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Angoletto roccioso

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RobertoB

Guest
Quello che volevasi dimostrare: molte cactacee resistono benissimo alle nevicate e alle gelate, purchè non ristagni a lungo acqua o umidità.

Esatto, comunque è pur sempre un esperimento, i risultati li vedremo nel tempo.
Quest'inverno è stato per ora davvero molto mite ma molto più umido dello scorso. Per ora la minima è sui -6.
Questa primavera tireremo poi le somme.
 

Picantina

Fiorin Florello
Io le mie non le ho coperte per pigrizia a suo tempo, sono "riparate" (si fa per dire) vicino al muro e con il sottovaso capovolto in modo da sollevarle un po'. Vedremo.....
 

Stefano Sangiorgio

Fiorin Florello
Io le mie non le ho coperte per pigrizia a suo tempo, sono "riparate" (si fa per dire) vicino al muro e con il sottovaso capovolto in modo da sollevarle un po'. Vedremo.....
Per ora, basta e avanza: questa settimana è stata mitissima: minime da me sempre superiori a +6°C.
Inoltre, non coprendole, induriscono e, sopratutto, prendono in pieno il sole invernale che, eviterà poi, le scottature primaverili. E circola sempre bene l'aria.
 

Stefano Sangiorgio

Fiorin Florello
La resistenza dipende dalla specie, ma se sono riparate dalla pioggia e minima a +6 ci sono ben poche specie che non si trovino benone.
Anche le più sensibili, tenute completamente asciutte, mostrano resistenze inaspettate.
Chi proprio non ce la fa è (personale esperienza):
Cissus tuberosa (minima sempre superiore a +5°C)
Portulacaria afra: la minima non deve scendere mai sotto i +5°C
 

Sofia D.

Giardinauta Senior
Sabato si sono aperti gli ultimi due boccioli, purtroppo non so se si siano aperti durante la notte o in mattinata perché li ho visti solamente nel pomeriggio.
a2e27dee7ed2442669f687d3088a0af5.jpg

Ad ogni modo, domenica ha piovuto tutto il giorno e loro non solo erano ancora aperti, ma sono durati tranquillamente fino a lunedì sera...certo, lievemente più chiusi, ma comunque aperti.
Quell'echinopsis variegato è bellissimo!
 
R

RobertoB

Guest
In questi giorni il progetto ha avuto modo di essere messo alla prova.
Già l'anno scorso avevo avuto nevicate e temperature minime intorno a questi valori, ma quest'anno le due condizioni si sono combinate in maniera interessante.
Tra la sera del 27 e la mattina del 28 una discreta nevicata asciutta (circa 10 cm) ha ricoperto tutto, nel pomeriggio del 28 un brusco innalzamento delle temperature e un rasserenamento ha parzialmente sciolto la neve (totalmente a ridosso del muro, parzialmente, riducendola a poltiglia bagnata, nel resto del giardino).
In queste condizioni sfavorevoli la notte tra il 28/29 ha portato minime di -8 C° e la temperatura non è salita sopra lo 0 fino alla tarda mattinata di oggi.

Credo che a differenza dello scorso inverno, insolitamente mite, questo potrà essere considerato come un vero test significativo. Escludendo eventi più freddi, ma con un tempo di ritorno almeno decennali.

Sicuramente alcune piante mostreranno le conseguenze solo nei prossimi giorni anzi le vere conseguenze saranno valutabili solo alla ripresa vegetativa.

Nel frattempo però alcuni effetti immediati:

Nell'angoletto vero e proprio l'agave americana variegata presenta alcune foglie esterne decisamente spacciate, ma sembra che il cuore della pianta non ne abbia risentito (i -8 asciutti dello scorso anno non avevano creato nessun problema): prognosi incerta. Comunque aggiungendo questo alle altre considerazioni che si erano gia fatte, credo che verrà comunque eliminata
L'opuntia dasyacantha, che già l'anno scorso aveva patito, si è afflosciata in una maniera che lascia poco spazio alla speranza: prognosi nefasta.
Tutte le altre non presentano (o non presentano ancora, per rimanere cauti) alcun danno

