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Mio amore...

Violetta516

Maestro Giardinauta
Il mio Nuvolo ci sta lasciando. E' quasi due mesi che so...l'ho detto solo a Piera che è la mia guida in queste cose ed alla quale ho sempre chiesto molti consigli, ed a rocco.co perché abbiamo avuto modo di parlare. Non volevo aprire un thread mentre era ancora vivo annunciandone la morte ma credo che siamo verso la fine e vorrei condividere con voi questo dolore.
Ed anche ascoltare qualche parere. Sono tre sere di seguito che quando torno a casa lo trovo steso nella lettiera chiusa, non capisco il perché, anche Millo l'ultima notte si andò a rifugiare lì. Ho cercato un pò in internet ed ho trovato questo:

"A volte chi possiede un gatto viene turbato dal fatto che il suo beniamino lo abbandoni poco prima di morire. Dopo essere stato accudito e protetto per anni in una famiglia, un giorno l’anziano felino scompare e viene trovato morto in un angolo della rimessa del giardino di fianco, oppure in qualche altro posto ancora più nascosto. I padroni si sento*no sdegnati e sì domandano come mai il loro gatto non ha cercato il loro aiuto quando si sentiva così gravemente ma*lato. Per loro, il fatto che l’animale li abbia abbandonati in un momento simile significa che dopo tutto non erano tanto importanti per lui, che non erano un «porto sicuro» come invece ritenevano. In realtà, si sbagliano di grosso.

Questo «morire da soli» non è un fenomeno nuovo. Infatti, uno scrittore orientale annotava già nel 1708 che una delle caratteristiche davvero uniche del gatto è la sua tendenza a «morire in un luogo lontano dalla vista degli esseri umani, come se volesse non far vedere all’uomo il suo aspetto da moribondo, che è insolitamente brutto». Molto tempo dopo, soltanto mezzo secolo fa, Alan Devoe scrive*va più o meno la stessa cosa: «Un giorno, spesso senza alcun preavviso, va via di casa e non fa più ritorno. Ha presagito l’ombra della morte e va a incontrarla secondo l’immutabile rituale esistente in natura, cioè da solo.

Il gatto non vuole morire con l’odore dell’uomo nelle narici e il rumore degli esseri umani nelle sue delicate orecchie a punta. A meno che la morte non lo colpisca in modo rapido e improvviso, lui scivola via verso un luogo dove è giusto che una bestia selvatica e piena di dignità debba morire: non su uno dei cuscini o degli stracci del suo padrone, bensì in un posto tranquillo e isolato, con il muso pigiato contro la terra fredda».

I motivi descritti da questi autori non sono altro che invenzioni romantiche, ma è comunque di un certo interes*se il fatto che il comportamento di un gatto moribondo sia stato annotato in questo modo da scrittori molto diversi tra loro. È evidente che siamo alle prese con un fenomeno felino che non è né isolato, né casuale, ma che rappresenta invece un aspetto normale e tipico del comportamento del gatto. Se si conoscessero soltanto pochi casi, potrebbe semplicemente trattarsi di animali ai quali è capitato di morire mentre si trovavano in un luogo isolato. Un essere umano che ha un attacco di cuore mentre sta camminando in un bosco non ci è andato per «morire da solo». Nel caso dei gatti, comunque, sembra essere un fenomeno troppo comune per essere spiegato in questo modo.

Per capire il comportamento di questo piccolo felino è essenziale esaminare il modo in cui il gatto affronta la morte. Noi uomini sappiamo tutti che un giorno moriremo e ci comportiamo di conseguenza; il gatto, invece, non ha il concetto della morte e quindi non può prevederla, per quanto malato si senta. Per un gatto, o per qualunque altro animale, la malattia rappresenta qualcosa di spiacevole che lo sta minacciando. Se avverte dolore, si considera preda di un’aggressione. Per lui è diffìcile distinguere tra un tipo di dolore e un altro quando cerca di capire cosa c’è che non va. Se il dolore diventa acuto, il gatto sa di essere fortemente in pericolo, ma se non vede da dove proviene il pericolo, non può voltarsi per affrontarlo e difendersi con una zampata: non c’è niente contro cui prendersela. A questo rimangono soltanto due strategie alternative: scappare o nasconderei. Se il dolore sopravviene mentre il gatto sta «pattugliando» il suo territorio, la sua reazione naturale sarà quella di cercare di nascondersi dal suo «aggressore» e, scorgendo un riparo lì vicino, o qualche altro nascondiglio l’animale vi si dirigerà e rimarrà lì nascosto da solo, aspettando che la minaccia svanisca o che il dolore cessi. Il nostro piccolo amico non osa uscire, Tèmendo che ciò che ha causato il dolore sia in agguato, e quindi rimane lì a morire da solo, in privato. Nonostante le osservazioni precedenti degli scrittori a proposito di questo argomento, nel momento della sua morte il gatto non sta pensando ai sentimenti del suo padrone, ma semplicemente su come può proteggersi dal terribile e inosservato pericolo che gli sta causando tanto dolore.

