Ho un collega Ing. che come lavoro calcola le ondate di piena in base ai dati rilevati: parliamo di progettazione di casse di laminazione e compagnia bella, e difficilmente si sbaglia.
Il problema è la manutenzione dei corsi d'acqua, discorso già fatto da un'altra parte, che con i temporali improvvisi e violenti genera catastrofi tipo quella delle Marche.
Ciao,
ma io non intendevo dire che è difficile calcolare le ondate di piena.
E' difficile calcolare l'intensità della pioggia che genererà le ondate di piena.
Spesso un nucleo temporalesco si genera all'improvviso e, nel giro di poche ore, si trasforma da pioggia forte e nubifragio.
Adesso siamo di fronte ad eventi che, per l'Italia, erano un evento eccezionale. Trombe d'aria, celle temporalesche autorigeneranti, etc. sono molto difficili da prevedere con sufficiente anticipo da permettere una capillare segnalazione sul territorio.
Anche perché la maggior parte delle volte si formano di notte quando c'è meno sorveglianza ed è comunque più difficile allertare la popolazione tempestivamente (se arriva un SMS alle 2 di notte con l'invito ad evacuare una certa zona, è molto probabile che saranno in pochi a leggerlo).
Quando nel 2000 c'è stata l'alluvione in Piemonte io ero dai miei suoceri quando, a mezzogiorno circa della domenica, è passata la macchina dei vigili ad avvisare che sarebbe arrivata l'acqua. Dal momento dell'avviso alla reale esondazione del fiume sono passate alcune ore, che hanno permesso di salvare il salvabile. Ma quella era una piena prevista. Come lo è stata nei giorni successivi in varie regioni italiane, man mano che l'acqua si spostava lungo il corso del Po.
Nei casi come l'ultimo nelle Marche tutto questo tempo non c'era. Cito testualmente:
Si poteva prevedere il temporale nelle Marche?
Sebbene gli esperti avessero
previsto maltempo nella Regione, vista l’allerta di colore giallo per la giornata di ieri, non è stato possibile prevedere dove si sarebbe abbattuto il temporale.
«Da quanto osservato dal satellite si ipotizza un
temporale autorigenerante, un V-shaped: dal satellite si vede infatti questa forma classica forma a V del sistema temporalesco. Di solito questi eventi se sono persistenti sono davvero molto pericolosi ma anche molto difficili da prevedere», ha spiegato Giulio Betti del Cnr LaMMA a La Repubblica.
Mentre in un’intervista Gianmaria Sannino, dal 2015 Responsabile Laboratorio Modellistica Climatica e Impatti dell’ENEA sull’Huffingtonpost si legge: «Noi climatologi
ci aspettavamo che un evento del genere potesse verificarsi dopo un’estate così calda e siccitosa.
Ma era impossibile prevedere che avvenisse nelle Marche. Potrebbe essere più semplice farlo per i meteorologi, ma in questo caso, evidentemente, anche i loro modelli potrebbero non essere bastati».
Ste