Ti auguro che tutta questa bellezza, che è vita, ti aiuti a superare il dispiacere per le tante perdite subite (e non mi riferisco solo alle piante). Da nonna, sono stata molto intenerita dall'evidente affetto che ti legava alla tua. Con amicizia.
Silvia
Cara Silvia, non ci conosciamo, hai parlato di tenerezza e tenero vuole essere un mio pensiero che voglio dedicarti, mi perdonino i moderatori (sono moderatore di un forum molto grande e seguito non solo in Italia ma anche all’estero, comprendo certe dinamiche) per l’ot.
La storia della mia famiglia, e per famiglia ne intendo due, una è quella ‘io mamma e papà’, l’altra è quella ‘più grande’, è stata sicuramente complicata, per grossi problemi di salute nel primo caso, e per alcune dinamiche subdole nel secondo. Quando è mancato mio nonno, cui non parlavo da quasi 4 anni (non per colpa mia, e ti prego di credermi), nonno rivisto in punto di morte e mancato sette anni fa il 22 di questo giugno, è stata occasione per ritrovarci, e di sentirci vicini. Ho ritrovato una nonna che mi ha cresciuto, ogni sabato e domenica, da bambino, mangiavo nella loro villa con giardino, io che a Taranto abito in appartamento, casa che, a parte il clima di ‘festa’ del wend, era per me luogo amato come non mai, da me che son sempre stato amante della natura, poco propenso alla vita da gran viveur, e bisognoso di suoi spazi.
Mia mamma non ha conosciuto il padre, è morto nel ‘64 che lei aveva tre anni e solo nel maggio scorso, dopo quindi 58 anni (è giovane), l’ho portata davanti alla lapide di suo padre colmando con un piccolo volto in bianco e nero una grande voragine, padre che mi son premunito di trovare per fatti miei, partendo dal pretesto del voler costruire l’albero genealogico della mia famiglia.
Mia nonna materna è mancata nel ‘96, la ricordo perfettamente anche se avevo 13 anni, ma ovviamente, oggi ne ho 36, non solo non l’ho vissuta, ma quello che ho vissuto non venne vissuto da persona consapevole, data la mia età al tempo.
Restano, appunto, i miei nonni paterni, quelli del sabato e domenica, di me che abbatto i gerani col pallone, di me che guardo mio nonno innaffiare tutto il giardino ogni giorno d’estate, per ore. Quelli di grande affetto ma di grandi conflitti e dispiaceri, risolti solo nel 2012, quando mio nonno morì, ed era troppo tardi. Ritrovai la mia nonna, quella di sempre, ma anche di più, non so se per farsi perdonare per colpe che sapeva quanto mi avessero fatto soffrire, non so se perché lei, ritrovatasi ‘ospite’ (mia zia, che io adoro per amore e per quanto fatto con me per tener unita la famiglia, con il marito e mia cugina, hanno sempre vissuto dai miei nonni) in casa sua, a fronte di una figlia devota ma anche di acciacchi crescenti e invalidanti, da me e mio padre non ha mai trovato prese in giro ma solo affetto e comprensione, non so se, forse, solo per amore di un nipote complice.
Le ho sempre voluto bene, in questi ultimi sette anni era rimasto solo il buono.
Le sue condizioni dovevano essere gestite, lato medico, in maniera diversa, ho battagliato nell’ultimo periodo anche con mio padre preannunciando un epilogo simile solo 20 giorni prima, in una litigata furibonda al telefono con lui, ma non mi è stato possibile trovare un modo, e per motivi diversi... una gestione assassina, e un paio di incompetenti, hanno dissolto equilibri già labili. In 4 giorni, dal ricovero, se n’è poi andata, io non son nemmeno riuscito a vederla. All’inizio è stato irreale. Poi è arrivato il dolore lancinante. Adesso c’è il dolore ‘maturo’.
Hai usato due delle parole che governano la mia vita, ‘tenerezza’, ma soprattutto un pilastro della mia esistenza, ‘Bellezza’. La Bellezza che giace leggera nelle cose grandi, ma che sa risplendere ed emergere, quando notata dai nostri occhi che tornano ad aprirsi e a RI-conoscere, soprattutto nelle piccole cose.
Al mio migliore amico, amico che sa cosa io provi, questo scrivevo ieri, circa le roselline che ho perso, ma non solo.
Hai saputo vedere, animo nobile, e a te per questo, perché a volte si ha tanto bisogno di essere visti e quindi accolti, rivolgo le mie parole. E un tenero Grazie.