Se proviamo pena per un gatto moribondo che non capisce cosa gli sta succedendo, ricordiamoci che lui ha un enorme vantaggio rispetto a noi: non ha alcuna paura della morte, mentre invece è un timore che noi esseri umani dobbiamo portarci dietro tutta la vita…"

Credo sia proprio così, si nasconde perché si sente spaventato e vulnerabile, cosa ne sapete? che esperienze avete?
 

castelli

Giardinauta Senior
Io avevo gia' sentito dire che quando un gatto capisce che sta' per andarsene, va a nascondersi.
Anche Peter, gli ultimi tempi usciva sempre di casa e l'abbiamo visto piu' di una volta infilarsi sotto un grandissimo cespuglio di pini (quelli che crescono raso-terra).
Peter tornava a casa solo alla sera e poi non lo abbiamo piu' visto.
E' sicuramente morto perche' era conciato male e sapevamo che aveva un tumore al fegato in stato avanzato. Noi ce lo ricordiamo e quando ci cade l'occhio su quei pini, pensiamo a lui.
 

miciajulie

Fiorin Florello
oh, violetta cara, che brutti momenti.
non so bene che dirti. quando la mia miciona mi lasciò io l'avevo affidata al veterinario, per non lasciarla sola, perchè vedevo che stava proprio malissimo, ma avevamo da poco avuto un grave incidente stradale e proprio quel giorno mio marito aveva un importante controllo da fare in ospedale. eravamo ancora in sala d'aspetto che ci telefonò il veterinario. se ne era andata. tanti dicono, per esperienza propria, che i gatti scelgono di andarsene da soli, a tante delle mie amiche è successo così. purtroppo ciò non lenisce il mio senso di colpa, di non esserci stata quando lei è partita per sempre. forse non mi avrebbe voluto intorno, chissà, però fino all'ora prima non mi aveva rifiutato. se ne stava spesso in una suo vecchissimo trasportino in vimini, ma quando raramente ne usciva, parlo degli ultimissimi giorni, si strusciava tra le mie gambe come sempre. spero non si sia sentita troppo abbandonata, povera gioia. avrà ragionato da gatta. lo vorrei tanto...
 
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Piera58

Moderatrice Sez. Piccoli Amici
Membro dello Staff
Carissima amica, ti sono vicina, sono momenti brutti. il dolore di oggi col tempo si trasformerà in dolce nostalgia. Su ciò che hai scritto so che anche alcuni cani si comportano così, stanno male e hanno paura, non sanno bene cosa stia succedendo.
 

elena_11293

Master Florello
Ciao Violetta, ti sono vicina in questo momento, essendoci passata come molti altri qui.
Se può aiutarti: non più di un mese fa sono andata a una conferenza tenuta a Udine da un veterinario di Trieste dall'ottica olistica che per vocazione e date le esperienze che viveva nella sua pratica professionale ha deciso negli anni di dedicarsi sempre più sia al rapporto emotivo e spirituale tra uomini e animali sia in particolare all'accompagnamento alla morte dei nostri animali.

