A) Parte generale
Nella maggior parte dei terreni il fosforo è presente sottoforma di ioni fosforici (H2PO4- e HPO42-) in combinazioni minerali ed organiche insolubili e poco utilizzabili dalle piante. Al contrario dell’azoto ( per il quale si hanno perdite nel terreno), per il fosforo, data l’insolubilità dei fosfati presenti nel terreno, non si verifica in pratica nessuna perdita, tranne la quantità asportata con i raccolti.
La fertilità fosfatica di un terreno dipende dalla disponibilità nutritiva delle varie forme di fosforo fissato dai componenti del terreno.
B) Mobilità e dinamica chimica
Una parte del fosforo che viene assorbito dalle piante ritorna al terreno con i loro residui in combinazioni organiche che vengono degradate dalla microflora con la liberazione di ioni fosforici. Questi ioni sono rapidamente bloccati dai costituenti minerali del terreno, i quali contengono elementi metallici (ferro, alluminio, calcio) capaci di formare fosfati insolubili.
Sia per la fissazione come per la mobilità del fosforo apportato al terreno con i fertilizzanti, riveste particolare importanza il pH del terreno, poiché con l’aumentare dell’acidità aumenta sia la quantità di fosforo organico non decomposto, sia la tendenza alla formazione di fosfati di Fe e di Al particolarmente insolubili ed inutilizzabili dalla maggior parte delle colture.
In ambiente neutro e subalcalino (pH fra 6,5 e 8) la disponibilità fosfatica è migliore in quanto la sostanza organica viene meglio decomposta.
Nei terreni alcalini, ricchi di calcare, i fosfati di calcio evolvono verso forme cristalline ancora più resistenti all’attacco.
C) Controllo chimico della disponibilità nel terreno
Un terreno è considerato povero di fosforo quando la P2O5 estratta è inferiore a 50 parti per milione. La concimazione fosfatica, oltre ad essere necessaria per la maggior parte dei terreni, data la facilità con cui il fosforo passa allo stato di carenza, si rende necessaria in dosi eccedenti il fabbisogno delle colture, affinchè queste possano disporre della quantità a loro destinata, dopo che è stata più o meno soddisfatta la capacità fosfato-fissatrice del terreno.
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B) Apporti e fabbisogno
La fonte principale di fosforo è rappresentata dal terreno dove si trova sottoforma di anioni H2PO4- e HPO42-.
La nutrizione fosfatica delle piante avviene per assorbimento radicale di uno dei due anioni sopradetti. Infatti, più che del contenuto di fosforo totale di un terreno ha importanza la quantità di fosforo disponibile per le colture, che a sua volta è in stretta relazione con la quantità di anioni fosforici capaci di passare in soluzione ed essere assorbiti dalle radici.
Poiché tuttavia la maggior parte dei terreni agrari ha solo di rado una buona disponibilità naturale di fosfati, un apporto di fertilizzanti fosfatici è la fonte migliore per apportare fosforo alle colture. Invece, al contrario delle concimazioni azotate, dove si possono avere perdite per dilavamanto, con le concimazioni fosfatiche possiamo avere solamente perdite di disponibilità per insolubilizzazione più o meno forte da parte del terreno.