C'era questa ragazza che ha frequentato tutti i corsi insieme a me, anche se essendo molto schiva e timida, non aveva mai legato tanto con nessuno. Giunti al momento della tesi, io e lei avevamo lo stesso prof, e i nostri due progetti erano più o meno sullo stesso argomento (idrologia). Lei però aveva scelto una tesi più lunga, in quanto richiedeva almeno un anno di misurazioni sul campo (livelli di falda e dati meteo), cosa che sapeva bene, e che aveva scelto consciamente.
Ora, durante il periodo di tesi noi e altri nostri colleghi, usufruivamo di un ufficio con PC su cui elaborare i dati, e come sempre avviene per le tesi di ingegneria, ognuno lavorava al prorio progetto, ma ci si scambiavano dati o dritte su come funzionavano i programmi, o su come elaborare certi dati. Perciò abbiamo cominciato a conoscerla in quel periodo, dove la vedevamo spesso e la aiutavamo (per quanto possibile, dato che poi ognuno pensa alla propria meta, e l'aiutare gli altri passa un po' in secondo piano).
Quando io e altri 2 colleghi siamo giunti in dirittura d'arrivo, lei era ancora indietro, e già un paio di volte aveva manifestato un senso di frustrazione (non riuscire a finire in tempo, non capire il funzionamento di una certa cosa malgrado le nostre spiegazioni, ecc...). Finchè dopo qualche settimana che non si faceva più vedere, abbiamo saputo la notizia che si era tolta la vita (l'abbiamo letto sul giornale...).
Inutile descrivere lo stato d'animo di tutti, e soprattutto del nostro prof., che in lacrime chiedeva a noi se la sua era una tesi troppo difficile, o se lei aveva capito che era una cosa che andava per le lunghe, mentre magari i suoi genitori si aspettavano che finisse a breve.
Da allora mi sono sempre chiesto se avessimo potuto fare qualcosa, tipo starle più vicini, aiutarla di più, ma col senno di poi è facile fare certi ragionamenti, e comunque in questi casi si arriva ad un punto morto, in cui le cause di un tale gesto sarebbero da ricercare nei veri motivi interiori, che nessuno conosceva da vicino e non in semplici circostanze scatenenti come la paura di non finire una tesi dopo una carriera studentesca praticamente perfetta.
Mi resta solo un grande senso di impotenza e di rammarico.
Ci farei la firma per tornare indietro e almeno provare a fare qualcosa, sicuramente non servirebbe a molto, ma almeno avrei tentato, e forse avrei la coscienza a posto