente comune, accompagnati da un discreto uso del dialetto.
Va da se’ che insieme ad un paio di amichette di tastiera, fummo prese da irrefrenabile curiosità; volevamo vederlo, almeno in fotografia. Già, perché il conte glissava, con galanteria, ma glissava i vari incontri che ci furono in quel periodo; cosa che fece anche con la sua immagine, che ci raccontò minuziosamente, ma che non vedemmo mai.
Il forum morì di morte naturale.
Qualche mail di tanto in tanto.
Un’incisione su nastro di un’interpretazione del conte di “Luci a San Siro”, ne esce una voce calda, profonda.
Fu in uno di quei giorni di giocoso tormento, mentre tentavamo, senza successo, di far uscire allo scoperto il caro amico, che lo sognai.
Il sogno
L’incontro avvenne ai bordi di una strada di campagna, c’erano filari di alberi molto alti, forse pioppi. Io ero già in attesa da un po’, quando sopraggiunse una piccola automobile, molto rumorosa, ma forse era musica, ad alto volume…Si fermò a pochi metri da me, ne uscì una giovane donna giamaicana che si sbracciò salutandomi.
“Dolce –era l’appellativo con il quale era solito rivolgersi a me- sono io, il conte!!!”
Non ebbi il tempo di riprendermi dalla sorpresa, quando dalla macchina scese un bambino, di 5-6 anni- figlio del…conte, -ragazza madre come avrei scoperto più tardi-
Questo in sostanza il succo del sogno.
L’amico napoletano, al quale lo raccontai con calma pochi giorni dopo, non prima di averlo opportunamente tenuto sulle spine, incassò bene.
Autore, tra le altre cose, di quadri astrologici personalizzati appassionato di arti divinatorie,se ne uscì con un “Va buono così! Credevo peggio, e una bella emoticon risata”.
Sevi
Qualche anno dopo, per la precisione nei giorni scorsi, dopo un lungo periodo di disintossicazione forumistica e, ormai, un altrettanto lungo periodo di assiduità, al presentarsi di una situazione analoga, a seguito di un tormento, devo riconoscere più insistente, certamente meno giocoso, rieccolo: Il sogno
Premessa: Non posso a questo punto, se non di sfuggita, delineare i tratti del personaggio Sevi, primo perché mi sta leggendo, secondo perché sarebbe presuntuoso farlo, la conoscenza è molto meno datata, c’è simpatia, questo si.
Il sogno
Questa volta ricevo una telefonata, è Sevi che mi sta aspettando, con un tono un tantino seccato mi fa notare che l’ora è giusta per raccogliere le erbe, di non tardare.
Mi ritrovo nel mezzo di una radura-pioppi o radure, mica per niente sono giardinauta- e nel contempo- cosa che scoprirò solo dopo un paio di giorni di scervellamento, (te possino)- nella scena, riveduta e corretta, di un film. Davanti a me accaldata e scarmigliata, Sevi-Enrichetta, l’attrice è Elaine May, in compagnia del grande Walter Matthau, il titolo del film: E’ ricca, la sposo e l’ammazzo…immagini confuse, fine del sogno.
Ho cercato qualche collegamento che non fosse imputabile solo alla mia…curiosità, non l’ho trovato, bè non l’ho nemmeno cercato a fondo.
Non posso promettere che sia finita così, chissà magari la prossima volta Sevi vestirà i panni di Sharon Stone, in Basic Instinct, oppure quelli del padre del bambino della conte-ssa giamaicana.