Quello che raccontava è che questo passaggio può esser reso loro molto più lieve da noi, se scegliamo di lasciar andare in questi momenti le nostre preoccupazioni per essere completamente presenti per loro.
Nella sua esperienza, diceva che gli animali che vede scegliere di morire lontano dalla vista dei propri umani o fanno quando le persone non sono in grado di sostenere emozionalmente e mentalmente quel momento.
Allo stesso modo, la sua esperienza gli ha insegnato che sono rarissimi se non quasi inesistenti i casi in cui un animale che si sa malato abbisogna realmente dell'eutanasia. Lui la trova una forzatura e per questo insegna alle persone e sta loro vicine perché sappiano dare in quei momenti ai loro animali le cure e il sollievo al dolore necessari, sostenendo però il processo naturale, con grande fiducia proprio in ciò che la vita e la natura stanno compiendo.
Ti dico il vero, avrei voluto aver conosciuto questo vet l'anno scorso, quando improvvisamente il mio gatto si è ammalato e dopo una settimana è morto. Ho sentito spesso in quei giorni che non stavo riuscendo ad aiutarlo al meglio. So che ci sarebbe stato altro da fare, ad averlo saputo per tempo. Non dico per salvarlo, ma per accompagnarlo diversamente in quei momenti.

Per quanto riguarda il fatto che trovi il tuo Nuvolo nella lettiera, quello che dice a me è che possa sentire la necessità di fare cacca o pipì ma non ci riesca e per questo stazioni lì. Come va con queste funzioni al momento? Non so poi quanta forza abbia, per cui può essere anche che riesca proprio per gli stimoli che sente a raggiungere quel posto e poi a non trovare abbastanza energia per andare di nuovo altrove.

Qualunque cosa tu decida di fare nei prossimi momenti, il suggerimento che mi sento comunue di darti è uno: aiutalo lavorando sul mantenere te stessa lucida, centrata e il più possibile serena. I nostri animali sono sensibilissimi alle nostre emozioni e molto di ciò che fanno è in reazione a ciò che in qualche modo esce da noi. Quindi essere una presenza serena per loro in questi momenti è quanto di meglio possiamo offrir loro per l'amore che abbiamo nei loro confronti. Nuvolo lo percepirà e verrà aiutato da questo, non ho alcun dubbio su questo.

Se poi vuoi leggere qualcosa di questo vet che ti dicevo o perfino contattarlo (fa consulenze anche telefoniche quando vi è la necessità) qui trovi tutte le info: http://stefanocattinelli.it/ (vedi il menù a destra per i recapiti e la consulenza tel. e quello in alto per alcuni articoli anche sull'argomento)

Una cosa che comunque puoi senz'altro fare, se questo genere di cose le ritieni valide, è prendere sia tu che dare a lui (passa qualche goccia sul pelo) il Rescue Remedy dei Fiori di Bach (per evitare di spendere un capitale cerca in farmacia quelli che sostituiscono gli originali, sono altrettanto validi).

Un abbraccio.
 

elena_11293

Master Florello
Dimenticavo: un punto importante che era uscito in quella conferenza riguarda il fatto che un nostro animale che muore ci sta offrendo una volta di più, per amore, la possibilità di fare con lui un'esperienza unica di consapevolezza. Per questo vivere questi momenti con piena presenza è quanto di meglio possiamo fare per onorarlo, per ringraziarlo di ciò che ha significato per noi e ci ha dato e per quanto sta ancora facendo.
Non è facile aprire se stessi a questo passaggio, il dolore sia, a volte, fisico dell'animale e nostro emotivo è intenso, ma viene grandemente alleviato nel momento in cui si molla la presa sul combatterlo e ci si permette di viverlo, stando molto in ascolto, tacitando un po' la mente che cerca risposte e ripercorre continuamente le preoccupazioni, riconnettendoci con quanto di bello e importante si è vissuto assieme e ci ha fatto crescere, cambiare, aprire.
Sì, anch'io trovo proprio che questa sia una grande esperienza che offre la possibilità di approfondire la nostra coscienza e di aprire il cuore. Può essere un momento in cui condividere amore, invece che paura, ed è questo in sostanza ciò che la vita ci chiede quando avviene. Seguirci in ciò che sentiamo davvero di fare, più che in ciò che le idee che circolano dicono lo trovo molto importante in genere, in questi casi perfino di più.

