è proprio questo il punto.
Spesso le persone più avanti con gli anni tendono(per forza di cose) a generalizzare e ad appiattire una generazione molto eterogenea come quella degli anni ottanta.
L'idea di un "noi" giovanile cade a partire dai giovani hyppies,una generazione che,nonstante ben custodita(e voi volete fare i rivoluzionari?
Ai miei tempi...) da quelli che la hanno vissuta,ha inevitabilmente contaminato - positivamente- quelle che la hanno seguita.
E che la hanno rivalutata,interiorizzandola e facendo propri i suoi insegnamenti in modo forse più intimo,meno plateale e più personale ma che non ne altera il significato intrinseco.
Se proprio si vuole poi generalizzare non credo che la gran parte dei giovani d'oggi sia interessata a dare insegnamenti più che a riceverne, magari in molti c'è la voglia di apportare la propria esperienza, in un mondo in cui tutti i valori vengono messi in dubbio, non accetto nulla che non ho provato sulla mia pelle.
Daria, non credo che questo atteggiamento"cartesiano" sia così negativo,potrebbe essere
CON I DOVUTI LIMITI una molla per costruire davvero qualcosa di nuovo.
Affondare le proprie radici nel passato rivalutarlo energicamente e ponendolo in dubbio e solo allora proiettarlo verso il ostro futuro.
E' per questo che spesso mi scontro con chi dall'alto della sua età vuol darmi degli insegnamenti di vita.Non perchè li rifuti anzi.Ma perchè vengono proposti come verità assolute e inspiegabili.
Ma è e sarà così fino alla notte dei tempi