garofano
Maestro Giardinauta
Ieri sono andata al Pronto soccorso come paziente.
Purtroppo,dato che sto vivendo da tempo una situazione di stress continuato a causa di vari e seri problemi di salute di mio marito, e di problemi di lavoro del medesimo,ieri mi sono sentita male,mi sono accasciata letteralmente sulla scrivania mentre stavo lavorando,con gran spavento io e di chi era con me.Il cuore mi ha ceduto e la pressione è arrivata a livelli stratosferici.
Sono andata quindi in ospedale,eci sono entrata alle cinque e ne sono uscita all'una di questa mattina.
Sono un pochetto stravolta.
E' risultato che era un'avvisaglia,ma sufficnete a farmi prendere un coccolone e a farmi rendere conto che devo darmi una calmata (pare facile...).Fin qui,fine del bollettino sanitario.
Ho vissuto l'esperienza da paziente di cosa significa avere bisogno del P.S.
E' una vera avventura, che ti fa rendere conto che abbiamo un Sistema Sanitario da Terzo Mondo,anzi,forse siamo pure ad un livello sotto.
Comunque...arrivo,c'era una marea di gente seduta in piedi,con bivacchi,pareva un suk marocchino.Sulle prime mi piglia male,ma stavo male.Mi danno un modulo(!) che dovevo compilare (!)al banco in piedi e, visto che ho la familiarità per infarti, ictus e compagnia cantando mi danno il codice giallo,che vuol dire emergenza seria.
Mi fanno entrare, mi fanno una prima visita,prelievo ecc.Gli infermieri erano costretti a lavorare in spazi strettissimi,volteggiando come ballerine tra strumenti e mobili con materiale.Anche lì dentro, gente ammonticchiata in tutti i modi.
Dopo mi fanno accomodare in una sala d'attesa piena di umanità dolente,seduta su sedie o sdraiata su barelle.Queste ultime spesso sono quelle in dotazione nelle ambulanze che, ovviamente,non possono buttare il malato per terra e andarsene e devono restare ferme lì finche' la persona viene diversamente sistemata e loro rientrano in possesso della barella .
Da quel momento il tempo si ferma e comincia non a calcolare ele ore ,ma i giorni e i mesi.
Dopo un tempo che mi sembra infinito,mio marito l'hanno tenuto fuori pu essedo anche lui un medico,mi visitano in una sala apposta,piena di barelle,ovviamente piene di gente,separate le une dalle altre da tendine,privacy poca o nulla,spazi ristrettissimi,infermieri che fanno le acrobazie,due medici per venti malati,che devono visitare a ritmi massacranti e,ovviamente ti visitano di corsa.Mi fanno un altro elettrocardiogramma, altro prelievo,di nuovo fuori nel corridoio.Dopo mi fanno le lastre e di nuovo in attesa.
Vengo a sapere che ,per risparmiare ,devono radunare un certo numero di esami e POI mandano su tutto al laboratorio.E intanto tu muori lì.e mio marito intanto mette radici fuori.Non danno notizie ai congiunti in attesa se non dopo numerosi prieghi e lai.
Nel tempo dell'attesa faccio un'interessante esperienza umana,sento storie e tutti condividono il dolore e le preoccupazioni degli altri.
accade che, in tutta questa offesa,mi sento di nuovo male (accidenti a me)e mi rifanno di nuovo elettrocardiogramma ed esami del sangue.
Alla fine arrivano anche questi altri esami,mi vogliono trattenere.Io dico "non se ne parla proprio" e mi fanno la dimissione protetta, nel senso che,se mi sento male di nuovo nelle ventiquattro quarantotto ore successive devo ritornare e ho la precedenza.
Alle ore UNA DI MATTINA,vengo dimessa e me ne torno a casa-
La disorganizzazione non è colpa di chi lavora la' dentro, che, anzi fa di tutto perchè le cose funzionino e hanno pure il tempo e la forza di essere gentili.La colpa imperdonabile è di chi è preposto ad organizzare tutto questo:assunzioni sospese,gente costretta a fare turni massacranti,in cui c'è il pericolo di perdere la lucidità e la concentrazione per stanchezza.Nono è giusto,proprio no.
Io vorrei sapere se questo stato di cose è una prerogativa tutta laziale o se 'sto disastro è diffuso anche nel resto d'Italia.