Per cui, ad esempio per il comportamento che hai notato in questi ultimi giorni e quant'altro accadrà, Violetta, prova a fermarti un attimo e sentire cosa dice a te, poi fidati di quello che sentirai.
 

rosasiu

Maestro Giardinauta
Cara Violetta, mi dispiace tanto per il momento che stai vivendo.
Ho letto qualcosa sulle capacità cognitive degli animali, sui "sentimenti" che provano, e benchè si sia scoperto che sono capaci di processi mentali più complessi di quelli che si credeva fino a qualche decennio fa, credo che siano ben lontani da avere un'idea della morte. Penso che il comportamento del tuo Nuvolo, se non è puramente casuale, sia dovuto ad un bisogno di rifugio tranquillo, e forse la cassettina lo rappresenta ai suoi occhi; è un posto dove nessuno va a disturbarlo di solito...oppure può essere, come è stato già detto che voglia fare i suoi bisogni e non ci riesca o non abbia la forza di uscirne, poi.
Ti dico queste cose, perchè penso sia così, e se lo fosse davvero, tutto sommato, non sarebbe male...nel senso che il dramma è vissuto principalmente da noi, che sappiamo esattamente quello che sta succedendo, e non dal tuo micino, che risponde con dei comportamenti dettati da uno stato di disagio o dolore, e null'altro.
Spero che sia così, e principalmente che tu riesca ad affrontare il più serenamente possibile il distacco.
Ti abbraccio fortissimo. Susi
 

domenico83

Aspirante Giardinauta
Ho sempre avuto tanti animali, sopratutto cani e sopratutto con una ho stretto un rapporto particolare: appena la portai a casa, lei andò dai cani più grandi, inizio a ringhiare ed abbaiare e subito dopo si nascose dietro di me. Fù amore a prima vista, un rapporto unico dato anche dalla compagnia che a vicenda ci facevamo durante le mie battute di caccia...ore ed ore insieme, io e lei, lei ed io.

Aveva la forza di un leone ed era la mia migliore amica nonostante spesso ci vedessimo anche pochi minuti al giorno il rapporto era sempre unico.

Dicevo sempre: quando troverò una ragazza che mi vuole bene il 10% del bene che mi vuole il mio cane sarò l'uomo più fortunato al mondo.

A metà Ottobre inizia a non mangiare, avrà le sue cose (è pur sempre una donna) mi dicevo i primi tempi, poi preoccupato l'ho portato dal veterinaio, la carne la mangiava (e grazie...) e mi è stato consigliato (dopo una visita di routine) di cambiare mangime. Cosi ho fatto ma nulla...mangiava solo carne (o tortellini).

Il cane dimagriva ed era sofferente, per gli altri stava bene ma per me no, era un leone.

Giorno 9 Novembre la porto a fare le analisi: il macchinario non riesce a leggere i valori del sangue. Viene il biologo e controlla il sangue al microscopio...un dramma.

La dottoressa dice che il cane ha 9 anni e sicuramente era l'utero che doveva essere asportato e quindi vanno di ecografia e vedono qualcosa di male.

Il giorno dopo (il 10) la porto per l'operazione (il cane andava in ogni caso operato per capire cosa era di preciso), 5 minuti prima di essere sedato stava litigando con un cane che si avvicinava a me (il vet. disse "vedi come sta bene?" mentre io continuavo a dire che non stava bene per nulla).

Sotto i ferri il veterinaio viene fuori e mi dice l'amara verità: non si capiva bene cosa avesse perchè un tumore ha fatto massa con tutti gli organi viventi ed è diventato un corpo unico, devi scegliere cosa fare, farla soffrire altri 15 giorni oppure dire basta alle sue atroci sofferenze.

Ho messo da parte l'egoismo che spesso mi ha contraddistinto, ho scelto la cosa migliore per lei, ho sofferto e continuo a soffrire veramente tanto. Mi manca ogni giorno ma so che mi sta aspettando in un posto migliore.

Il giorno in cui mio padre me la portò da Viterbo era cosi:
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Adesso riposa in pace in questa struttura (chiedo scusa per il link, ma io lo segnalerò comunque sperando di non offendere\violare il regolamento): http://www.ilgiardinodiartemide.it/.

E questa è la sua nuova cuccia:
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.

Mi sono rimasti tre rimpianti: non averla fatta morire a pancia piena, averla vista per l'ultima volta mentre era sotto i ferri e sopratutto averle detto un secondo prima di salutarla prima dell'operazione "ci vediamo dopo".
 

