intromissione
Ciao Marco, si possono preparare le piante scavando una trincea circolare, larga qualche centimetro, ad una certa distanza dal tronco. La trincea può essere lasciata vuota oppure riempita di sabbia grossolana. Durante lo scavo le radici superficiali vengono tagliate e ne spuntano di nuove o più indietro o nella sabbia, mentre la pianta sopravvive perché è alimentata dalle radici più profonde. Il trapianto viene effettuato in genere l’anno successivo. In questo periodo di tempo potresti addirittura cominciare ad impostare la pianta, potando il meno possibile ma eliminando per esempio i rami decisamente non utili.
Ciao.
Mi intrometto per indicare una variante al metodo descritto dal Conte Verde, che consiste nell'inserire delle tegole (coppi) nelle trincee prima della sabbia grossolana. Non sarebbe corretto da parte mia passarlo come consiglio, 1) perché non ne ricordo nemmeno la fonte; 2) perché non ho mai avuto una verifica della sua bontà/efficacia.
Mi pare solo che sia un po' più energico nel dire no all'espansionismo delle radici.
Nello stesso contesto dove ho trovato questa "variante", si accennava anche alla variante della "piastrella" sotto la pianta quando lo yamadori è compiuto da terra piena a terra piena (ma vicino a casa) in più fasi.
Quando finirà la mia febbre che dal 31 dicembre mi sta impedendo qualsiasi attività, potrei provare a ritrovare la fonte che è senz'altro fra i miei libri.
Poi ho qualche perplessità sulla possibilità di eseguire delle trincee attorno a così numerose piante, perché penso che si intersechino.
Mi risulta che il RAGGIO di queste trincee circolari debba essere pari circa all'altezza della pianta in oggetto, ma in periodo di saldi, facciamo uno sconto pure a Marco.
Penso che sia ben difficile limitare la larghezza dei solchi a qualche centimetro, perfino nel caso fortunato di un terreno compatto, andrebbe usata una fresa!
Quello che temo è che il nostro amico Marco debba per praticità, ma anche per realismo fare delle scelte anche un po' dolorose.
La prima, brutto a dirlo è di stabilire quali piante che vuole conservare e quali se necessario è disposto a sacrificare, riducendo il numero di piante saranno minori le intersezioni perché minori anche i cerchi da scavare.
La seconda è di usare una vanga anziché una zappetta per realizzare i solchi, le famose trincee.
Con la vanga però la conservazione delle radici, tanto raccomandata, diventa un tiro ai dadi in una certa misura, ma è l'unico modo da me provato che consente uno yamadori "selettivo". Qualche danno lo si può pure fare, ma non sarà uno scempio (si fa anche meno fatica, molta meno)
Uno scempio mi è unvece risultato uno yamadori dove inesperienza, stanchezza, rovi, zanzare e terreno friabile mi hanno fatto massacrare le radici di un acero che però ha sopravvissuto con superiorità alle mie ...bassezze terrene?
Un saluto