Fuori dall'angoletto vero e proprio nei vasi riparati dalla neve ma non dal freddo le agavi (cloni della suddetta) stanno benone, in compenso nelle stesse condizioni
L'aeonium arboreum che aveva passato indenne lo scorso inverno versa invece in condizioni pietose, in questo caso è bastata l'umidità atmosferica a fare la differenza. Nonostante abbia trovato in letteratura casi in cui vengono allevati come piante da esterno in alcune zone, deduco da quest'esperienza che la mia non possa essere annoverata tra queste:LOL:
L'aloe presenta rami dalle foglie traslucide (che ritengo spacciati) e rami apparentemente illesi, anche questa, pur ammesso che sopravviva, non entrerà mai a pieno titolo nell'aiuola.

E in ultimo, (qui mi mordo le dita per aver fatto il passo più lungo della gamba) i semenzai di gymnocalycium gibbosum lasciati fuori anche se al riparo sono stati disidratati dal freddo, ad essere sincero non so se da questa ondata o dalla precedente. Volevo metterli alla prova della selezione naturale, ma la natura è stata più selettiva di quanto avessi previsto:LOL:.

Chiaramente dispiace per le piante perse, o con buone probabilità di non vedere la primavera. ma viste le premesse, pensavo decisamente peggio
 

Stefano Sangiorgio

Fiorin Florello
In questi giorni il progetto ha avuto modo di essere messo alla prova.
Già l'anno scorso avevo avuto nevicate e temperature minime intorno a questi valori, ma quest'anno le due condizioni si sono combinate in maniera interessante.
Tra la sera del 27 e la mattina del 28 una discreta nevicata asciutta (circa 10 cm) ha ricoperto tutto, nel pomeriggio del 28 un brusco innalzamento delle temperature e un rasserenamento ha parzialmente sciolto la neve (totalmente a ridosso del muro, parzialmente, riducendola a poltiglia bagnata, nel resto del giardino).
In queste condizioni sfavorevoli la notte tra il 28/29 ha portato minime di -8 C° e la temperatura non è salita sopra lo 0 fino alla tarda mattinata di oggi.

Credo che a differenza dello scorso inverno, insolitamente mite, questo potrà essere considerato come un vero test significativo. Escludendo eventi più freddi, ma con un tempo di ritorno almeno decennali.

Sicuramente alcune piante mostreranno le conseguenze solo nei prossimi giorni anzi le vere conseguenze saranno valutabili solo alla ripresa vegetativa.

Nel frattempo però alcuni effetti immediati:

Nell'angoletto vero e proprio l'agave americana variegata presenta alcune foglie esterne decisamente spacciate, ma sembra che il cuore della pianta non ne abbia risentito (i -8 asciutti dello scorso anno non avevano creato nessun problema): prognosi incerta. Comunque aggiungendo questo alle altre considerazioni che si erano gia fatte, credo che verrà comunque eliminata
L'opuntia dasyacantha, che già l'anno scorso aveva patito, si è afflosciata in una maniera che lascia poco spazio alla speranza: prognosi nefasta.
Tutte le altre non presentano (o non presentano ancora, per rimanere cauti) alcun danno

Fuori dall'angoletto vero e proprio nei vasi riparati dalla neve ma non dal freddo le agavi (cloni della suddetta) stanno benone, in compenso nelle stesse condizioni
L'aeonium arboreum che aveva passato indenne lo scorso inverno versa invece in condizioni pietose, in questo caso è bastata l'umidità atmosferica a fare la differenza. Nonostante abbia trovato in letteratura casi in cui vengono allevati come piante da esterno in alcune zone, deduco da quest'esperienza che la mia non possa essere annoverata tra queste:LOL:
L'aloe presenta rami dalle foglie traslucide (che ritengo spacciati) e rami apparentemente illesi, anche questa, pur ammesso che sopravviva, non entrerà mai a pieno titolo nell'aiuola.