Violetta516

Maestro Giardinauta
scusate l'assenza ma ho avuto problemi con la connessione. Grazie per tutte le risposte e per le esperienze che avete condiviso con me. Miciajulie sapevo della tua adorata miciona ma non conoscevo tutta la storia...è sempre triste e straziante, comunque va, c'è sempre qualcosa che sentiamo di non aver fatto, qualche rimpianto. Ho capito, osservandolo in questi giorni, che Nuvolo si nasconde nella lettiera soltanto quando io non sono in casa, credo abbia paura degli altri tre gatti, non che gli facciano qualcosa,ma evidentemente nello stato di debolezza in cui è, si sente minacciato da loro. Quando ci sono io lo tengo sempre vicino a me nel suo cestino,ora è lì che dorme e quando dorme io mi sento meglio. Ogni tanto si alza, per fortuna mangia ancora, gira un pò per casa e poi torna nel cestino. Il problema è da domani che andrò al lavoro, credo lo lascerò in una stanza da solo per farlo stare tranquillo.
Elena ti ringazio per avermi segnalato il veterinario di Trieste, cosa è successo al tuo micio in una settimana? Io purtroppo credo che dovrò decidere prima o poi, il veterinario che ha fatto la radiografia al cranio il tredici dicembre mi ha detto che dovrà avere l'eutanasia, gli ha dato un'aspettativa di vita da uno a tre mesi. Sta andando avanti grazie a cortisone e contramal, ma quando capirò che è arrivato il momento non esiterò a dargli pace. Spero solo di capire quando. Un'amica che lo ha visto due giorni fa mi ha detto che secondo lei lo stiamo facendo soltanto soffrire ma fin quando ha fame, si muove, reagisce, io non me la sento, anche se so che è soltanto grazie ai farmaci che è ancora in grado di farlo. Sbaglio? Io non so, la mia veterinaria molto brava, ha detto che soltanto io posso capire, ma non vorrei essere fuorviata dall'amore, dalla paura e dal desiderio di tenerlo con me. Mi è già capitato purtroppo di dover ricorrere all'eutanasia per il mio Millo ma lì davvero non ho avuto dubbi.
 
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domenico83

Aspirante Giardinauta
Non si tratta di mangiare, bere o giocare, si tratta di egoismo.
Gli animali a differenza nostra non posso lamentarsi ma cercano di farci capire il loro disagio.
A me è successo solo una volta di dover scegliere e con un groppo al cuore ho preso la scelta giusta, ricambiando tutto l'amore che mi è stato dato.
 

rosasiu

Maestro Giardinauta
Cara Violetta, sicuramente stai facendo tutto quello che puoi! secondo me va benissimo chiuderlo in una stanza tutta per lui, quando vai al lavoro, starà più tranquillo. Se è ancora in grado di alimentarsi da solo, e lo fa...io aspetterei. Quando non mangerà più, e dovresti ricorrere alle flebo per alimentarlo, o non dovesse più alzarsi dalla sua cesta, io (io) lo lascerei andare...
in ogni caso, qualunque cosa tu faccia, sarà quella giusta, la tua sensibilità ti guiderà sicuramente nel migliore dei modi...ne sono sicura.
tanti abbraccioni stretti stretti
 

Violetta516

Maestro Giardinauta
domenico non è facile decidere. Lui fa le fusa, mi segue, chiede la pappa, credo che gli animali quando vogliono morire innanzituto smettano di mangiare ma d'altra parte può essere soltanto il cortisone a mettergli fame. Io ho solo dubbi ora, e mi tormentano, sono convinta che così come siamo responsabili della loro vita dobbiamo esserlo, coraggiosamente, anche della loro morte. Il punto è dove finisce la cura, (cura poi...alleviamento delle sofferenze) e dove inizia l'accanimento, difficile capirlo...prolungargi la vita con i farmaci sapendo che non ha alcuna speranza di guarire, ma solo di peggiorare,è giusto? Mi è stata prospettata la possibilità di crisi epilettiche, devo aspettare che sopraggiungano? Non vorrei che ci arrivasse ma finché vedo in lui reazioni vitali non riesco a pensare di...
Rosasiu hai centrato il punto, è così che penso mi regolerò.
 
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domenico83

Aspirante Giardinauta
Capisco il tuo pensiero e lo condivido. Io mi sono chiesto: visto che soffre, è giusto che io faccia continuare questa sofferenza rinviando l'immenso dolore della sua scomparsa?

Mi sono risposto che non dovevo essere egoista, 15/30/60 giorni di sofferenza in più non li meritava e non mi sentivo di influire negativamente.
 