P.S.Oggi mi sono sentita di nuovo male, anche se in forma più leggera.Mi sono stata zitta,non ho detto nulla a mio marito e sono rimasta a casa, curandomi con quello che avevo , e per ora...Se dovessi ritornare al P.S. devo essere proprio in condizioni disperate
Purtroppo,dato che sto vivendo da tempo una situazione di stress continuato a causa di vari e seri problemi di salute di mio marito, e di problemi di lavoro del medesimo,ieri mi sono sentita male,mi sono accasciata letteralmente sulla scrivania mentre stavo lavorando,con gran spavento io e di chi era con me.Il cuore mi ha ceduto e la pressione è arrivata a livelli stratosferici.
Sono andata quindi in ospedale,eci sono entrata alle cinque e ne sono uscita all'una di questa mattina.
Sono un pochetto stravolta.
E' risultato che era un'avvisaglia,ma sufficnete a farmi prendere un coccolone e a farmi rendere conto che devo darmi una calmata (pare facile...).Fin qui,fine del bollettino sanitario.
Ho vissuto l'esperienza da paziente di cosa significa avere bisogno del P.S.
E' una vera avventura, che ti fa rendere conto che abbiamo un Sistema Sanitario da Terzo Mondo,anzi,forse siamo pure ad un livello sotto.
Comunque...arrivo,c'era una marea di gente seduta in piedi,con bivacchi,pareva un suk marocchino.Sulle prime mi piglia male,ma stavo male.Mi danno un modulo(!) che dovevo compilare (!)al banco in piedi e, visto che ho la familiarità per infarti, ictus e compagnia cantando mi danno il codice giallo,che vuol dire emergenza seria.
Mi fanno entrare, mi fanno una prima visita,prelievo ecc.Gli infermieri erano costretti a lavorare in spazi strettissimi,volteggiando come ballerine tra strumenti e mobili con materiale.Anche lì dentro, gente ammonticchiata in tutti i modi.
Dopo mi fanno accomodare in una sala d'attesa piena di umanità dolente,seduta su sedie o sdraiata su barelle.Queste ultime spesso sono quelle in dotazione nelle ambulanze che, ovviamente,non possono buttare il malato per terra e andarsene e devono restare ferme lì finche' la persona viene diversamente sistemata e loro rientrano in possesso della barella .
Da quel momento il tempo si ferma e comincia non a calcolare ele ore ,ma i giorni e i mesi.
Dopo un tempo che mi sembra infinito,mio marito l'hanno tenuto fuori pu essedo anche lui un medico,mi visitano in una sala apposta,piena di barelle,ovviamente piene di gente,separate le une dalle altre da tendine,privacy poca o nulla,spazi ristrettissimi,infermieri che fanno le acrobazie,due medici per venti malati,che devono visitare a ritmi massacranti e,ovviamente ti visitano di corsa.Mi fanno un altro elettrocardiogramma, altro prelievo,di nuovo fuori nel corridoio.Dopo mi fanno le lastre e di nuovo in attesa.
Vengo a sapere che ,per risparmiare ,devono radunare un certo numero di esami e POI mandano su tutto al laboratorio.E intanto tu muori lì.e mio marito intanto mette radici fuori.Non danno notizie ai congiunti in attesa se non dopo numerosi prieghi e lai.
Nel tempo dell'attesa faccio un'interessante esperienza umana,sento storie e tutti condividono il dolore e le preoccupazioni degli altri.
accade che, in tutta questa offesa,mi sento di nuovo male (accidenti a me)e mi rifanno di nuovo elettrocardiogramma ed esami del sangue.
Alla fine arrivano anche questi altri esami,mi vogliono trattenere.Io dico "non se ne parla proprio" e mi fanno la dimissione protetta, nel senso che,se mi sento male di nuovo nelle ventiquattro quarantotto ore successive devo ritornare e ho la precedenza.
Alle ore UNA DI MATTINA,vengo dimessa e me ne torno a casa-
La disorganizzazione non è colpa di chi lavora la' dentro, che, anzi fa di tutto perchè le cose funzionino e hanno pure il tempo e la forza di essere gentili.La colpa imperdonabile è di chi è preposto ad organizzare tutto questo:assunzioni sospese,gente costretta a fare turni massacranti,in cui c'è il pericolo di perdere la lucidità e la concentrazione per stanchezza.Nono è giusto,proprio no.
Io vorrei sapere se questo stato di cose è una prerogativa tutta laziale o se 'sto disastro è diffuso anche nel resto d'Italia.
P.S.Oggi mi sono sentita di nuovo male, anche se in forma più leggera.Mi sono stata zitta,non ho detto nulla a mio marito e sono rimasta a casa, curandomi con quello che avevo , e per ora...Se dovessi ritornare al P.S. devo essere proprio in condizioni disperate
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