E in ultimo, (qui mi mordo le dita per aver fatto il passo più lungo della gamba) i semenzai di gymnocalycium gibbosum lasciati fuori anche se al riparo sono stati disidratati dal freddo, ad essere sincero non so se da questa ondata o dalla precedente. Volevo metterli alla prova della selezione naturale, ma la natura è stata più selettiva di quanto avessi previsto:LOL:.

Chiaramente dispiace per le piante perse, o con buone probabilità di non vedere la primavera. ma viste le premesse, pensavo decisamente peggio
Giuseppe Lodi, devi leggere Giuseppe Lodi tutte le prove che fece e quanto ha perduto negli anni per il gelo o la sola umidità!
Se mi lasci la mail ti mando il suo libro!!!!
 
R

RobertoB

Guest
Visto che siamo in tema libri stavo poco fa leggendo di Leo j. Chanche e del suo giardino sul plateau del Colorado in zona usda 5 e 700ml di precipitazione annua in cui coltiva quasi 300 tra cactacee e succulente. Decisamente diverso l'approccio anglosassone.....
In ogni caso da ragionarci su, perché oltre alle similitudini apparenti ci sono delle belle differenze in termini di distribuzione delle precipitazioni, altitudini, copertura nevosa, insolazione ecc...ecc..ecc
 

cmr

Maestro Giardinauta
Bene, bene, si cominciano a vedere i primi interessanti risultati. Aeonium, pianta delle Canarie, forse in un giardino a Malta può essere coltivata all'esterno senza protezione (insieme ai semenzali di qualsiasi cactacea non solo quelli dei gymno): decesso scontato. Opuntia dasyacantha: non tutte le opuntie sono resistenti al freddo; ad es la piccola e infestante O. salmiana ci gongola sotto la neve mentre altre vanno testate. Aloe: per esperienza diretta ne conosco solo tre che tengono la neve e ciò che ne consegue: maculata, arborescens v. frutescens e striatula; le altre vanno testate: le sudafricane tengono meglio ma non le arborescenti (dichotoma, ramosissima, ecc.).
Notocactus e ferocactus forse li avevo già segnalati; se non l'ho fatto forse varrebbe la pena testarli. Altre cactacee le lascerei al calduccio. :)
 
R

RobertoB

Guest
Scusate non dasyacantha volevo dire microdasys, ma stavo pensando all'escobaria. Comunque si decesso abbastanza prevedibile: l'ho comprata in piena ignoranza facendomi tentare dal prezzo 0,99 cent, mi ero stupito che anche lei l'anno scorso avesse passato l'inverno quasi indenne. Altrettanto "scontati" se vogliamo, ma col senno di poi è tutto scontato:LOL:, aloe e semenzai.

Sull'aeonium invece dissento, chiaramente non è adatto al mio clima, ma il fatto che sia sopravvissuto senza danni ai -8 asciutti dello scorso anno e avendo letto di esemplari vissuti diversi anni nelle isole britanniche, credo che il suo areale potenziale di coltivazione all'aperto sia ben più vasto di malta, credo che con qualche accorgimento in meridione non avrebbe problemi.

per i Ferocactus sto provando in "pieno campo" il cylindraceus che in nord America è quello che si spinge più a nord, però ammetto che ho letto in varie fonti che sono piuttosto rognosi per quanto riguarda l'umidità.
Sto provando anche un notocactus di cui non so la specie, è una piccola talea che mi è stata regalata, ma per quest'anno ho preferito tenerlo ancora in vaso anche se al freddo

Comunque personalmente credo che per le cactacee ci sia davvero molto da provare.
 