Violetta516

Maestro Giardinauta
vero domenico quello che dici, forse dovrei pensare a questo e non ad altro. Mi è capitato di portarlo dalla veterinaria pensando che non sarebbe più tornato a casa ma poi lì si è sempre dimostrato vigile e sveglio e neanche lei se l'è sentita.
 

lore.l

Moderatrice Sezz. Giardinaggio / Composizioni Flor
Membro dello Staff
Violetta non sai quanto ti capisca!!!Io quella decisione ho dovuta prenderla x ben 3 volte,x un cane e due mici....non ti dico che sofferenza si prova,sia prima che dopo....si anche dopo perchè poi ti rimarranno centomila dubbi!!Posso solo dirti che io ho sempre aspettato finchè non li vedevo soffrire,appena vedevo che da parte loro c'era sofferenza,cercavo di farmi coraggio e prendevo quella stramaledetta decisione!!!Ti posso solo consigliare di prenderla il più serenamente possibile e di pensare che lo fai solo x il loro bene,che si meritano questo tuo grande gesto di amore!!!Un abbraccio e una coccola al peloso!!!ciao ciao
 

Diletta

Maestro Giardinauta
Violè che dirti...se solo ci ripenso piango..sono certa che sarai stata una amorevolissima compagna di viaggio e se proprio non sceglierai l'attimo giusto o quello che avrebbe scelto la natura, sarà solo per abbreviargli sofferenze...
 

elena_11293

Master Florello
Ciao Violetta, grazie per aver trovato il tempo di aggiornarci, ti/vi ho proprio pensati.

Quanto dici riguardo al motivo per cui Nuvolo si rintana là suona proprio probabile, e come ti dicevo io tenderei senz'altro a fidarmi di quanto senti in proposito, tu che lo conosci e sei più consapevole di tutto ciò che accade nel vostro ambiente.
Tra l'altro, proprio dopo aver postato pensavo che un motivo, dato che la lettiera è chiusa, poteva ben essere che cerchi un posto in cui stare il più possibile lontano da rumori, via vai, attività varie degli altri abitanti della casa (umani o animali che siano).. In fondo, se ci si pensa anche noi quando non stiamo al meglio sentiamo l'esigenza di andare in un posto in cui possiamo essere il meno disturbati possibile. E' bello che quando ci sei abbia voglia di starti vicino :) E l'idea di tenerlo in una stanza in cui possa stare più tranquillo, mentre non ci sei, sembra buona anche a me. Continua a seguirti, Violetta, che mi pare tu stia procedendo passo a passo al meglio.

Riguardo al resto, sul momento ti ho scritto tutto quello che sento e credo riguardo a questo tema, ma ho dimenticato di aggiungere qualcosa che non dò certo per scontato: so che non è facile. E quindi credo di capire i dubbi che stai attraversando.

Goldie, questo mio ultimo gatto di cui dicevo, si è ammalato all'improvviso e purtroppo nonostante analisi di ogni tipo e consulti con specialisti i miei vet non sono stati in grado di capirne il motivo. Parte dell'angoscia vissuta quando è accaduto e del dolore che ancora sento è per l'impotenza che questo non capire e non sapere ha portato.

Con una micia nata selvatica nei giardini attorno a casa dei miei, che ha vissuto fino a 27 anni (!) e che negli ultimi anni si era accasata da loro, è stato invece molto diverso. Te lo racconto perché forse può offrirti un'ottica in più riguardo a quello che stai vivendo anche tu. Gli ultimi mesi non stava bene, ormai necessitava di costante idratazione per cui andavo a farle 2 flebo al giorno, ma nonostante non fosse certo piacevole per lei (né per me) sentivamo tutti che era okay perché per il resto lei faceva la sua vita: pur secca secca (pesava come una piuma), sorda e un po' cieca, e la 20ina di ore al giorno in cui dormiva (per un'ultra centenaria mi pare logico), per il resto chiedeva ancora di fare un giretto fuori, si faceva coccolare volentieri, chiedeva da mangiare, faceva i suoi bisogni, ecc ecc. Un mattino, quand'era ormai quasi primavera e c'era il sole, è voluta uscire e si è distesa per una mezzora sull'erba, a godersi il tepore. Il resto della giornata ha poltrito in casa e ha mangiato come al solito, la notte è andata a dormire come sempre in una cesta in soggiorno e.. è semplicemente spirata. Mia mamma era con lei e l'ha proprio sentita fare un sospiro ed andarsene. E' stato molto naturale e anche se la sua morte ha lasciato un vuoto e del dolore, comunque c'è stata serenità per noi. E sinceramente credo anche per lei.
E' qualcosa che auguro a tutti coloro che hanno animali, dato che il momento di separarsene prima o poi arriva che possa almeno essere lieve.

