Ah, che nostalgia mi hai fatto venire, Clo!!
Io sbrigavo i compiti già prima che iniziasse il pranzo e dalle 15 in poi ero giù a giocare, di stare in casa non se ne parlava proprio, avevo troppo da fare: Con i ferri delle impalcature di una casa in costruzione lì vicino costruivamo le casette, poi c'era la merenda con gli alberi da frutto che crescevano ovunque nei terreni che non conoscevano steccati e cancelli, lo scatenamento totale con i nascondini, la palla avvelenata, la battaglia a sassate coi bambini della casa di fronte (ho ancora svariate piccole cicatrici procuratemi sul campo di battaglia), le esplorazioni nelle villette antiche disabitate (nemmeno un fantasma, uffi!). Poi ci sono stati i periodi a tema: il mercatino con oggetti fatti da noi, i funerali agli insetti trovati morti in giardino con tanto di processione e addobbo della tomba, il pronto soccorso, la scuola delle bambole con quaderni e matitine in miniatura fatte da noi...E chi ricorda il periodo dell'Austherity, quando a settimane alterne si fermava il traffico e centinaia di bambini (tra i quali io) ci riversavamo sulle strade sgombre coi pattini a rotelle e sembrava di stare nel paese dei balocchi?...meraviglioso.
Avevamo pochi soldi, i nostri genitori avevano investito nelle case in cui eravamo venuti a vivere, con due vestiti passavamo una stagione, per avere giocattoli nuovi si aspettava Natale, ma eravamo veramente spensierati e sereni e avevamo fantasia da vendere e sogni, quanti sogni....Ogni piccolo dono era fonte di gioia infinita e di entusiasmo...
Se faccio il confronto con l'infanzia della mia sorella minore, con la quale ci sono molti anni di differenza, mi sento decisamente fortunata: lei ha avuto giocattoli e vestiti a volontà, è stata accompagnata in auto di qua e di là, ha avuto tutto quello che desiderava e anche di più, ma non ha goduto della nostra leggerezza, della nostra libertà, dei nostri desideri.
:hehe: