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Ma la vita...

RosaeViola

Master Florello
Dani, due cose.
La prima è che ho sempre più la netta sensazione che il dire che la sofferenza rafforza, sia una bella trovata che abbiamo partorito per accettare che si debba soffrire, perchè un po' di sofferenza ok, ma quando si esagera, non si rafforza più, ma si distrugge un individuo.

La seconda è, come facciamo ad amarci di più facendoci meno domande? Per amarsi di più, bisogna scandagliarsi di più e quindi pensare di più.
 
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yeye27

Master Florello
Com'è la vita???!....gioia o dolore???....

.....Màh,penso che sia un po' l'una e un po' l'altra.
Mai tutta bianca o tutta nera.
Ci sono cicli che tutto scorre serenamente,chiamiamolo nella "normalità",dove s'intrecciano le piccole,grandi gioie dello scorrere quotidiano,le soddisfazioni del menage familiare, i figli, le soddisfazioni sul lavoro,le vacanze ,lo sport e quant'altro di bello....
Contrapposto,però, alle inevitabili contrarietà,alle piccole beghe,agli imprevisti,ma che non si possono definire "dolore della vita".
Penso che la felicità assoluta non esista...che esistano le sfumature,ma che dipenda molto dalla sensibilità di oguno di noi di vederle,scoprirle,cogliere l'attimo.

Poi ci sono gli episodi negativi,i cicli avversi,quelli che sembrano non finire mai,le malattie,gli incidenti,le delusioni,le perdite dei propri cari,dove s'innesca
il dolore,la sofferenza,che il tempo cicatrizza,ma non guarisce,che genera malinconia ad ogni rimembrare,perchè ti da la consapevolezza struggente dell'addio senza ritorno.

Poi dipende anche da come e quanta vita hai vissuto. un/a anziano/a avrà un bagaglio di vita e di esperienze,piu' pesante e diverso che non a venti, dove è ancora giusto e sacrosanto,aspirare alla felicità,alla completezza, alla realizzazione delle aspettative,all'amore per sempre,agli ideali........
Poi ci pensa la vita a "mazziarti"......ma questa è un'altra storia!!!:)
un abbraccio grande:love_4:
yeyè
 

Markino

Giardinauta Senior
decky ha scritto:
Forse 50-50 con tendenza a ricordarsi di più le cose negative....forse.

Quoto.... Abbiamo una memoria formidabile a ricordarsi delle cose negative, brutte espereienze e incidenti. Mentre abbiamo una memoria troppo corta per le cose positive.... si le ricordiamo ma non allo stesso modo... Per questo, bisognerebbe sempre stare attenti alle parole che usiamo nei momenti di rabbia verso le persone a cui vogliamo bene.... possono lasciare delle ferite che lasciano il segno anche per tutta la vita.....

meditate gente, meditate.... :D :martello:
 

Eltuena

Guru Giardinauta
Capita, che a distanza di tempo, ripensiamo a periodi passati e ci rendiamo conto che li abbiamo catalogati nella nostra mente come positivi o negativi e, involontariamente, sorridiamo oppure ci rattristiamo.
 

aseret

Florello Senior
La valutazione di ciò che accade quotidianamente, lasciando da parte i periodi neri , dipende molto dall'indole di una persona e dalla sua sensibilità.
Conosco una ragazza che affronta tutto con allegria e serenità: anche nei momenti difficile afferma che tutto va benissimo....un'altra, invece, prende tutto di petto, bisogna stare attentissimi a ciò che si dice, ogni minimo ostacolo o problema diventa motivo di discussione, di dolore, tutto è tragedia.
E' anche la capacità di adattamento che rende sostenibile certe situazioni e di grande aiuto è la fede, perchè dà una visione 'speciale' e motivata anche all'incomprensibile.
 

daria

Master Florello
LORENZ ha scritto:
Sono sostanzialmente d'accordo con Daria.... anche se è sempre molto difficile fare un bilancio oggettivo in quanto ognuno di noi li vive con una sensibilità diversa, enfatizzando gioie o dolori.
Aggiungo che purtroppo quello che fa peggio è la successione degli eventi dolorosi, che arrivano a frotte.
L'importante, secondo me, è fare sempre tesoro delle esperienze negative e dei momenti dolorosi che, immancabilmente, ci toccano. Cercare quindi di metabolizzarli e metterli nel nostro personale bagaglio di vita vissuta...