Così, avendo vissuto sia esperienze con gatti che stavano soffrendo che questa, sinceramente anch'io come te riguardo a Nuvolo osserverei con attenzione quale sia la sua qualità di vita e finché lo vedessi e sentissi avere ancora di vivere lo aiuterei a farlo.

Ma, siccome mi rendo anche conto che non è semplice capire davvero la situazione, a volte, ora come ora ti dico il vero se mi ritrovassi nella situazione dell'anno scorso non esiterei a sentire il vet di cui ti ho scritto, per regolarmi sentendo anche il suo parere. Posso dirti di lui, da quello che ha raccontato e da quanto mi ha detto una conoscente della LAV che lo conosce da tempo, che per quanto si stia adoperando per cambiare un po' l'uso sempre più frequente in questi anni dell'eutanasia, non è comunque un incosciente che propaganda di lasciar morire un animale senza l'adeguata assistenza, anzi. Sta perfino formando persone proprio perché possano essere di supporto alle famiglie di animali nei casi in cui si sa ormai che il momento si avvicina, vuoi per età o malattia. Ha un'esperienza clinica di oltre 20 anni e l'attività divulgativa è solo a lato della pratica della professione. Direi che ha semplicemente una sensibilità e un percorso personale diversi da quelli che in genere si trovano perfino nei migliori professionisti. A me, che conosco di persona un certo numero di ottimi veterinari da molti anni, è stato immediatamente chiaro.

Così, senza però davvero volerti spingere, solo per dare risposta a quanto scrivi riguardo ai dubbi che vivi su come comportarti ora che senti avvicinarsi il momento di una decisione (e quindi solo immagino quanta angoscia anche ci sia, oltre ai pensieri), io mi sento di dirti che, se senti la necessità di un sostegno e di pareri chiari e davvero utili in questo momento, fargli una telefonata penso proprio sarebbe una buona cosa. Sono 45 euro da quel che ho capito, non sono pochi ma se li hai da poter spendere penso che per trovare serenità per te e una buona soluzione per Nuvolo sia una cifra ben spesa.

Io stessa sto pensando di contattarlo perché la gatta dei miei ha 18 anni e ogni tanto mostra segni che ci fanno pensare possa non essere troppo lontana dall'andarsene. Non sembra ancora il momento, perché va avanti bene, nonostante sia ormai sorda anche lei e dorma tanto, ma ho già deciso che stavolta se ci sarà il tempo di certo non mi accontenterò solo di portarla dal nostro solito veterinario per sentire il suo parere clinico e decidere in base a quello. Sento l'esigenza di tenere conto anche delle reali esigenze di questa nostra bestiolina quale essere dotato di qualcosa di più di solo un corpo e degli istinti, e finora questo vet di TS è sinceramente l'unico che conosco che lo faccia e sappia dare qualche risposta in più alla domanda 'cosa è meglio fare?'.

Okay, ora vado, non voglio dilungarmi oltre perché proprio non ho scritto con l'intenzione di fare propaganda a questa persona o la sua esegesi, ma solo perché a me sarebbe piaciuto avere questa opportunità in più l'anno scorso e mi sono quindi sentita di parlartene dato che mi pare anche tu stia cercando qualche risposta e dell'aiuto in più.

Di nuovo, un abbraccio a voi, con l'augurio che vada tutto bene, comunque.
 

Piera58

Moderatrice Sez. Piccoli Amici
Membro dello Staff
Io ho dovuto decidere per due miei cani e ho capito subito che era venuto il momento di chiamare il vet. Viola vorrei trovare parole che ti possano confortare ma so che adesso non ce nè sono. Sono vicina a tutti coloro che hanno vissuto questa esperienza e credo che anche la mia Bianca si sta avviando verso la strada del non ritorno, devo essere forte e serena per lei.
 
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