Ciao Frankie,
benvenuto.
Se di mimosa che di bouganville hai già un alberello, sei già avvantaggiato.
Infatti da essi puoi ricavare già un ...piccolo alberello, anzichè per esempio seminare, quindi risparmiando diversi annetti.
Non credo che tu già conosca la tecnica di riproduzione che è detta margotta, altrimenti avresti formulato diversamente la domanda, quindi ti invito a documentarti su questa, tramite le discussioni sul forum (accessibili cliccando su TAG e digitando poi "margotta") ed anche in generale su internet.
Ad ogni modo in sintesi si tratta di scegliere il rametto che si vorrebbe, ma prima di tagliare e metterlo in vaso, gli si fanno produrre radici a sufficienza perché sopravviva e sia autonomo.
Lo si ottiene interrompendo il flusso nella corteccia, semplicemente asportandone un anello completo di altezza almeno 1 cm. o anche 2; poi gli si applica del terriccio composto generalmente di sabbia e torba, (ma ognuno ha le sue ricette) trattenuta impacchettandola con della plastica scura (tipo i sacchetti neri della spazzatura) che poi deve essere legata a mo' di "caramella" affinché non collassi.
Si deve provvedere a mantenere umidità (senza esagerare) nella caramella, cosa che di solito lo si fa con una siringa ed un ago.
Dopo alcuni mesi si può tagliare il ramo subito al di sotto del pacchetto, che si deve cercare di mantenere integro.
Poi con calma e con la massima cura, su di un tavolo si provvede ad accorciare il più possibile la parte al di sotto delle radici formatesi ed infine si apre delicatamente la caramella, ma senza che il contenuto si sbricioli, facendo quindi in modo che le radici e la terra dove sono nate rimangano intatti ed infine si introduce tutto nel vaso di destinazione.
Qui è bene che la pianta per un po' sopporti il fortissimo cambiamento e che si adatti alle nuove condizioni, prima di esssere messa nel vaso definitivo.
Quindi il vaso di transizione dovrà essere piuttosto capiente e riempito con un composto con molta sabbia o materiale analogo (pomice, lapillo, akadama) ed un pochino di terricio organico.
L'operazione in genere dura dal mese e mezzo (le piante più veloci e vitali) fino ai tre o quattro mesi (le meno veloci). Le conifere impiegano molto di più, ma al momento non ci stiamo occupando di esse.
Fa seguito un periodo di almeno un anno nel vaso ...di prima accoglienza.
Successivamente si dipanano e si accorciano le radici e si mette la pianta ottenuta a dimora nel suo vaso definitivo.
I tempi di radicazione dipendono dal tipo di pianta, dalla stagione e dal clima, dalla legnosità del ramo scelto.
Più il ramo è legnoso e più tempo servirà; potrebbe addirittura non radicare affatto.
Molti usano stimolatori per ottenere con più rapidità e più sicurezza le radici, ma la loro efficacia è controversa, perché dipende moltissimo dalla esperienza che ne detta il modo di applicazione che può addirittura arrivare a compromettere il risultato.
La mia personale e minuscola statistica è che con gli "ormoni radicanti" (così li chiamano) la margotta è fallita, mentre senza le cose mi sono andate meglio.
Beh, non so se serve aggiungere altro, ma insisto perché tu cerchi le discussioni, quelle da cui io ho imparato molto. Troverai che oltre al metodo "canonico" che somiglia molto a quello che ho descritto, ve ne sono molti altri e tutti affascinanti.
Ciao