Ciao a tutti :Saluto: :Saluto:

Hai centrato il punto Lorenz, almeno per quanto mi riguarda è proprio metabolizzare il dolore il problema, non riuscire ad avere il controllo emozionale e farsi sovrastare, fare proprio il dolore di altri, è un vortice che mi ha inghiottita recentemente e inaspettatamente poichè ero certa che la mia parte razionale avesse la meglio che la ragione dominasse sul cuore.
Con questo non intendo certo dire che la vita sia sofferenza, ne che siano esclusi momenti di gioia e di serenità...ho provato a chiedermi se in realtà li apprezziamo abbastanza o nemmeno ci accorgiamo di viverli, spesso scontenti, inquieti, lamentosi...
.
 

seya

Master Florello
Zia la seya ti parla della sua esperienza e la sofferenza a me ha portato più sensiblità e apertura verso chi è emarginato e soffre, sono stata per un certo periodo dall'altra parte, e ho capito come la gente ti volta spesso le spalle, fa male da morire, ma anche se dentro ti senti male, e vedi solo un buco nero, alla fine c'è sempre la luce, sempre.
e poi chi mi ha teso una mano l'ho trovato, e ancora oggi gliene sono riconoscente.
gli angeli esistono. sono tra noi.

mah! prendetemi per quella che sono, sarà utopia, ma io la vedo così.
forse sono poco realista :)
 

daria

Master Florello
RosaeViola ha scritto:
Per fortuna Daria che ce li aspettiamo. Sarebbe atroce se non fosse così e forse l'uomo non sarebbe sopravvissuto all'evoluzione se non avesse avuto la speranza di godere di qualche momento di felicità.

Intendevo dire che non si nasce cuor contenti, la serenità come ogni altra cosa va "guadagnata" richiede lavoro e costanza vuol dire dare e ricevere, a volte si è portati a pensare che ci sia dovuta, egoisticamente mettiamo i nostri sforzi al primo posto, siamo particolarmente tolleranti con noi stessi e tendiamo a trascurare il contributo di chi ci sta vicino, o comunque a non ritenerlo pari al nostro.
Mi sono intorcinata, credo
Se non sono stata spiegata, ditelo:D
 

Walnut

Giardinauta Senior
VITA= una trama scritta a priori che non ci permette via di uscita, ci bastona, ci delude, si prende gioco di noi? Può darsi!
VITA= una serie di scelte più o meno oculate, attraverso le quali possiamo attivamente concorrere e decidere della nostra felicità? Chissà....
 

RosaeViola

Master Florello
Walnut ha scritto:
VITA= una trama scritta a priori che non ci permette via di uscita, ci bastona, ci delude, si prende gioco di noi? Può darsi!
VITA= una serie di scelte più o meno oculate, attraverso le quali possiamo attivamente concorrere e decidere della nostra felicità? Chissà....

Ma no, che gioco? Le mie considerazioni vertono a capire se sia proprio vero che la vita sia più lotta che respiro in senso generale.

Le scelte...Beh, salvo quelle che subiamo, che non dipendono dalla nostra volontà (vedi i lutti ad esempio) per me è ovvio che per lo più, siamo noi gli artefici delle scelte che possono portare alla serenità o all'infelicità.
 

RosaeViola

Master Florello
Markino ha scritto:
Quoto.... Abbiamo una memoria formidabile a ricordarsi delle cose negative, brutte espereienze e incidenti. Mentre abbiamo una memoria troppo corta per le cose positive.... si le ricordiamo ma non allo stesso modo... Per questo, bisognerebbe sempre stare attenti alle parole che usiamo nei momenti di rabbia verso le persone a cui vogliamo bene.... possono lasciare delle ferite che lasciano il segno anche per tutta la vita.....

meditate gente, meditate.... :D :martello:

La memoria delle cose belle non ha bisogno di essere alimentata e valorizzata...Se così fosse, se questa teoria che sento spesso fosse vera, significherebbe che per lo più, siamo die nichilisti disillusi e profondamente depressi.
Credo che la memoria della felicità non abbia bisogno di essere alimentata perchè essa stessa, nel momento in cui viene rimpinguata, si struttura, specie se tutto ciò avviene nel momento più importante della crescita di una persona e cioè, infanzia e adolescenza.

