In attesa di miglioramenti, ammesso che ce ne siano, ho cercato di farmi un minimo di cultura su questo nuovo misterioso capitolo della manutenzione del tappeto erboso: i fungicidi.
Dopo ricerche su google e qui sul forum, però, non tutti i dubbi hanno trovato una risposta esaustiva. Mi piacerebbe pertanto, se posso, chiedere qualche ulteriore chiarimento sul loro utilizzo e sull'effettiva lotta alle malattie fungine.
Stress idrici e cattive tecniche agronomiche di manutenzione, principalmente umidità in quantità eccessive, con l'alzarsi delle temperature portano all'inevitabile formazione dei funghi. Nel mio caso (festuca arundinacea+poa) mi pare di capire che le varie colorazioni di "macchiatura" del fogliame e il famigerato pythium sono i più acerrimi nemici nel periodo estivo, mentre il marciume rosa (dato che gli inverni da queste parti sono abbastanza rigidi, con gelate e qualche nevicata sporadica) è il principale indiziato nel periodo invernale. Per le rimanenti patologie, mi pare di aver capito che un congruo programma di concimazioni azotate (e se non ho capito male: azoto ad aprile e settembre-ottobre a seconda delle temperature, è quanto si richiede per la manutenzione di un prato domestico) insieme alla corretta irrigazione, dovrebbe fare il suo.
Ulteriore importanza, riveste la rimozione del feltro e l'arieggiatura del prato, favorendo per via meccanica lo "smaltimento" dell'umidità ed evitando la formazione di una sorta di "cappa" dove i patogeni andrebbero a nozze. Mi pare di aver capito che un'arieggiatura prepotente a marzo ed un eventuale "richiamo" con un semplice rastrello da erba a settembre siano il minimo richiesto per un prato domestico.
Succede, però, che madre natura ci metta il suo e riversi più acqua del necessario o succede che (come nel mio caso) l'inesperienza nel capire quanto e quando irrigare (che al momento mi risulta il compito più difficile con cui prendere dimestichezza) mandino a farsi benedire tutto. Oppure, in alcuni casi come ad esempio tarda concimazione per i nuovi impianti o irrigazioni necessarie in caso di trasemine, i compromessi rendano necessario prendersi qualche rischio. In queste circostanze il fungicida rimane l'unico ultimo alleato (e speranza). Può essere utilizzato, alternando i diversi principi attivi sia in via curativa che preventiva. Mi pare di aver capito che l'alternanza dipenda dai principi attivi, ma in genere cambiando ogni 2 trattamenti si ottiene un buon risultato. Dividendo le funzioni, mi pare di aver capito che l'utilizzo sia in questo modo:
-funzione preventiva- si vuole ottenere quando, vuoi per un ambiente naturalmente umido, vuoi per esigenze di compromessi o inesperienza, si decida di "vaccinare" il tappeto erboso contro le principali malattie. Oppure, dato che nella stragrande maggioranza dei casi il fungo si controlla ma non si debella, quando si ha la quasi matematica certezza che senza fungicida la malattia prenderà il sopravvento. Si ottiene alternando i principi attivi a distanza di 15gg l'uno dall'altro, con una passata per ciascun principio attivo all'inizio dei periodi sensibili (perciò dovrebbero essere due passate per principio attivo all'anno, una a maggio e una a ottobre). Eventualmente si può effettuare un "richiamino" a metà estate (fine luglio-primi di agosto) e verso fine dicembre-primi di gennaio. Mi pare ancora di aver capito, che i due principi migliori da alternare siano l'azoxystrobin e il propamocarb che è bene procurarsi e tenere di scorta.
-funzione curativa- si applica quando purtroppo il prato si ammala e presenta i sintomi di una definita patologia o di un malessere generico. E' bene intervenire al primo manifestarsi dei sintomi e in maniera molto "attiva": quindi un trattamento iniziale del principio attivo appropriato, ripetuto a distanza di 15gg a meno di non notare un marcato miglioramento del prato. Fatti i due trattamenti si aspetta ulteriori 15-20gg e si vede se la situazione migliora, se non migliora si interviene con un diverso principio attivo seguendo le stesse modalità. Una volta, eventualmente, debellato o assopito il fungo, si tiene d'occhio il prato cercando di imparare dagli eventuali errori ed eventualmente agendo in via preventiva, sapendo che il fungo potrebbe non essere stato debellato del tutto ma continua a "dormire" nascosto nel nostro prato in attesa di nuove condizioni favorevoli.
Quanto ho scritto sopra, suona corretto o è una completa castroneria? Anche se ci fossero punti che vi viene voglia di correggere fatevi pure avanti. Quello che ho scritto rappresenta l'idea che mi sono fatto, e se è sbagliata è bene correggerla subito.
Inoltre, mentre pensavo questa paranoia applicata al trattamento delle patologie del prato, mi sono emersi alcuni dubbi a cui non ho trovato risposta, se vi fa piacere rispondere i dubbi sono i seguenti:
- quanto è consigliata l'azione preventiva rispetto a una curativa? È meglio agire per tempo o aspettare e rimediare?
- nei periodi a rischio, quanto dura l'effetto "vaccinante" di un principio attivo? E di conseguenza, quanto è bene aspettare prima di fare un eventuale richiamino e quando si può definire necessario un richiamino?
- una volta curato il fungo e sconfitto (o almeno addomesticato), per quanto il prato si può dire al sicuro prima di un suo eventuale ritorno se si è ancora nei periodi a rischio? In maniera da regolarsi con il quando iniziare i trattamenti preventivi.
- come si può definire un marcato miglioramento del prato? Dato che immagino che l'erba morta rimarrà come feltro e non è detto che le zone interamente distrutte (salvo patologie più blande) ricrescano subito o ricrescano affatto e le macchie sull'erba non è sempre facile "censirle" per vedere se spariscono (soprattutto perché potrebbero essere asportate da eventuali tagli), quali sono i segnali di un marcato miglioramento?
- in fase curativa, se ci si accorge che è tutto inutile, perché magari si è sbagliato principio attivo o si è diagnosticato la patologia sbagliata, dopo quanto è possibile cambiare principio attivo e ricominciare? E' bene fare tutto il ciclo e aspettare il momento di alternare il principio o si può interrompere e ricominciare in corso d'opera?
Come sempre, grato a chiunque voglia apportare il suo parere/esperienza.
PS: scusate per la lunghezza... la sintesi non è mai stata il mio forte!!