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Stefano Sangiorgio

Fiorin Florello
la missouriensis resiste fino a -35°C
In realtà, per evitare rogne e cocenti delusioni, devi visitare il sito internet di Davide Contis un appassionato di cactus e succulente che ha creato azienda con annesso giardino fuori Bologna dove testa le sue piante.
Lui ha modellato il giardino creando dolci colline alte tra i 30 e i 50 cm ottenute mescolando il terreno argilloso del posto con il 50% di ghiaia grossa e tonda di fiume, poi ha impiantato il giardino e l'ha pacciamato con 5 cm di ghiaietto bianco di Zandobbio che blocca la crescita delle malerbe e mantiene i colletti asciutti.
Durante le piogge l'acqua scivola nei sentieri ghiaiosi e non causa ristagni.
Dai un occhio mio caro @RobertoB: dovresti trovare persino l'elenco delle specie testate da lui che, in parte ti riporto qui:
Delosperma cooperi resiste fino a -8°, -10°C
Echinocereus engelmannii resiste fino a -10°C
Opuntia violacea cv Santa Rita resiste fino a -10°C
Chamaecereus silvestrii resiste fino a -8°C
Aloe striatula resiste fino a -12°C
Echinocereus triglochidiatus resiste anche oltre i -15°C
Cylindropuntia versicolor resiste fino a -10°C afflosciandosi al suolo ma riprendendo il turgore in primavera.
Escobaria missouriensis si è già detto
Buona continuazione delle tue sperimentazioni.
Tieni sempre una pianta di riserva coltivata in modo tradizionale con rientro invernale, così se perdi qualcosa, non la perdi del tutto.
 
Ultima modifica:

cmr

Maestro Giardinauta
Diffido di queste tabelle dove per ogni pianta viene indicata la temperatura.
Mancano dati imprescindibili sul luogo di coltivazione, sul modo di coltivazione, sul modo in cui è stata presa la temperatura e quanto tempo è durata "quella" temperatura e si potrebbe andare avanti ore e ore.
-35 per una Escobaria missouriensis? Perche non viene coltivata nelle aiuole ad Anchorage in Alaska dove la temperatura oscilla tra i + 15 e i -15? :D
 

Stefano Sangiorgio

Fiorin Florello
Diffido di queste tabelle dove per ogni pianta viene indicata la temperatura.
Mancano dati imprescindibili sul luogo di coltivazione, sul modo di coltivazione, sul modo in cui è stata presa la temperatura e quanto tempo è durata "quella" temperatura e si potrebbe andare avanti ore e ore.
-35 per una Escobaria missouriensis? Perche non viene coltivata nelle aiuole ad Anchorage in Alaska dove la temperatura oscilla tra i + 15 e i -15? :D
Probabilmente perchè l'umidità la ucciderebbe prima ancora del freddo!
 
R

RobertoB

Guest
Se all'inizio mi sono interessato anche io a queste tabelle, ho ben presto capito che diffidare è d'obbligo.
Come avevo già scritto in questa stessa discussione, (scoprendo l'acqua calda) le variabili che concorrono a descrivere con precisione il clima sono molteplici e non del tutto tutto ponderabili a priori.
Non basta indicare una temperatura. E indicando temperatura e umidità diamo un'idea appena meno vaga della realtà. Certo è una base di partenza per ragionarci su, ma poi bisogna appunto ragionarci su.
Banalmente si fa in fretta a dire -15, quanto dura? 9 mesi come in alaska?una o due settimane come un'avvenzione di aria polare? Una notte come in un deserto d'altitudine dove poi lo stesso giorno ci sono 30 gradi? C'è una bella differenza...
Poi c'è come li si raggiunge, quando, quanto frequentemente.
Ad esempio nell'esperienza che citavo prima, chanche descrive di come molte sue piante si salvano da temperatura molto rigide in dormienza o sotto copertura nevosa, per poi soccombere o comunque soffrire di temperature meno rigide in primavera alla ripresa. Altre invece potenzialmente valide vengono scottate dal sole invernale e il riverbero della neve al quale non sono adattate.
La realtà è molto molto più complessa di qualsiasi nostro modello.

Quindi io vedo due possibili risposte alla domanda di @cmr "perché l'escobaria missourensis non viene coltivata nelle aiuole di anchorage.
- perché il clima di anchorage è diverso dal clima del Canada (limite settentrionale della distribuzione di esobaria vivipara e quasi della missourensis) e qui si può intavolare il perché e il percome
- ma c'è anche una risposta più banale: perché probabilmente nessuno ci ha mai provato. Non voglio dire che se qualcuno ci provasse avrebbe certamente successo, ma io non sono sicuro che sia impossibile a priori
 
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