Sempre più mi convinco che la sofferenza di un adulto nasca e si strutturi lontana nel tempo.
Oggi siamo il nostro passato.
Il futuro si può costruire in positivo, se la sponda da cui parte la campata di questo ponte, è costruita su una terra solida e sicura e non franosa e instabile.
 

RosaeViola

Master Florello
daria ha scritto:
Intendevo dire che non si nasce cuor contenti, la serenità come ogni altra cosa va "guadagnata" richiede lavoro e costanza vuol dire dare e ricevere, a volte si è portati a pensare che ci sia dovuta, egoisticamente mettiamo i nostri sforzi al primo posto, siamo particolarmente tolleranti con noi stessi e tendiamo a trascurare il contributo di chi ci sta vicino, o comunque a non ritenerlo pari al nostro.
Mi sono intorcinata, credo
Se non sono stata spiegata, ditelo:D

Io credo che invece la serenità ci sia dovuta. Certo non quella odierna, ma quella che sappiamo costruire oggi, deve forzatamente venire insegnata, gettata e armata come i piloni di un viadotto, durante la nostra crescita.
 

RosaeViola

Master Florello
aseret ha scritto:
e di grande aiuto è la fede, perchè dà una visione 'speciale' e motivata anche all'incomprensibile.

Questa è, a mio avviso, un'arma a doppio taglio.
Fede come rassegnazione? Perchè in fondo è questo il messaggio: accetta gli eventi, incamerali e non pensarci.
A che cosa serve?

E ancora...Raramente vedo persone di fede serene e felici, anzi, spesso sono persone che vivono inquietudini e tormenti che non possono nemmeno ammettere a sè stesse per il grado di repressione che si sono imposte.
La fede, nella sua più alta accezione, può aiutare a comprendere, ma non sempre la comprensione è sinonimo di serenità.
Nemmeno lo stesso Giovanni Paolo II era privo di sofferenza nella consapevolezza del genere umano...
 

RosaeViola

Master Florello
seya ha scritto:
Zia la seya ti parla della sua esperienza e la sofferenza a me ha portato più sensiblità e apertura verso chi è emarginato e soffre, sono stata per un certo periodo dall'altra parte, e ho capito come la gente ti volta spesso le spalle, fa male da morire, ma anche se dentro ti senti male, e vedi solo un buco nero, alla fine c'è sempre la luce, sempre.
e poi chi mi ha teso una mano l'ho trovato, e ancora oggi gliene sono riconoscente.
gli angeli esistono. sono tra noi.

mah! prendetemi per quella che sono, sarà utopia, ma io la vedo così.
forse sono poco realista :)

Non è utopico seya...anzi, è speranza e questo significa VITA.
 

RosaeViola

Master Florello
daria ha scritto:
Hai centrato il punto Lorenz, almeno per quanto mi riguarda è proprio metabolizzare il dolore il problema, non riuscire ad avere il controllo emozionale e farsi sovrastare, fare proprio il dolore di altri, è un vortice che mi ha inghiottita recentemente e inaspettatamente poichè ero certa che la mia parte razionale avesse la meglio che la ragione dominasse sul cuore.

Parafrasando Ruggeri...ognuno lascia un segno nelle persone più sensibili...

Spesso ci sentiamo forti, ma sono solo corazze per i cuori più delicati.
Crediamo di poter controllare tutto usando la mente, ma i sentimenti sono la parte viva di noi, sono la scatola nera, sono il nostro nocciolo e sono tutto ciò per cui viviamo, anche se spesso si preferisce fingere con noi stessi che non sia così per sentirci meno vulnerabili.
 

ejemeda

Giardinauta Senior
RosaeViola ha scritto:
Dani, due cose.
La prima è che ho sempre più la netta sensazione che il dire che la sofferenza rafforza, sia una bella trovata che abbiamo partorito per accettare che si debba soffrire, perchè un po' di sofferenza ok, ma quando si esagera, non si rafforza più, ma si distrugge un individuo.

La seconda è, come facciamo ad amarci di più facendoci meno domande? Per amarsi di più, bisogna scandagliarsi di più e quindi pensare di più.

io volevo solo dire che noi umani non siamo tutti uguali.. ogniuno di noi reagisce in modo diverso alle vicessitudini della vita in base a caratteristiche caratteriali e strutturali (sociali ed educative) che alla fine forgiano la nostra personalità e ci rendono forti o deboli introversi o estroversi allegri o pessimisti, alcune persone attraverso la sofferenza fortificano lo spirito altre persone si chiudono nel dolore e piano piano si spengono, farsi troppe domande a volte è deleterio, è come chiedersi in continuazione "perchè esistiamo'", "da dove veniamo fuori?", sono i grandi quesiti che ci sovrastano da quando siamo stati in grado di elaborare il nostro primo pensiero ..la sofferenza fa parte di questi e se siamo abbastanza forti per sopportare anche il post (che forse avrà anche un senso, ma quale? sia esso negativo che positivo) allora bene facciamoci tutte le domande possibili prendiamo sempre più consapevolezza di ciò che è bene e ciò che è male ma se non riusciamo a sopportare meglio lasciar perdere aggiungeremo solo altra sofferenza alla sofferenza;
molti grandi dolori portano alla solidarietà e alla vicinanaza di altre persone che condividono la sofferenza e per un minuto a volte si dimenticano screzi e altro per rendersi partecipi di ciò che colpisce l'altro, io credo che anche la sofferenza abbia un senso in tutto il contesto della nostra esistenza sia esso divinatorio o solo casuale bè questo forse non lo sapremo mai ma intanto dobbiamo solo abbassare la testa e accettare...con chi ce la prendiamo???
 
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Datura rosa

Guru Master Florello
Proprio perché tendiamo a ricordare più le cose negative che quelle positive che ci capitano io ho imparato che ogni tanto è utile, in un qualsiasi momento di una qualsiasi giornata, prendersi qualche attimo di pausa e rendersi conto che ringraziando il cielo stiamo bene, che non abbiamo problemi pressanti, che, se è pur vero che c'è chi sta molto meglio, c'è veramente chi sta peggio e che, tutto sommato, non ci possiamo lamentare. E' un modo per riacquistare la serenità che il ritmo frenetico della vita ci ruba giorno per giorno.
 
M

Mary74

Guest
Datura rosa ha scritto:
Proprio perché tendiamo a ricordare più le cose negative che quelle positive che ci capitano io ho imparato che ogni tanto è utile, in un qualsiasi momento di una qualsiasi giornata, prendersi qualche attimo di pausa e rendersi conto che ringraziando il cielo stiamo bene, che non abbiamo problemi pressanti, che, se è pur vero che c'è chi sta molto meglio, c'è veramente chi sta peggio e che, tutto sommato, non ci possiamo lamentare. E' un modo per riacquistare la serenità che il ritmo frenetico della vita ci ruba giorno per giorno.

E quando invece abbiamo problemi stressanti, non stiamo bene e abbiamo non uno ma CENTO motivi per lamentarci che si fa?
Si lotta , ci si rimbocca le maniche e si avanti...
 

Datura rosa

Guru Master Florello
Sì, in quel caso non si può far altro, purtroppo. Quando i momenti neri arrivano bisogna affrontarli.
So che cosa significa lottare, sperare contro ogni ragione e perdere a volte la speranza: auguri di cuore da parte mia a chi un questo momento si trova in questa situazione.
 

daria

Master Florello
RosaeViola ha scritto:
Io credo che invece la serenità ci sia dovuta. Certo non quella odierna, ma quella che sappiamo costruire oggi, deve forzatamente venire insegnata, gettata e armata come i piloni di un viadotto, durante la nostra crescita.
Dissento, credo che nulla ci sia dovuto come principio, la serenità è uno stato d'animo risultante dall'armonia che abbiamo coltivato intorno a noi...certo ci vuole un pizzico bello abbondante di fortuna, questo si.
 
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